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Garnier Good: non è una tinta per capelli "naturale"

Per quanto la presentazione del prodotto utilizzi in maniera massiccia “claim green”, nella tinta per capelli Garnier good non c’è niente di "naturale". Si tratta, infatti, di un prodotto che, al pari delle altre colorazioni, contiene ingredienti tipici delle tinte con un profilo di sicurezza complesso, soprattutto (ma non solo) per l’elevato potenziale di innescare reazioni di sensibilizzazione in determinati soggetti.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
14 novembre 2023
barattoli tinte garnier good

Nella nuova linea di tinte per capelli Garnier Good non c’è niente di "naturale". Nonostante le denominazioni delle nuances (biondo miele, castano cioccolato, rosso melograno), i claim sulle confezioni (senza ammoniaca e senza siliconi) e i barattoli che riportano immagini simili a quelle di creme spalmabili ci troviamo di fronte a una classica tinta per capelli. Un prodotto che, al pari delle altre colorazioni, contiene ingredienti tipici delle tinte, con un profilo di sicurezza complesso, soprattutto (ma non solo) per l’elevato potenziale di innescare reazioni di sensibilizzazione in determinati soggetti.

Garnier good: una tinta come le altre

Per quanto la presentazione del prodotto possa far pensare a qualcosa di naturale – “formula al 90% di origine naturale con ingredienti della green science” – in realtà all’interno della confezione troviamo le due classiche componenti di tutte le tinte: una bustina con il colorante e una bustina con l’acqua ossigenata. Componenti che vanno miscelate e poi applicate sui capelli.

Alcuni degli ingredienti presenti nel prodotto sono gli stessi delle altre colorazioni “chimiche”: toluene-2,5-diamine, m-aminophenol, 2-amino-3-hydroxypyridine, hydroxybenzomorpholine, 6-hydroxyndole, n,n-bis(2-hydroxyethyl)-p-phenylenediamine sulfate, 2,4-diaminophenoxyethanol hcl.

La maggior parte di questi ingredienti ha un profilo di sicurezza complesso perché si tratta di sostanze che potenzialmente sono in grado di scatenare violente reazioni di sensibilizzazione in alcuni soggetti. Proprio per questo nelle istruzioni di Garnier good viene indicata la necessità di effettuare un test allergico 48 ore prima. Esattamente come riportato nei foglietti illustrativi di tutte le altre colorazioni permanenti.

Insomma, in questi barattoli c’è qualcosa di molto diverso rispetto a una crema alla nocciola, al caffè o al melograno. Ed è giusto così: se vogliamo ottenere una colorazione permanente, infatti, abbiamo bisogno di una formula complessa ottenuta con ingredienti che reagiscano chimicamente tra di loro e con i capelli. Più precisamente, il meccanismo alla base delle tinte permanenti (comprese quelle della linea Good di Garnier) è di tipo ossidativo: l’ambiente alcalino, garantito da alcune sostanze specifiche, permette l’apertura del capello al cui interno avviene una reazione chimica che fa sì che si crei un nuovo colore resistente all’acqua.

“Senza ammoniaca” e altri claim inutili

Come molte altre tinte Good di Garnier vanta l’assenza di ammoniaca, ma questo claim è fuorviante e inutile. L’ammoniaca viene utilizzata per rendere alcalino il pH: un processo che favorisce l’apertura delle cuticole (lo strato più esterno dei capelli) e permette al colore di penetrare nel capello. Soprattutto a causa del forte odore, l’ammoniaca non gode di una grande fama. Per questo i produttori cercano di sostituirla con altri ingredienti come, ad esempio, l’ethanolamine presente nella formulazione di Garnier Good. Questi ingredienti sono meno efficaci dell’ammoniaca ma possono avere dei profili di sicurezza problematici.

È quindi sbagliato cercare di associare una classica tinta per capelli a qualcosa di "naturale". Non lo è: nemmeno quando sono presenti elementi vegetali (di solito usati in minima quantità solo nel balsamo da applicare a fine trattamento). In generale, sempre più cosmetici si vestono di verde per infondere sicurezza, mostrarsi rispettosi dell’ambiente e attrarre così una platea sempre più vasta di consumatori sensibili al richiamo del naturale. Ma naturale non significa automaticamente che un prodotto sia più sicuro e rispettoso dell'ambiente.

Capelli tinti sì, ma con le giuste attenzioni

I produttori di cosmetici vantano spesso l’assenza di sostanze (ad esempio l’ammoniaca) ed esaltano la presenza di altre (come gli ingredienti naturali, ad esempio il burro di karitè) con lo scopo di far percepire il prodotto come sicuro o più sicuro di altri, ma come abbiamo visto la realtà è diversa. È importante approcciarsi ai prodotti con il giusto atteggiamento. In particolare, nel caso delle tinte non bisogna abbassare la guardia agendo in maniera superficiale: al di là di come il marketing le presenta (più o meno naturali, più o meno simili ad una crema quasi da mangiare) è bene procedere con il test allergico per evitare brutte sorprese e seguire tutte istruzioni sul corretto utilizzo. Per aiutarvi nella scelta della tinta abbiamo raccolto una serie di consigli per capire quali sono i prodotti migliori da mettersi in testa.