Consigli

Come evitare e i rimedi per curare la diarrea in vacanza

20 luglio 2018
diarrea del viaggiatore

Panorami mozzafiato, avventure, acque cristalline... I viaggi in paesi tropicali ed esotici, però, nascondono anche un’insidia che può letteralmente rovinare la vacanza: diarrea del viaggiatore. Meglio quindi evitare di passare la vacanza in bagno (magari senza bidet), seguendo alcuni semplici consigli.

Sì, stiamo parlando della tanto temuta diarrea del viaggiatore, nota anche come vendetta di Montezuma, dalla leggenda che vuole i conquistadores spagnoli imputare alle maledizioni dell’imperatore azteco le forti scariche da cui erano afflitti fin dal momento in cui erano sbarcati in Messico. La colpa però era di batteri, virus e parassiti intestinali a cui non erano affatto preparati: cosa che può capitare anche oggi a chiunque di noi vada in vacanza in paesi con standard igienici non molto stringenti. Quindi, per evitare una gastroenterite in piena vacanza, meglio adottare alcune precauzioni. Ecco cosa fare per prevenire, curare e tamponare questo sgradito inconveniente. 

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Come si prende?

La diarrea del viaggiatore è un’infezione intestinale caratterizzata da scariche particolarmente frequenti (almeno tre al giorno) accompagnate da crampi, nausea, vomito e a volte febbre. Di solito si manifesta nei primi giorni della vacanza, ma può presentarsi in qualunque momento, anche una volta a casa. Le cause principali sono alcuni tipi di batteri, ma anche virus e parassiti, che colgono impreparate le difese del nostro organismo (a cui certo non giova lo stress del viaggio, il cambio di alimentazione e di condizioni climatiche).

Come avviene il contagio 

Il contagio è veicolato principalmente da acqua, bevande e cibi contaminati. Questo accade in paesi e zone del mondo con un certo grado di povertà e scarsezza di infrastrutture e controlli, in cui non è sempre assicurato uno standard di igiene adeguato, soprattutto nella manipolazione e preparazione degli alimenti. L’Africa, l’America centrale e meridionale, il Medio Oriente e il sud-est asiatico sono considerate zone a rischio elevato. In queste aree, la probabilità di prenderla sono mediamente del 50%, rischio che varia a seconda delle zone e che aumenta più a lungo dura il soggiorno. 

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Come si evita?

Non c’è un modo prevenire tutte le possibili cause della diarrea del viaggiatore. L’unica cosa da fare è stare attenti a rispettare poche piccole regole.

  • Lavarsi le mani. Acqua corrente e sapone sono strumenti indispensabili per ridurre al minimo il rischio di infezioni gastrointestinali. Oltre che con l’ingestione di alimenti e acqua contaminati, il contagio avviene per contatto diretto (via mani-bocca) con soggetti infetti, ma anche indirettamente per contatto con superfici e oggetti contaminati. Per cui, lavati le mani con il sapone per almeno 15-30 secondi. Non serve altro.
  • Lavare i denti. Attenzione, invece, a lavarsi i denti con l’acqua corrente: meglio di no.
  • Nei bagni pubblici. Se sei in giro, ricordati che i bagni pubblici sono uno dei principali veicoli di infezione: il coperchio del water, la seduta, i pulsanti e le leve degli sciacquoni, ma prima ancora, porte e maniglie sono a rischio. Se riesci, evita di toccarle a mani nude (aiutati con della carta) e lavati le mani solo una volta fuori dal bagno. Se non hai modo di lavarti le mani, cerca di evitare di portarle alla bocca e appena puoi, lavale.
  • Acqua e bevande. Anche al ristorante o in hotel, non è assicurato che acque, bevande e cibo non siano contaminati. Il rischio c’è anche in zone apparentemente meno povere di altre. Chiedi acqua e bevande in bottiglia o lattina. Evita il ghiaccio e le bevande che lo contengono, come i cocktail. Se è disponibile solo acqua corrente, prima di consumarla, falla bollire per almeno un minuto, in modo da uccidere tutti i batteri.
  • Cibo. Come abbiamo già detto, i rischi non riguardano solo bancarelle o chioschi. Ovunque, uova, carne, pesce e frutti di mare poco cotti, verdure crude e frutta non lavata e non sbucciata possono essere mezzi di contagio. Meglio quindi ordinare cibi ben cotti. Attenzione anche ai cocktail, perché oltre al ghiaccio, possono contenere frutta contaminata. Per precisione, segnaliamo che anche bicchieri, stoviglie o posate maneggiate da mani contaminate potrebbero essere veicolo di infezione. Purtroppo, anche le mosche possono trasportare materia fecale e batteri sui cibi.
  • Acque di balneazione. Non è certo sempre possibile rinunciarci in vacanza, ma sappi che anche le acque di balneazione possono essere una fonte di contagio. 
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Come si cura?

