Tinta per capelli, come sceglierla e a cosa fare attenzione durante l’acquisto

Le tinte per capelli sono tra i più popolari prodotti cosmetici sul mercato, ma sono anche tra i più a rischio di reazioni indesiderate. Esistono diversi prodotti e non è sempre facile districarsi tra le varie colorazioni per coprire i capelli bianchi o solo per il gusto di cambiare colore. Ecco i nostri consigli per fare la scelta giusta e ridurre al minimo i rischi di allergia, senza farsi ingannare dal riferimento agli ingredienti naturali che si trova su molte confezioni.
Tante persone scelgono di tingersi i capelli in casa, usando prodotti comprati sugli scaffali. Le motivazioni sono molteplici: coprire i capelli bianchi o grigi, cambiare colore per gusto e moda oppure voler tornare al proprio colore naturale. Rispetto ad alcuni anni fa, è cambiata l’età in cui si ha il primo approccio con questi prodotti perché sempre più spesso li utilizzano anche i giovani per cambiare il proprio look.
Uno studio danese ha evidenziato che l’età media in cui viene eseguita la tinta per la prima volta è 16 anni, ciò significa che si allunga il periodo di tempo in cui sono utilizzate. Qualsiasi sia l’età, è importante sapere cosa ci si mette in testa per scegliere il prodotto giusto e seguire alcune fondamentali indicazioni di sicurezza. Quando facciamo la tinta fai-da-te, risparmiamo tempo e denaro, ma dobbiamo cavarcela da soli: ecco i nostri consigli per fare la scelta giusta e ridurre al minimo i rischi di allergia.
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Tinta permanente o tinta semipermanente?
Le tinte per capelli non sono tutte uguali. Ciò che le caratterizza è la modalità in cui cambiano il colore dei capelli, il che determina anche la durata dell’effetto ottenuto. Infatti, la prima domanda da porsi prima di scegliere un prodotto è: quanto dura la tinta per capelli? Dipende dalla tinta: ci sono tinte che colorano i capelli in maniera irreversibile, altre durano per diversi lavaggi con lo shampoo e altre che vanno via dopo pochissimo.
Sugli scaffali, infatti, possiamo trovare tinte:
- temporanee (o lavabili): coprono superficialmente i capelli con il colore scelto, la colorazione si deposita sulla superficie del capello, quindi non lo modifica dall’interno, e viene rimossa in pochi lavaggi successivi. Rispetto alle altre tipologie di tinte, le tinte lavabili per capelli sono spesso disponibili anche in colorazioni molto accese e poco usuali (come blu, azzurro, rosa colori spesso usati dai più giovani), ma possono anche solo ravvivare il colore naturale aggiungendo riflessi.
- semipermanenti: penetra parzialmente all’interno del capello, è indicata per rinforzare il colore naturale e per coprire parte dei capelli bianchi, ma l’effetto scompare progressivamente in 6-8 settimane. Il riflessante, ci cui sentiamo parlare spesso dal parrucchiere, non è altro che un tipo di tinta semipermanente.
- permanenti: grazie a una reazione chimica che avviene all’interno del capello permette di cambiarne il colore in maniera definitiva con una nuova colorazione che resiste bene ai lavaggi. Questa tinta è indicata per coprire i capelli bianchi in maniera definitiva. La maggior parte delle tinte che troviamo sugli scaffali è di tipo permanente (detta anche colorazione permanente).
- vegetali (o naturale): pur non avendo lo stesso meccanismo di azione, possono essere considerate delle tinte permanenti per la durata dell’effetto. La colorazione, però, non avviene attraverso una reazione chimica all’interno del capello, è il pigmento che si lega alle maglie del capello. Una tinta per essere naturale deve contenere solo ingredienti coloranti di origine botanica miscelati in misura diversa, quali Lawsonia inermis (alla base dell’henné), Indigofera tinctoria, Cassia italica e altre (guarda bene in etichetta).
