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Come scegliere l’uovo di Pasqua

15 aprile 2025
Uova di Pasqua

15 aprile 2025

Di uova di Pasqua ormai ce ne sono per tutti i gusti: ogni anno, infatti, veniamo tempestati dalla pubblicità di mille prodotti. Ma sono tutte uguali? Prima di affidarsi al caso e rimanere delusi è meglio valutare qualità, prezzo, sicurezza e sostenibilità del nostro acquisto

Non è solo questione di sorpresa: quando scegliamo un uovo di Pasqua, è bene guardare anche alla qualità del cioccolato, agli ingredienti e persino al tipo di confezione. Ecco qualche consiglio per fare un acquisto consapevole, che faccia felici grandi e piccoli.

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Etichettatura e Ingredienti

La lista degli ingredienti di un uovo di cioccolato comprende generalmente lo zucchero, la pasta di cacao, il burro di cacao, additivi emulsionanti e aromi, cui si aggiungono i derivati del latte (latte in polvere, burro…) nel caso del cioccolato al latte. Nel cioccolato bianco, invece, manca completamente nella lista degli ingredienti la pasta di cacao. A questi ingredienti principali si possono poi aggiungere altri ingredienti, come le nocciole o altra frutta secca, a seconda della ricetta utilizzata dal produttore. Ma vediamo quali indicazioni possiamo leggere in etichetta oltre alla lista degli ingredienti.

Come leggere l’etichetta nutrizionale

Che il cioccolato dell’uovo di Pasqua sia nero, al latte o bianco, l’apporto calorico non cambia significativamente: ogni 100 g di prodotto forniscono all’incirca 550-600 kcal. Per verificare l’apporto calorico dell’uovo che abbiamo acquistato possiamo leggere le informazioni nutrizionali che normalmente troviamo sul retro della confezione o dell’etichetta. Nell’etichetta nutrizionale vengono riportate, oltre alle calorie fornite dal prodotto, anche il suo contenuto in grassi, zuccheri e altri nutrienti. Queste informazioni sono obbligatoriamente fornite, secondo la legge, per 100 g di prodotto, ma è possibile a volte trovare anche le indicazioni riferite alla porzione.
E’ soprattutto il contenuto in grassi, grassi saturi e zuccheri che può variare a seconda della tipologia di cioccolato che scegliamo: in 100 g di cioccolato al latte o fondente, con una percentuale di cacao di circa il 50%, troviamo all’incirca 35 g di grassi, di cui circa 20 g rappresentati dai grassi saturi, e 45-50 g di zuccheri, a seconda dei prodotti scelti, per un apporto calorico pari a circa 550 kcal. All’aumentare della percentuale di cacao presente nel cioccolato diminuisce il contenuto in zuccheri, ma aumenta il contenuto in grassi: in questo caso, grassi, grassi saturi e zuccheri sono presenti in quantità indicative rispettivamente pari a 45 g, 27 g e 25 g, per un apporto calorico che per 100 g di prodotto sfiora le 600 kcal.

Additivi e conservanti: quali evitare

Sebbene sia sempre preferibile scegliere un prodotto che contempla la lista degli ingredienti più breve possibile, il cioccolato non è un alimento in cui troviamo generalmente un elevato numero di additivi. Per la sua natura, a causa della scarsa presenza di acqua, il cioccolato non è un alimento che necessita dell’utilizzo di conservanti.
Gli additivi che sono sempre presenti o quasi nel cioccolato sono additivi emulsionanti, in particolar modo le lecitine, prevalentemente ottenute dalla soia. Si tratta di additivi di origine naturale, il cui utilizzo non sembra presentare alcun rischio, fatta eccezione per gli allergici alla soia. Infatti, sebbene questa allergia sia legata alle proteine della soia, è preferibile che le persone sensibili evitino anche il consumo di lecitine di soia, poiché la possibilità che esse siano contaminate da parte delle frazioni proteiche della soia non può essere completamente esclusa. Nella lista degli ingredienti del cioccolato troviamo, poi, gli aromi, nella maggior parte dei casi naturali, derivati dalla vaniglia.