Nella maggior parte dei casi la diarrea del viaggiatore non è grave e si risolve da sola nell’arco di 3/5 giorni. La terapia antibiotica non è strettamente necessaria, anche se si tratta di una malattia di origine batterica, ma di fronte a sintomi importanti potrebbe essere utile per velocizzare la guarigione. Meglio quindi parlarne con il medico di famiglia, per valutare se è opportuno portarli con te per viaggi a rischio. Gli antibiotici non sono, invece, utili se assunti in via preventiva come profilassi. Nei casi lievi, quindi, il problema può essere gestito in piena autonomia, senza rischi particolari: l’importante è mantenere l’idratazione e reintegrare i sali minerali. E se le scariche ti debilitano, si può ricorrere a un antidiarroico.

Mantenere l’idratazione

Con la diarrea si perdono molta acqua e sali minerali (calcio, sodio, potassio...) fondamentali per il funzionamento dell’organismo. Per questo puoi usare dell’acqua, previa bollitura e bevande confezionate. In farmacia sono disponibili anche soluzioni reidratanti orali che contengono zuccheri e sali minerali in specifiche proporzioni, per ripristinare l’equilibrio idrico-salino alterato. Non sono strettamente necessarie, ma possono tornare comode e sono utili per bambini o anziani che rischiano più facilmente la disidratazione.

Ridurre le scariche

Se le scariche sono frequenti e dolorose, per tamponare il problema puoi ricorrere a un farmaco a base di loperamide, che ti consigliamo di mettere in valigia insieme ad altri pochi farmaciLa loperamide è il principio attivo alla base di tanti farmaci antidiarroici disponibili in commercio, come i famosi Imodium o Dissenten, disponibile anche come generico (che è meno costoso e contiene circa il doppio delle compresse, utili nel caso in cui si viaggi in gruppo o famiglia). La loperamide è in grado di limitare la motilità intestinale e di ridurre il numero di scariche, effetto che può essere utile anche in quei contesti in cui non puoi recarti al bagno con frequenza (in assenza di servizi igienici pubblici e lontananza dall’albergo). La posologia prevede due capsule iniziali e una dopo ogni scarica, fino ad un massimo di 8 al giorno. Deve comunque essere utilizzato con cautela, per massimo due giorni di seguito e mai in presenza di sangue nelle feci, di febbre alta, in gravidanza e al di sotto dei 6 anni di età (e comunque, tra i 6 e i 12 anni non andrebbe assunta senza il parere del pediatra).

Nei casi gravi, serve il medico

I casi gravi sono quelli in cui la diarrea è associata a segni preoccupanti, come scariche molto numerose, febbre alta o presenza di sangue nelle feci, ma anche quando la diarrea si prolunga oltre i cinque giorni. In questi casi, un medico deve valutare la situazione e l’intervento più opportuno.

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I probiotici aiutano oppure no?

Assumere fermenti lattici è spesso consigliato per velocizzare il recupero dalla diarrea e  “sistemare” la flora intestinale. L’idea è che i probiotici, che sono anch’essi batteri o lieviti, possano riequilibrare l’ambiente intestinale, combattendo i batteri patogeni e supportando la flora “buona”, in modo da favorire la guarigione dei disturbi, velocizzare il recupero e ridurre l’intensità dei sintomi. La diarrea del viaggiatore, però, è ben diversa dalla classica influenza intestinale. Possono quindi i fermenti lattici aiutare a risolvere più velocemente un’infezione batterica intestinale? Possono aiutarci a prevenirla? Siamo andati a cercare le prove.

Probiotici per velocizzare la guarigione

Gli studi in questo caso, non ci aiutano: non ci sono elementi per stabilire se l’assunzione di fermenti lattici sia più o meno utile per velocizzare la guarigione di un episodio di diarrea del viaggiatore.

Probiotici per prevenire la diarrea del viaggiatore

Stando ai pochi studi disponibili, l’efficacia dell’assunzione di probiotici a scopo preventivo è molto modesta, cioè presi nei due/tre giorni prima della partenza e durante tutto il viaggio, di solito per un totale di tre settimane. Valutando i dati nel loro insieme, i probiotici riducono del 15% le possibilità di prendersi una diarrea del viaggiatore: ben poca cosa, quindi. Gli studi riguardano ceppi differenti, ma solo per un paio di questi (Lactobacillus rhamnosus GG e Saccharomyces boulardii) si nota un beneficio. Se vuoi provarli, ti consigliamo questi due: sono entrambi disponibili in alcuni farmaci e integratori e hanno risultati soddisfacenti dal nostro ultimo testGli stessi ceppi si sono anche rivelati utili nel ridurre la durata della diarrea acuta da gastroenterite (di solito virale) nei bambini e nel ridurre il rischio di avere una diarrea da antibiotici, sempre nei bimbi. Gli eventuali effetti positivi sono sempre però legati al dosaggio, cioè al numero di batteri assunti, che deve essere di almeno di 1-10 miliardi di unità formanti colonie, e alla durata della terapia. Detto questo, secondo una recente revisione pubblicata sul Journal of the American Medical Association, i dati a supporto dell’uso dei probiotici per prevenire la diarrea del viaggiatore non sono sufficientemente forti e coerenti tra loro per raccomandarne l’uso a scopo preventivo.

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