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E-cig monouso acquistate sul web: 10 su 15 non hanno l'autorizzazione alla vendita

Abbiamo acquistato sul web 15 e-cig usa e getta: dieci non risultavano autorizzate alla vendita in Italia, tre avevano quantità di nicotina superiori ai limiti di legge, vari e-shop non sono registrati come prevede la normativa e non richiedono i documenti per evitare acquisti da parte di minorenni. Solo pochi rispettano la normativa sui rifiuti elettronici (Raee). Lo abbiamo segnalato all'Agenzia delle dogane e dei Monopoli e ai ministeri. Tanti i pericoli per i ragazzi e per l'ambiente.

articolo di:
11 luglio 2023
donna che fuma sigaretta elettronica

Le sigarette elettroniche usa e getta, le ultime arrivate del mondo dello svapo, sono sempre più vendute e le vetrine al banco dei tabaccai ne sono spesso piene: utilizzabili fino a quando si esauriscono batteria e liquido precaricato, dal design moderno, colorate, aromatizzate alla frutta e non solo, con nicotina (in sali o sintetica) o senza, dal costo contenuto, pericolosamente attraenti per i giovani e – come emerge dalla nostra inchiesta – un rischio per la salute dei ragazzi e per l’ambiente, con zone d’ombra e di irregolarità sotto entrambi i punti di vista.

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L'inchiesta in sintesi

Abbiamo acquistato online 15 sigarette elettroniche monouso e i problemi riscontrati in alcuni prodotti sono stati molti: dalla mancata autorizzazione alla vendita su siti anch’essi non autorizzati, ai livelli di nicotina superiori ai limiti di legge, dall’assenza di controlli sull’età di chi acquista alle avvertenze sulla salute in etichetta non regolari; dal mancato rispetto della normativa ambientale sui Raee (questi prodotti, a fine vita, sono a tutti gli effetti Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) fino alla comunicazione "giovane", quando i giovani sono i più a rischio.

Abbiamo segnalato tutte le irregolarità emerse all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al ministero delle Imprese e del Made in Italy, al ministero della Salute e al ministero dell’Ambiente e la sicurezza energetica

Ecco tutti i risultati dell’inchiesta, in cui ci concentriamo anche sulle sostanze contenute, gli effetti sulla salute per i giovani e le conseguenze per l’ambiente del loro scorretto smaltimento.

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I prodotti e i siti da cui abbiamo acquistato

Le 15 sigarette usa e getta della nostra inchiesta sono state acquistate a maggio 2023 sui principali siti che compaiono nella prima pagina dei risultati dei motori di ricerca.

e-cig 

Sono di nove marche, con e senza nicotina. Per la definizione del campione abbiamo considerato anche il tipo di promozione che viene fatta da produttori e distributori. Abbiamo incluso anche l’unico brand di un’azienda delle Big Tobacco, che alla data della ricerca era distribuito in Italia (Vuse Go di British American Tobacco) e un modello in vendita su amazon.it (Revoltage). 

Marca Modello E-Shop Prezzo di listino maggio 2023 (euro)
BECO MATE Vaptio Menthol vaporoso.it 7,90
ELF BAR Vape Pen vaporoso.it 7,90
GEEK BAR Pod - Peach Ice geekbar-shop.it 7,90
LIK BAR Cotton Candy By Suprem-e geekbar-shop.it 7,50
PUFF BAR Mango puffbar.eu/it 9,90
PUFF BAR Flow > Lychee Ice puffbar.eu/it 18,90
PUFF BAR Plus Lychee Ice puffbar.eu/it 14,90
REVOLTAGE Black Mango amazon.it 14,99
SALT SWITCH Vape Pod Cocktail it.salt-switch.com 6,00
SALT SWITCH Vape Pod Gelato alla banana it.salt-switch.com 4,00
SALT SWITCH Zero Vape Pod Mirtillo Lampone it.salt-switch.com 6,00
SALT SWITCH Zero Vape Pod Gelato alla mela it.salt-switch.com 4,00
VUSE Go Bluberry Ice vuse.com/it 7,50
X-BAR 650 Cool Mint x-bar.co/it 7,90
X-BAR 650 Cool Mint - Nic free x-bar.co/it 7,90

Quattordici dispositivi su 15 sono prodotti in Cina (un prodotto non riportava informazioni in merito); le aziende produttrici o importatrici sono oltre che cinesi anche americane, francesi, tedesche, italiane ecc.  

costi sono contenuti, meno di 10 euro in media nel nostro caso (con prezzi che andavano dai 4 euro ai 18,90 euro).

Hanno gusti di ogni tipo: mentolo, banana, pesca, zucchero filato, mango, mirtillo e così via.

A seconda del modello, permettono un certo numero di tiri (detti puff): con i nostri acquisti si andava dai 400, 500, 600 fino a 1000 e 2000 in due casi. Più aumenta il numero di puff, più aumenta la carica della batteria che, nel nostro caso, andava dai 345 mAh (milliampere ora) agli 850 mAh.

Le differenze rispetto alle e-cig ricaricabili  

L'e-cig usa e getta è un dispositivo monouso che, come le sigarette elettroniche tradizionali, vaporizza un liquido (con o senza nicotina). La differenza principale è che non può essere ricaricata: quando si esauriscono liquido e batteria, smette di funzionare e va gettata. I liquidi (chiamati anche e-liquid) sono composti da diversi ingredienti come la glicerina vegetale, il glicole propilenico, gli aromi ed eventualmente la nicotina.

Altra differenza rispetto alle e-cig ricaricabili è il quantitativo di nicotina che, quando presente, è circa al 2% (pari a 20 mg per ml). Non c’è la possibilità, come con le ricaricabili, di scegliere quanta nicotina svapare (da 2 mg/ml a 20 mg/ml) e, quindi, eventualmente di scalare per cercare di smettere di fumare gradualmente.

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Dieci e-cig su 15 non autorizzate, su siti irregolari

Solo cinque e-cig su 15 (quelle di Beco Mate, Vuse, Elf Bar, Lik Bar e Geek Bar) riportavano il contrassegno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) che legittima la circolazione delle sigarette elettroniche monouso (con nicotina e senza) in Italia.

contrassegno monopolio di stato 

La vendita delle altre dieci e-cig senza contrassegno (quelle di Puff Bar, Revoltage, Salt Switch e X-Barnon dovrebbe essere possibile nel nostro Paese; eppure siamo riusciti a comprarle online e a riceverle senza alcun problema, oltretutto senza caricare alcun documento sul sito per la verifica dell’età (ne parliamo approfonditamente più avanti).