Opzioni per chi ha allergie o intolleranze (senza glutine, senza lattosio, ecc.)

Salvo i casi in cui si scelgano tipologie di uova particolarmente ricche, come ad esempio alcune versioni che contengono wafer o altri ripieni, le uova di cioccolato classiche, bianco, nero o al latte che sia il cioccolato, sono normalmente prive di glutine e dunque possono essere tranquillamente consumate da chi soffre di celiachia o risulta comunque intollerante al glutine.

Per chi è intollerante al lattosio, la scelta in qualche modo obbligata è quella di orientarsi verso le uova al cioccolato fondente, essendo il latte e i suoi derivati presenti nelle uova di cioccolato al latte e bianco. Altra alternativa per chi è intollerante al lattosio sono anche le uova vendute come vegane, cioè assolutamente prive di ingredienti di origine animale.

Più complessa la situazione per chi, invece, è allergico al latte o alla frutta a guscio (nocciole, mandorle, pistacchi…): benché tutti questi ingredienti non siano previsti nella ricetta del cioccolato fondente, molto spesso i produttori si tutelano dichiarando la presenza nel prodotto di possibili tracce di questi ingredienti, a causa del fatto che il cioccolato fondente viene generalmente preparato nello stesso stabilimento che produce anche le altre tipologie di cioccolato e, dunque, non è possibile escludere completamente un’eventuale contaminazione del prodotto.

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Qualità del cioccolato

Dal fondente al latte, fino al bianco: la qualità di un uovo di Pasqua dipende molto dal tipo di cioccolato scelto e dagli ingredienti utilizzati. Ecco quali sono le principali varietà.

Differenze tra cioccolato al latte, fondente e bianco

Il cioccolato, quello che comunemente chiamiamo nero o fondente, per essere definito tale, deve contenere almeno il 35% di cacao, di cui almeno il 18% deve essere rappresentato dal burro di cacao. Per quanto riguarda il cioccolato al latte le quantità da rispettare sono: almeno il 25% di cacao e non meno del 14% di latte. 
Se in etichetta troviamo espressioni che fanno riferimento alla qualità del prodotto come, ad esempio, i termini “superiore”, “fine” o “finissimo”, questi possono essere utilizzati solo quando il contenuto degli ingredienti principali è superiore rispetto alla ricetta base: in questo caso il contenuto di cacao deve arrivare almeno al 43% per il cioccolato nero e al 30% se si tratta di cioccolato al latte; in quest’ultimo cioccolato la quantità di ingredienti provenienti dal latte deve essere pari ad almeno il 18%.
Il cioccolato bianco si ottiene, invece, a partire dal solo burro di cacao e dal latte o suoi derivati, che devono essere presenti in quantità minima rispettivamente del 20%, per quanto riguarda il burro di cacao, e del 14%, per quanto riguarda il latte e i suoi derivati.
La legge consente l’aggiunta al cioccolato di alcuni grassi vegetali diversi dal burro di cacao in quantità massima pari al 5%. Se il cioccolato contiene grassi vegetali diversi dal burro di cacao deve essere riportata in etichetta la dicitura “contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao”. Questa indicazione deve essere visibile accanto alla lista degli ingredienti e deve essere leggibile, ossia scritta in grassetto e con caratteri che hanno le stesse dimensioni di quelli utilizzati per riportare l’elenco degli ingredienti.

