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Benzina, rincari del 40% da inizio anno. L’indagine fra le insegne e le richieste al Governo

Prezzi alla pompa su anche del 40% rispetto a inizio anno. Di questo passo un litro di benzina a Pasqua costerà oltre 3 euro. Chiediamo al Governo l'azzeramento dell'Iva sui carburanti e ristori per i consumatori utilizzando l'extragettito Iva incassato dallo Stato in questi mesi di rincari. Chiediamo anche che si indaghi sulla filiera dei carburanti per porre fine a eventuali speculazioni.

  • contributo tecnico di
  • Tatiana Oneta
  • di
  • Luca Cartapatti
16 marzo 2022
  • contributo tecnico di
  • Tatiana Oneta
  • di
  • Luca Cartapatti
prezzi benzina speculazioni

Meme e battute in rete si sprecano ormai da giorni; ma c'è ben poco da ridere quando andiamo alla pompa a fare rifornimento. Se non altro perché a pagare una situazione non proprio cristallina sono ancora una volta i consumatori, i camionisti e le imprese. Che in poche settimane dall'inizio dell'anno, ad esempio, il diesel sarebbe aumentato fino al 40% senza un analogo balzo in avanti del prezzo del greggio, in pochi lo avrebbero potuto prevedere. E non c'è nulla da ridere neppure pensando a quello che ci aspetta: per andar via a Pasqua con l'auto dovremmo mettere in conto di spendere più di 3 euro al litro (e in base ai dati degli ultimi giorni la cifra potrebbe essere ancora più alta). 

Prezzi alla pompa: rincarano tutte le insegne

Invece i dati parlano chiaro. Siamo andati a vedere quanto costavano la benzina e il diesel (alla pompa in modalità "self", quella meno cara) nella prima settimana di gennaio e lo abbiamo confrontato con i prezzi praticati oggi dalle più note insegne distribuite sul territorio (considerando anche le cosiddette "pompe bianche", ovvero senza alcun marchio). Ebbene, nella migliore delle ipotesi il rincaro è stato solo (si fa per dire) del 21%, nel peggiore arriviamo anche al 40%

 

Benzina Self (prezzi al litro in euro)
Data Agip-Eni Api-Ip Esso Q8 Tamoil Pompe bianche
A inizio gennaio 1,844 1,817 1,869 1,818 1,835 1,818
Al 14 marzo 2,236 2,362 2,343 2,275 2,299 2,290
Differenza in % 21 % 30% 25% 25% 25% 26%

 

Guardando la tabella ci accorgiamo subito che per la benzina la maggior parte delle insegne prese in considerazione (che però ricordiamo sono quelle più diffuse sul territorio italiano) ha registrato un incremento del 25% da inizio anno a oggi, con insegne più "virtuose" (come Agip-Eni, +21%) e altre un po' meno (come Api-Ip +30%).

 
Diesel Self (prezzi al litro in euro)
Data Agip-Eni Api-Ip Esso Q8 Tamoil Pompe bianche
A inizio gennaio 1,734 1,693 1,741 1,699 1,732 1,675
Al 14 marzo 2,275 2,344 2,334 2,278 2,311 2,339
Differenza in % 31 % 38% 34% 34% 33% 40%

 

L'analisi della crescita dei prezzi del gasolio ci dimostra invece che, in pochissime settimane, abbiamo dovuto sborsare circa un terzo in più per fare un pieno. Se l'aumento rispetto a inizio anno per tutte e 5 le compagnie analizzate è superiore al 30%, è l'aumento registrato nelle "pompe bianche" (generalmente sinonimo di convenienza) che lascia sbalorditi: +40% da inizio anno.

La guerra, spartiacque dei rincari

Ci si chiede allora che cosa è successo da inizio anno ad oggi per far crescere così tanto i prezzi alla pompa. Questi aumenti sono frutto degli aumenti (ancora più elevati) del prezzo industriale dei carburanti (che però non va di pari passo con quello del greggio). Ma soprattutto, dal 24 febbraio, c'è la guerra in Ucraina. Ma davvero la guerra russo-ucraina giustifica aumenti di questo tipo sui carburanti?

Abbiamo monitorato l’andamento settimanale del prezzo industriale dei carburanti e abbiamo costatato un incremento di oltre il 2% a settimana almeno fino alle prime ore dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Poi, in soli 7 giorni, tra il 28 febbraio e il 7 marzo, l’aumento è salito del 8,94%. Purtroppo la situazione non sembra destinata a migliorare: secondo le nostre stime, se questo trend è confermato, entro Pasqua la benzina alla pompa costerà oltre 3 euro al litro, una cifra semplicemente insostenibile.