Per avere il contrassegno, il produttore deve farne richiesta presentando una serie di documenti. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non vaglia la qualità del prodotto, ma questo percorso assicura una tutela in più rispetto ai produttori e permette sia alle autorità che ai consumatori di capire se il dispositivo è regolare o meno.

siti su cui abbiamo acquistato le e-cig senza contrassegno, inoltre, non risultano registrati nella lista Adm dei soggetti autorizzati alla vendita: quindi, non potrebbero vendere e-cig. Tra questi c’è anche il colosso dell’e-commerce Amazon (anche se, nel momento in cui scriviamo, ha eliminato il prodotto al link a cui l’abbiamo acquistato).

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Tre e-cig con nicotina oltre i limiti. Quali pericoli

Tre prodotti tra quelli senza contrassegno dell’Agenzia dei Monopoli sono irregolari anche per il contenuto di nicotina e per le dimensioni del serbatoio, superiori a quanto previsto dalla normativa Italiana (Decreto Legislativo 6/2016).

Si tratta dei tre prodotti di Puff Bar:

  • Puff Bar Mango riporta in etichetta il 5% di nicotina (pari a 50 mg per ogni millilitro di liquido), mentre il limite massimo per legge è 2% (pari a 20 mg/ml) 

  • Puff Bar Flow > Lychee Ice e Puff Bar Plus Lychee Ice riportano serbatoi rispettivamente di 6,5 ml e 3,5 ml mentre la normativa prevede volumi non superiori a 2 ml (oltretutto, sul sito, venivano indicate anche con livelli di nicotina al 5%; poi sulla confezione era riportata la percentuale ammessa in Italia del 2%).

Perché nicotina e serbatoi fuori norma preoccupano?  

I limiti previsti dalla legge puntano a contenere la quantità di nicotina per ogni sigaretta elettronica. Il 2% potrebbe sembrare un valore piccolo; in realtà questa percentuale (pari a 20 mg/mlè considerata una concentrazione forte (4-8 mg/ml di nicotina è una concentrazione leggera, 12-16 mg/ml media e 16-24 mg/ml forte).

A quante sigarette equivale? Una e-cig usa e getta da 600 puff, con serbatoio da 2 ml e il 2% di nicotina (ovvero 40 mg di nicotina in totale) corrisponde, per quantitativo di nicotina, a circa tre pacchetti da 20 di sigarette tradizionali (un pacchetto contiene mediamente 14 mg di nicotina).     

Tenuto conto che una usa e getta si esaurisce in 24-48 ore (molto dipende dalle abitudini dello svapatore), c’è il rischio di consumare l’equivalente in nicotina di 2-3 pacchetti di sigarette in 1-2 giorni: troppo, soprattutto se vogliamo che i giovani non diventino dipendenti. Stiamo generalizzando perché, oltre che dalla sua concentrazione nel liquido, l’assorbimento della nicotina dipende da altre variabili: ad esempio dalle caratteristiche del dispositivo e dalla sua capacità di riscaldare il liquido e anche dalle caratteristiche dello svapo (durata, profondità e frequenza dei tiri). Ma standardizzare ci permette di capire a cosa si può andare incontro, soprattutto con prodotti fuori norma:

  • nel caso della usa e getta trovata con il 5% di nicotina, che ha un serbatoio da 1,8 ml (400 puff), abbiamo in mano, senza accorgercene, circa 100 mg di nicotina, l’equivalente di circa sei pacchetti di sigarette
  • la usa e getta con un serbatoio da 3,5 ml (1.000 i puff dichiarati) contiene circa 70 mg di nicotina (quasi il doppio del massimo previsto in Italia per questi prodotti, cioè 40 mg), l’equivalente di circa cinque pacchetti di sigarette
  • la usa e getta con un serbatoio da 6,5 ml contiene circa 130 mg di nicotina (più del triplo del contenuto massimo previsto dalla legge), l’equivalente di circa nove pacchetti di sigarette.

Il fatto che non si rispettino gli obblighi di legge quanto a nicotina è potenzialmente un grosso problema: le sigarette elettroniche (usa e getta e non) già per natura non hanno un limite di tempo, frequenza o luogo di utilizzo. Al contrario di una sigaretta classica, che ha contesti e tempi d’uso più circoscritti (e quindi auto-limitanti), le sigarette elettroniche si prestano ad un uso frequente (se non continuo), più massiccio (perché sempre pronte all’uso), in più contesti (studio, casa, ufficio, alcuni luoghi pubblici dove non è ancora vista così negativamente). Se il quantitativo di nicotina reso disponibile dai nuovi prodotti è ancora maggiore e fuori norma, non facciamo altro che aggravare un problema già presente: quello di un consumo di nicotina poco conscio, troppo a portata di mano, poco auto-controllato e quindi potenzialmente eccessivo.

Il tutto diventa ancora più rischioso se pensiamo che, tra i prodotti acquistati, solo Salt Switch Vape Pod presentava un blocco di sicurezza per i bambini (un pulsante di accensione, evidenziato anche sulla confezione con un bollino giallo). Le altre non sono dotate di un sistema di protezione e, se un bambino trova il dispositivo sul tavolo e ha visto un adulto in famiglia svapare, può facilmente usarlo: basta avvicinare la bocca al beccuccio e aspirare.

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Quattro siti su sette non verificano l’età. I rischi per i giovani

Quattro dei sette siti da cui abbiamo acquistato non hanno richiesto l’invio dei documenti di identità per la verifica dell’età, anche se in teoria ne hanno l’obbligo, perché la vendita è vietata ai minorenni, sia per i prodotti con nicotina che per quelli senza nicotina. Si trattava proprio dei siti da cui sono arrivati i prodotti non autorizzati in Italia (Puffbar.eu/it, It.salt-switch.com, X-bar.co/it, Amazon.it). Gli altri rivenditori hanno tutti richiesto di caricare il documento di identità e in due casi anche il codice fiscale.

Perché è importante il controllo sull’acquisto da parte di minori?