Colori tinte per capelli: come sceglierli
Prima di tingere i capelli dobbiamo essere consapevoli di alcuni aspetti cruciali. Innanzitutto, va detto che la colorazione con alcune tinte è permanente, insomma se poi non ci piace non si torna indietro, per cui è bene pensarci prima di procedere. Per ottenere il risultato sperato, bisogna considerare il colore di partenza perché, a differenza di quello che può fare un parrucchiere, a casa non si può pretendere di stravolgere la propria chioma se per esempio si parte da un colore scuro. Sulla confezione della tinta in genere si trovano utili indicazioni che aiutano nella scelta del colore più adatto in base al proprio colore. In generale, più è chiaro il colore naturale dei capelli (o il colore di partenza se i capelli sono già stati tinti) maggiore sarà il numero di nuance che si potranno scegliere.
Al contrario, se si hanno i capelli neri o castani molto scuri e si desidera passare a un colore chiaro sulle tonalità del biondo, conviene affidarsi a un parrucchiere. Un altro ostacolo è tingere dei capelli già molto decolorati e trattati: in questo caso la tinta casalinga potrebbe dare luogo a risultati non voluti o non graditi. Anche in questi casi, è meglio attendere la ricrescita o rivolgersi a un professionista. Il caso più semplice è quello dei capelli bianchi. Partire da una base bianca facilita le cose: il colore ottenuto sarà molto simile a quello indicato sulla confezione. In questo caso si può scegliere il colore che si preferisce, tenendo presente che sarà preferibile una tinta permanente in modo tale che il colore non vada via con i lavaggi.
Quale tinta per i capelli bianchi?
Come spiegato sopra, partire da una base bianca facilita le cose: il colore ottenuto sarà molto simile a quello indicato sul front della confezione. Quindi per coprire i capelli bianchi si può scegliere il colore che si preferisce, tenendo presente che sarà preferibile una tinta permanente in modo tale che il colore non vada via con i lavaggi.
Torna all'inizioTinta con o senza ammoniaca? Solo marketing
L’ammoniaca è utilizzata nelle tinte permanenti con lo scopo di rendere alcalino il pH del capello, in modo da favorire l’apertura delle cuticole (lo strato più esterno): questo permette la penetrazione delle molecole che partecipano alla reazione chimica, che porta poi alla formazione del colore definitivo. Soprattutto a causa del forte odore, l’ammoniaca non gode di una grande fama, motivo per cui spesso la si trova sostituita da altri ingredienti con la stessa funzione, ma meno efficaci e meno sicuri. Uno di questi è l’ethanolamine, onnipresente nelle tinte che si fregiano di essere senza ammoniaca, ma è un ingrediente che può essere allergenico e contenere impurità non desiderabili.
Ciò nonostante, i produttori vantano l’assenza di ammoniaca con lo scopo di far percepire il prodotto come più sicuro, quando invece così non è. Il claim “senza ammoniaca” presente su quasi tutte le tinte è usato a solo a scopo di marketing e non decreta in alcun modo la sicurezza del prodotto: semplicemente la tinta puzzerà di meno, ma al posto dell’ammoniaca avrà dentro una sostanza che fa la stessa cosa (ovvero crea un pH basico), ma lo fa meno bene e per questo ne serve una quantità maggiore, oltre che più problematica dal punto di vista della sicurezza.
Torna all'inizioAllergia alla tinta per capelli
Il vero (e provato) problema delle tinte non riguarda né l’ammoniaca né le voci circa lo sviluppo di tumori (gli studi ad oggi a disposizione non mostrano alcun legame causa-effetto), bensì è relativo al potenziale allergico di quasi tutti gli ingredienti chiave che intervengono nella formazione del nuovo colore. Tra questi vi sono la p-phenylenediamine, detta anche PPD (la sostanza più incriminata), il toluene-2,5-diamine, il resorcinol (problematico anche perché è un potenziale interferente endocrino), l’m-aminophenol e molti altri perché purtroppo la lista è lunga. Per questo motivo, se si sa di essere sensibili a uno o più di questi componenti bisogna leggere bene la lista degli ingredienti.