Percentuale di cacao: cosa significa e come influisce sul gusto

La legge prevede che in etichetta venga riportata l’indicazione della quantità minima di cacao utilizzata per la preparazione del cioccolato (es., “cacao: 43% min”). Questa percentuale indica la sostanza secca ottenuta dal cacao (cioè la quantità di sostanza derivante dal cacao privata del suo contenuto di acqua) e comprende sia la pasta di cacao, ossia la sua componente più magra, sia il burro di cacao, ossia la sua parte grassa.
La sostanza derivante dal cacao rappresenta l’ingrediente di pregio nel cioccolato: quindi, più alta è la percentuale indicata in etichetta, maggiore sarà la quantità di sostanza derivata dal cacao presente nel cioccolato e maggiore sarà la qualità del prodotto.
Poiché il cioccolato, quello nero ad esempio, è costituito dalla sostanza derivata dal cacao e dagli zuccheri, maggiore sarà la percentuale di cacao indicata in etichetta, minore sarà la quantità di zuccheri presenti nel prodotto. Questo incide naturalmente sul gusto: più alta sarà la percentuale di cacao presente, più amaro risulterà il prodotto.
Meno zuccheri non significa, però, meno calorie: come abbiamo visto, aumentando la percentuale di cacao nel cioccolato, aumenta anche il contenuto in grassi e dunque le calorie fornite da 100 g di prodotto.

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Sostenibilità e origine delle materie prime

Quando si sceglie un uovo di Pasqua, è importante considerare anche la provenienza delle materie prime, in particolare del cacao, che spesso arriva da paesi come Ghana, Camerun, Nigeria e Costa d’Avorio. In queste regioni la produzione di cacao è legata a problematiche ambientali e sociali come deforestazione e lavoro minorile. Per questo motivo, alcune certificazioni possono aiutare i consumatori a fare scelte più consapevoli. Tra le principali ci sono Fairtrade, che garantisce condizioni eque per i produttori e un prezzo minimo del cacao, Rainforest Alliance, che promuove pratiche agricole sostenibili e prevede un sostegno economico diretto ai coltivatori, Agricoltura biologica, che assicura tecniche di coltivazione rispettose dell’ambiente ma non include standard sociali. Ne parliamo in maniera molto più approfondita sul sito di Impegnati a Cambiare, il progetto di Altroconsumo dedicato a un consumo più attento e sostenibile. In Italia, diverse marche propongono prodotti certificati: verificare la presenza di queste certificazioni in etichetta è un passo concreto verso una scelta più sostenibile.

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Attenzione alle sorprese: sicurezza e qualità

Più che per la qualità del cioccolato, l’uovo di Pasqua si sceglie per la sorpresa. Ogni anno siamo tempestati dalla pubblicità di mille prodotti. Ma le uova non sono tutte uguali. Ecco come evitare brutte sorprese.

Normative sulla sicurezza dei giocattoli nelle uova per bambini

Le sorprese delle uova di Pasqua devono rispettare le norme di sicurezza dei giocattoli previste dalla direttiva europea CE 2009/48. Questa conformità è garantita proprio dal marchio CE riportato sulla confezione. Non acquistare uova con sorprese destinate ai bambini che non hanno il marchio o che lo riportano palesemente contraffatto: nel marchio CE originale (che sta appunto per comunità europea) le 2 lettere non sono attaccate e sono parti di cerchi, nel marchio CE contraffatto le 2 lettere sono attaccate oppure hanno forma più allungata. Spesso il marchio contraffatto è accompagnato in piccolo dalla dicitura China Export.

 Marchio CE originale vs contraffatto
Originale vs contraffatto (Fonte: Ansa)

Verifica l’età minima indicata dal produttore: indipendentemente dai personaggi presenti sulla confezione che possono sembrare indicati per i più piccoli, come ad esempio “Curioso come George” o “Bing”, la sorpresa potrebbe non esserlo. Se l’etichetta dell’uovo di Pasqua riporta il simbolo 3+ o il cerchio rosso sbarrato 0-3 e/o la dicitura “non adatto ai bambini di età inferiore ai 3 anni”, la sorpresa presenta piccole parti che potrebbero essere ingerite dai più piccoli col rischio di soffocamento. 

