Bonus Sicurezza: detrazione del 50% per antifurti e sistemi di allarme
Scopri come ottenere la detrazione fiscale del 50% grazie al Bonus Sicurezza, valido anche per il 2025: tutto ciò che devi sapere su spese ammissibili, modalità di richiesta, limiti e tempistiche per l’inserimento nel modello 730.

Il Bonus Sicurezza rappresenta una delle agevolazioni fiscali più rilevanti per chi vuole proteggere la propria abitazione o il proprio immobile, beneficiando di una detrazione del 50% o del 36% delle spese sostenute nel 2025. La percentuale varia in base all’utilizzo dell’immobile in cui si effettuano opere di “prevenzione di atti illeciti compiuti da terzi”, questa la definizione che racchiude in sé l’allarme, la porta blindata, le inferriate e molto altro.
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Il Bonus Sicurezza 2025 è una detrazione fiscale prevista per l’installazione di impianti che migliorano la sicurezza degli immobili. Rientra tra i bonus edilizi ed è rivolto a chi desidera aumentare il livello di protezione della propria abitazione o edificio. Questo bonus è valido sia per le spese sostenute nel 2024 che per quelle di quest’anno e comprende una serie di interventi come l’installazione di impianti di allarme, antifurti, videosorveglianza, videocitofoni e porte blindate.
Il bonus non richiede il permesso di ristrutturazione edilizia e può essere richiesto anche per interventi autonomi e non inseriti in una ristrutturazione più ampia.
La detrazione spetta a chi ha sostenuto o sostiene spese per l’acquisto e l’installazione di sistemi di sicurezza. Può essere richiesto da:
- proprietari;
- ·nudi proprietari;
- affittuari e comodatari purché abbiano effettivamente sostenuto la spesa;
- familiari conviventi del proprietario o del detentore dell’immobile a patto che abbiano sostenuto la spesa e che siano intestatari della fattura e del bonifico.
La condizione necessaria è che i pagamenti siano tracciabili e che l’immobile sia già esistente, inoltre la spesa può esser detratta sia che sia stata sostenuta per un singolo immobile che per un condominio.
Tra le spese detraibili rientrano tutte quelle che mirano a prevenire il rischio di atti illeciti da parte di terzi. Sono detraibili l’acquisto e l’installazione di sistemi di antifurto, impianti di videosorveglianza, porte blindate, serrature di sicurezza, citofoni e videocitofoni. Inoltre, è compreso l’acquisto di casseforti, inferriate, tapparelle blindate e sistemi di controllo degli accessi.
Le spese devono essere giustificate con fattura e pagate tramite bonifico parlante, che indichi chiaramente la causale del versamento e i dati fiscali di chi beneficia della detrazione e di chi effettua i lavori. È importante conservare tutta la documentazione ai fini dei controlli fiscali.
Chi ha sostenuto spese che rientrano nel bonus sicurezza nel 2024 può beneficiare di una detrazione pari al 50% della spesa sostenuta, con un limite massimo complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare. Per le spese sostenute nel 2025 la detrazione scende al 36% per le seconde case e rimane al 50% solo per interventi effettuati sull’abitazione principale. Il limite massimo di spesa rimane di 96 mila euro a immobile e la detrazione viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo, da inserire nella dichiarazione dei redditi.
Bonus sicurezza e iva
L’IVA sulle spese ammesse al bonus è inclusa nell’importo detraibile. Per esempio, se l’intervento costa 2.000 euro IVA inclusa, la detrazione sarà del 50% o del 36% su tutto l’importo, quindi 1.000 o 720 euro. È fondamentale che l’IVA venga specificata nella fattura e che il pagamento venga effettuato con bonifico parlante per garantirne la tracciabilità.
Dove inserire bonus sicurezza 730
Nel modello 730, il bonus va indicato nel Quadro E – Sezione III A, dedicata alle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, nei righi da E41 a E43. Per i lavori effettuati durante l’anno bisogna riportare i dati catastali dell’immobile su cui sono stati fatti i lavori nella successiva Sezione IIIB.
Per richiedere il Bonus Sicurezza è necessario conservare tutta la documentazione delle spese sostenute: fatture, bonifici parlanti, eventuali dichiarazioni sostitutive e dati catastali dell’immobile. La detrazione si ottiene presentando la dichiarazione dei redditi, inserendo i dati richiesti nel modello 730 o nel modello Redditi. Non serve inviare alcuna comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate.
Il bonifico parlante deve riportare la causale del versamento relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA o codice fiscale del destinatario del pagamento. La modalità di pagamento deve essere rigorosamente tracciabile.
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