Il Decreto Legislativo 6/2016 impone di verificare l’età dell’acquirente per chi vende prodotti del tabacco (anche di nuova generazione, come il tabacco riscaldato), sigarette elettroniche o liquidi per la ricarica con nicotina. È un obbligo richiedere i documenti, a meno che la maggiore età di chi compra non sia evidente. Una circolare dell’Agenzia dei Monopoli (N.39/2022) estende questo obbligo anche ai prodotti senza nicotina. Per un rivenditore online l’età di chi compra non può essere evidente e la richiesta dei documenti è quindi un obbligo. 

Perché preoccupano i giovani?

I giovani preoccupano perché la sigaretta elettronica usa e getta ha tutte le caratteristiche per piacere a quella che è la fascia d’età più fragile rispetto ai danni del fumo (tradizionale ed elettronico). E i numeri sull’utilizzo da parte dei ragazzi non sono rassicuranti. Il rischio è che questi prodotti creino nuove generazioni di dipendenti dalla nicotina, cancellando anni e anni di lotta al fumo, che stavano dando buoni frutti.

  • Le caratteristiche “giovani” del dispositivo: è pratica, semplice e rapida da usare, non serve fare manutenzione o ricaricare liquidi e batteria, come nelle sigarette elettroniche tradizionali. I costi sono contenuti, hanno dimensioni discrete, sono compatte e colorate, il design è moderno e tecnologico: sono simili a chiavette Usb o evidenziatori e possono mimetizzarsi facilmente con altri oggetti di uso comune, senza richiamare troppo l’attenzione degli adulti.

    C’è una grande varietà di aromi: dai classici alla frutta a quelli più stravaganti come chewing-gum, biscotto, cioccolato, caramello, zucchero filato, cocktail di vario tipo. Sono evidentemente gusti che possono piacere a una fascia molto giovane della popolazione. Inoltre queste e-cig contengono nicotina sintetica o sali di nicotina (ne parliamo in modo approfondito più avanti), che mascherano la sensazione più intensa e amara in gola data dalla nicotina a base libera estratta dal tabacco: anche per questo possono piacere di più ai ragazzi che non hanno mai svapato o fumato. Non emanano l’odore del fumo, ma un odore che potrebbe essere confuso per un profumo e questo rende possibile usarla ovunque; infine, non per importanza, il marketing, che ha un taglio giovane (ne parliamo più avanti).

    Ci sono poi alcune caratteristiche che le rendono ancora più pericolose per i ragazzi:
    - quelle con nicotina, ne hanno un contenuto elevato e la nicotina ha effetti ancora peggiori per i giovani;
    - il mix di sali di nicotina e di aromi maschera il sapore e il fastidio alla gola della nicotina e non aiuta a rendere i ragazzi più consapevoli del fatto che queste sigarette sono un prodotto pericoloso, che può provocare danni;
    - per usarle non bisogna accenderle, consumarle e finirle ma basta avvicinare il dispositivo alla bocca e questo potrebbe portare i ragazzi a un uso frequente, senza che si rendano conto di quanto aspirano;
    - gli studi indicano che i giovani che utilizzano le sigarette elettroniche hanno maggiori probabilità di diventare fumatori di sigarette tradizionali
  • I numeri sull’uso dei giovani: le sigarette usa e getta hanno avuto un boom da quando sono sbarcate in Italia tra 2021 e 2022, lo si vede nei dati sulle vendite che ci ha fornito l’Agenzia dei Monopoli (che fa i suoi calcoli in millilitri di liquido presenti in questi dispositivi). Se appena immesse sul mercato venivano vendute poche migliaia di millilitri di e-liquid al mese (19.000 ml a gennaio 2022) dopo poco tempo, dall’estate in poi, si è arrivati subito ai 4-5-6 milioni di ml venduti ogni mese. L’ultimo dato disponibile, ci parla di oltre 3,8 milioni di ml di liquidi venduti nelle usa e getta nel mese di aprile 2023.

    Se consideriamo che il serbatoio di ognuna è da circa 2 ml, il calcolo (seppur spannometrico) è subito fatto: ad aprile 2023 sono stati venduti circa 1,9 milioni di dispositivi; contro, ad aprile 2022, 35.700 ml di e-liquid, quindi 17.800 dispositivi circa. Una crescita enorme. E la maggior parte del mercato è fatto da liquidi con nicotina.

    Quanto ai giovani nello specifico, non sono disponibili i numeri sull’uso delle usa e getta ma abbiamo i dati sull’uso delle sigarette elettroniche in generale (senza distinzione tra usa e getta e ricaricabili) di GYT - Global Youth Tobacco Survey 2022 (un’indagine globale sull’uso del tabacco fra i giovani, coordinata in Italia dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute). Nel rapporto si legge che - se nel 2018 il 17,5% dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni faceva uso di e-cig - nel 2022 questa percentuale è salita al 20,2% (in gran parte si tratta di ragazze).

    Anche i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), diffusi in occasione della Giornata senza tabacco, non sono rassicuranti: si evince che le sigarette elettroniche sono un prodotto usato soprattutto dai più giovani, nella fascia tra gli 11 e i 17 anni. E non solo in modo esclusivo: è preoccupante che circa un terzo nella fascia tra i 14 e i 17 anni usi più di un prodotto con nicotina (ad esempio: sigarette tradizionali + elettronica o sigaretta tradizionale + tabacco riscaldato ecc.); l’Iss li definisce "policonsumatori”.

    Cosa succede all’estero, che spesso ci anticipa nei trend e dove le monouso sono in commercio da più tempo?

    I dati, anche in questo caso, non sono rassicuranti. In Inghilterra, secondo un’indagine pubblicata sulla rivista Addiction, la maggior parte degli svapatori giovani adulti utilizza prodotti usa e getta e la percentuale di 18enni fa uso di questi prodotti è passata dallo 0,4% al 54,8% tra il 2021 e il 2022.

    Quanto agli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal Cdc di Atlanta (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie), le usa e getta sono il tipo di sigaretta elettronica più usata dai giovani americani.

