È necessario sterilizzare gli oggetti destinati ai bambini?
Spesso ci chiedono se sia giusto sterilizzare ciucci, biberon, giochi, oggetti, lenzuola, vestitini dei bambini, superfici. E nel caso, come farlo? fino a che età?

La nostra posizione è sempre stata: non serve sterilizzare tutto, è necessario solo per alcuni oggetti (biberon e ciucci) e solo per i primi mesi, anche perché appena iniziano a gattonare e a portare alla bocca gli oggetti, sarà impossibile sterilizzare tutto quello con cui entrano in contatto.
In casa e per gli altri oggetti la normale igiene è sufficiente, anche per aiutare i bambini a sviluppare le normali difese immunitarie. Per sterilizzare si può usare la temperatura o la chimica, attenzione però anche i tempi sono importanti.
Ciucci, biberon
Al primo utilizzo, consigliamo di bollire in acqua una quindicina di minuti, come da raccomandazioni generali dei produttori. Per gli utilizzi successivi l’UNICEF raccomanda di bollire in acqua 10 minuti fino ai 12 mesi del bambino.
In alternativa si può usare la sterilizzazione a vapore, o acquistando apparecchi specifici (abbastanza inutili, ingombranti e costosi) oppure utilizzando contenitori da inserire nel microonde. Gli sterilizzatori a vapore sono efficaci e rapidi (cicli di sterilizzazione da 5 minuti).
La cosiddetta sterilizzazione a freddo invece utilizza disinfettanti, il più comune è la clorexidina: funziona in modo efficace, ma non è necessaria (basta bollire l’acqua), ha un impatto negativo sull’ambiente e potrebbe creare resistenza batterica.
La lavastoviglie si può usare solo se il produttore lo indica e questo passaggio serve per lavare e pulire, non sterilizza perché potrebbe non raggiungere la temperatura necessaria per il tempo sufficiente (possono lavare da 45-50 °C con i cicli ECO fino a 70-75 °C con i cicli intensivi, per l’asciugatura invece, per tutti i cicli, la temperatura raggiunge solitamente i 70 °C).
Lenzuola e vestitini
La normale pulizia domestica è sufficiente perché uccidere il 99% dei batteri dura molto poco perché l'ambiente in cui viviamo non è sterile e potrebbe essere controproducente crescere in un ambiente asettico.
Non serve igienizzare i capi né aggiungendo additivi disinfettanti o utilizzare detersivi specifici (quelli per bebè hanno in genere profumazioni più delicate), né aumentando le temperature di lavaggio in lavatrice. E’ sufficiente un buon detersivo e un lavaggio a 30-40°. Le sostanze igienizzanti hanno anche un pessimo impatto ambientale.
È consigliato lavare tutti vestitini nuovi, perché da analisi fatte in passato abbiamo trovato tracce di diverse sostanze sconsigliabili su pigiamini e body nuovi e molte di queste fortunatamente se ne vanno già al primo lavaggio (purtroppo però finiscono ad inquinare l'ambiente).
Superfici
Per la pulizia delle superfici, ad esempio il vassoio del seggiolone, ma anche il piano della cucina o il pavimento su cui gattona, non necessitano di disinfezione specifica.
Si può utilizzare un detersivo multiuso concentrato per pulire le piccole superfici e diluito per quelle grandi.
Sconsigliamo di acquistare prodotti classificati come “presidio medico chirurgico” con funzione battericida o disinfettante, sono in genere a base di benzalconio cloruro o ipoclorito di sodio, che oltre a non essere necessari, hanno un impatto negativo sull’ambiente.
Giochi
I giocattoli andrebbero sempre lavati prima di essere dati ai bambini per rimuovere eventuali tracce di sostanze chimiche residue e poi lavati periodicamente, ma non è necessaria alcuna sterilizzazione, se non per quelli specifici per la dentizione (tipo gli anelli di plastica da mordicchiare), per i quali consigliamo di usare lo stesso approccio dei ciucci e biberon.
I giochi se di stoffa si lavano in lavatrice a basse temperature col normale detersivo, se di plastica se possibile in lavastoviglie o a mano con acqua e detersivo per piatti.
Quando non possibile, ad esempio i tappetini puzzle o i giochi in legno, consigliamo comunque di lasciarli all’aria aperta per almeno 48 ore: i nostri test in passato hanno dimostrato che in questo arco di tempo evaporano eventuali contaminanti volatili.
E il cibo? Il bicarbonato per l'insalata è inutile
Lavare l’insalata con semplice acqua corrente normalmente è sufficiente per pulirla in maniera appropriata.
Tuttavia, in alcune situazioni, ad esempio per le donne in gravidanza o per chi ha il sistema immunitario fragile, aggiungere una sostanza disinfettante nell’acqua di risciacquo può essere una buona idea per abbattere ulteriormente la carica microbica ed evitare il rischio di infezioni.
Sì, ma cosa aggiungere? Ce lo dice uno studio appena pubblicato sul Journal of food safety. I ricercatori hanno confrontato l’azione igienizzante di ipoclorito di sodio al 2% (conosciuto anche come Amuchina), olio essenziale di cannella allo 0,5% e bicarbonato di sodio sulle foglie di lattuga iceberg. I primi due si sono rivelati efficaci non solo per ridurre i batteri, ma anche per impedire una successiva ricontaminazione da Salmonella. Un effetto che dura anche dopo 48 ore di conservazione in frigorifero a 5°C.
Il trattamento con ipoclorito di sodio e olio essenziale di cannella, inoltre, non ha prodotto effetti negativi né sull’aspetto, né sulla consistenza né sul gusto dell’insalata. L’aggiunta di bicarbonato, invece, nonostante sia un metodo diffuso, non si è dimostrata efficace né per eliminare i batteri né per scongiurare la ricontaminazione in frigorifero.