Bonus per chi rinuncia alla pensione: ora anche per chi rinuncia a quella anticipata
Il così detto bonus Maroni 2025, la misura che premia chi decide di rimanere al lavoro rinunciando ad andare in pensione con quota 103, ora può esser richiesto anche da chi rinuncia alla pensione anticipata. Un'opportunità che permette di ottenere uno stipendio più alto, ma fa perdere i contributi per la pensione, rendendola più magra in futuro. Ecco chi lo può chiedere, quanto vale e a chi conviene.

Chi entro la fine dell’anno in corso matura un’anzianità contributiva di 41 anni e possiede un’età anagrafica di almeno 62 anni compiuti ha la possibilità di andare in pensione prima rispetto alle regole “ordinarie”, sfruttando l’opzione quota 103, in alternativa può optare per la pensione anticipata se ha versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Tuttavia la legge di bilancio 2025 ha confermato anche per quest’anno il cosiddetto bonus Maroni, ovvero la possibilità di ottenere un incentivo economico per chi rinuncia alla pensione con quota 103 e rimane al lavoro pur avendo i requisiti, ma l’incentivo vale anche per chi rinuncia alla pensione anticipata. In pratica, il lavoratore riceve in busta paga i contributi che normalmente vengono versati dal datore di lavoro all’Inps, pertanto lo stipendio diventa più. Inoltre, la novità 2025 è che i contributi versati in busta paga sono esenti dalle imposte. Ora una circolare dell’Inps ha comunicato che i primi incentivi sono in arrivo nelle buste paga di chi ha fatto questa scelta.
Vediamo quindi a chi spetta, quando arriva, a quanto ammonta e soprattutto a chi conviene scegliere il bonus Maroni.
Torna all'inizioA chi spetta il bonus Maroni
Il bonus spetta ai lavoratori dipendenti, iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria Inps (o a forme sostitutive), che pur avendo maturato il diritto ad aderire a quota 103 o alla pensione anticipata scelgono di proseguire l’attività lavorativa dipendente.
In particolare, l’incentivo in oggetto si applica ai lavoratori dipendenti che rispettino tutte le seguenti condizioni:
- maturano i requisiti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile (quota 103);
- maturano i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria;
- non sono titolari di pensione diretta, a eccezione dell’assegno ordinario di invalidità;
- non abbiano il requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia.
Quanto vale l'incentivo
L' agevolazione consiste nel versamento in busta paga, invece che all'INPS, dei contributi previdenziali che normalmente sono a carico del lavoratore. Infatti, in busta paga dal lordo mensile viene trattenuto il 9,49% dal datore di lavoro a titolo di contributi previdenziali, che, in qualità di sostituto d’imposta, lo versa all’Inps per il calcolo della pensione.
In pratica, se mensilmente vengono trattenuti ad esempio 100 euro a titolo di versamento previdenziale, questi 100 euro si sommeranno allo stipendio e non essendo tassati con l’aliquota fiscale di competenza (da un minimo del 23% a un massimo del 43%) consentono un aumento di stipendio netto di 100 euro al mese.
Questi contributi non versati faranno però non andranno ad aumentare il montante versato ai fini della pensione. Questo significa che chi opta per questa soluzione otterrà una pensione più bassa rispetto a quella che avrebbe se continuasse a versare i contributi.
Di fatto quindi esistono tre possibilità:
- aderire a quota 103;
- andare in pensione con l’opzione anticipata ordinaria;
- rimanere al lavoro e chiedere il versamento dei contributi in busta paga;
- rimanere al lavoro e continuare a versare i contributi per ottenere una pensione più alta al raggiungimento dei requisiti per quella di vecchiaia.
In ogni caso, il bonus cessa al momento del raggiungimento di una pensione diretta (ad esclusione di quella di invalidità) oppure al conseguimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Torna all'inizioA chi conviene la rinuncia a quota 103?
Non è semplice rispondere a questa domanda, infatti bisogna valutare le situazioni personali. Sicuramente chi aderisce a quota 103 o con la pensione anticipata subisce una riduzione dell’assegno pensionistico che otterrebbe utilizzando i requisiti normali. Per queste persone entra in gioco oltre all’aspetto economico anche quello personale legato alla situazione lavorativa, familiare e di salute.
Per chi valuta la rinuncia alla pensione per ottenere il bonus Maroni 2024 gli aspetti da considerare sono differenti, infatti, scegliendo questo bonus ottiene uno stipendio più alto ma al contempo non versa i contributi che servono ad avere un assegno pensionistico maggiore in futuro. Per avere una valutazione puntuale a livello pensionistico sarebbe opportuno chiedere consiglio a un patronato.
Per quanto riguarda la valutazione dell’aumento di stipendio, bisogna partire dalla vostra RAL (retribuzione annua lorda) e a questa applicare il 9,49% (9,19% per imprese che hanno meno di 15 dipendenti).
Ad esempio, un lavoratore che percepisce una RAL di 35 mila euro paga annualmente 3.321,50 euro di contributi e versa le tasse su 31.678,50 euro (RAL – contributi). Ora, questo importo confluisce netto nello stipendio, portando a un aumento netto dello stipendio, calcolato su 13 mensilità di 255 euro, infatti è esente dalle imposte.
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Quando viene pagato il bonus
Una circolare l’Inps ha comunicato che i primi stipendi con accreditato il bonus rinuncia arrivano il 1° agosto per i dipendenti privati che versano i contributi all’Inps. A seguire, il 1° settembre arrivano quelli dei privati con versamenti ad altri fondi, mentre i dipendenti pubblici li ricevono a ottobre e a novembre a seconda che versino i contributi a Inps o ad altre previdenze.
Torna all'inizioCome fare domanda
Per ottenere il bonus contributivo si deve presentare un’istanza all’Inps che entro 30 giorni verifica i requisiti e ne dà comunicazione al datore di lavoro, il quale può riconoscere il beneficio in busta paga.
La domanda si presenta direttamente sul sito dell’Inps accedendo con la SPID, la CIE o la CNS, seguendo il percorso “Pensione e Previdenza”, “Domanda di pensione” e proseguendo all’interno dell’area tematica “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci”. Accedendo all' area tematica si deve selezionare “Certificati”.
In alternativa è possibile rivolgersi a un patronato o contattare il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito da rete fissa) o al numero 06164164 (da rete mobile a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).
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