L’impatto sulla salute non è ancora chiaro, ma non sono innocue

Spesso sono pubblicizzate come alternative del tabacco, più sicure per l’assenza della combustione: ma 0% combustione non vuol dire 0% rischi. Le sigarette elettroniche sono inizialmente entrate sul mercato per aiutare i fumatori a smettere, ma le prove che ne hanno valutato l’efficacia da questo punto di vista non sono conclusive né esaustive: ci sono studi clinici che ne mostrano l’efficacia (modesta) come aiuto per smettere di fumare quando vengono utilizzate in un contesto clinico e con il supporto di professionisti.

Ma fuori da questo contesto (cioè quando si acquista la sigaretta elettronica per provare a smettere di fumare da soli, senza supporto), i fumatori in realtà non smettono, anzi: gli studi indicano che fanno un uso combinato di sigaretta elettronica e tradizionale (e stando ad alcune ricerche l’uso di entrambe è più pericoloso del solo fumo).

Quanto agli effetti sulla salute a lungo termine dello svapo, gli scienziati li stanno ancora studiando: mancano dati a lungo termine, provenienti da studi epidemiologici o test clinici (i più solidi), anche se in letteratura ci sono già prove degli effetti dannosi. 

Alcuni studi infatti indicano che aumenterebbe la frequenza cardiaca e la pressione del sangue e il rischio di malattie cardiovascolari, tra cui l’infarto miocardico. Altre ricerche suggeriscono che l’uso delle sigarette elettroniche negli adolescenti è associato a sintomi respiratori come asma, respiro corto e bronchite.

Gli studi indipendenti che hanno analizzato la composizione chimica dell’aerosol indicano che, per via del riscaldamento di alcune componenti del dispositivo (ad esempio la resistenza e alcune parti saldate) e dei liquidi (aromi e umettanti), si creano diverse sostanze tossiche o cancerogene: metalli pesanti (es. nickel e cromio, che sono cancerogeni; zinco, stagno e piombo), composti organici volatili come il benzene (quello che si trova anche nei gas di scarico delle auto) e sostanze cancerogene come l’acetaldeide e la formaldeide. Il tipo e il livello delle sostanze pericolose presenti nell'aerosol, però, possono variare molto, a seconda della composizione degli e-liquid e del tipo di dispositivo.

Tutta questa eterogeneità, associata anche a diversi comportamenti individuali (frequenza d'uso, numero di boccate, durata delle boccate), rende difficile una valutazione completa dell'impatto delle e-cig sulla salute. Ma, sebbene l’aerosol contenga meno sostanze tossiche del fumo di sigaretta, non possono comunque essere considerate un prodotto sicuro.

Anche l'ultimo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha rilevato che le sigarette elettroniche "presentano rischi per chi le usa e per chi non le usa" e che "non ci sono prove sufficienti per quantificare questo rischio e gli effetti a lungo termine dell'esposizione sono sconosciuti".

Conosciamo, però, gli effetti a lungo termine della nicotina.

Gli effetti della nicotina, in particolare sui giovani

La nicotina crea forte dipendenza. Per questo non può essere considerata sicura in nessuna forma e le sigarette elettroniche, anche usa e getta, non fanno eccezione.

Anzi, in questo caso, essendo nascosta dal "vapore" e dagli aromi si rischia di assumerne di più senza neanche rendersene conto: ma la nicotina c’è, presente anche in elevata quantità e fa male quanto quella presente nelle sigarette tradizionali.

Una volta inalata, la nicotina si lega a determinati recettori presenti nel nostro organismo, detti nicotinici, e provoca un aumento del rilascio di dopamina, una sostanza associata alla sensazione di piacere e gratificazione. Questo spiega, in parte, come mai il fumatore/svapatore sia portato ad assumere quantità sempre più elevate di nicotina e ne diventi dipendente.

Oltre alla dipendenza e all’assuefazione, la nicotina può avere altri effetti: costrizione dei vasi sanguigni e quindi aumento del rischio di ictus e infarto; aumento della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e respiratoria, aumento di glicemia colesterolo. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che la nicotina può peggiorare i sintomi dell'ansia e amplificare i sentimenti di depressione.

Per quanto riguarda i giovani - in modo particolare gli adolescenti, in cui il cervello non ha ancora raggiunto la completa maturazione - l’assunzione di nicotina può alterare i meccanismi che regolano l'attenzione e l'apprendimento, (con possibili ripercussioni sul rendimento scolastico)  oltre che determinare la predisposizione futura alla dipendenza da altre sostanze come alcol, cannabis ecc. Gli studi inoltre indicano che la maggior parte dei fumatori adulti inizia a fumare durante l’adolescenza e che, prima si inizia, maggiori sono le probabilità di restare fumatore a vita. Iniziare da giovani, quindi, rende ancora peggiori gli effetti, già pesanti, della nicotina.

Sali di nicotina e nicotina sintetica: quali rischi

Le prime e-cig contenevano nicotina libera (o a base libera): estratta dalle foglie di tabacco e purificata attraverso vari trattamenti chimici, produce un aerosol percepito come aspro e amaro, dando il cosiddetto graffio alla gola, che potrebbe essere poco gradito.

Le e-cig usa e getta, invece, possono contenere sali di nicotina o nicotina sintetica

sali di nicotina, ottenuti tramite l’aggiunta alla nicotina libera di additivi acidi (es. acido benzoico), hanno permesso di migliorare l’esperienza sensoriale dello svapo, perché l’aerosol risulta meno duro alla gola. E così, anche quando la nicotina è a concentrazioni elevate, la si percepisce meno. Per chi non fuma e per i giovani, quindi, la presenza sul mercato di sigarette elettroniche con sali di nicotina più gradevoli potrebbe incoraggiare a cominciare e a continuare.

Inoltre da alcune indagini preliminari emerge che - rispetto ai prodotti a base di nicotina libera - i sali sono assorbiti di più e prima dall’organismo, perché meno volatili (cioè si disperdono meno nell’aria e quindi una quantità maggiore di nicotina raggiunge i polmoni).

La nicotina sintetica, invece, è contenuta in alcune e-cig come le Puff Bar: non è estratta dal tabacco come la nicotina libera e i sali di nicotina, ma è sintetizzata in laboratorio ed è quindi diversa. La nicotina esiste sotto forma di due molecole: S-nicotina e R-nicotina. La nicotina naturale, presente nelle foglie di tabacco, contiene per il 99% S-nicotina, mentre quella sintetica contiene il 50% S-nicotina e il 50% R-nicotina. Ad oggi, però, non si conoscono gli effetti per la salute della nicotina-R presente in questo tipo di sigarette usa e getta.

