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Disinfettanti per la casa: servono davvero o sono solo marketing?

Facciamo chiarezza sui prodotti per le pulizie domestiche, sfatando il mito alimentato dalla pubblicità e dalla pandemia che disinfettare sia sempre meglio. I disinfettanti, chiamati anche “biocidi” per la capacità di uccidere i germi, non sono uguali agli igienizzanti e generalmente non servono per le pulizie domestiche.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
10 novembre 2025
mano con guanto impugna uno spruzzino

Candeggina, Amuchina, Napisan, spray e additivi “miracolosi”: negli ultimi anni i disinfettanti per la casa sono diventati protagonisti delle pulizie domestiche. Pubblicità, pandemia e social hanno rafforzato l’idea che “disinfettare” significhi pulire meglio, ma non è così. In realtà, i biocidi, cioè i prodotti capaci di uccidere virus e batteri, non sono necessari per la normale pulizia della casa e possono avere effetti negativi su salute e ambiente. Meglio allora scegliere un disinfettante naturale o puntare su semplici detergenti? E quando ha davvero senso usare un disinfettante, ad esempio per la lavatrice o per i tessuti? In questo articolo facciamo chiarezza su cosa serve davvero nelle pulizie quotidiane e cosa invece è solo marketing. Scopriremo come disinfettare la lavatrice, se la candeggina disinfetta davvero, e perché disinfettare troppo può fare più male che bene. Torna all'inizio

Pulire o disinfettare? La verità dietro una confusione comune

Partiamo dalle definizioni: igienizzare non è uguale a disinfettare. Che differenza c’è tra disinfettare e igienizzare? Spesso i due termini vengono usati come sinonimi, e non di rado li ritroviamo sulle etichette dei prodotti per la pulizia della casa e del bucato, ma non hanno lo stesso significato. Molti non sanno quale sia la differenza e altri credono che i due termini vengano usati per pubblicizzare in modo diverso lo stesso tipo di prodotti. Spazziamo via ogni dubbio: 

  • igienizzare: rimuovere meccanicamente lo sporco che fa da substrato alla crescita di virus e batteri, pulire grazie a sostanze lavanti (tensioattivi). I germi non vengono uccisi: se ne riduce la quantità sulle superfici. Tutti i detersivi e detergenti che hanno funzione pulente, di conseguenza, “igienizzano”;
  • disinfettare: eliminare chimicamente virus e batteri con un principio attivo che li uccide (biocida) preventivamente autorizzato dal ministero della Salute. I prodotti dall’azione disinfettante, infatti, non sono classificati come detersivi o detergenti, ma come presidi medico-chirurgici. 
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Quando disinfettare ha senso (e quando è solo uno spreco)

Disinfettare da cima a fondo il luogo in cui si abita è del tutto inutile; infatti, è impossibile vivere in un ambiente asettico. Per la pulizia degli ambienti domestici i detersivi bastano e avanzano. E se in casa ci sono bambini a maggior ragione: far crescere i piccoli in un ambiente eccessivamente disinfettato potrebbe essere controproducente per il loro sistema immunitario, che attraverso l’incontro-scontro con i germi si allena, si sviluppa e si rinforza. 

Nelle pulizie domestiche, i disinfettanti non sono più efficaci degli igienizzanti nel rimuovere lo sporco, ma sono più inquinanti perché una volta dispersi nell’ambiente danneggiano l’ecosistema, uccidendo anche i batteri “buoni”. L’azione germicida dei disinfettanti è del tutto inutile nell’ambiente domestico, che non potrà mai essere “asettico”, mentre l’azione degli igienizzanti basta ad assicurare igiene, pulizia e comfort. Ecco perché, a partire dal 2023, Altroconsumo ha deciso di escludere i disinfettanti da tutti i test sui prodotti utilizzati per la pulizia della casa e per il bucato: la loro funzione biocida non è necessaria negli spazi domestici ed è inquinante perché prosegue a valle dello scarico, così da renderli sconsigliabili a priori nelle faccende di casa. 

La disinfezione ha invece senso quando si parla di oggetti, come i ciucci, biberon o il tiralatte, nelle prime fasi di vita dei bambini, mentre diventa superflua man mano che il bimbo cresce oppure in ambito ospedaliero o assimilabili.

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Disinfettante per lavatrice: serve o basta il detersivo?

