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Cambio di potenza del contatore: cos'è e come incide sulla bolletta elettrica

Per evitare un eccesso di potenza impegnata, che si traduce in bollette inutilmente più costose, è possibile modificare la potenza del contatore. Ma come fare? E quanto costa? Ecco come capire se il livello di potenza è quello giusto.  

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19 marzo 2024
Contatore elettrico cambiare potenza

Siamo davvero sicuri di utilizzare tutta la potenza del contatore elettrico che abbiamo a disposizione e per cui paghiamo?Per scoprirlo, basta leggere la bolletta. Guardando le varie voci possiamo scoprire l’effettivo valore della potenza da noi utilizzata e raffrontarlo a quello che stiamo pagando: nella seconda pagina della bolletta, nella stessa sezione dei consumi, è riportata infatti anche l’indicazione, per mese, della potenza massima prelevata. Possiamo a questo punto confrontarla con la "potenza impegnata" o meglio ancora con un'altra voce, la "potenza disponibile" ovvero l’effettiva possibilità di assorbire energia del nostro contatore e che in genere corrisponde a quella del contratto più un 10%

Cos'è la potenza impegnata

Ma che cos'è la “Potenza impegnata”? Si tratta del livello di potenza, espresso in kilowatt (kW), reso disponibile nel momento in cui si è attivato il contatore a nostro nome.
Se fino a qualche anno fa la quasi totalità delle abitazioni aveva una potenza del contatore di 3 kW, oggi le cose sono cambiate: la presenza di elettrodomestici sempre più evoluti, la diffusione degli impianti di raffrescamento e riscaldamento alimentati ad energia elettrica, richiede una maggiore potenza: il 4,5 kW o anche 6 kW, non è più una rarità.

L’importante, come sempre, è trovare il livello giusto per le nostre esigenze: per evitare di avere un contatore che continuamente “stacca”, a causa della potenza inferiore alle necessità, ma anche per evitare un eccesso di potenza impegnata, che si traduce in bollette inutilmente più costose.

Quali sono i livelli di potenza che un cliente domestico può scegliere nel momento in cui attiva un contatore? I valori saranno compresi tra 0,5 e 30 kW, come indicato nella tabella che segue.

 Potenza impegnata per i clienti domestici
0,5
 1
 1,5
 2
 2,5
 3
 3,5
 4
 4,5
 5
 5,5
 6
 7
 8
 9
 10
 15
 20
 25
 30

Come si nota dalla tabella, per quanto riguarda i livelli di potenza più bassi (fino al 6 kW, cioè i più diffusi) è possibile cambiare potenza anche di 0,5 kW. Ci sono, insomma, tante possibilità.

Si tratta di una novità degli ultimi anni, volta, appunto, a fare in modo che ognuno possa scegliere sulla base delle effettive esigenze. È comunque possibile richiedere dei livelli di potenza ulteriori. Bisognerà rivolgersi al soggetto deputato a tali operazioni, cioè l’impresa di distribuzione (responsabile dei contatori di casa nostra) operativa nella nostra zona.

Potenza impegnata e potenza disponibile: le differenze

Il nostro contatore è stato attivato per un certo livello di potenza, che, come anticipato, è la potenza impegnata. Abbiamo però un vantaggio, molto comodo soprattutto per i bassi livelli di potenza: il sistema elettrico consente di prelevare una potenza effettiva fino al 10% in più della potenza impegnata: significa, cioè, che un contatore di 3 kW di potenza impegnata, può, per un periodo di tempo limitato, prelevare più di 3 kW: fino a 3,3 kW. Funzione utilissima quando si cucina con il forno, per esempio, funzionano contemporaneamente ad esso anche asciugatrice e lavastoviglie.

Come fare a modificare la potenza del contatore

Il nostro riferimento è sempre il venditore. Sarà necessario presentare una richiesta, che la società di vendita provvederà ad inoltrare all’impresa di distribuzione, cioè il gestore della rete, responsabile di quanto accade al contatore. A seconda della potenza del nostro contatore, si avranno procedure, costi e tempistiche differenti.

Se la variazione riguarda un contatore con potenza disponibile fino a 6 kW (attenzione: il riferimento è la potenza disponibile: significa che stiamo parlando di contatori con potenza impegnata fino a 5 kW), il venditore propone direttamente un preventivo al cliente e se questi conferma, la società di vendita presenta la richiesta al distributore di zona. Il distributore deve effettuare l’operazione entro cinque giorni lavorativi (possono diventare di più, se si dovessero rendere necessari interventi straordinari, sulla rete o all’allaccio del contatore). Nel caso in cui il tempo effettivo di realizzo del lavoro avesse superato il tempo massimo previsto, il cliente avrà diritto a un indennizzo automatico, accreditato nella bolletta.

Per le forniture con potenza disponibile superiore a 6 kW, il venditore trasmette la richiesta al distributore. L’impresa distributrice ha tempo 15 giorni lavorativi per preparare un preventivo dei lavori da presentare al cliente. Se quest’ultimo accetta, si procede con i lavori.

Quanto costa modificare la potenza del contatore

Per i clienti del mercato libero, il costo delle variazioni della potenza dipende da quanto previsto nei singoli contratti. 

I clienti in Maggior Tutela (come i clienti vulnerabili) o in Tutele Graduali (chi non ha scelto un fornitore sul mercato libero) devono pagare al proprio venditore un contributo di 23 euro.

Attenzione anche al deposito cauzionale: se non si sceglie l’addebito automatico, un aumento di potenza determina anche un aumento dell’ammontare del deposito. Sarà chiesto quindi un adeguamento.

A prescindere dal regime di fornitura (mercato libero, tutele graduali o mercato tutelato), il venditore dovrà versare al distributore un contributo l’operazione di aumento di potenza: per i domestici si tratta di 61,26 euro se il nuovo livello di potenza disponibile non è superiore a 6 kW.

Facciamo quindi un esempio che potrebbe capitare di frequente: passare da 3 kW a 4 kW. Il contributo che va versato sicuramente è quello a favore del distributore: 61,26 euro, per 1,1 kW di potenza (si paga sulla potenza disponibile). Aggiungendo l’IVA al 10% si arriva a 74,12 euro per un kW in più.

Attenzione: se l’aumento di potenza serve per riportare il livello alla potenza precedente, a seguito di una precedente richiesta di riduzione, il contributo non è più richiesto.
Se il cliente, d’altra parte, richiede una diminuzione in seguito a un precedente aumento, il distributore restituirà, tramite il venditore, la corrispondente quota potenza del contributo versato in occasione dell'aumento.

Come fare a capire il livello di potenza “giusto”

Ancora una volta ci viene in aiuto la nostra bolletta: il venditore, infatti, deve indicare, per ogni mese, il massimo livello di potenza prelevato. Almeno una volta all’anno, poi, deve essere indicato il massimo livello prelevato negli ultimi 12 mesi.

Leggi anche la nostra news su consumi e costi degli elettrodomestici e i nostri speciali su quanto costa e come fare una voltura e su quando e come fare un subentro.