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Dal 2023 stop al canone Rai in bolletta. Dal 730 all'abolizione: le ipotesi al vaglio

Basta al canone Rai in bolletta: dal 2023, non comparirà più nelle fatture dell’elettricità. L'Italia fa seguito agli accordi presi con l'Unione Europea che aveva richiesto di eliminare l'imposta sulla tv pubblica dalle fatture della luce, perché considerata "onere improprio". Ma come si dovrà pagare il canone tv dal prossimo anno? Spetta al governo deciderlo, probabilmente con la prossima Legge di Bilancio. Dal versamento attraverso il 730 all'abolizione del canone: ecco tutte le ipotesi.

11 ottobre 2022
Canone Rai 2023

Attualmente l’imposta sulla tv pubblica è inserita tra le voci che compongono le fatture della luce. Dal 2016, infatti, si presume che chi abbia un’utenza per la fornitura di energia elettrica a uso domestico residenziale abbia anche un apparecchio televisivo (chi non possiede una tv, può inoltrare la richiesta di disdetta). Il costo del canone Rai è di 90 euro all’anno, diviso in dieci rate mensili direttamente nella bolletta dell’elettricità.

Per il 2023, sarà necessario trovare un nuovo metodo di riscossione del canone Rai: lo dice il decreto Energia approvato ad aprile 2022. Una decisione che fa seguito agli accordi che l'Italia ha preso con Bruxelles: era stata proprio l'Unione Europea a chiedere di scorporare la tassa dai consumi elettrici, perché definita "onere improprio". Ecco dunque come potrebbe avvenire il pagamento del canone tv dal prossimo anno secondo le possibili soluzioni al vaglio, anche ispirate da altri Paesi.

Canone Rai: le ipotesi in campo

Il governo dovrà trovare entro la fine del 2022 una soluzione al problema della riscossione del canone Rai a cui, con tutta probabilità, non si arriverà prima della prossima Legge di Bilancio. Le ipotesi in questa fase sono diverse e prendono spunto da quanto fatto da altri Paesi dell'Unione europea ed extra Ue.

Una strada, seppur remota, sembrerebbe essere quella adottata in Francia: lì ormai dal 2005 l’imposta sulla tv pubblica viene pagata assieme alle imposte sull'abitazione principale. In questo caso, quindi, i cittadini potrebbero doverla versare tramite il modello 730. C'è anche la soluzione proposta da Israele che prevede il versamento del canone radiofonico come tassa aggiuntiva a quella sull'automobile.

Un’altra idea è demandare a società privata di riscossione crediti, come si fa già nel Regno Unito con la celebre televisione di Stato BBC. La società che se ne occupa si chiama Capita e lavora con la BBC da vent’anni (ha recentemente rinnovato il contratto fino al 2027).

La stessa cosa succede in Svizzera, dove a riscuotere dal 2019 è la SERAFE AG, una filiale del gruppo Secon AG.

Altre ipotesi poco quotate sono affidare la riscossione alle Regioni o tornare indietro e lasciare che sia la Rai stessa a occuparsi di far pagare il canone.

Abolizione dell'imposta sulla tv pubblica

Non si esclude una definitiva abolizione del canone Rai: soluzione seguita ad esempio da Finlandia, Paesi Bassi e Spagna. In questi casi, è lo Stato a decidere e stanziare i fondi destinati alla tv pubblica, quindi i soldi vengono assegnati direttamente. A contribuire in maniera diretta sono comunque i cittadini e le imprese, attraverso le imposte generali da versare ogni anno.

Quella dell'abolizione del canone è una soluzione che, come diciamo da anni, a nostro avviso va nella direzione giusta. Per questo avevamo lanciato una petizione per richiedere l'eliminazione dell'imposta, accompagnata da una proposta di riforma del servizio pubblico. Proposta che abbiamo sottoposto a più riprese all'esecutivo e che mirava a uno snellimento e a ripensare un servizio ormai vittima di anni di inefficienza.