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Voltura e subentro: differenze, costi e tempistiche

Devi cambiare casa e non sai come fare ad attivare un’utenza di luce e gas? Puoi fare una voltura oppure un subentro: dipende se gli inquilini precedenti hanno chiuso il vecchio contratto oppure ne hanno ancora uno attivo. Ecco quando usare l’uno e l’altro.

18 settembre 2018
Maxi bollette di luce e gas, che fare

Sei entrato nella tua nuova casa, una delle prime domande che ti fai riguarda inevitabilmente le nuove bollette. Se gli inquilini precedenti non hanno disdetto il contratto, dovrai cambiare il nome dell’intestatario della bolletta: dovrai fare quindi una "voltura". Se invece hai trovato i contatori disattivati e non ci sono luce e gas, dovrai procedere a fare un "subentro" per attivare una nuova fornitura. E' vero: voltura e subentro sono termini che ti capiterà di incontrare una o due volte in tutta la tua vita. Quando i due termini ti riguardano, però, meglio arrivare preparato e con le idee chiare, informato su differenze, costi e procedure delle due operazioni.

Quando fare la voltura

Quando gli inquilini precedenti non hanno disdetto il contratto per luce e gas, se accetti il vecchio fornitore e vuoi intestarti le nuove bollette devi fare la voltura. Il venditore è lo stesso e l’erogazione di energia elettrica e gas non viene interrotta: cambia soltanto il nome del titolare della fornitura.

Per chiedere la voltura devi rivolgerti al venditore che sta già erogando il servizio, secondo le modalità previste dal venditore stesso nel contratto.

Quanto costa la voltura?

Per quanto riguarda l’energia elettrica, i clienti che sono ancora nel mercato regolato dall’Autorità per l’energia (maggior tutela) devono pagare al venditore:

  • un contributo fisso di 27,03 € per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore, cioè l’azienda che si occupa della lettura e della manutenzione del contatore);
  • un ulteriore contributo fisso di 23 €;
  • l'imposta di bollo (16,00 €) sul nuovo contratto come previsto dalla normativa fiscale.

Poiché stai attivando un nuovo contratto, al momento della conclusione del contratto precedente il venditore ti chiederà un deposito cauzionale o un’altra garanzia equivalente. Questo deposito, però, non può essere addebitato a chi richiede la domiciliazione bancaria o su carta di credito della bolletta.

I clienti che sottoscrivono un’offerta nel mercato libero, procedura obbligatoria dal luglio 2020, devono pagare al venditore:

  • un contributo fisso di 27,03 € per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore);
  • eventuali oneri aggiuntivi specificati nei singoli contratti;
  • L'esercente può comunque richiedere al cliente, al momento della conclusione del contratto, un deposito cauzionale o altra garanzia, come indicato nei singoli contratti e, nei casi previsti dalla normativa fiscale, il pagamento dell'imposta di bollo (16,00 €).

Per la fornitura di gas non esiste una regola precisa dettata dall’Autorità. Dovrai consultare il sito del distributore. Chi è il distributore? Lo trovi indicato sulle bollette oppure lo puoi scoprire contattando il venditore.

Tempistiche

Il tempo tecnico minimo è pari a 4 giorni lavorativi dalla richiesta del cliente, come stabilito dall’Autorità.

Il dubbio più comune

Se il cliente precedente non ha pagato delle bollette, sarai tu a doverle pagare? Assolutamente no.

Quando fare il subentro

Il subentro è l'attivazione della fornitura da parte di un nuovo cliente con qualsiasi società di vendita, in seguito alla cessazione del contratto da parte del precedente cliente. Entri in un’abitazione vuota, le utenze sono staccate: devi riaprire i contatori e attivare le nuove bollette.

La richiesta di subentro va presentata al venditore secondo le modalità che quest’ultimo specifica nel contratto. Bisogna contattare la società di vendita e il venditore poi invierà la richiesta di attivazione al distributore, che gestisce i contatori. Il distributore provvederà all'attivazione entro 10 giorni lavorativi dal giorno in cui ha ricevuto la richiesta dal venditore.

Se per cause imputabili al distributore la fornitura viene attivata oltre il tempo previsto (solo per quanto riguarda il gas), il cliente dotato di un contatore fino alla classe G6 deve ricevere un indennizzo base di 35 € fino a un massimo di 105 € (accreditati nella fattura che si riceve dal venditore).

Quanto costa il subentro?

Per quanto riguarda l’energia elettrica, i clienti che sono ancora nel mercato regolato dall’Autorità (maggior tutela) devono pagare al venditore:

  • un contributo fisso pari a 27,03 € per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore);
  • un ulteriore contributo fisso pari a 23 €;
  • l'imposta di bollo sul nuovo contratto, pari a 16,00 €.
Per quanto riguarda il deposito cauzionale, valgono le considerazioni già fatte per la voltura.
I clienti che sottoscrivono un’offerta nel mercato libero, procedura obbligatoria dal luglio 2020, devono pagare al venditore:
  • un contributo fisso pari a 27,03 € per oneri amministrativi (che vengono richiesti a favore del distributore);
  • un eventuale addebito dei costi per la prestazione commerciale come indicato nei singoli contratti.
Per la fornitura di gas non c’è distinzione tra mercato regolato e libero. Quello che conta è il tipo di contatore installato. Verranno addebitati 30 euro nel caso dei contatori di classe G6 e 45 euro per le classi superiori. La classe del contatore è indicata sull’apparecchio, ma generalmente i contatori presenti presso i clienti domestici sono di classe G6. La somma va pagata al distributore.
 

Se in caso di subentro ci si trova di fronte alla necessità di dover attivare un nuovo contratto, in caso di voltura ci si chiede se l'offerta luce e gas attivata dagli inquilini precedenti sia davvero conveniente. In entrambi i casi il nostro consiglio è quello di mettere a confronto le offerte del mercato dell'energia. Per farlo abbiamo messo a tua disposizione il nostro comparatore di tariffe luce e gas: fai il calcolo e scopri qual è l'offerta che fa per te.