Esistono prodotti pensati per pulire e disinfettare la lavatrice ma, in generale, basta fare la corretta manutenzione e ogni tanto un lavaggio ad alta temperatura, un lavaggio a vuoto almeno a 60°C perché quando si lava a 40 gradi non si disinfetta, ma soprattutto si rischia di non rimuovere completamente il microfilm di detergente che può depositarsi sulle tubature. 

Per igienizzare e disinfettare il bucato il leader di mercato è certamente Napisan, ma il normale bucato familiare non necessita di alcuna disinfezione e l’azione combinata di temperatura, azione meccanica e chimica del detersivo sono sufficienti a pulire ed igienizzare. Un capo anche se viene disinfettato in lavatrice, perderebbe il suo stato già mentre lo si stende, quando lo si appoggia sulle superfici, lo si piega e lo si maneggia per riporlo nell’armadio: viviamo immersi in un mondo ricco di germi e batteri; quindi, per uso domestico qualsiasi disinfettante da aggiungere al bucato è sconsigliabile: un costo inutile sia a livello del portafoglio che dell’ambiente. 

Anche sbiancare non implica avere una pulizia più profonda: i prodotti che sbiancano possono essere igienizzanti perché liberano ossigeno. Il percarbonato di sodio è efficace come sbiancante e per ravvivare tessuti, ma non è un disinfettante, l’ipoclorito di sodio (la candeggina) invece oltre a sbiancare è anche un potente disinfettante, ma può danneggiare i tessuti, è irritante per la pelle e per gli occhi ed è molto inquinante. Gli sbiancanti ottici contenuti nei detersivi aiutano a rendere candido, ma non hanno alcuna funzione biocida e possono avere un impatto ambientale negativo. 

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Candeggina, Amuchina, Napisan: disinfettano davvero?

Nella selva dei prodotti per bucato e pulizie la distinzione tra igienizzare e disinfettare genera ancora dubbi, esistono due categorie di prodotti:

  • detersivi/detergenti (igienizzanti);
  • biocidi/presidi medico-chirurgici (disinfettanti) 

La distinzione è netta, ma può confondere quando ci si trova di fronte allo scaffale: non solo perché alcuni prodotti riportano slogan ambigui, che giocano sull’assonanza dei termini “disinfettare” e “igienizzare”, ma anche perché le confezioni sembrano tutte uguali. E spesso lo stesso brand propone sia prodotti di un tipo che di un altro, alimentando la confusione. 

Tipo di prodotto Funzione Ingrediente caratterizzante In etichetta riporta
Detersivo o detergente Igienizza e pulisce Sostanze lavanti (tensioattivi) % e tipo di tensioattivi (ionici, anionico, non ionico)
eventuali conservanti e allergeni
Biocida o Presidio Medico Chirurgico Disinfetta e uccide i batteri Biocida (Benzalkonium chloride, Cetrimonium chloride)
Principio attivo e %
PMC autorizzazione ministeriale numero

 
Con il termine Amuchina per lavatrice, si definisce “additivo per bucato igienizzante” quindi aiuta a rimuovere lo sporco e i batteri, ma non contiene biocidi e quindi non disinfetta. Napisan per lavatrice è, invece, un additivo disinfettante promette la rimozione del 99,9% dei batteri, ma la sua azione non si esaurisce nel cestello della lavatrice, prosegue anche oltre andando a danneggiare gli ecosistemi acquatici. E la candeggina disinfetta davvero? Sì, la candeggina, ovvero l’ipoclorito di sodio, è un agente disinfettante molto efficace perché contiene cloro. Distrugge batteri, virus e funghi attraverso un processo chimico di ossidazione. Tuttavia, la sua efficacia dipende dalla corretta diluizione, dalla concentrazione e dal tempo di contatto. La candeggina non è un detergente, non rimuove lo sporco e deve essere usata con cautela perché può essere dannosa per la salute (irritante) e per l'ambiente. Quindi, un detergente domestico “con candeggina” potrebbe non essere molto più efficace nelle pulizie e l’aggiunta di candeggina al bucato oltre a rischiare di rovinarlo, non aiuta a disinfettare i capi che riponiamo nell’armadio.  Torna all'inizio

Bicarbonato, aceto e “rimedi naturali”: funzionano come disinfettanti?

