News

Buoni postali e quei rimborsi che le Poste ti chiedono di restituire

Cassa Depositi e Prestiti sbaglia i calcoli e liquida più interessi del dovuto ad alcuni sottoscrittori di Buoni postali. Ora però Poste chiede lo storno di quanto liquidato in eccesso. Una richiesta (che in alcuni casi supera i 6 mila euro) arrivata con troppo poco preavviso e che potrebbe portare altre spese e disagi ai consumatori. Se hai bisogno di assistenza contattaci.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
22 luglio 2025
Centrale operativa di Poste Italiane

I sottoscrittori di Buoni fruttiferi postali indicizzati emessi a marzo 2015 (facenti parte della serie J47 e rimborsati quindi a marzo 2025) stanno ricevendo in questi giorni da Poste Italiane una raccomandata in cui vengono informati che, un errore di calcolo da parte di Cassa Depositi e Prestiti (l’ente che ha messo i Buoni e che si occupa di rimborsarli attraverso Poste Italiane) “ha portato a liquidarLe un rimborso superiore al dovuto”.

La lettera informa pertanto che “si procederà… a effettuare uno storno di quanto non dovuto”, operazione che, secondo Poste, è “contrattualmente prevista per il recupero di somme erroneamente o indebitamente accreditate”.

Ma cosa è successo?

Cassa Depositi e Prestiti avrebbe, infatti, applicato coefficienti di indicizzazione all’inflazione sbagliati, che quindi hanno portato gli utenti a ricevere per i loro Buoni un rimborso superiore al dovuto.

La comunicazione, però, inviata il 14 luglio via raccomandata, informa i clienti che lo storno di quanto accreditato per errore è previsto per il 23 luglio direttamente su Conto Bancoposta. Nei fatti quindi i risparmiatori interessati hanno avuto poco più di una settimana per rimettere sul proprio conto le cifre che saranno stornate.

Lettera poste Buoni postali

Di che cifre stiamo parlando?

Abbiamo contattato Poste Italiane per avere informazioni sulla quantità di risparmiatori interessarti e sull’entità delle cifre che devono essere stornate. Da quanto ci ha riferito Poste si tratta di una platea di 6.500 risparmiatori e si tratterebbe di uno storno medio di circa 1.000 euro. Tuttavia dalle segnalazioni che i nostri avvocati stanno ricevendo in questi giorni ci sono casi di errori nei calcoli da parte di Cassa Depositi e Prestiti che possono arrivare anche a 6.000 euro in caso di investimenti più alti. Soldi, come abbiamo visto, da dover restituire nel giro di una settimana.

Il supporto di Altroconsumo

Abbiamo scritto a Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti chiedendo di evitare accanimenti su questa vicenda e quindi di dare la possibilità ai risparmiatori di restituire le somme con una rateizzazione e comunque in più tempo.

Per sapere se anche i tuoi buoni sono tra quelli interessati allo storno e per inviare un reclamo a Poste Italiane per chiedere il rimborso di spese e commissioni subite a causa dello storno (rate non pagate, bollette insolute, penali per mancati pagamenti…) puoi richiedere subito una consulenza gratuita con i nostri esperti della consulenza economica. E se anche i tuoi buoni non sono tra quelli interessati allo storno, ti aiutiamo a capire se il rimborso che hai ricevuto è stato calcolato correttamente.

Richiedi ora una consulenza

Una vicenda con troppi aspetti da chiarire

In tutta questa vicenda però ci sono a nostro avviso delle richieste eccessive da parte di Cassa Depositi e Prestiti (e di conseguenza anche di Poste). Proviamo a a ricostruire tutto ciò che non quadra partendo da alcune considerazioni.

  1. Il calcolo del rimborso è in mano a Poste Italiane che lo effettua sulla base di coefficienti comunicati da Cassa Depositi e Prestiti. Il risparmiatore quando riceve il rimborso ha poche possibilità di valutarne l’entità. E’ vero, c’è sul sito di Poste un calcolatore che permette di verificare il rimborso dei Buoni, ma in questo caso l’errore era presente anche lì.
  2. Il rimborso più alto è conseguenza di un errore tecnico di cui non è assolutamente responsabile il risparmiatore.
  3. L’errore è stato fatto a marzo del 2025 ma solo ora, a metà luglio, quindi dopo più di tre mesi dal rimborso, Poste ha comunicato l’errore ai clienti. E questo ha delle conseguenze negative; il denaro potrebbe essere stato utilizzato dal risparmiatore per altro e quindi potrebbe non essere più nelle sue disponibilità. E di questo non può essere considerato colpevole perché non si tratta di un bonifico o di un accredito chiaramente non dovuto. Le maggiori somme di cui si richiede lo storno erano frutto del rimborso di titoli e il risparmiatore non poteva essere consapevole dell’errore.
  4. Proprio per questo, a maggior ragione, il preavviso dato è inadeguato; serve dare la possibilità a chi ne fa richiesta di un tempo più lungo o di una rateizzazione. Abbiamo fatto questa richiesta a Poste, finora con poco successo. Ci auguriamo torni su suoi passi.
  5. Se pure sul conto o sul libretto ci fossero le disponibilità il risparmiatore potrebbe essere messo in difficoltà nel pagamento di rate o di bollette con altre conseguenze negative. Ed aldilà di tutto, le somme rimborsate potrebbero essere state destinate altrove (per esempio ad altri investimenti) e eventuali rimborsi anticipati potrebbero portare spese e commissioni aggiuntive di cui non può essere responsabile il risparmiatore.

La colpa non può essere del risparmiatore

Per giustificare lo storno nella comunicazione di Poste Italiane si fa riferimento ad una clausola del contratto del conto Bancoposta o del libretto: "Fatto salvo quanto previsto dal Contratto Quadro, il Correntista autorizza preventivamente Poste Italiane ad addebitare sul Conto Corrente, in qualsiasi momento, gli importi non dovuti al Correntista relativi a somme indebitamente e/o erroneamente accreditate sul Conto".

A nostro avviso però questo articolo non è applicabile alla situazione attuale. Non stiamo parlando di somme erroneamente accreditate sul conto. Non si tratta di un accredito dello stipendio o della pensione non dovuto o di un bonifico arrivato per sbaglio. Stiamo parlando del rimborso di Buoni sulla base di un calcolo che conteneva un errore tecnico di cui il risparmiatore non poteva essere consapevole. Per questo riteniamo non applicabile la clausola contrattuale.

Poste Italiane per compensare dei disagi i clienti li avvisa nella stessa comunicazione che dopo il buon esito dello storno alla sottoscrizione di un nuovo buono postale riceveranno un beneficio pari al 10% dello storno (con un massimo comunque di 150 euro). Beneficio da usare tra il 1 ottobre 2025 e il 31 marzo 2026. Davvero un compenso esiguo, considerando anche che sarà riconosciuto solo in caso di acquisto di un nuovo buono postale. Per gli altri non ci sarà nulla.