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Seggiolini auto: un genitore su tre sbaglia. E la sicurezza dei bambini è a rischio

La nostra indagine rivela che il 32% dei genitori non utilizza correttamente i seggiolini. Scelta di un modello sbagliato, orientamento prematuro in senso di marcia, airbag non disattivato quando il seggiolino è installato sul sedile anteriore in senso contrario alla marcia, cinture non sempre allacciate: errori che, in caso di incidente, possono fare la differenza tra la vita e la morte. Eppure, basterebbero più informazione e formazione per ridurre drasticamente i rischi. Le nostre richieste ai produttori e alle istituzioni.

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20 ottobre 2025
bambino dorme in seggiolino auto

Mettere il bambino nel seggiolino, agganciare le cinture e partire: un gesto di pochi secondi, così ovvio da sembrare automatico. Eppure, dietro questa routine quotidiana si nasconde una realtà molto meno rassicurante, per certi versi addirittura allarmante. L'indagine statistica di Altroconsumo, che ha coinvolto 600 famiglie con figli piccoli, rivela infatti che il 32% dei genitori italiani adotta comportamenti complessivamente sbagliati, che espongono i bambini a gravi rischi che potrebbero essere tranquillamente evitati. 

Quali sono i comportamenti scorretti più comuni? Non allacciare sempre e comunque le cinture del seggiolino, un errore pericoloso ma molto frequente, visto che coinvolge ben il 57% del gruppo di genitori che adottano comportamenti criticabili. Ma anche scegliere un seggiolino non adeguato al peso e all'altezza del bambino è una mancanza che coinvolge oltre un terzo dei genitori che commettono errori (36%). C'è poi un 26% che non posiziona o non orienta correttamente il seggiolino in auto. Sono condotte che, in caso di incidente, possono mettere a rischio l'incolumità dei bambini e persino trasformarsi in tragedia.

La fotografia scattata dalla nostra indagine mostra luci e ombre, buone intenzioni e leggerezze, ma soprattutto evidenzia che la vera differenza la fa la conoscenza. Perché non basta dotarsi di un seggiolino, come richiede la legge, bisogna anche sapere bene come usarlo per garantire ai nostri figli la maggiore sicurezza possibile. Quando si parla di bambini in auto, la distanza tra sicurezza e vulnerabilità si misura in pochi centimetri, in pochi secondi, in un clic della cintura. 

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Il nuovo non decolla: i modelli i-Size sono ancora un’eccezione

Cominciamo dalla dotazione. La quasi totalità degli intervistati (96%) dichiara di usare seggiolini omologati secondo la vecchia regolamentazione ECE R44. Sono modelli non più in commercio dal 1° settembre 2024. Solo il 2% delle famiglie ha scelto modelli i-Size, conosciuti anche con la sigla ECE R129, mentre un altro 2% dichiara di non sapere quale tipo utilizza. Una penetrazione ancora molto bassa dei più sicuri modelli i-Size è un elemento su cui vale la pena riflettere. I motivi possono essere diversi, dal prezzo alla scarsa conoscenza, oppure si spiegano con il fatto che i vecchi modelli passano di mano in mano in famiglia o tra amici, in altri casi si tratta di acquisti di seconda mano.

Fatto sta che le differenze tra i due sistemi non sono affatto marginali. I seggiolini i-Size si basano sull’altezza del bambino (non più solo sul peso), si agganciano direttamente ai punti fissi dell’auto grazie al sistema Isofix, riducendo così il rischio di errori nell’installazione. Inoltre, obbligano a far viaggiare i più piccoli in senso contrario a quello alla marcia fino a quando non abbiamo compiuto almeno 15 mesi, posizione che garantisce una protezione nettamente superiore in caso di incidente.

Nonostante ciò, pochissimi genitori sanno spiegare cosa significhi davvero “i-Size” e perché sia più sicuro. Si continua a usare ciò che si ha già, spesso passato da un figlio all’altro, convinti che sia sufficiente. Ma quando si parla di bimbi in auto, la sicurezza e la prudenza non sono mai troppe.

