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Canone Rai 2025: da gennaio aumenta e torna a 90 euro. Ecco perché

La legge Finanziaria per l'anno 2024 aveva abbassato il canone Rai da 90 a 70 euro. La manovra 2025 non solo non prevede un ulteriore taglio, ma non conferma neppure la riduzione del 2024. Risultato? Il canone Rai, che continua a restare nella bolletta della luce, torna a 90 euro, esattamente come due anni fa. Ecco perché e cosa ci aspetta in futuro.

articolo di:
30 dicembre 2024
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Michele Ursi / Shutterstock.com

La manovra 2025 appena approvata dal Parlamento porterà un incremento del canone Rai l’anno prossimo. Nonostante i tentativi di evitarlo con una serie di emendamenti, infatti, ci sarà un aumento visto che non è stato confermato per il 2025 il taglio da 90 a 70 euro. Provvedimento che si inseriva nel contesto della proposta di una progressiva riduzione dell’importo del canone Rai (uno dei tributi più odiati dagli italiani), con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento in 5 anni. Oggi possiamo dire che il canone Rai, lungi dall'essere sulla via del suo "totale azzeramento", è invece più vivo che mai e, anzi, sarà più pesante per le tasche degli italiani rispetto all’anno in corso. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire che cosa sta succedendo (o meglio, non sta succedendo) e quanto dovremo sborsare per il canone 2025.

Da gennaio si torna a pagare 90 euro

Con la legge di Bilancio dello scorso anno (quella per il 2024), il Governo sembrava aver messo i primi mattoncini verso il progressivo azzeramento del canone televisivo; aveva infatti trovato i fondi per abbassare l'importo da pagare a carico dei contribuenti, ovvero dalle precedenti 90 euro a 70 euro: 20 euro in meno. La manovra per il 2025 approvata dal Parlamento il 28 dicembre 2024, invece, non lo prevede più. Il canone quindi tornerà a 90 euro, spalmati in 10 rate da 9 euro, anziché le 10 rate da 7 euro (per un totale di 70 euro) del 2024. Ma come è possibile?

Nessuna riduzione nella prossima manovra

La misura approvata nella Finanziaria 2024, per essere valida anche nel 2025, necessitava di una proroga per il prossimo anno; senza tale proroga (che non c'è nel testo della manovra appena approvata) il canone Rai in bolletta per il 2025 torna all’importo di 90 euro. Nel corso del dibattito parlamentare si è cercato con diversi emendamenti di evitare l'aumento che, però, è adesso confermato.

Canone in bolletta anche nel 2025

È bene ricordare che il canone televisivo sarebbe dovuto sparire dalla bolletta delle utenze domestiche già a partire dal 2023. Tuttavia, dopo essere rimasto in bolletta anche nel 2024, rimarrà in bolletta anche per il 2025. Le modalità di pagamento rimangono invariate, così come anche i soggetti che possono richiedere l'esenzione del pagamento e le procedure per fare richiesta. Nello speciale dedicato puoi trovare tutto ciò che occorre sapere sul Canone Rai: da chi lo deve pagare a come si paga, da chi può fare richiesta di esenzione alle risposte ai dubbi più frequenti riguardo ad esempio l'intestazione delle utenze nei contratti di affitto. 

Il pagamento del canone Rai in bolletta era stato introdotto con la legge di Stabilità del 2016 ma era stata dichiarata una soluzione di riscossione illegittima dall'Europa; lo stesso ministro Giorgetti aveva dichiarato a inizio 2023 che "è evidente che il canone Rai dalla bolletta deve uscire" e che ci sono "una pluralità di ipotesi di riforma allo studio". Ma, nonostante le parole del Ministro e gli accordi presi con l'Unione Europea nel 2022, non si è ancora trovato a oggi un modello alternativo di riscossione.

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Federico Cavallo
Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo
Per effetto della Stabilità 2025 le famiglie italiane subiranno un aumento del Canone Rai di 20 euro in un momento in cui anche la qualità del servizio Radiotelevisivo pubblico è in caduta libera. Peraltro, la maggioranza di Governo aveva l’anno scorso ventilato una possibile ulteriore riduzione del Canone Rai ed invece si è tornati ai 90 euro in bolletta. Come abbiamo detto più volte anche in passato serve una riforma del servizio radiotelevisivo pubblico - prima realtà culturale del Paese - che dovrebbe puntare innanzitutto sulla qualità dei programmi e su servizi innovativi, mettendo così le premesse per una migliore sostenibilità economica. L'aumento del canone, così, rischia solo di coprire le inefficienze scaricandone ulteriormente i costi sui cittadini.

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