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Fenossietanolo: dannoso per i bambini?

05 luglio 2013
Fenossietanolo: dannoso per i bambini?

Il caso è arrivato dalla Francia: il fenossietanolo, conservante diffusissimo, può essere rischioso per i bambini sotto i tre anni. Mentre l’Europa tace, la prudenza è d’obbligo, l’allarmismo no.

Un potenziale rischio per i bambini

Da circa un anno si sente parlare di fenossietanolo (phenoxyethanol), un ingrediente molto comune nei cosmetici, in termini critici e sempre più allarmistici. Il tutto è iniziato da un documento del 2012 dell’Agence nationale de sécurité du médicament et des produits de santé (ANSM), agenzia nazionale francese per la sicurezza dei farmaci, che ha evidenziato un potenziale rischio per i bambini al di sotto dei tre anni. È quindi legato alla presenza di questo conservante nei prodotti specifici a loro destinati (salviette detergenti, creme..).

È un conservante presente ovunque

L’attuale regolamento dei cosmetici n. 1223/2009 prevede il fenossietanolo come conservante ammesso nei prodotti cosmetici fino ad una concentrazione massima pari all’1%. In una nostra recente inchiesta sui cosmetici non specifici per bambini, è risultato che circa la metà dei prodotti lo conteneva, sempre entro i limiti di legge.

Ma è sicuro?

Nel 1990 l’American college of toxicology ha pubblicato un documento relativo alla valutazione di sicurezza del fenossietanolo, definendolo sicuro per l’uso nei cosmetici, se usato nella concentrazione prevista dalla legge.
Meno rassicuranti le conclusioni dell’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei farmaci, che ha chiesto un abbassamento della concentrazione consentita nei cosmetici per bambini da 1% a 0,4% e il divieto d’uso nei prodotti destinati all’area pannolino, più sensibile e soggetta a irritazioni (che potrebbero facilitare l’assorbimento di sostanze contenute in creme e salviette).

Cosa succede

A seguito della pubblicazione del rapporto dell’Agenzia francese, nonostante il silenzio dell’autorità europea, è nato e cresciuto l’interesse sull’argomento da parte di istituzioni, associazioni e soprattutto aziende. In molti casi si è gridato all’allarme, soprattutto perché i diretti interessati sono i bambini.

Cosa succede in Italia?

In Italia l’associazione nazionale delle imprese cosmetiche (Unipro) ha difeso l’utilizzo della sostanza, pubblicando l’intervento di un docente universitario che dichiara che il profilo di sicurezza della sostanza, alle concentrazioni a oggi ammesse su adulti e bambini, è già stato ampiamente confermato da studi internazionali e che quindi richiederne la riduzione nei prodotti cosmetici per bambini basandosi su un semplice principio di precauzione (che viene applicato quando le informazioni sulla sicurezza ed esposizione sono mancanti o ridotte) è privo di senso.

Presentata un'interrogazione parlamentare

Nel frattempo, è stata recentemente presentata da due deputate un’interrogazione parlamentare per chiedere se il Governo intenda “attivarsi al fine di applicare immediatamente il principio di precauzione sospendendo la vendita di prodotti per bambini contenenti la sostanza e quali iniziative intenda porre in essere presso la Commissione europea al fine di modificare il regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici, per vietare l'uso del fenossietanolo nei prodotti per l'infanzia.”

La prudenza

Niente allarmismi. È lo stesso organo che ha aperto il caso, l’ANSM, ad affermare che ad oggi non è stata individuata alcuna segnalazione di problemi in relazione all’utilizzo di prodotti contenenti fenossietanolo.

Le industrie cavalcano il trend

Un allarme immotivato crea terreno fertile per le industrie, che cavalcano il trend mettendo a punto prodotti e soprattutto slogan, che poco hanno a vedere con la buona formulazione di un prodotto: s’iniziano infatti già a trovare in commercio prodotti che si fregiano dello slogan “senza phenoxyethanol”, che si vanno a sommare agli altri vari “senza...” che critichiamo da sempre. Sono informazioni che traggono in inganno, poiché inducono il consumatore a pensare che la sicurezza e quindi la bontà di un prodotto dipendano dall’assenza di un singolo ingrediente, quello di cui si parla sui giornali in quel momento.

Valgono i consigli di sempre

In realtà, a oggi, i dati non portano a confermare che il fenossietanolo sia un ingrediente peggiore di altri. Una giusta prudenza va applicata a qualsiasi cosmetico usato sui bambini. Per questo, valgono ancora i consigli che abbiamo sempre dato su questo argomento:

  • è bene non tenere a contatto con la pelle del bambino sostanze estranee: per pulirlo evitate dunque l’uso regolare di salviettine umidificate, imbevute di sostanze che rimangono sulla pelle dopo l’uso e tra l’altro possono aumentare il rischio di reazioni allergiche; meglio lavare il sederino con acqua tiepida e poco sapone, non profumato e senza coloranti (quelli solidi di solito contengono meno conservanti di quelli liquidi, venduti in flacone);
  • asciugate bene il bambino, dopo ogni cambio, tamponando con una salvietta di cotone morbido;
  • non è consigliabile applicare sempre una crema o pasta protettiva, anche se la pelle del bambino non ha problemi; questi prodotti sono utili solo in caso di irritazione: in tal caso, sceglietene uno che abbia come primo ingrediente l’ossido di zinco (almeno il 10%) e il minor numero possibile di altre sostanze.

Necessario un intervento della Commissione europea

Detto ciò, riteniamo comunque opportuno un intervento della Commissione europea sul fenossietanolo, visto che a distanza di un anno non è stato ancora fornito un parere sulla richiesta sollevata dall’agenzia francese.