Quello che abbiamo visto sulle sigarette acquistate è che non viene specificato il tipo di nicotina presente nel dispositivo (se in sali, libera o sintetica). Presumibilmente l’indicazione “tobacco free-nicotine" utilizzata sui prodotti Puff Bar indica la presenza di nicotina sintetica (la dicitura potrebbe ingannare e apparire quasi come un “Prodotto senza nicotina”, in realtà è un modo di definire la nicotina sintetica negli Stati Uniti). Da quanto riportato in un articolo pubblicato sulla rivista Tobacco Control, la Puff Bar avrebbe brevettato questo tipo di nicotina per evitare di farla rientrare, negli Usa, tra i prodotti del tabacco che sono sotto il controllo della Fda (Food and Drug Administration).

I rischi degli umettanti

Generalmente i liquidi per le sigarette elettroniche sono composti anche da umettanti (glicole propilenico e o glicerina). Gli studi indicano che ad alte temperature, queste due sostanze producono formaldeide e acetaldeide (cancerogeni) e acroleina, a livelli che dipendono dal riscaldamento.

La tecnologia delle e-cig si è evoluta e i dispositivi più recenti sono in grado di riscaldare maggiormente il liquido, quindi potrebbero produrre livelli maggiori di queste sostanze tossiche.

I rischi degli aromi se inalati

Esistono migliaia di liquidi aromatizzati sul mercato, con gusti che vanno dallo zucchero filato, al cioccolato, al caramello, alla frutta ecc. Gli aromi utilizzati nelle sigarette elettroniche (gli stessi usati anche nei cibi) sono però considerati sicuri da ingerire, ma non sono stati testati ancora abbastanza per l'inalazione. In assenza di sufficienti studi, quindi, neanche svapare sigarette elettroniche senza nicotina può essere considerato sicuro, in particolare tra i giovani.

Anche perché ci sono diversi studi che esprimono preoccupazioni sulla sicurezza degli aromi da inalare. A seguito del riscaldamento, infatti, producono sostanze che possono essere irritanti per le vie respiratorie e causare infiammazione, possono essere sensibilizzanti tossiche per la salute. Ad esempio, la cinnamaldeide (aroma di cannella) può provocare infiammazione, irritazione della gola e delle vie respiratorie; il sucralosio (che si trova negli aromi fruttati), se riscaldato sopra i 120 gradi, produce composti tossici. Altro aspetto che preoccupa degli aromi è il fatto che la loro dolcezza e freschezza maschera il sapore della nicotina, contribuendo a dare dell’e-cig un’immagine fresca e poco pericolosa.

Quanto ai giovani, in particolare, secondo alcuni studi gli aromi possono incoraggiare l'uso della sigaretta elettronica; alcuni esperti temono anche che i ragazzi, abituandosi alla ritualità dello svapo, possano essere più facilitati poi nel passaggio alla nicotina. Per questo, a livello internazionale, è in corso un dibattito tra i responsabili politici e di salute pubblica su costi e benefici di eventuali limitazioni. C’è da considerare, inoltre, che molti liquidi contengono più di una sostanza aromatizzante e quelli con aromi dolci, che possono piacere di più ai ragazzi, contengono più sostanze chimiche rispetto ai liquidi al tabacco.

Consigli per i genitori

Contrariamente alle sigarette, lo svapo non lascia odori riconoscibili né causa ingiallimento delle dita: due segnali che possono indurre un genitore a capire se suo figlio ha iniziato a fumare.

Inoltre, contrariamente alla sigaretta che tutti conosciamo, i nuovi dispositivi si possono mimetizzare con altri oggetti di uso comune (evidenziatori, penne, chiavette usb ecc.) senza dare nell’occhio.

Meglio imparare a conoscere e a riconoscere questi dispositivi. Le e-cig contengono alte concentrazioni di nicotina (al 2%) in grado anche di influenzare la concentrazione e la memoria nei ragazzi e dare dipendenza. Prestate attenzione ad alcuni segnali riconducibili all’uso di questi dispositivi: ad esempio tosse frequente, in modo particolare grassa, respiro sibilanteinfezioni ai polmoni, respiro affannoso quando fanno sport; oppure se hanno cambiamenti nelle performance scolastiche, comportamenti diversi, particolarmente riservati, aggressivi o tristi: anche questi potrebbero essere segni di dipendenza da nicotina.

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Avvertenze sulla salute in etichetta: 11 e-cig non regolari

Proprio per i rischi di cui abbiamo parlato nel precedente paragrafo, le sigarette usa e getta devono riportare per legge in etichetta e su foglietti informativi alcune indicazioni sulla salute e sulla sicurezza di questi prodotti (in italiano); ad esempio le istruzioni per uso e conservazione, il riferimento al fatto che l'uso del prodotto è sconsigliato ai giovani e ai non fumatori; l’avvertenza “Prodotto contenente nicotina, sostanza che crea un'elevata dipendenza. Uso sconsigliato ai non fumatori” ecc.

Quattro dei cinque prodotti regolari (cioè con il contrassegno dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli) rispettano la normativa in tema di etichettatura sulla salute.

Uno invece – quello della Geek Bar – ha il foglietto in francese, quindi non potrebbe essere commercializzato in Italia.

Anche i dieci prodotti senza contrassegno non rispettano la normativa in tema di etichettatura. In particolare, i sei prodotti con nicotina contengono informazioni e avvertenze sulla salute in altre lingue (francese, inglese o tedesca), sia sull’etichetta esterna che sul foglio di informazioni interno. Tra questi, i tre dispositivi Puff Bar hanno un foglietto molto sintetico rispetto ad altri; inoltre riportano il divieto ai minori di 21 anni e non 18, come stabilito dalla legge italiana. Gli altri quattro prodotti senza nicotina, invece, non contengono l’avvertenza sulla salute prevista dalla nostra normativa (“Il prodotto può contenere sostanze pericolose per la salute. Per info chiama il numero verde 800554088 dell’Istituto Superiore di Sanità”).

