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Vaccini Covid: ancora consigliati per i fragili. Le risposte ai dubbi più frequenti

A partire da ottobre sarà disponibile il richiamo annuale della vaccinazione anti-Covid. Avranno priorità i più fragili e le categorie a rischio, ma il vaccino sarà somministrato gratuitamente a tutti quelli che lo richiederanno. Ma è davvero necessaria la dose di richiamo? Quali categorie hanno la priorità? A chi ci si rivolge per fare la vaccinazione? Ecco tutte le risposte ai dubbi più diffusi.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
08 ottobre 2025
Siringa in mano con fiala di vaccino

Come l’anno scorso, nel mese di ottobre parte in tutte le regioni italiane la campagna annuale di vaccinazione anti-Covid, che va ad affiancarsi a quella contro l’influenza. Come sempre, una formulazione aggiornata del vaccino sarà proposta e somministrata in via prioritaria alle categorie più fragili, come le persone con più di 80 anni o residenti nelle RSA e via via offerta a tutte le categorie a rischio (le stesse della scorsa stagione) individuate dal Ministero della salute. E a seconda della disponibilità di dosi, sarà estesa a tutti coloro che lo vorranno, in modo gratuito.

Anche se il Covid non preoccupa più come un tempo, l’infezione continua a circolare in misura significativa, come testimonia l’emergere costante di nuove varianti del virus. Con l’abolizione di ogni tipo di isolamento e di ogni obbligo di test, il virus si è diffuso per lo più sottotraccia, confondendosi con le altre malattie febbrili e respiratorie. Ma il Covid non va sottovalutato, perché è ancora un rischio rilevante per molte persone, soprattutto le più fragili, ma anche perché l’infezione può lasciare strascichi gravi, che hanno preso il nome di long covid. La vaccinazione può quindi fornire una difesa in più in vista di questo inverno. Vediamo cosa serve sapere sulla imminente campagna vaccinale, rispondendo ai dubbi più comuni.

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Perché c’è la necessità di una vaccinazione di richiamo?

Con l’arrivo della stagione fredda, il virus del Covid rischia di diffondersi con più facilità, come accade tipicamente per quelle infezioni che chiamiamo “malattie da raffreddamento”. Anche se il Covid non è una malattia stagionale come l’influenza, la sua circolazione aumenta sia in funzione di quanto è “scoperta” la popolazione, sia di quanto sono favorevoli le condizioni per la sua trasmissione. Avvicinandoci all’inverno, stagione in cui le infezioni virali respiratorie si diffondono più facilmente, una vaccinazione anti-Covid con una formulazione aggiornata può essere utile a rinverdire le difese, aiutando a ridurre la mortalità e le ospedalizzazioni causate dalle forme gravi di Covid nelle persone anziane e con elevata fragilità e a proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari. Torna all'inizio

A chi è offerto il vaccino gratuitamente?

La campagna vaccinale anti-Covid prevede l’offerta attiva e gratuita alle seguenti categorie di persone, come definito dalla circolare annuale del ministero della Salute. Ecco quali:

  • persone di età pari o superiore a 60 anni;
  • ospiti delle strutture per lungodegenti;
  • donne che si trovano in qualsiasi trimestre della gravidanza o nel periodo “postpartum” comprese le donne in allattamento;
  • operatori sanitari e sociosanitari con compiti assistenziali e studenti in formazione;
  • persone dai 6 mesi ai 59 anni di età compresi, con elevata fragilità, in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio di COVID-19 grave, il cui elenco (non esaustivo) è consultabile nell’allegato 2 della circolare ministeriale. 

La vaccinazione è consigliata anche a familiari, conviventi e caregiver di persone con gravi fragilità. Per essi, così come per tutte le persone che non rientrano nelle categorie a rischio, la vaccinazione è raccomandata e può essere richiesta gratuitamente, in funzione delle scorte e dell’organizzazione regionale. 

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A chi va la priorità?

In fase di avvio della campagna, la vaccinazione, sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario, agli operatori sanitari e sociosanitari.

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C’è qualche tipo di obbligo vaccinale?

No, il richiamo annuale non è obbligatorio ma solo raccomandato per alcune categorie di cittadini: quelli più a rischio di aggravarsi e il personale sanitario. Torna all'inizio

Quale vaccino viene somministrato?

Per ora viene offerta una dose del vaccino Comirnaty LP.8.1 di Pfizer, di cui è stata già avviata la distribuzione alle Regioni. Come per lo scorso anno, il vaccino è aggiornato in linea con le indicazioni di OMS, Centro europeo di controllo delle malattie e Agenzia europea del farmaco. Il vaccino è aggiornato alla variante LP.8.1 del virus SARS-CoV-2, che si ritiene possa ben rappresentare i virus previsti in circolazione nei prossimi mesi e quindi stimolare difese efficaci in grado di intercettare anche nuove varianti.

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Quante dosi servono?

Per il richiamo è prevista una sola dose intramuscolo del vaccino Comirnaty JN.1. Questo vale sia per chi in passato è stato vaccinato almeno una volta, sia per coloro che non si sono mai vaccinati prima contro il Covid (tranne per i bambini dai sei mesi ai 4 anni, cui serve un ciclo di tre dosi se non sono mai stati vaccinati prima). Prima di questo richiamo devono essere passati almeno tre mesi dalla precedente vaccinazione. Torna all'inizio

Dove ci si vaccina?