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Quando il seggiolino è sbagliato

Non basta usare un seggiolino: deve anche essere quello giusto. E invece, in un caso su otto (12%), il modello utilizzato non è adeguato al peso o all’altezza del bambino. Un errore che può compromettere seriamente la sicurezza in auto, riducendo la protezione che il sistema di ritenuta dovrebbe garantire.

L’indagine mostra un chiaro trend: l’attenzione dei genitori è inversamente proporzionale all’età dei figli. In pratica, cala nel tempo. Se per i neonati e i bimbi fino a 23 mesi l'attenzione è massima, e quasi nessuno (1%) usa un seggiolino non adeguato, la percentuale di inadeguatezza cresce già nella fascia 2-5 anni (6%), per continuare a salire nella fascia d'età tra 6-9 anni (10%), fino a raggiungere un preoccupante 32% per i più grandi, oltre i 10 anni.

In altre parole, man mano che il bambino cresce, aumenta la probabilità che viaggi su un seggiolino non adatto o, peggio, senza adeguate protezioni. Una leggerezza pericolosa, che espone a rischi inutili (ed evitabili) e tradisce una falsa sensazione di sicurezza del tutto ingiustificata. Anche a 11-12 anni, i bambini restano bambini.

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Isofix e antiabbandono: tecnologie ancora sottovalutate

Il sistema Isofix, che permette di agganciare il seggiolino direttamente ai punti fissi dell’auto, è presente sul mercato da molti anni, ma non sempre è utilizzato nel modo corretto. Solo il 63% delle famiglie dichiara di avere sia l’auto sia il seggiolino dotati di Isofix, condizione necessaria per sfruttarne appieno i benefici in termini di stabilità e sicurezza.

Nel 13% dei casi l’attacco è presente solo sull’auto, nel 5% solo sul seggiolino: due situazioni in cui la tecnologia, di fatto, non può funzionare come previsto. A queste si aggiunge il fatto che quasi una famiglia su dieci (9%) non dispone del sistema Isofix né sull’una né sull’altro, e un ulteriore 10% che non sa nemmeno se la propria vettura o il seggiolino ne siano dotati.

Il risultato? Una fotografia che mostra come l’innovazione tecnica da sola non basta: senza informazione né consapevolezza anche i sistemi di sicurezza più efficaci rischiano di restare inutilizzati o mal sfruttati.

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Da marzo 2020 è obbligatorio per i genitori di bambini fino a 4 anni dotare l’auto di sistemi di ritenuta con meccanismo antiabbandono. Si tratta di dispositivi che avvertono il conducente se il bambino viene lasciato sul seggiolino, riducendo il rischio di incidenti tragici legati all’abbandono in auto. La nostra indagine mostra un dato preoccupante: il 21% dei genitori con bimbi entro i 4 anni non possiede ancora un sistema antiabbandono, aspetto che evidenzia come la normativa sia ancora poco rispettata e la sicurezza dei più piccoli non sempre garantita.

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Cinture dimenticate: una leggerezza che può costare la vita

Un altro dato allarmante emerso dall’indagine riguarda le cinture di sicurezza: il 18% dei genitori ammette di non allacciare sempre le cinture del seggiolino. Il motivo più frequente è la convinzione che per i tragitti brevi non servano (58%), seguita dal fastidio del bambino nel sentirsi legato (26%). C’è poi chi rinuncia quando viaggia a bassa velocità o per le proteste eccessive del piccolo (10% in entrambi i casi), e perfino chi affida il bambino alle braccia di un altro passeggero adulto (9%) o lo lascia muoversi liberamente durante il tragitto (8%).

Eppure, i tragitti brevi, il motivo più frequente per non allacciare le cinture, non sono affatto immuni da distrazioni ed incidenti, anzi. Cedere ai capricci del bambino che non vuole essere legato equivale, in termini di rischio, a lasciarlo attraversare una strada trafficata con il rosso perché non ha voglia di aspettare.