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Ambiente, Raee: solo tre prodotti sono in regola

Anche se c’è molta confusione in merito, le sigarette elettroniche usa e getta – una volta esaurite – sono a tutti gli effetti Raee, cioè Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Hanno una componente elettronica, che è la batteria che governa l’erogazione del vapore, e fanno parte del Raggruppamento R4 “Piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo”: non vanno quindi gettati nel bidone dell’indifferenziata, della plastica ecc. ma vanno raccolte separatamente e smaltite secondo specifiche tecnologie che ne assicurano il corretto trattamento, smaltimento e recupero dei materiali.

La legge prevede che produttori/importatori siano iscritti al Registro Nazionale dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Registro AEE) Si tratta di un registro che raccoglie i produttori o importatori di questo tipo di dispositivi, obbligati finanziare la gestione dei rifiuti: queste aziende, infatti, sono tenute per legge a gestire l’intero ciclo di vita del prodotto anche quando diventa rifiuto, contribuendo economicamente alla raccolta, al trattamento e al riciclo con quote proporzionali alla quantità di prodotti venduti in Italia.

I produttori hanno due modalità: possono finanziare l’attività di appositi consorzi dedicati alla raccolta e all’avvio a smaltimento (ma dalle informazioni in nostro possesso, non risultano molte iscrizioni da parte di questi produttori ai consorzi). Oppure possono provvedere individualmente alla raccolta dei propri rifiuti, invitando i consumatori e restituirli direttamente a loro o al venditore (opzione poco praticata da quanto risulta dalla nostra inchiesta)

La normativa inoltre prevede che i Raee abbiano sulla confezione il simbolo di un bidoncino barrato dell’altezza di almeno 7 mm che indica, appunto, che non vanno gettati come gli altri rifiuti domestici.  

icona bidoncino barrato 

Ambiente: cosa emerge dall'inchiesta

L’indagine mostra come, dal punto di vista ambientale, ci sia ancora molto da fare, soprattutto considerando il fatto che queste e-cig - monouso, da gettare rapidamente in pochi giorni, piccole - hanno una probabilità molto alta di essere smaltite in modo sbagliato. Ma, purtroppo, manca un sistema di raccolta e gestione di questi rifiuti.

Abbiamo controllato le confezioni delle 15 e-cig monouso acquistate per verificare la denominazione del produttore e consultato il Registro AEE per vedere chi tra loro sia iscritto (abbiamo fatto una ricerca tramite il nome dell’azienda e, in assenza di risultati, tramite il codice fiscale in tutti i casi in cui è stato possibile risalire a questa informazione).

Sono risultati in regola solo tre prodotti: Elf Bar Vape Pen, Lik Bar Cotton Candy e Vuse Go Bluberry Ice. I produttori/importatori di queste sigarette usa e getta, tutti con sede in Italia, sono risultati gli unici iscritti al Registro AEE (tre sui nove dell’inchiesta). E solo chi è registrato è in regola con la normativa Raee italiana contribuendo economicamente ai sistemi di raccolta e smaltimento (anche un venditore tra gli e-shop analizzati è iscritto al Registro: si tratta di vaporoso.it).

Questi tre prodotti sono anche gli unici che riportano in etichetta il bidoncino Raee di dimensioni sufficienti e, sul foglietto illustrativo, indicazioni di smaltire appropriatamente.

Tutti gli altri prodotti, oltre a non essere iscritti al Registro nazionale, sono molto carenti nelle informazioni in etichetta: o hanno l’icona del bidoncino barrato troppo piccola o nessuna indicazione sullo smaltimento; o mancano totalmente di foglietto illustrativo o hanno indicazioni solo in altre lingue (francese, inglese o tedesco). In generale, quando presenti, le diciture riportate sono vaghe e di poca utilità per il consumatore (es. “Smaltire il dispositivo usato in conformità con i regolamenti locali, regionali e nazionali”).

Al distributore - nel nostro caso i siti su cui abbiamo fatto gli acquisti - spetta il compito di dare informazioni sul corretto smaltimento al consumatore, assicurando il ritiro gratuito della sigaretta usata al momento della vendita di una nuova e-cig. Ma solo il sito di VUSE Go riporta indicazioni su questo, tutti gli altri siti non dicono nulla in merito.

Come si smaltiscono correttamente i Raee?

Il cittadino, per legge, deve poter consegnare gratuitamente i Raee in punti di raccolta comunali, come le isole ecologiche, oppure al negoziante al momento dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente e questo riguarda anche gli acquisti online (si tratta del cosiddetto ritiro 1 contro 1).

Quindi, acquistando un nuovo prodotto, sia tabaccherie che piattaforme online dovrebbero accettare i dispositivi esauriti. Per quanto riguarda i siti utilizzati, come dicevamo, solo Vuse Go dà indicazioni in merito. Quanto ai tabaccai, online si legge di qualche esempio virtuoso ma noi abbiamo fatto alcune prove a Milano e, in tutti i casi, il dispositivo finito non è mai stato ritirato; anzi, i venditori ci hanno detto di non saperne nulla di quello che per loro, in realtà, sarebbe un obbligo.

Infine, ci sarebbe anche una terza opzione: dovrebbe essere garantito anche il ritiro 1 contro 0, cioè la possibilità di consegnare i piccoli Raee, senza dover comprare nulla, in appositi contenitori presso i grandi punti vendita, con superfici dedicate alla vendita di apparecchiature elettroniche superiori ai 400 mq (il servizio è facoltativo per i punti vendita con superfici inferiori).

Solo seguendo queste modalità le sigarette elettroniche (usa e getta e non) possono essere avviate alla raccolta secondo i flussi dei Raee, presso operatori specializzati. Ma, come visto, i produttori spesso non mettono i consumatori nelle condizioni di poter smaltire correttamente questi dispositivi (non iscrivendosi al Registro Aee e dando informazioni vaghe); d’altro canto, manca consapevolezza tra i cittadini, tra i giovani in particolare: secondo una recente indagine Ipsos-Erion solo il 26% dei ragazzi sa cosa significa l'acronimo Raee e il 32% ancora non conosce le criticità ambientali legate a una raccolta scorretta.

Perché è importante smaltire correttamente le e-cig?

