Antitrust multa Ryanair: 1,34 milioni di euro per aver fornito informazioni inesatte
Ryanair è stata multata con una sanzione da 1,34 milioni di euro per aver fornito informazioni inesatte e incomplete nel corso di un’istruttoria sulle modalità di vendita dei biglietti aerei tramite agenzie di viaggio, fisiche e online.

Nuova tegola per Ryanair. Dopo mesi segnati da rimborsi e contestazioni, la compagnia aerea low cost più grande d’Europa si trova di nuovo al centro di un provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. L’Antitrust ha infatti deciso di sanzionare Ryanair con una multa da 1,34 milioni di euro per non aver “fornito documentazione interna in realtà in suo possesso e nell’aver di conseguenza fornito informazioni inesatte, incomplete o fuorvianti sulle modalità di redazione di documentazione interna strategica e di mercato”.
La decisione è significativa perché arriva meno di un anno dopo la chiusura di un altro procedimento, quello del novembre 2024, quando la compagnia si era impegnata a rimborsare oltre un milione e mezzo di euro ai passeggeri che avevano subito costi extra per il check-in in aeroporto o per il servizio “priorità e bagaglio a mano”. Ora, però, lo scenario è diverso: non si tratta più di singoli supplementi applicati direttamente ai viaggiatori, ma di una strategia più ampia che – secondo l’Antitrust – ha inciso in modo significativo sulla concorrenza, limitando la libertà di scelta dei consumatori.
Torna all'inizioPerché Ryanair è stata multata
Tutto è partito da un’indagine su un presunto abuso di posizione dominante che l’Antitrust stava svolgendo su Ryanair e per cui aveva chiesto una serie di documenti che la compagnia irlandese non avrebbe fornito o avrebbe fornito solo parzialmente. Secondo il Garante, la low cost stava sfruttando la sua posizione nel mercato dei voli low cost per condizionare l’attività delle agenzie di viaggio, sia online sia tradizionali. Non si trattava di un blocco totale, ma di restrizioni e vincoli che rendevano più difficile per le agenzie proporre ai clienti le stesse condizioni disponibili sui canali diretti della compagnia.
Le criticità principali su cui si stava concentrando l’attività dell’Antitrust erano:
- l’accesso limitato alle tariffe: Ryanair avrebbe reso complesso per le agenzie accedere alle informazioni sui voli e proporre ai clienti le stesse condizioni del proprio sito ufficiale;
- la centralità dei canali diretti: la compagnia avrebbe progressivamente spinto i passeggeri a utilizzare esclusivamente il sito web e l’app, riducendo lo spazio competitivo delle agenzie;
- il biglietto come “porta d’accesso”: il documento sottolinea che il biglietto aereo rappresenta il primo passo nell’organizzazione di una vacanza. Controllando questa fase, Ryanair ha potuto orientare i consumatori anche verso altri servizi turistici – come hotel, noleggio auto o trasferimenti – estendendo così il proprio potere in mercati collegati;
- la trasparenza ridotta: i clienti avrebbero avuto meno possibilità di confrontare tariffe, pacchetti e condizioni, con il rischio di pagare prezzi più alti o di non accedere alle soluzioni più convenienti.
L’Antitrust ha definito queste pratiche gravi e prolungate nel tempo, poiché hanno inciso non solo sul mercato dei voli, ma anche su altri settori collegati al turismo.
Torna all'inizioLa replica di Ryanair
Ryanair ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione dell’Antitrust, definendo la sanzione “infondata e destinata a essere annullata in tribunale”. Secondo la compagnia, l’Autorità avrebbe erroneamente considerato semplici documenti interni di reportistica come un vero e proprio “business plan” per il mercato italiano, accusando Ryanair di averli omessi. La società sostiene invece di aver collaborato pienamente all’indagine e di non aver nascosto alcuna informazione.
Torna all'inizioDopo i rimborsi ai passeggeri del 2024
La nuova sanzione arriva a meno di un anno di distanza dal procedimento chiuso a novembre 2024, quando Ryanair aveva accettato di rimborsare oltre 1,5 milioni di euro ai passeggeri che avevano pagato costi extra tra il 2021 e il 2023 per il check-in in aeroporto o per il servizio “priorità e bagaglio a mano”.
Torna all'inizio