0-3 anni

Scegli sempre sorprese adatte all'età del bambino. Se trovi questo simbolo, i bimbi al di sotto dei 3 anni non lo possono usare.

Materiali da preferire ed evitare

In generale i problemi di sicurezza delle sorprese delle uova di Pasqua non sono legati al materiale di cui sono fatte ma al rischio di soffocamento per ingestione di piccole parti sia per la sorpresa che per l’involucro. La Direttiva 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli prevede norme severe sia per il rischio fisico che per quello chimico, la presenza del marchio CE ne garantisce la conformità.

Le certificazioni Ecolabel e Oekotex garantiscono l’assenza di sostanze pericolose nei materiali tessili. La certificazione Nordic Swan può essere utilizzata per giocattoli di diversi materiali e garantisce l’assenza di sostanze pericolose per i bambini e per l’ambiente.

Dalle nostre indagini uno dei rischi chimici maggiori a cui possono essere esposti i bambini sono gli slime.

Uova senza sorpresa: alternative valide

Le Uova di Pasqua in commercio hanno la sorpresa già incorporata e spesso può essere una delusione, oltre che un costo: vediamo le alternative “senza sorpresa”.

  • Alcune pasticcerie organizzano la preparazione di uova di Pasqua con la sorpresa portata dal cliente, ma il costo ovviamente sale.
  • Per fare le uova di Pasqua in casa serve il cioccolato, lo stampo per i gusci e un termometro da cucina, ma non è facile, serve molta manualità e pazienza. Dopo aver creato i due gusci puoi inserire una sorpresa personalizzata e sigillare le due metà col cioccolato. Potrebbe comunque essere un'attività divertente da fare coi bambini anche qualora non si riuscisse a realizzare un uovo perfetto.
  • In alternativa puoi acquistare uova di cartone o di plastica, da riempire a piacimento con cioccolatini e una piccola sorpresa. Questa soluzione è la più ecologica, permette di riutilizzare i gusci per molti anni e la scelta personalizzata dei cioccolatini e della sorpresa evita lo spreco perché i bambini (ma anche gli adulti perché no) troveranno qualcosa di loro gradimento.
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Rapporto qualità-prezzo: come fare la scelta giusta

Vediamo cosa incide sul prezzo di un uovo di Pasqua e quando offerte e promozioni sono davvero convenienti.

Cosa incide sul prezzo di un uovo di Pasqua

Il prezzo, soprattutto per le uova destinate ai più piccoli, dipende dalla licenza utilizzata (personaggi cartoni animati, serie televisive, ecc.) o dalla sorpresa contenuta.
Le differenze di prezzo al chilo rilevate, a parità di marchio, non dipendono dal tipo di cioccolato: solitamente le varianti fondente e al latte, o anche le più specifiche, hanno lo stesso prezzo.

Controlla sempre il prezzo al chilo: differenze significative si possono trovare nel prezzo al chilo di formati differenti dello stesso marchio. Si possono superare i 60 euro al chilo.

Offerte e promozioni: quando convengono davvero

Per alcuni prodotti, le offerte sono presenti a scaffale fin dall’apparizione sugli scaffali, ma ciò dipende anche dalla politica di prezzo del marchio o della catena, non tanto dal fatto che siano effettivamente in sconto. È prevedibile che, come in tutti gli anni, dopo la fine delle festività, il livello di prezzo di questi prodotti scenda ulteriormente vista la scadenza ridotta e l’esigenza delle catene distributive di svuotare gli scaffali.

Confronto tra supermercati, pasticcerie e acquisti online

Dalla nostra indagine emerge che la maggior parte dei rispondenti ha acquistato o acquisterà uova al Super o Ipermercato, con un notevole scarto rispetto agli altri canali di vendita. Sono pochi i rispondenti che valutano la pasticceria come canale di acquisto (la colomba invece viene acquistata di pasticceria più spesso).

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