PRONTO TASSE Acconti, imposte e correzioni del 730

Gli acconti per l'anno in corso nella dichiarazione del redditi

correzioni 730

  • contributo tecnico di
  • Tatiana Oneta
21 marzo 2023
  • contributo tecnico di
  • Tatiana Oneta

Grazie al modello del 730, puoi sapere a quanto ammontano le imposte e se ti spetta un credito o se devi pagare. Se ti accorgi di qualche errore nella dichiarazione dei redditi, ti diciamo entro quando puoi fare le correzioni.

Gli acconti per l'anno in corso

Se per i redditi dell'anno prossimo decidi di non versare o di versare in misura inferiore gli acconti Irpef, devi compilare la sezione V del quadro F. Per l'Irpef esistono varie casistiche:

  • se il debito è inferiore a 51,65 euro, non devi versare nulla;
  • se il debito è superiore a 51,65 euro, il Fisco ti chiede ben il 100% del debito come acconto per quest’anno;
  • se il debito è inferiore a 257,52 euro, ti sarà trattenuto solo l'acconto unico di novembre;
  • se il debito è superiore a 257,52 euro, ti tratterranno il 40% dell’acconto nella prima busta paga o pensione utile, in base a quando hai presentato il 730 e il restante 60% a novembre.

Se fai il 730 senza sostituto d'imposta, le scadenze per il pagamento sono il 30 giugno (o il 30 luglio con la maggiorazione dello 0,4%) e il 30 novembre.

Facciamo un esempio

Se nel 2022 hai cambiato lavoro e non hai fatto conguagliare i redditi all’ultimo datore di lavoro, il saldo di imposte che pagherai sarà piuttosto salato. Il Fisco dà per scontato che se quest’anno il tuo conguaglio è a debito, lo stesso accadrà l’anno prossimo: per questo motivo ti chiede di versare l’acconto sui redditi dell’anno in corso. Tuttavia, nel nostro esempio, a meno che nel 2023 non si cambi di nuovo lavoro, il conguaglio non sarà certo così oneroso. Quindi, chi si trova in una situazione simile può decidere di non versare o versare in misura ridotta l’acconto per l’anno successivo.

Ricorda: in ogni caso, puoi aspettare il 10 ottobre 2023 per comunicare al tuo datore di lavoro di non addebitarti il secondo o unico acconto di novembre. In questo modo avrai una maggior certezza sull’andamento dell’anno fiscale e regolarti di conseguenza, anche perché se non versi gli acconti ma poi ti ritrovi nella stessa situazione dell’anno precedente, il Fisco ti chiede gli interessi e ti sanziona.

Addizionale comunale

Oltre all’acconto Irpef è dovuto anche l’acconto sull’addizionale comunale all’Irpef dovuta per il 2023, calcolata sul reddito dello scorso anno. Normalmente questo acconto viene trattenuto dal datore di lavoro, ma se questi non lo fa o lo fa in misura inferiore, verrà calcolato l’acconto pari al 30% dell’addizionale dovuta in base all’aliquota deliberata dal Comune dove hai la residenza al 1° gennaio 2023.

Cedolare secca

Se devi versare la cedolare secca sull’affitto invece, ricorda che l’acconto dovuto è pari al 100% della cedolare dovuta per l’anno scorso. Le regole per dividere gli importi tra primo e secondo acconto sono gli stessi dell’Irpef. Tieni presente che se hai sottoscritto questo regime di favore nella seconda parte del 2022, l’acconto da versare per il 2023 sarà di parecchio inferiore a quanto dovrai poi versare per l’affitto percepito tutto l’anno. Per questo motivo ricordati che nel 2024, quando presenterai il 730, il totale da pagare sarà piuttosto salato, perché corrisponde a quasi l’intera imposta dovuta per il 2023 più il 100% della stessa come acconto sul 2024.

Come non versare gli acconti

Se non vuoi versare acconti o versarne in misura inferiore a ciò che risulta dal 730, ecco come devi fare:

  • per non versare nulla in acconto Irpef, barra la casella 1 del rigo F6;
  • per versare un acconto Irpef inferiore a quello risultante dal 730, non barrare la casella 1, ma indica nella casella 2 la somma che ti deve essere trattenuta dal sostituto d’imposta nel corso del 2023;
  • per l’acconto dell’addizionale comunale 2023: se non vuoi versarlo, barra la casella 3 del rigo F6; se vuoi versarne solo una parte, indicala nella colonna 4;
  • per l’acconto della cedolare secca 2023: se non vuoi versarlo, barra la casella 5 del rigo F6; se vuoi versarne solo una parte, indicala nella colonna 6.

La colonna 7 del rigo F6 è dedicata a chi intende rateizzare quanto dovuto al Fisco a titolo di saldo e primo acconto per Irpef, addizionali e cedolare. Indica in quante rate vuoi fare i versamenti (da 2 a 5, massimo 4 per i pensionati). Se sei senza sostituto d'imposta puoi scegliere di rateizzare da un minimo di due a un massimo di sei rate. In questa casella il sostituto d’imposta che effettua il conguaglio sulla tua busta paga calcolerà gli interessi dovuti per la rateizzazione, pari allo 0,33% mensile.

Il rigo F8 è dedicato alle ritenute versate sulle locazioni brevi. In questo rigo devi indicare le ritenute riportate al punto 20 nel quadro dedicato alle locazioni brevi della CU, che ti ha consegnato l'intermediario immobiliare. Le ritenute sono quelle relative ai redditi da locazione che hai indicato nel quadro B o D per i quali nella relativa casella del punto 4 è indicato "2022". Se nella CU 2023 al punto 4 è indicato l’anno 2021, riporta le ritenute indicate nel punto 20, salvo che non siano già state indicate nella dichiarazione dei redditi dell'anno scorso. Se nella CU 2023 al punto 4 è indicato l’anno 2023, le ritenute andranno indicate nella dichiarazione dei redditi dell'anno prossimo.

Se hai una CU 2022 in al punto 4 era indicato il 2022, indica le ritenute indicate al punto 20 e relative ai redditi indicati nel quadro B.

Se hai più CU o sono compilati più righi dello stesso quadro, indica la somma delle ritenute.