Chi ci guadagna, chi ci perde

Chi ci perde è presto detto: consumatori, autotrasportatori e imprese. Ma non tutti ci hanno perso da questa situazione. Questa impennata dei prezzi si traduce anche in maggiori entrate per le casse dello Stato, entrate supplementari e inaspettate perché legate a una percentuale sul prezzo finale: ovvero l'Iva. Ma di quanto stiamo parlando? Ipotizzando un consumo di 900 litri di carburante all'anno per ogni vettura, lo Stato ha incassato 1.500 euro di Iva in più per ogni automobile alimentata a benzina. Un extragettito da gennaio alla scorsa settimana solo di Iva sulla benzina del valore di 85 milioni di euro (prendendo a riferimento il prezzo alla pompa di dicembre 2019 e i consumi annui di benzina in litri).

Le nostre richieste al governo

In questa situazione, sarebbe quantomeno utile un intervento governativo per mitigare gli aumenti. Abbiamo scritto al ministro della Transazione ecologica Cingolani, al ministro dell'Economia Franco, al ministro per lo Sviluppo economico Giorgetti e all'Autorità Antitrust per chiedere interventi urgenti. Ecco le nostre proposte.

Occorre azzerare l'Iva

L'Iva sui carburanti va eliminata temporaneamente. Azzerando l’Iva attualmente applicata sul prezzo dei carburanti e sulle accise, si avrebbe una frenata dei rincari dei prezzi industriali sino a qui registrati. Se l’azzeramento fosse effettuato oggi, il prezzo della benzina tornerebbe a 1,70 euro al litro. Di contro, se non si arresta l’attuale crescita esponenziale, a Pasqua, come abbiamo avuto modo di anticipare, arriveremmo nuovamente a pagare la benzina 2,20 euro al litro.

Ristorare i consumatori con l'extragettito

Come abbiamo appena visto, un azzeramento dell'Iva darebbe un po' di respiro ma sposterebbe solo un po' più in là gli aumenti insostenibili che ci aspettano se il trend rimane invariato. Potrebbe aiutare certamente a calmierare i prezzi alla pompa anche utilizzare gli 85 milioni di euro fin qui raccolti dallo Stato con l'extragettito Iva per ristorare in qualche modo i consumatori e alleviare l’impatto diretto e indiretto sul loro portafoglio ma anche su quello dei liberi professionisti e delle imprese impegnate nel trasporto delle merci (una componente che sta già determinando rincari dei generi di consumo). A tal proposito possono essere considerate le soluzioni messe in campo da altri Paesi europei come ad esempio quella adottata in Francia: il governo transalpino utilizzerà l’extragettito Iva degli ultimi 6 mesi per fornire uno sconto ad automobilisti e camionisti direttamente alla cassa dei distributori.

L'ombra delle speculazioni

L’azzeramento dell’Iva e la proposta di utilizzare l'extragettito per ristorare gli utenti sono però interventi temporanei, che vanno accompagnati da una rapida investigazione delle cause che hanno portato a questi aumenti, per troppi versi incomprensibili.

L’Unem (l'associazione delle compagnie petrolifere) ha dichiarato che tutta la filiera sta subendo alti costi di approvvigionamento: di quali aumenti si tratta e cosa li ha generati? Analogamente, Assopetroli (l'unione dei distributori di benzina) parla di “profonde anomalie” lungo tutta la filiera e, in particolare, dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, il raddoppio e in alcuni casi la triplicazione della commissione di intermediazione applicata dalle raffinerie, o dagli importatori di prodotti raffinati, alla rivendita al distributore.

Non sarebbe la prima volta che, purtroppo solo a posteriori, si accerta l’esistenza di pesanti speculazioni nel mercato all’ingrosso sui prezzi dei carburanti. Rispetto al passato, tuttavia, non ci troviamo in presenza di una restrizione dell’offerta e le zone di estrazione del greggio non sono teatro di guerra o di tensioni (più di quanto non lo siano di solito da anni) tali da offrire una motivazione a tali speculazioni.

Un accertamento di quanto stia realmente accadendo nella catena di formazione del prezzo, e quindi nella filiera carburanti, diventa quindi importante e il governo ha tutti gli strumenti a disposizione per fare chiarezza su quanto sta realmente accadendo ai prezzi della benzina e per avvalersi della collaborazione delle Autorità di settore, come ad esempio l'Antitrust. Per questo chiediamo che venga avviata al più presto un’inchiesta per appurare cause, ed eventuali responsabilità degli operatori della filiera, per gli aumenti esponenziali del prezzo dei carburanti.

Sostieni anche tu le nostre richieste al governo per evitare che il carburante continui nella sua marcia verso aumenti non più sostenibili per consumatori, autotrasportatori e imprese.

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