Positivi al Covid, nessun obbligo di isolamento, neppure sul posto di lavoro
Si torna nuovamente a parlare di Covid, ma il decreto Omnibus di fine agosto e una circolare del ministero della Salute prevedono attualmente lo stop all'obbligo di isolamento per chi risulta positivo al Covid (sia sintomatico che asintomatico) e all'autosorveglianza prevista dalle vecchie linee guida per i contatti stretti. Nessun obbligo neppure sul posto di lavoro. Decaduti gli obblighi, restano solo le raccomandazioni per prevenire i contagi.

Con l'approvazione del decreto Omnibus, dallo scorso agosto è decaduto l'obbligo di isolamento per chi ha contratto l'infezione da SARS-CoV-2. Nonostante un aumento dei casi autunnali e una campagna vaccinale destinata ai più fragili che sta andando a rilento, si è scelta la strada dell'abbandono definitivo delle vecchie regole. Chi risulta positivo al Covid, sia in forma sintomatica che asintomatica, perciò non è più tenuto all'isolamento. La misura ha abolito anche il regime di autosorveglianza che era previsto dalle precedenti linee guida per i contatti stretti.
Le linee guida per prevenire i contagi
A seguito del decreto Omnibus, è stata diffusa anche una circolare del ministero della Salute che ha ribadito quanto già previsto dal provvedimento. Le persone che risultano positive a un test diagnostico molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 non sono più sottoposte alla misura dell'isolamento. La circolare raccomanda comunque alcune precauzioni da osservare per prevenire la trasmissione delle infezioni respiratorie:
- indossare una mascherina chirurgica o FFP2 quando si entra in contatto con altre persone;
- se si è sintomatici, restare a casa fino al termine dei sintomi;
- seguire una corretta igiene delle mani (lavandole spesso con acqua e sapone o utilizzando un igienizzante mani efficace);
- evitare ambienti affollati;
- evitare contatti con persone fragili, immunodepresse, donne in gravidanza ed evitare di frequentare ospedali o RSA;
- se si risulta positivi, informare le persone anziane, fragili o immunodepresse con cui si è stati in contatto;
- le persone fragili o immunodepresse possono contattare il proprio medico se i sintomi non si risolvono dopo tre giorni o se le condizioni cliniche peggiorano.
Nessun obbligo sul posto di lavoro
Non c’è nessun obbligo particolare per i lavoratori che abbiano sintomi o siano positivi al Covid. Le disposizioni della circolare n. 25613 dell’11 agosto 2023 che prevedono che nessun soggetto sia obbligato a isolamento, quarantena, autosorveglianza o obbligo di indossare una mascherina, vale anche per il luogo di lavoro.
Ciò significa che anche in presenza di sintomi e di un tampone positivo, un lavoratore può recarsi al lavoro se lo ritiene opportuno. Dall’altro lato, a meno che il lavoratore non chieda al proprio medico di base di essere messo in malattia, è tenuto a recarsi al lavoro. Il Ministero della salute però raccomanda a chi è sintomatico di restare a casa fino alla risoluzione dei sintomi, ma non lo obbliga a stare al domicilio.
Più in generale, ai positivi asintomatici o sintomatici è semplicemente raccomandato di indossare una mascherina quando in contatto con altre persone, per ridurre il rischio di contagio, ma non c’è alcun obbligo per essi anche sul posto di lavoro. La stessa regola vale per i contatti di positivi (per esempio chi abita con un caso acclarato di Covid): non c’è più alcun obbligo di autosorveglianza o di indossare una mascherina Ffp2 in pubblico o sul posto di lavoro.
Nessun tampone per avere la malattia
Tolta la misura dell’isolamento, non è più necessario eseguire un tampone per acclarare la natura dei sintomi e per poter richiedere al medico di base la certificazione per stare a casa dal lavoro. Chiunque abbia sintomi respiratori simil-influenzali che gli impediscano di recarsi la lavoro, può chiedere al medico di base la certificazione per l’assenza per malattia. Questo vale anche in caso di Covid, che ricordiamo ha sintomi indistinguibili da quelli di un malanno stagionale qualunque.
In questo momento non è richiesto alle persone di eseguire un tampone per verificare la positività al Covid, perché non vige alcun obbligo di isolamento o di notifica al datore di lavoro. Pertanto il medico può comunque valutare il quadro sintomatico della persona in modo oggettivo ai fini della certificazione di malattia, anche se in assenza di un tampone “ufficiale” di una farmacia o di un ambulatorio analisi (non più richiesto) si limiterà ad una diagnosi aspecifica (cioè di sintomi simil-influenzali o di sospetto Covid), anche in presenza di un test antigenico casalingo.
Al contrario, la positività al tampone antigenico o molecolare in assenza di sintomi oggi non costituisce più una richiesta legittima per avere il certificato di malattia dal medico di famiglia, in quanto non è più previsto alcun isolamento per gli asintomatici. Dunque i lavoratori positivi asintomatici sarebbero tenuti ad andare al lavoro. lo stesso vale per i contatti stretti di un positivo.
Isolamento e quarantena: cosa accadeva prima
I termini quarantena e isolamento, le due misure con cui abbiamo convissuto per diversi mesi, sono troppo spesso stati usati a sproposito. La quarantena non riguardava i positivi, l'isolamento sì. Fino a qualche mese fa se si scopriva di essere positivi occorreva mettersi in isolamento. La quarantena invece riguardava solo i contatti stretti di chi risultava positivo: questa misura è stata sostituita in una prima fase dai 5 giorni di autosorveglianza per poi essere abolita definitivamente con l'ultima circolare del ministero della Salute.
L'isolamento previsto per chi era positivo
L’isolamento era la misura, come abbiamo visto, prevista per chi era positivo comprovato da tampone (indipendentemente che avesse i sintomi oppure no) e consisteva nel confinare al domicilio il soggetto positivo allontanando quanto più possibile le persone affette da Covid da quelle sane durante il periodo di trasmissibilità (o contagiosità), proprio per prevenire la diffusione dell’infezione. Riguardava quindi sia i sintomatici che gli asintomatici risultati positivi a un tampone (molecolare o antigenico) di controllo. Per gli asintomatici e per chi non aveva sintomi da almeno 2 giorni, l'isolamento poteva terminare anche dopo soli 5 giorni.
Leggi anche il nostro approfondimento su cosa fare se sei o pensi di essere positivo.