Allarme Dengue: quali i rischi e come proteggersi
La segnalazione di un focolaio di oltre cento casi nell’area di Fano nelle Marche ha riportato l’attenzione sulla dengue, malattia virale tropicale trasmessa dalle zanzare. Il riscontro di un’ampia trasmissione locale è prova concreta del rischio che questa malattia possa diventare endemica anche nel nostro paese.

In questo articolo
- Che cosa sta succedendo?
- Perchè questo focolaio preoccupa le autorità sanitarie?
- Cosa ha fatto finora l’Italia per ridurre il rischio di trasmissione?
- Casi di dengue in Italia: la situazione in questo momento
- Cosa fare? Come proteggersi?
- Come difendersi dalle zanzare
- La vaccinazione per i viaggiatori
- Come riconoscere la dengue?
- Perché si sta diffondendo?
Che cosa sta succedendo?
Nell’area di Fano, comune del marchigiano, si sta registrando un ampio focolaio di dengue, una malattia virale trasmessa dalle zanzare, molto diffusa in aree tropicali e sub-tropicali ma di norma assente nel nostro paese e in Europa. Al primo di ottobre si contano oltre centotrenta casi confermati.
La regione Marche ha avviato subito già a settembre delle azioni mirate di disinfestazioni e di monitoraggio delle zanzare infette nell'area di Fano, con l’obiettivo di bloccare la trasmissione dell’infezione, che è possibile solo attraverso la puntura di una zanzara tigre che abbia già punto una persona infetta. Al contempo è partita una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione sulla necessità di eliminare il più possibile le acque stagnanti da giardini e aree private e proteggersi dalle punture di zanzara. Sono stati distribuiti anche 800 kit di “protezione” al prezzo calmierato di 15 euro, comprendenti 10 larvicidi per trattare aree domestiche a rischio larve (tombini, grondaie, ecc…), un repellente spray e un disinfettante (dalla dubbia utilità, però, stando anche a quanto è emerso sulla composizione di questi ultimi).
In questo momento, nonostante di settimana in settimana continui ad aumentare il numero di casi confermati nell’area di Fano, il focolaio marchigiano sembra essersi ormai spento, visto che le nuove notifiche riguardano infezioni verificatesi nelle settimane precedenti. Si sono però registrati vari casi e focolai di piccole dimensioni in altre regioni italiane, per un totale di circa 200 casi.
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Il riscontro di questo focolaio preoccupa perché non è la prima volta che nel nostro paese si registra una diffusione locale di questa infezione e perché esiste il rischio concreto che la malattia diventi endemica anche nel nostro paese.
La dengue in questo momento è presente soprattutto in America Latina, ma anche in Africa, Medio Oriente e Sud Est Asiatico. Negli ultimi due anni si è particolarmente diffusa in Brasile, dove si sono registrati milioni di casi e centinaia di morti. Ma l’aumento dei casi è avvenuto a livello globale, con un stima di centinaia di migliaia di infezioni all’anno, tanto da aver portato l’OMS a dichiarare la dengue un’emergenza sanitaria internazionale.
In Italia, fino al 2022, gli unici casi di dengue registrati dalle autorità sanitarie erano di provenienza estera, cioè persone di ritorno da viaggi internazionali che si sono infettate all’estero e che ne hanno poi mostrato sintomi della malattia una volta arrivati in Italia (i cosiddetti “casi di importazione”). Negli ultimi dieci anni, il numero di questi casi era di circa un centinaio all’anno , ma con l’aumento dei casi a livello internazionale, il numero di casi di importazione è aumentato in modo sensibile: nel 2023 erano triplicati (da circa 100 a circa 300 all’anno) e nel 2024 se ne contano già oltre 450.
L’aumento della presenza di casi di importazione sul territorio costituisce un rischio che prima o poi si verifichi una trasmissione locale dell’infezione, che nel nostro paese è possibile grazie alla zanzara tigre. Purtroppo questo è accaduto per la prima volta nel 2023, quando in Lombardia e Lazio si sono registrati i primi focolai locali di dengue, con 82 casi accertati in tutto. Ora il focolaio di Fano con oltre 130 casi spaventa per la concreta possibilità che se non controllata, questa infezione possa diventare endemica anche nel nostro paese, come è già successo per un’altra infezione trasmessa dalle zanzare: il virus West Nile.
In risposta all’allarme internazionale l’Italia ha puntato principalmente a impedire l’importazione delle zanzare infette, alzando il livello di allerta per i controlli anti-dengue in porti e aeroporti sui mezzi e le merci in arrivo dai Paesi a rischio, in particolare sui velivoli provenienti da Argentina, Cina, Messico, Brasile, Maldive, Etiopia e nei porti, sulle navi merci che giungono dall’Africa.
