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Vaccini Covid: ancora consigliati per i fragili. Le risposte ai dubbi più frequenti

A partire da ottobre sarà disponibile il richiamo annuale della vaccinazione anti-Covid. Avranno priorità i più fragili e le categorie a rischio, ma il vaccino sarà somministrato gratuitamente a tutti quelli che lo richiederanno. Ma è davvero necessaria la dose di richiamo? Quali categorie hanno la priorità? A chi ci si rivolge per fare la vaccinazione? Ecco tutte le risposte ai dubbi più diffusi.

Con il contributo esperto di:
18 settembre 2024
Siringa in mano con fiala di vaccino

È ai blocchi di partenza in tutte le regioni italiane la campagna annuale di vaccinazione anti-Covid, che a cominciare dal mese di ottobre si affiancherà a quella contro l’influenza. Come lo scorso anno scorso, una formulazione aggiornata del vaccino sarà proposta e somministrata in via prioritaria alle categorie più fragili, come le persone con più di 80 anni o residenti nelle RSA e via via offerta a tutte le categorie a rischio (le stesse della scorsa stagione) individuate dal Ministero della salute. E a seconda della disponibilità di dosi, sarà estesa a tutti coloro che lo vorranno, in modo gratuito.

Anche se il Covid non preoccupa più come un tempo, l’infezione continua a circolare in misura significativa, come testimonia l’emergere costante di nuove varianti del virus. Con l’abolizione di ogni tipo di isolamento e di ogni obbligo di test, il virus si è diffuso per lo più sotto traccia, confondendosi con le altre malattie febbrili e respiratorie. Ma il Covid non va sottovalutato, perché è ancora un rischio rilevante per molte persone, soprattutto le più fragili, ma anche perché l’infezione può lasciare strascichi gravi, che hanno preso il nome di long covid. La vaccinazione può quindi fornire una difesa in più in vista di questo inverno. Vediamo cosa serve sapere sulla imminente campagna vaccinale, rispondendo ai dubbi più comuni.

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Perché c’è la necessità di una vaccinazione di richiamo?

Con l’arrivo della stagione fredda, il virus rischia di diffondersi con più facilità, come accade tipicamente per quelle infezioni che chiamiamo “malattie da raffreddamento”. Anche se il Covid non è una malattia stagionale come l’influenza, la sua circolazione aumenta sia in funzione di quanto è “scoperta” la popolazione, sia in funzione di quanto sono favorevoli le condizioni per la sua trasmissione. Avvicinandoci all’inverno, stagione in cui le infezioni virali respiratorie si diffondono più facilmente per via del maggior tempo passato al chiuso con altre persone sia sul lavoro, sia nel tempo libero, una vaccinazione anti-Covid con una formulazione aggiornata può essere utile a rinverdire le difese, aiutando a ridurre la mortalità e le ospedalizzazioni causate dalle forme gravi di Covid nelle persone anziane e con elevata fragilità e a proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. Torna all'inizio

A chi è offerto il vaccino gratuitamente?

La campagna vaccinale anti-Covid prevede l’offerta gratuita prioritaria alle categorie a rischio definite dalla circolare del Ministero della salute. Ecco quali:

  • persone di età pari o superiore a 60 anni;
  • ospiti delle strutture per lungodegenti;
  • donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;
  • pperatori sanitari e sociosanitari con compiti assistenziali e studenti in formazione;
  • persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave, il cui elenco (non esaustivo) è consultabile nell’allegato 2 della circolare ministeriale. 
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A chi va la priorità?

In fase di avvio della campagna, la vaccinazione, sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario, agli operatori sanitari e sociosanitari.

La circolare precisa infine che tutti possono accedere gratuitamente al vaccino anticovid in modo gratuito, consigliandola in modo particolare a familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità.

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C’è qualche tipo di obbligo vaccinale?

No, il nuovo richiamo non è obbligatorio ma solo raccomandato per alcune categorie di cittadini: quelli più a rischio di aggravarsi e il personale sanitario. Torna all'inizio

Quale vaccino viene somministrato?

Per ora viene offerta una dose del vaccino Comirnaty JN.1 di Pfizer, di cui è stata già avviata la distribuzione alle Regioni. Sono però in via di autorizzazione altri vaccini aggiornati.

Come per lo scorso anno, il vaccino è aggiornato in linea con le indicazioni di OMS, Centro europeo di controllo delle malattie e Agenzia europea del farmaco. Il vaccino è aggiornato alla variante JN.1, che si ritiene possa ben rappresentare i virus previsti in circolazione nei prossimi mesi e quindi stimolare difese efficaci in grado di intercettare anche nuove varianti.

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Quante dosi servono?

Per il richiamo è prevista una sola dose intramuscolo del vaccino Comirnaty JN.1. Questo vale sia per chi in passato è stato vaccinato almeno una volta, sia per coloro che non si sono mai vaccinati prima contro il Covid (tranne per i bambini fino ai 4 anni, cui serve un ciclo di tre dosi se non sono mai stati vaccinati prima). Prima di questo richiamo devono essere passati almeno tre mesi dalla precedente vaccinazione. Torna all'inizio

Dove ci si vaccina?