I rimedi naturali possono avere delle funzioni ed essere utili nelle pulizie, ma in generale non sono efficaci per disinfettare. Disinfettare con il bicarbonato di sodio non è possibile perché non è in grado di eliminare batteri, virus o altri agenti patogeni in modo efficace. L'aceto è stato utilizzato come antisettico per la sua capacità di contrastare lo sviluppo di batteri, viene usato come conservante, ma l’uso per disinfettare non è raccomandabile. Infine, non dimentichiamoci dell'alcol, sostanza naturale disinfettante. Quello diventato famoso durante la pandemia è l’alcol denaturato o “alcol rosa” che non è naturale, ma si ottiene aggiungendo solventi, coloranti e additivi all’alcol etilico per renderlo non commestibile e non distillabile. L’efficacia biocida è provata, ma si tratta di un prodotto pericoloso, perché infiammabile, irritante e dannoso per certe superfici e inquinante. 

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Disinfettare troppo fa male?

L’uso eccessivo di disinfettanti è dannoso sia per le persone che per l’ambiente naturale: 

  • i biocidi sono tossici o irritanti per le vie respiratorie, possono provocare ustioni o lesioni alla cornea e sono corrosivi;
  • per quanto riguarda l’ambiente, sono inquinanti per le acque, tossici per gli organismi acquatici e per l’ecosistema marino, persistenti. 

Le persone non hanno bisogno di vivere in un ambiente sterile, privo di germi e batteri che sono fondamentali al corretto sviluppo e mantenimento del sistema immunitario e il contatto dirette con le sostanze biocide può essere nocivo. Inoltre, una volta dispersi nell’ambiente, i principi attivi continuano la loro “missione” biocida, danneggiando anche altri organismi e specie. Tanto è vero che i prodotti biocidi riportano il simbolo di pericolo del pesce morto e l’avvertenza “pericoloso per l’ambiente acquatico con effetti a lunga durata”. Insomma, per la pulizia della casa e per il bucato, i disinfettanti non servono: evitarli è una scelta che aiuta la sostenibilità ambientale. 

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Disinfettare i vestiti e tessuti: come funziona

Disinfettare una superficie dura o un oggetto liscio è semplice, ma richiede un prodotto idoneo e un tempo di contatto sufficiente che permetta al disinfettante di agire ed esplicare la sua azione battericida. In generale, per disinfettare i tessuti la soluzione migliore è aggiungere una sostanza battericida al lavaggio. Ribadiamo che è inutile disinfettare il bucato, gli additivi disinfettanti sono costosi e inquinanti e benché efficaci (si tratta di prodotti autorizzati dal ministero come presidio medico chirurgico), non migliorano il lavaggio e non garantiscono che il capo resti disinfettato una volta estratto dalla lavatrice perché l’ambiente in cui viviamo non è sterile. 

Esistono poi prodotti spray disinfettanti per tessuti, proposti per disinfettare i vestiti e gli imbottiti senza lavarli, sono presidi medico chirurgici che promettono di eliminare fino al 99,9% di virus, batteri e funghi, ma agiscono in superficie e non è detto che vaporizzando il prodotto si riesca a spruzzare un quantitativo sufficiente di biocida né che si riesca a farlo penetrare a sufficienza nelle fibre tessili per garantire l’efficacia disinfettante. Infatti, su alcuni prodotti viene indicato che l’efficacia dello spray è garantita solo su superfici dure e lisce. Utilizzare i prodotti biocidi spray può essere pericoloso, oltre che inutile, per cui è fondamentale seguire le avvertenze, in generale è opportuno coprire occhi e bocca, tenere lontani animali e bambini e areare la stanza prima di soggiornarvi oppure utilizzarli all’aperto. Eventuali tracce rimaste sui capi potrebbero essere fonte di sensibilizzazione o allergie a causa dello sfregamento dei tessuti con la pelle in persone sensibili. Esiste anche una gamma di spray igienizzanti per tessuti, in questo caso il prodotto dovrebbe servire a pulire, rimuovere meccanicamente lo sporco e le molecole odorigene, ma al contrario dei prodotti spray disinfettanti non sono PMC e non contengono agenti biocidi. Suggeriti per rinfrescare tende, divani e imbottiti sono poco utili perché non portano alla rimozione dello sporco, possono coprire gli odori con le loro profumazioni, ma ciò non vuol dire igienizzare. 

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