L'Italia è in recessione tecnica, cosa cambia nella vita di tutti i giorni?
I dati elaborati dall'Istat per quanto riguarda gli ultimi tre mesi del 2018 preoccupano, poiché già nel terzo trimestre dell'anno scorso la tendenza era negativa. Cerchiamo di capire quali sono le prospettive per il 2019 e che influenza potrebbe avere una recessione vera e propria sulla vita dei consumatori.

Il 31 gennaio l'Istat ha diffuso i dati relativi al quarto trimestre (ottobre-dicembre) 2018 che parlano di un Prodotto interno lordo in diminuzione di -0,2% rispetto al trimestre precedente. Il Pil complessivamente nel 2018 è cresciuto dell’1% (nel 2017 era +1,6%). Il dato è preoccupante perché già nel terzo trimestre il PIL si era ridotto di -0,1%. Dunque la tendenza è negativa. Ci troviamo in recessione tecnica (due trimestri consecutivi con decremento del PIL).
Cosa significa recessione tecnica?
Recessione tecnica significa che domanda e offerta sono in contrazione e questo non è un messaggio positivo per quanto riguarda il sistema economico. Se la domanda si riduce, si riduce anche l’offerta di prodotti e servizi e quindi si riduce la necessità di forza lavoro. Aumenta la disoccupazione, si riducono i prezzi e questo produce ulteriore contrazione.
Quanto siamo lontani dalla recessione vera e propria?
Siamo ancora distanti dalla recessione economica che si ha quando il PIL annuo si riduce rispetto all’anno precedente. Per evitarla dobbiamo sperare in notizie positive nei prossimi mesi. Le previsioni del Governo per il 2019 parlano di una crescita del PIL all’1%. Bisognerà aspettare il 30 aprile per capire come andrà veramente il primo trimestre del 2019.
Ecco cosa potrebbe accadere nel caso estremo di una forte recessione economica che ancora in Italia non si è realizzata. È lecito porsi alcune domande sulle conseguenze nella vita delle persone. Ecco le principali.
In caso di recessione proprio perché la domanda si riduce i prezzi si riducono. Se così non fosse saremmo in stagflazione: bassa crescita e alta inflazione, una situazione assai difficile da gestire perché le contromisure possibili avrebbero effetti opposti sui due problemi.
È possibile che i prezzi delle case diminuiscano, perché ce ne potrebbero essere molte di più in vendita sul mercato senza possibili compratori, dato che la situazione economica generale non positiva aumenta il numero di persone senza lavoro o in difficoltà economica. Ci potrebbero anche essere più persone disposte a vendere la loro casa a prezzi più bassi per avere liquidità.
Certo, perché il quadro economico generale potrebbe portare ad un aumento dei debiti di banche e imprese e quindi anche avere effetti negativi sui prezzi dei titoli. Peraltro se l’Italia è in recessione anche i titoli italiani diventano più rischiosi e quindi aumenta lo spread con effetto diretto sui bilanci bancari.
Sì, la riduzione di domanda porta alla chiusura delle imprese e di altre attività perché c’è meno richiesta di prodotti e servizi.
Per il consumatore no, in generale il prezzo dell’energia dipende dal prezzo delle materie prime che non sono direttamente influenzate dalla recessione. Se le imprese chiudono o producono di meno, di sicuro si avrà meno bisogno di energia.
Cosa potrebbe accadere in futuro?
Se si riduce il Pil tutte le previsioni fatte dal Governo rischiano di saltare e quindi anche le coperture per le varie misure intraprese potrebbero non esserci. I problemi aumentano per l’Italia che ha un debito pubblico molto alto, infatti fondamentali parametri di riferimento per il nostro Paese che fa parte dell’area euro sono il rapporto debito/PIL e il rapporto deficit pubblico/PIL. Se il PIL si riduce, fermo restando il debito e il deficit, i due valori aumentano.