In questi paesi la diffusione della dengue è sostenuta da una zanzara, la Aedes aegypti, cugina della “nostrana” zanzara tigre (Aedes albopictus) ma più abile a diffondere l’infezione. La dengue, infatti, non può essere trasmessa direttamente da uomo a uomo, ma solo tramite la puntura di una zanzara che abbia prima punto una persona infetta e la Aedes aegypti è ritenuta il vettore più efficiente. Nel nostro paese questa zanzara non è presente, ma non si può escludere che col cambiamento climatico in corso, prima o poi questa zanzara non arrivi (tramite navi o aerei) anche nel nostro paese, trovando un clima più adatto a lei. D’altra parte così è stato decenni fa anche per la zanzara tigre, arrivata nel nostro paese dall’Asia negli anni ’90, a bordo delle navi container. Ora la zanzara tigre è diffusa in tutto il paese e oltre a tormentarci ogni estate, è possibile diventi un vettore di dengue sul nostro territorio.
Per questo motivo in Italia e più in generale in Europa sono già presenti piani di sorveglianza e contrasto delle malattie trasmesse da zanzare. Per le malattie virali trasmesse da zanzare che, come la dengue, non hanno serbatoi animali importanti, è prevista la sorveglianza dei casi umani, dei donatori di sangue e organi e delle zanzare (tigre in questo caso).
In questo momento, in Italia, stiamo osservando il numero di casi di dengue più alto degli ultimi 10 anni: sono infatti 650 i casi accertati, tra casi importati e casi autoctoni.
In particolare, i casi di importazione sono aumentati molto rispetto a soli due anni fa, riflesso sia dell’emergenza internazionale, sia della maggiore attenzione dei sanitari: quest’anno i casi importati sono oltre 450, in larga parte arrivati in Italia dal Sud America, India e Sud Est asiatico. Fortunatamente, nessun decesso.
Ai casi importati vanno purtroppo aggiunti i numerosi casi autoctoni dovuti alla trasmissione locale dell’infezione, presente i modo massiccio nelle Marche con oltre 130 casi e in altre regioni, quali Emilia Romagna (dove c’è un focolaio di oltre 30 casi), Lombardia, Veneto, Abruzzo e Toscana, per un totale di casi che ormai è salito a circa 200. Solo tre settimane fa erano poco più di sessanta. Per fortuna il focolaio più importante, quello della zona di Fano, sembra ormai essersi spento.
Questo è quindi il secondo anno in cui registriamo una importante circolazione locale: nel 2023, ci sono stati quattro focolai, uno in Lombardia e tre nel Lazio, con 82 casi di persone infettate, a fronte di 295 casi di importazione.
È di primaria importanza difendersi dalle zanzare, sia a casa, sia in viaggio.
Se si viaggia è importante informarsi sul Paese di destinazione e prendere tutte le precauzioni necessarie per proteggersi dalle zanzare. È stato recentemente autorizzato anche un vaccino, il Qdenga, disponibile a pagamento per i viaggiatori, i cui dati di efficacia però non sono definitivi. La prima regola rimane quindi quella di proteggersi dalle punture.
E per chi è di ritorno è importante non trascurare alcun sintomo, anche leggero, di tipo influenzale: la dengue si manifesta con febbre, mal di testa, forti dolori muscolari e articolari, nausea e vomito, dolore agli occhi ed eruzioni cutanee. In questi casi è opportuno rivolgersi al medico per sapere cosa fare, informandolo del viaggio a rischio.
La misura preventiva più efficace contro la Dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare tigre sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata. In particolare:
- Indossare abiti che coprano la maggior parte del corpo (e calze spesse) e di colore chiaro
- Dotarsi di zanzariere a porte e finestre
- Evitare di lasciare anche piccole quantità di acqua stagnante in casa o sul balcone
- Usare repellenti sulla pelle che rimane scoperta: per proteggersi è necessario un repellete “tropicale”. Scopri il migliore repellente per zanzare tropicali secondo le nostre prove di laboratorio
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- Evita invece i prodotti che non funzionano contro le zanzare
A fine 2022 è stato autorizzato un vaccino per la prevenzione della Dengue. Il nome commerciale è Qdenga ed è un vaccino tetravalente , che contiene cioè i quattro sierotipi del virus in forma viva attenuata (cioè in grado di replicarsi ma non in grado di dare la malattia sintomatica). Per l’immunizzazione completa sono necessarie due dosi a distanza di tre mesi l’una dall’altra. Qdenga è indicato a partire dai quattro anni d’età. Come altre vaccinazioni per i viaggiatori, questa vaccinazione è disponibile dietro ricetta medica solo a pagamento e costa 176 euro per dose.