La tendenza a non allacciare sempre e comunque le cinture è più diffusa al Sud e Isole, dove il dato sale fino al 33%, segno di una disattenzione ancora troppo radicata.

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Seggiolino girato troppo presto e airbag attivo: due errori che possono costare caro

Ma il dato forse più preoccupante riguarda i bambini sotto i 4 anni: il 27% dei genitori li fa viaggiare troppo presto con il seggiolino orientato verso il senso di marcia. È un grave errore, perché in caso di urto frontale la testa del bambino, più grande e pesante rispetto al corpo, può subire accelerazioni tali da causare lesioni  al collo serie e persino mortali.

Non meno rischioso è il comportamento di quel 3% di genitori che fa viaggiare il piccolo contromarcia sul sedile anteriore, ma senza essere sicuro di aver disattivato l’airbag: basta anche un urto lieve perché la violenza dell’esplosione dell’airbag diventi fatale.

A preoccupare è anche la tendenza, soprattutto tra i genitori più giovani (sotto i 35 anni), a posizionare il seggiolino in modo scorretto: il 19% non lo installa come si dovrebbe. Ancora una volta, emerge quanto sia indispensabile investire in informazione e formazione: un seggiolino installato correttamente può davvero fare la differenza tra la vita e la morte.

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Gli errori? Più al Sud e tra i giovani padri con il primo figlio

L’indagine lascia poco spazio ai dubbi. Non bastano seggiolini più moderni, norme più severe o tecnologie avanzate. Tutto questo è inutile se chi dovrebbe usare un seggiolino non sa come farlo. In Italia, un genitore su tre sbaglia. Al Sud la percentuale sale a uno su due

La correlazione con il livello di informazione è evidente: chi ha più conoscenze in materia adotta comportamenti corretti nel 79% dei casi, contro il 48% di chi è meno informato. Gli uomini sotto i 44 anni, soprattutto alla prima esperienza da genitori, risultano i meno informati su come usare correttamente il seggiolino.

Per mettere alla prova le conoscenze dei genitori in materia di seggiolini, abbiamo chiesto loro di rispondere a un questionario di venti domande. Le lacune che abbiamo rilevato riguardano aspetti elementari. Tanti non sanno che un seggiolino coinvolto anche in un incidente lieve va sostituito, perché le strutture interne potrebbero essersi danneggiate. Numerosi sono anche coloro che credono che le cinture del seggiolino possano essere «abbastanza strette» invece che essere correttamente «strette senza gioco» . E c'è chi è convinto che dopo i 10 anni di età il seggiolino non serva più, ignorando il limite dei 150 cm di altezza del bambino.

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Scelte di acquisto: comodità batte sicurezza

Quando si sceglie un seggiolino, la comodità del bambino è la priorità assoluta per il 78% dei genitori, superando persino la sicurezza, considerata molto importante dal 68%. La stragrande maggioranza ha comprato (68%) o ricevuto in regalo (8%) un seggiolino nuovo, mentre solo una minoranza ricorre a seggiolini usati (frutto di acquisto o di dono).

Altri criteri come la durata d’uso, la presenza di attacchi Isofix e la facilità di installazione influenzano la scelta, mentre il prezzo è tra i fattori che contano meno. In altri termini, comfort e praticità guidano le decisioni più della preoccupazione economica o dell’aspetto formale della sicurezza.

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Attenzione alla scadenza: molti genitori non conoscono l’età del seggiolino

Oltre la metà degli intervistati (55%) dichiara di utilizzare seggiolini che hanno meno di 10 anni di vita, rispettando di fatto la “scadenza” consigliata per garantire la massima sicurezza. Ma c’è un dato preoccupante: il 43% dei genitori non conosce l’età del proprio seggiolino, situazione che riguarda soprattutto chi li acquista di seconda mano. Solo una piccola minoranza (2%) utilizza seggiolini più vecchi di 10 anni.