Il problema, se le monouso finiscono nell’indifferenziata o nella plastica, non è di poco conto. Sono piccole ma, in totale, si parla di grandi quantità di rifiuti: secondo i dati dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, solo tra gennaio e aprile 2023, sono state vendute sigarette monouso contenenti oltre 31,9 milioni di ml di liquidi. Se consideriamo il fatto che ogni sigaretta monouso contiene al massimo 2 ml di liquido, si tratta di circa 15,9 milioni di dispositivi venduti in solo quattro mesi: probabilmente, in gran parte, smaltiti scorrettamente.

Se smaltiti insieme all’indifferenziata, questi rifiuti finiscono in inceneritore o in discarica, contaminando quindi impianti e ambiente con sostanze pericolose (litio metalli pesanti come cadmio, mercurio, piombo, nichel, possibilmente presenti nelle batterie). 

Se, per qualche motivo, questi prodotti finiscono nella raccolta differenziata della plastica (visto che l’involucro esterno è fatto principalmente di plastica), finiscono per esporre l’intera filiera di riciclo della plastica a pericolose contaminazioni di metalli pesanti.

Inoltre, se i prodotti a fine vita non seguono i flussi Raee, si perde la possibilità di recuperarne e riutilizzarne i materiali: plastiche, metalli e litio.

Non ci sono dati ufficiali, ma la probabilità che questi prodotti non vengano smaltiti correttamente è elevata, per le loro caratteristiche e per quanto abbiamo visto con questa inchiesta. Anche Optime, Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, ha recentemente lanciato l’allarme: “Fondamentale un’attività educativa nei confronti dei consumatori che troppo spesso abbandonano dove capita i prodotti da buttare, come fossero normali rifiuti indifferenziati, non sapendo che sono invece Raee”.

Se vediamo quanto è già stato studiato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, i segnali non sono positivi: secondo il Bureau of Investigative Journalism, negli Usa i giovani gettano via cinque vaporizzatori usa e getta ogni secondo; 150 milioni di dispositivi all’anno “che insieme contengono abbastanza litio per circa 6 mila Tesla”. Bywaters, azienda britannica che si occupa del riciclo dei rifiuti ha trovato, a Londra in soli due giorni, ben 129 kg di sigarette usa e getta abbandonati nell'ambiente.

Si tratta di un problema ambientale che anche in Italia andrebbe controllato, per assicurare ai cittadini la possibilità di smaltire i dispositivi in modo semplice, come previsto dalla legge. Ma finché i produttori non saranno in regola con l'iscrizione al Registro Aee e con i contributi economici al sistema, una robusta rete di raccolta di questi piccoli Raee (che includa anche il coinvolgimento dei tabaccai) non potrà esistere e, di conseguenza, la comunicazione verso il consumatore su come smaltirli non sarà mai chiara.

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La comunicazione “giovane”

Le sigarette elettroniche usa e getta hanno un design particolarmente attraente e “divertente”, lo dicevamo: sembrano dispositivi tecnologici o pennarelli colorati. I produttori fanno attenzione a specificare “Solo per fumatori adulti” ma, poi, lo stile della comunicazione è giovane e si fa leva su concetti come la facilità del dispositivo, il divertimento e la giocosità nel provare tutti i gusti, con tanto di promozioni, omaggi, coupon di benvenuto, come se si trattasse di un prodotto qualsiasi.

I social network sono sempre stati particolarmente attivi nel parlare di svapo; lo abbiamo denunciato da tempo con una precedente inchiesta e ancora, recentemente, con una petizione, che chiede di estendere in modo esplicito i limiti per la pubblicità a queste piattaforme (chiediamo anche di equiparare i dispositivi elettronici alle sigarette tradizionali, nella tassazione e nei divieti di utilizzo nei luoghi pubblici al chiuso).

ADERISCI ALLA PETIZIONE

Anche per le sigarette usa e getta i social rischiano di essere terra di nessuno. Da un lato alcuni brand hanno i loro profili ufficiali (o che almeno paiono tali), in cui accompagnano le immagini di prodotti con descrizioni del tipo “…Una vera esplosione di gusto che ti accompagnerà in ogni svapata. Cosa aspetti? Provala ora!” o “Impossibile non provarle tutte”, “Impossibile farne a meno”.

Dall’altro ci sono alcuni utenti - influencer magari meno noti, ma seguiti anche da migliaia di follower - con i loro post, in cui provano, promuovono ed esaltano i mille gusti delle sigarette elettroniche usa e getta con frasi del tipo “Il mio weekend sarà all’insegna di questa fantastica usa e getta” o qualcosa di simile a “Buon svapo a tutti raga!” (la frase sarebbe “Prosvapo a todos raga!”), dopo averne fatto un’ampia descrizione: numeri di gusti, puff, potenza della batteria e livelli di nicotina, anche pari a 50 mg per ml, fuori norma in Italia. Il tutto con tanto di “tag” che rimanda alla pagina ufficiale del produttore.

Anche gli stessi rivenditori fisici tabaccai in alcuni casi, oltre a esporli ampiamente alle vetrine del banco, le pubblicizzano sui loro profili social.

La legge (D. Lgs. 12/01/2016 n. 6), in realtà, vieta i messaggi pubblicitari che hanno lo scopo o l’effetto diretto o indiretto di promuovere sigarette elettroniche e liquidi attraverso stampa, tv e radio. E quello che succede sui social non può che essere in contrasto con il principio di questa normativa, che con il divieto esplicito sui vari media ha proprio l'obiettivo di tutelare gli utenti - tutti, figuriamoci adolescenti e giovani, amanti dei social - dall’esposizione a qualsiasi tipo di messaggio pubblicitario.

L’allarme è stato lanciato anche da Anafe – Associazione nazionale dei produttori di fumo elettronico: “(...) abbiamo constatato - si legge in un comunicato - che, sia tramite le piattaforme Instagram, Facebook, Telegram e altri social media, sia tramite attività di distribuzione e rivendita (all’ingrosso e al dettaglio), vengono promosse e commercializzate sul territorio italiano, sigarette elettroniche (anche monouso) non in regola e le cui caratteristiche violano la normativa vigente”.