L’organizzazione dell’offerta vaccinale è di pertinenza regionale, quindi le modalità differiscono a livello locale. Ci sono più possibilità: andare nello studio del proprio medico di base oppure recarsi in farmacia. In alcuni casi la vaccinazione è effettuata anche negli ambulatori delle Asl. Gli hub vaccinali invece non esistono più da tanto tempo. Torna all'inizio

Bisogna prenotare?

Sì, bisogna fissare un appuntamento con il medico di famiglia o con la farmacia. Alcune Regioni hanno attivato numeri di telefono e siti internet attraverso i quali chiedere informazioni. La presentazione diretta in hub vaccinali non è più prevista. Torna all'inizio

Si può fare il vaccino Covid insieme a quello per l'influenza?

Sì, la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale è possibile, al netto di eventuali considerazioni del medico. Nel caso della somministrazione di due vaccini per via intramuscolare, nella stessa seduta vaccinale, è possibile utilizzare due sedi anatomiche differenti (ad esempio, deltoide destro e deltoide sinistro) oppure la stessa sede anatomica (entrambi nel deltoide sinistro); in questo caso devono essere iniettati a distanza di almeno 2,5 cm l'uno dall'altro, al fine di ridurre la probabilità di reazioni locali sovrapposte

È possibile la co-somministrazione anche con altri vaccini, ma non con tutti. Ad esempio, non è possibile co-somministrare il vaccino anticovid con quello contro l’mpox (vaiolo delle scimmie). Devono passare almeno 4 settimane.

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Per i bambini il vaccino è diverso?

Per i bambini è per ora prevista la somministrazione del vaccino Comirnaty di Pfizer, ma con dosaggi diversi in funzione dell’età. A partire dai 12 anni, la dose somministrata è la stessa degli adulti, mentre per i bambini dai 5 anni in su è prevista una dose pari ad un terzo di quella degli adulti. I bimbi dai sei mesi ai 4 anni compresi possono essere vaccinati, ma la dose prevista è un decimo di quella prevista per gli adulti. Solo per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni che non sono stati vaccinati in passato o che non hanno mai avuto il covid è prevista la somministrazione di 3 dosi, di cui la seconda a 3 settimane dalla prima e la terza a 8 settimane dalla seconda. Torna all'inizio

Se ho avuto il Covid, è controindicato il vaccino?

No, l’aver contratto il Covid, anche di recente, dopo il precedente richiamo vaccinale, non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione. Non c’è quindi una indicazioni di quanti mesi devo essere trascorsi tra l’ultima volta in cui ci si è ammalati e la somministrazione del richiamo. Se però ci si ammala di Covid molto a ridosso del previsto appuntamento per il vaccino, è meglio discutere col medico se sia ancora opportuno vaccinarsi. Inoltre, tra le avvertenze del vaccino è raccomandato di rinviare la vaccinazione in caso di infezione o malattia febbrile acuta. Torna all'inizio

Il vaccino è aggiornato?

I vaccini previsti per questo richiamo sono versioni aggiornate dei vaccini somministrati in precedenza. Come abbiamo ormai imparato durante la pandemia, il coronavirus muta man mano che si diffonde nella popolazione. Per avere vaccini sempre validi, la loro formulazione va periodicamente aggiornata, per far sì che il vaccino alleni il sistema immunitario in modo da riconoscere le nuove varianti. È però cruciale la decisione su quale virus prendere a modello per aggiornare i vaccini.

La decisione su come aggiornare i vaccini è presa a livello internazionale, sulla base di predizioni ragionate sull’evoluzione del virus e sulle varianti che si presume circoleranno maggiormente. In Europa, le autorità scientifiche - OMS, Centro europeo per il controllo delle malattie e Agenzia europea del farmaco - hanno raccomandato di aggiornare i vaccini anti-Covid sulla base variante JN.1, mentre negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha raccomandato di usare un’altra variante, la KP.2.

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Il vaccino aggiornato sarà davvero protettivo?

Nessuno può davvero saperlo. La decisione su come aggiornare il vaccino viene infatti presa con molto anticipo, per permettere ai produttori di vaccini di fabbricarli e distribuirli per tempo. Esiste quindi la possibilità che la predizione su come evolverà il virus non sia corretta e che i vaccini riformulati non siano poi così in grado di proteggerci dal Covid.

Se guardiamo però a quanto accaduto finora, non c’è ragione di essere pessimisti. Nonostante la vaccinazione contro il Covid non si sia sempre rivelata uno scudo molto efficace o duraturo nei confronti dell’infezione, è stata però fondamentale a ridurre la gravità dei casi e il numero di ricoveri e morti, tanto che oggi sono un evento raro. Ciò significa che la vaccinazione ci ha fornito una protezione, seppur parziale e seppur temporanea, nei confronti delle varianti e delle sottovarianti nate dalla mutazione del virus originario, verso cui siamo stati (ampiamente) vaccinati.

L’esperienza pregressa dimostra quindi che un richiamo aggiornato offre una protezione aggiuntiva nei tre/sei mesi successivi all’immunizzazione. Per questo motivo le autorità sanitarie europee ritengono che una campagna vaccinale con un’elevata adesione possa ridurre significativamente ricoveri e decessi per Covid attesi nel prossimo autunno-inverno.

 

Leggi anche la nostra news sull'isolamento non più obbligatorio e il nostro approfondimento su cosa fare se sei o pensi di essere positivo.

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