L’organizzazione dell’offerta vaccinale è di pertinenza regionale, quindi le modalità differiscono a livello locale. Ci sono più possibilità: andare nello studio del proprio medico di base oppure recarsi in farmacia. In alcuni casi la vaccinazione è effettuata anche negli ambulatori delle Asl. Torna all'inizio

Bisogna prenotare?

Sì, bisogna fissare un appuntamento con il medico di famiglia o con la farmacia o con gli ambulatori dedicati.. Alcune Regioni hanno attivato numeri di telefono e siti internet attraverso i quali chiedere informazioni. Torna all'inizio

Si può fare il vaccino Covid insieme a quello per l'influenza?

Sì, la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale è possibile, al netto di eventuali considerazioni del medico. Nel caso della somministrazione di due vaccini per via intramuscolare, nella stessa seduta vaccinale, è possibile utilizzare due sedi anatomiche differenti (ad esempio, deltoide destro e deltoide sinistro) oppure la stessa sede anatomica (entrambi nel deltoide sinistro); in questo caso devono essere iniettati a distanza di almeno 2,5 cm l'uno dall'altro, al fine di ridurre la probabilità di reazioni locali sovrapposte

È possibile la co-somministrazione anche con altri vaccini, ma non con tutti. Ad esempio, non è possibile co-somministrare il vaccino anticovid con quello contro l’mpox (vaiolo delle scimmie). Devono passare almeno 4 settimane.

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Per i bambini il vaccino è diverso?

Per i bambini è per ora prevista la somministrazione del vaccino Comirnaty di Pfizer, ma con dosaggi diversi in funzione dell’età. A partire dai 12 anni, la dose somministrata è la stessa degli adulti, mentre per i bambini dai 5 anni in su è prevista una dose pari ad un terzo di quella degli adulti. I bimbi dai sei mesi ai 4 anni compresi possono essere vaccinati, ma la dose prevista è un decimo di quella prevista per gli adulti. Solo per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni che non sono stati vaccinati in passato o che non hanno mai avuto il covid è prevista la somministrazione di 3 dosi, di cui la seconda a 3 settimane dalla prima e la terza a 8 settimane dalla seconda. Torna all'inizio

Se ho avuto il Covid, è controindicato il vaccino?

No, l’aver contratto il Covid, anche di recente, dopo il precedente richiamo vaccinale, non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione. Non c’è quindi un’indicazione di quanti mesi devo essere trascorsi tra l’ultima volta in cui ci si è ammalati e la somministrazione del richiamo. Se però ci si ammala di Covid molto a ridosso del previsto appuntamento per il vaccino, è meglio discutere col medico se sia ancora opportuno vaccinarsi. Inoltre, tra le avvertenze del vaccino è raccomandato di rinviare la vaccinazione in caso di infezione o malattia febbrile severa acuta. La presenza di un’infezione lieve e/o di febbre di lieve entità non necessita del rinvio della vaccinazione.  Torna all'inizio

Il vaccino è aggiornato?

I vaccini previsti per questo richiamo sono versioni aggiornate dei vaccini somministrati in precedenza. Come abbiamo ormai imparato negli scorsi anni, il coronavirus muta man mano che si diffonde nella popolazione. Per avere vaccini sempre validi, la loro formulazione va periodicamente aggiornata, per far sì che il vaccino alleni il sistema immunitario in modo da riconoscere le nuove varianti. È però cruciale la decisione su quale virus prendere a modello per aggiornare i vaccini.

La decisione su come aggiornare i vaccini è presa a livello internazionale, sulla base di predizioni ragionate sull’evoluzione del virus e sulle varianti che si presume circoleranno maggiormente. In Europa, le autorità scientifiche - OMS, Centro europeo per il controllo delle malattie e Agenzia europea del farmaco - hanno raccomandato di aggiornare i vaccini anti-Covid sulla base variante LP.8.1.

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Il vaccino aggiornato sarà davvero protettivo?

Nessuno può davvero saperlo. La decisione su come aggiornare il vaccino viene infatti presa con molto anticipo, per permettere ai produttori di vaccini di fabbricarli e distribuirli per tempo. Esiste quindi la possibilità che la predizione su come evolverà il virus non sia corretta e che i vaccini riformulati non siano poi così in grado di proteggerci dal Covid.

Se guardiamo però a quanto accaduto finora, non c’è ragione di essere pessimisti. Nonostante la vaccinazione contro il Covid non si sia sempre rivelata uno scudo molto efficace o duraturo nei confronti dell’infezione, è stata però fondamentale a ridurre la gravità dei casi e il numero di ricoveri e morti, tanto che oggi sono un evento raro. Ciò significa che la vaccinazione ci ha fornito una protezione, seppur parziale e seppur temporanea, nei confronti delle varianti e delle sottovarianti nate dalla mutazione del virus originario, verso cui siamo stati (ampiamente) vaccinati.

L’esperienza pregressa dimostra quindi che un richiamo aggiornato offre una protezione aggiuntiva nei tre/sei mesi successivi all’immunizzazione. Per questo motivo le autorità sanitarie europee ritengono che una campagna vaccinale con un’elevata adesione possa ridurre significativamente ricoveri e decessi per Covid attesi nel prossimo autunno-inverno.

 

Leggi anche la nostra news sull'isolamento non più obbligatorio e il nostro approfondimento su cosa fare se sei o pensi di essere positivo.

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