Anche se si sceglie un prodotto che è privo della sostanza indesiderata, è fondamentale eseguire sempre il test allergico 48 ore prima dell’applicazione, come descritto nel foglietto illustrativo del prodotto. Dopo che il test allergico è stato superato, è altresì importante seguire alla lettera le istruzioni d’uso indicate nella confezione dal produttore. Infine, è tassativo il divieto di utilizzare la tinta impropriamente, come su sopracciglia, ciglia e barba o in altre modalità diverse da quella della colorazione dei capelli. Il rischio allergico non è escluso neanche per le tinte vegetali (come henné & co), il cui uso è erroneamente ritenuto privo di criticità.
Torna all'inizioTinta naturale per capelli: come riconoscerla
Non esistono solo tinte permanenti “chimiche” (ovvero con coloranti sintetici che grazie ad una reazione chimica cambiano il colore del capello), sono infatti disponibili anche tinte vegetali per capelli a base di erbe tintorie tra loro miscelate in misura diversa quali lawsonia inermis (alla base dell’henné), indigofera tinctoria, cassia italica e altre. Una tinta vegetale, quindi, dovrà contenere solo ingredienti coloranti di origine botanica. Se l’intenzione è quella di acquistare una vera tinta vegetale è bene guardare bene la lista degli ingredienti e non farsi ingannare da nomi evocativi (ad esempio con il suffisso “bio” o “herb”) o dalle immagini di ingredienti naturali sulla confezione perché potrebbe trattarsi di classiche tinte permanenti chimiche.
Nelle tinte vegetali, il meccanismo per cui si modifica il colore originario dei capelli è diverso da quello di una classica tinta permanente: non vi è una reazione chimica all’interno del capelli che dà origine ad un nuovo colore, ma il pigmento si lega alle maglie del capello in maniera definitiva. Per questo c’è l’opinione diffusa che l’henné “fortifichi” il capello, perché di fatto si aggiunge qualcosa in più al capello che poi rimane lì, ma è solo un’impressione il fatto che i capelli siano più resistenti o robusti.
La tinta vegetale è una tinta per capelli meno dannosa?
No, a dispetto di quello che si crede. E’ vero che le tinte vegetali non contengono i coloranti “sintetici” citati nel paragrafo precedente, ma al loro pari questi coloranti “naturali” hanno un potenziale allergenico (infatti sulle confezioni si invita ad eseguire il test allergenico), oltre a non essere totalmente sicuri dal punto di vista del potenziale tossico (danni al dna) se non usati entro determinate concentrazioni. Quindi anche con l’henné e le tinte vegetali in generale, è bene avere delle accortezze di utilizzo e usarle con una frequenza data dal buon senso (quando serve).
Torna all'inizioTinte per capelli in gravidanza
L’ammoniaca, come abbiamo visto, non è pericolosa, eppure è spesso sconsigliata anche alle donne in gravidanza. Se proprio si vogliono prendere precauzioni è il caso di farlo nel primo trimestre di gravidanza, ovvero il periodo più delicato per le mamme, anche se ad oggi non ci sono prove che dimostrino che l’uso di tinte sia sconsigliato a chi aspetta un bimbo. Le precauzioni riguardano la potenziale tossicità di alcune sostanze e anche il rischio di allergia per la mamma. In verità, la quantità di sostanze potenzialmente dannose usate nelle tinte è modesta rispetto alle dosi che potrebbero avere effetti dannosi secondo quanto risulta da alcuni studi. Inoltre, solo una piccola parte di questa dose minima è assorbita dalla pelle, pertanto quella che potrebbe raggiungere il feto sarebbe ancora inferiore.
Le future mamme che vogliono continuare a usare la solita tinta, possono adottare qualche precauzione in più, per esempio tenerla in posa per il minimo tempo necessario, applicarla in un ambiente ben ventilato, sciacquare bene la cute. Tutta la procedura deve essere fatta indossando sempre i guanti, seguendo attentamente tutte le altre indicazioni fornite nel foglietto illustrativo. Dato che nemmeno le tinte vegetali sono più sicure, è importante adottare le stesse precauzioni delle tinte classiche.
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