Altroconsumo chiede che al legislatore di rendere obbligatoria l’indicazione dell’anno di produzione (elemento fondamentale anche per chi compra usato) e ai produttori di far sì che questa informazione sia chiara e facilmente reperibile, per permettere un uso sicuro del seggiolino lungo tutta la vita utile.

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Le nostre richieste

L’indagine Altroconsumo mette in luce un dato allarmante: la sicurezza dei bambini in auto è spesso trascurata. Se alla nascita l’attenzione dei genitori è massima, con il tempo cala drasticamente. Oggi quasi un terzo dei genitori non usa correttamente il seggiolino, percentuale che arriva al 50% nel Sud Italia

Destano preoccupazione altri due fatti: il 20% dei bambini sotto i 4 anni viaggia senza sistema antiabbandono e il 18% dei genitori non allaccia sempre le cinture, comportamenti che possono avere conseguenze drammatiche.

Una seconda vita per i seggiolini invenduti

Sul fronte del mercato, il nuovo domina: il 76% dei seggiolini è acquistato (o ricevuto in regalo) nuovo. È vero che un seggiolino usato potrebbe non offrire più gli stessi livelli di sicurezza, soprattutto se non si conosce la sua storia, ad esempio se ha subito urti o se è stato conservato male, ma è auspicabile che le aziende trovino un modo per rimettere in circolazione i seggiolini invenduti o restituiti, invece di destinarli allo smaltimento. 

In ogni caso, anche se un seggiolino andrebbe sostituito dopo circa dieci anni, molti modelli potrebbero avere una vita utile più lunga. Per gestirli in modo sicuro, sarebbe importante che tutti i produttori indicassero chiaramente l’anno di fabbricazione: un’informazione preziosa anche per chi acquista o utilizza un seggiolino di seconda mano, così da sapere quando è arrivato il momento di cambiarlo.

Più trasparenza per una scelta consapevole

Ma sicurezza significa anche informazione: chi conosce le regole utilizza correttamente il seggiolino nel 79% dei casi, contro il 48% dei meno informati. Serve quindi più formazione, dalla scuola, ai corsi preparto o di guida, fino a campagne sui media. Educare i bambini significa creare futuri passeggeri e automobilisti responsabili.

Un bonus per la sicurezza di tutti i bambini

Infine, il fattore economico non può essere ignorato. I seggiolini, indispensabili per legge e per proteggere i bambini, hanno un prezzo medio tra i 330 e i 460 euro. Per questo Altroconsumo chiede un bonus del 50% sul prezzo fino a 250 euro per figlio per famiglie con Isee fino a 20.000 euro: un aiuto concreto per rendere davvero sicuro ogni viaggio.

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ALBERTO PIRRONE
Direttore Altroconsumo
La nostra indagine dimostra che sulla sicurezza dei bambini in auto c’è ancora molto da fare. Le troppe regole ignorate e i molti comportamenti errati che emergono sono la dimostrazione che servono più formazione e informazione. Infatti, i genitori più consapevoli adottano comportamenti corretti quattro volte su cinque. Chiediamo all’industria più trasparenza, con l’indicazione dell’anno di produzione dei seggiolini e un impegno concreto nel riuso dei prodotti invenduti. Le istituzioni devono fare la loro parte: più educazione stradale a scuola e nei corsi per futuri genitori. E infine, un aiuto concreto alle famiglie: un bonus del 50% sul prezzo del seggiolino per i redditi più bassi, perché la sicurezza dei bambini non può dipendere dal portafoglio.

Nota metodologica

L’indagine è stata realizzata attraverso un questionario online rivolto a genitori italiani con figli fino a 12 anni, età indicativa in cui si raggiungono circa 150 cm di altezza. La rilevazione si è svolta dal 9 al 16 settembre 2025 e ha coinvolto gli utenti iscritti a Qualify, la piattaforma collaborativa di Altroconsumo. In totale sono state raccolte 600 risposte valide. Il campione è distribuito secondo la popolazione italiana.

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