Stando ad una recentissima revisione degli studi disponibili su questo vaccino, Qdenga può ridurre di circa il 60% il rischio di malattia. L’efficacia è stata però valutata solo in bambini e adolescenti tra i 2 e i 18 anni d’età. Non è detto che lo stesso grado di efficacia si registri tra adulti e anziani. Non solo: gli studi sono stati condotti in paesi in cui la dengue è diffusa e solo circa un quarto dei bambini e ragazzi arruolati non avevano già precedenti anticorpi per la dengue. L’efficacia è risultata più bassa tra i bambini mai venuti a contatto con i virus (assestandosi al 50%). Questo dato è più rappresentativo della possibile efficacia della vaccinazione in persone mai venute prima in contatto con la dengue. Inoltre, la protezione dalla malattia non è la stessa per tutti e quattro i sierotipi virali della dengue, tanto che l’efficacia verso due di essi è del tutto incerta tra i bambini mai esposti alla dengue.
Non è noto per quanto tempo duri l’immunità e se quindi sia necessaria una dose di richiamo. Chi si vaccina deve quindi continuare a proteggersi dalle punture di zanzara. E in caso si manifestino sintomi suggestivi di Dengue, è opportuno richiedere assistenza medica. Lo dice la stessa scheda tecnica del vaccino. In termini di effetti indesiderati, la somministrazione potrebbe dare cefalea e dolori muscolari (fino ad un terzo dei casi), oltre che malessere, stanchezza, febbre e dolore nel sito di iniezione.
Di origine virale, la Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 7 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.
Più raramente (nel 5% dei casi) si può presentare nella forma molto più grave di febbre emorragica (con vomito persistente, forte dolore addominale e sanguinamento gastrointestinale o vaginale), che in gran parte dei casi si verifica in chi è guarito da una prima infezione con un differente sierotipo del virus. L'infezione infatti conferisce immunità a lungo termine contro il singolo sierotipo, ma dà solo una protezione di breve durata contro gli altri sierotipi di Dengue.
La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue. La maggior parte delle persone guarisce spontaneamente in due settimane.
Non esiste un trattamento specifico per la Dengue e, nella maggior parte dei casi, le persone guariscono spontaneamente in due settimane. Le cure di supporto consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi per combattere la disidratazione.
L’aumento delle segnalazioni di casi di malattie trasmesse dalle zanzare (come la Dengue) e dei paesi interessati da queste malattie (non più solo tropicali o subtropicali, dove sono endemiche da decenni) si ritiene dipenda da vari fattori che portano e incrementano le zanzare in aree e latitudini dove prima erano assenti o rare:
- Il cambiamento climatico in atto verso il riscaldamento globale e le situazioni climatiche estreme (siccità e inondazioni) sta già modificando i tipi di zanzare prevalenti nelle diverse aree geografiche. Le zanzare del tipo Aedes (come la zanzara tigre) preferiscono temperature vicine ai 29°C temperature raggiunte sempre più spesso nelle “isole di calore” urbane, preferendo riprodursi in piccole pozze in container, vasi, copertoni, immondizia. Le Aedes si muovono e pungono anche di giorno, un comportamento che aumenta la possibilità di essere punti.
- La deforestazione sovverte gli equilibri ecologici di varie specie animali che in precedenza vivevano lontane dagli insediamenti umani. L’impiego di sempre più vasti territori per l’agricoltura e l’allevamento di bestiame su vasta scala creano grandi serbatoi animali di malattie, potenzialmente infettabili e infettanti, a contatto con l’uomo. L’irrigazione di zone precedentemente aride facilita il moltiplicarsi delle aree di riproduzione delle zanzare.
- Nei paesi in via di sviluppo, la rapida urbanizzazione con l’affollarsi di molte persone, spesso povere, in abitazioni non igieniche, senza acqua corrente e fogne, con infissi scadenti e senza zanzariere, può facilitare il contagio. La concentrazione abitativa urbana rende ovviamente più facile per una zanzara pungere un infetto e poi propagare l’infezione a molte persone, anche se il rischio sembra associarsi più a povertà e carenze infrastrutturali che all’urbanizzazione in senso stretto
- Rispetto all’espansione delle malattie trasmesse da zanzare in Europa, si è rivelato importante anche il commercio internazionale con il trasporto via container, che ha permesso di introdurre specie estranee e invasive di zanzare, come le Aedes, di cui fa parte anche la zanzara tigre.
- Il turismo per via area, con la possibilità di rapidissimi spostamenti di persone infette, introduce un ulteriore fattore di rischio. Sono sufficienti poche persone, anche asintomatiche, che abbiano contratto l’infezione in zone endemiche, per portare l’infezione dove non è presente. La conseguenza è l’accendersi e spegnersi improvviso di focolai con trasmissione locale da parte di zanzare locali.