Ma non solo social media. Le sigarette elettroniche possono comparire anche attraverso musica, film e tv. Secondo uno studio della Truth Initiative, organizzazione di sanità pubblica americana che si occupa di prevenzione del fumo e della dipendenza da nicotina - dal 2018 al 2021 quasi il 20% dei video musicali delle 10 canzoni in cima alle classifche Usa mostrava prodotti del tabacco. L’organizzazione denuncia l’elevata quantità di immagini del tabacco anche in programmi TV e film, mostrando come i giovani molto esposti a queste immagini abbiano una probabilità tre volte maggiore di iniziare svapare nicotina. ”La presenza insidiosa del fumo nei prodotti di intrattenimento – sostiene Truth Initiative – è grave motivo di preoccupazione nel momento in cui più di 2,5 milioni di studenti delle scuole medie e superiori negli Usa hanno utilizzato sigarette elettroniche nel 2022”.

Venendo all'Italia, ma sforando nel vicino mondo del tabacco riscaldato - si tratta sempre di nuovi dispositivi, molto diffusi tra i giovani - recentemente Glo (prodotto da British America Tobacco) ha lanciato Glo Hyper Air. E lo ha fatto proprio attraverso un nuovo brano (titolo: Air, come il dispositivo), accompagnato da un video musicale (pubblicati sui canali ufficiali di Glo), con nomi molto amati dal pubblico: Noemi, Lazza e Dardust.

Nel video compaiono il marchio "Glo for music" e i prodotti; e il testo della canzone recita "(...) lasciami sola nel club, solo io e la mia Glo" oppure "Sono solo con Air-Air". Sono stati organizzati anche due eventi di lancio a Roma e Milano con gli artisti; il tutto nell'ambito di un'iniziativa più ampia che si chiama, appunto, Glo for music: una serie di appuntamenti musicali finanziati da Glo. Siamo evidentemente di fronte a un tipo di promozione che intende avvicinare un pubblico giovane.

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Gli ultimi provvedimenti in Italia e all'estero

In molti Paesi le sigarette elettroniche usa e getta sono sotto l’occhio del ciclone. Le autorità che si occupano di salute pubblica esprimono preoccupazione e la politica si sta attivando, sia per contrastare l’uso crescente nei giovani sia per il problema ambientale che questi dispositivi stanno generando.

In Australia il governo vuole vietarle definitivamenteE si sono attivate per limitazioni anche Germania, Francia e Inghilterra, dove anche i pediatri hanno appena lanciato la loro chiamata all’azione.

In Italia il governo ha recentemente presentato un emendamento alla Legge delega di riforma fiscale che vorrebbe porre dei divieti alla vendita online delle sigarette elettroniche. Il divieto porrebbe fine a una serie di problemi emersi anche dalla nostra inchiesta; ma sarà fondamentale, se dovesse passare, che venga anche applicato in maniera stringente, con tutte le barriere e i controlli necessari. Altrimenti si rischia di finire come con il divieto di vendita ai minori che - online, lo abbiamo visto - può essere facilmente aggirato.

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A cosa fare attenzione

Il mondo delle sigarette elettroniche usa e getta presenta tante criticità dal punto di vista della salute e dell’ambiente, che necessitano attenzione da parte delle autorità ma anche di chi le compra. Per evitare di ritrovarsi in mano prodotti irregolari e usare al meglio possibile questi prodotti consideriamo alcuni aspetti in particolare:

  • i prodotti, con e senza nicotina, devono avere il contrassegno dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli;

  • la concentrazione di nicotina non deve essere superiore al 2%, i serbatoi non possono contenere più di 2 ml di liquido (potete verificare in etichetta queste informazioni). Se una e-cig dichiara tanti “puff” (tiri) – 1.000, 2.000 o più – insospettitevi: potrebbe avere più nicotina o più liquido e quindi non essere autorizzato alla vendita;

  • insospettitevi anche se il dispositivo non riporta le informazioni obbligatorie in etichetta, come istruzioni, controindicazioni, effetti nocivi, il riferimento al fatto che l’uso del prodotto è sconsigliato ai giovani e ai non fumatori. Se con nicotina deve riportare la frase: “Prodotto contenente nicotina, sostanza che crea un'elevata dipendenza. Uso sconsigliato ai non fumatori”. Se senza nicotina deve riportare la dicitura: “Il prodotto può contenere sostanze pericolose per la salute. Per info chiama il numero verde 800554088 dell’Istituto Superiore di Sanità”;
  • ai genitori di adolescenti e pre-adolescenti, lo ricordiamo, consigliamo di imparare a riconoscere questi dispositivi, che non danno molto nell’occhio come un pacchetto di sigarette; e poi di prestare attenzione ad alcuni segnali nei loro figli come tosse frequente, respiro sibilante, infezioni ai polmoni, respiro affannoso quando fanno sport, cambiamenti nelle performance scolastiche o nei comportamenti. In modo condiviso, cercate anche di essere consapevoli della loro vita online, dei social che frequentano, dei contenuti che guardano e delle persone che seguono.
  • ricordiamoci infine che, una volta esaurite, le e-cig usa e getta sono Raee - Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: non vanno nei rifiuti domestici come il resto. Raccoglietene insieme un po’ e poi portatele alla piazzola ecologica del vostro Comune, oppure in un grande negozio che vende apparecchiature elettriche ed elettroniche, rivendicando il diritto del ritiro 1 contro 0 (cioè senza dover acquistare un nuovo dispositivo). Sono opzioni scomode di smaltimento, ma al momento sono le uniche per evitare che questi piccoli Raee comportino gravi danni all’ambiente. Almeno finché non verrà messo in piedi un sistema di riciclo vero e comodo per i cittadini, in cui sarà possibile restituirli anche presso tutti i tabaccai e negozi di rivendita.

Infine, se si vuole smettere di fumare passando alle sigarette elettroniche, tenete presente non ci sono dati esaustivi rispetto alla loro efficacia nell'aiutare i fumatori in questo intento. Inoltre, mantengono la dipendenza dalla nicotina, contrariamente ad altri metodi (vi spieghiamo tutto nello speciale su perché smettere di fumare, come e cosa funziona davvero). 

Se non riuscite a smettere e decidete di provare con la sigaretta elettronica, meglio farlo con una ricaricabile (che permette di scalare gradualmente la quantità di nicotina) e con il sostegno di professionisti. In Italia ci sono numerosi centri antifumo, che possono aiutarvi a superare la dipendenza fisica e psicologica dalla sigaretta.

Scopri anche dove è vietato l'uso delle sigarette elettroniche e i rischi dei sacchetti di nicotina, l'ultima novità di Big Tobacco.

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