Cosa fare in caso di bruciore di stomaco o reflusso

Si mangia un po' più del solito, oppure si esagera con alcuni cibi e, per alleviare il fastidio, si ricorre subito a una pasticca. Si è tentati di farlo anche quando i sintomi di cattiva digestione, dal bruciore al reflusso acido si presentano con continuità, rendendo difficile il riposo e rovinando pranzi e cene. Ma le due situazioni non vanno gestite nello stesso modo. Vediamo quali sono i rimedi e i farmaci utili nelle diverse situazioni.
Se dai retta alla pubblicità, con un farmaco riesci a dimenticarti in fretta di bruciore, acidità o senso di pesantezza. La verità è che assumere farmaci non è sempre necessario: spesso è sufficiente modificare le nostre abitudini di vita e quelle a tavola. Un'altra verità è che non tutti i farmaci che le pubblicità propongono per il bruciore di stomaco e il reflusso acido sono uguali e, soprattutto, sono altrettanto utili per il problema immediato. Vediamo cosa è utile fare.
Dieta e stile di vita
- Errori a tavola. Se i sintomi arrivano dopo un pranzo particolarmente ricco, non c'è da preoccuparsi. Se invece sono frequenti, prima bisogna capire se si commettono alcuni errori. Pasti troppo abbondanti, soprattutto di sera, vanno evitati. Meglio cenare leggero e almeno tre ore prima di coricarsi. Sdraiarsi sul divano o a letto dopo il pasto può solo favorire i sintomi. Esistono poi dei cibi che possono scatenare questo genere di sintomi: parliamo di cioccolato, pomodoro, succo d’arancia, caffè e alcol, ma anche di cibi grassi, come le fritture o i piatti molto conditi. In questo, meglio farsi aiutare dall'esperienza ed evitare i cibi che possono peggiorare la situazione.
- Lo stile di vita conta. Smettere di fumare e ridurre il peso può aiutare a ridurre i sintomi. Ansia e stress non li causano, ma possono acuirli. Se si soffre di reflusso, meglio posizionare il cuscino in modo da dormire con la testa in posizione più elevata rispetto ai piedi. In questo modo si ostacola il ritorno acido nell’esofago, che causa l’irritazione e la sensazione di bruciore al petto.
- Alcuni farmaci ne sono la causa. Se non è associato ad altri disturbi, il bruciore o il dolore allo stomaco può essere causato dall'assunzione di alcuni tipi di farmaci, anche molto diffusi. È il caso degli antinfiammatori non steroidei, come quelli a base di ibuprofene, diclofenac, naprossene o l'acido acetilsalicilico. Anche alcuni farmaci, utilizzati contro l'osteoporosi o per controllare la pressione arteriosa, possono scatenare disturbi di questo tipo come crampi, bruciore di stomaco, gonfiore e senso di pesantezza.
Farmaci: quali usare?
- Prima di tutto, occhio ai nomi dei farmaci. Spesso i nomi si somigliano, ma basta una semplice aggiunta al marchio perché cambino la formulazione e le indicazioni d’uso del farmaco. Per fare un esempio, Maalox è un semplice antiacido per sintomi occasionali, mentre Maalox Plus contiene in aggiunta un principio attivo contro gonfiore e flatulenza. Maalox Reflusso e Maalox Reflurapid, invece, non sono indicati per disturbi occasionali, ma per bruciore e reflusso acido ricorrenti. I nomi sono simili, ma ci sono differenze sostanziali: contengono sostanze completamente differenti in quanto a efficacia e sicurezza. Il primo è un farmaco e agisce sul sintono con un’azione farmacologica inibendo la produzione di acido da parte dello stomaco, il secondo è un dispositivo medico e in quanto tale agisce sul sintomo in modo meccanismo, inibendo la risalita dell’acido. Trovate questa e altre dritte all’interno di questa news.
- Antiacidi classici: all’occorrenza, per un sollievo veloce. Gli antiacidi tradizionali sono i farmaci più indicati per un problema occasionale: agiscono tamponando l’acidità dello stomaco, il cui eccesso provoca bruciore, acidità e pesantezza. Rientrano tra questi il classico bicarbonato di sodio (contenuto anche in vari prodotti come Citrosodina o Effervescente Brioschi) e i “sali” di calcio e/o magnesio, principi attivi alla base di famosi farmaci da banco come Maalox, Magnesia Bisurata Aromatic, Magnesia S. Pellegrino, Gaviscon Bruciore e Indigestione, Anacidol e il Digestivo Antonetto. Attenzione però a non esagerare: anche se si vendono senza ricetta, non vanno usati con leggerezza. Non vanno mai usati per più di qualche giorno di seguito. Ad esempio, troppo bicarbonato può provocare un'alterazione del pH del sangue, con conseguente nausea, mal di testa e debolezza. Ed è controindicato nei pazienti che devono controllare l'apporto di sodio (cioè di sale), ad esempio le persone con insufficienza cardiaca o pressione alta. Attenzione all’effetto lassativo: i sali di magnesio, come quelli contenuti nella Magnesia S. pellegrino, a basse dosi funzionano come antiacido, ad alte, come lassativo! Attenzione quindi a non esagerare. Per bilanciare questo effetto, alcuni farmaci (come Maalox) associano all’idrossido di magnesio l’idrossido di alluminio, che ha effetto contrario, costipante, bilanciandone l’azione. Al contrario, i farmaci a base di carbonato di calcio occasionalmente causano stitichezza e flatulenza. Per ultimo: prendeteli lontano dagli altri farmaci che assumete, per evitare dannose interazioni.
- Farmaci non indicati per l’uso occasionale. Alcuni farmaci da banco pubblicizzati per sintomi ricorrenti di bruciore e reflusso acido non sono davvero indicati per l’uso al bisogno. Ci riferiamo ai cosiddetti "inibitori di pompa protonica" (come l’omeprazolo, l’esomeprazolo o il pantoprazolo), medicinali oggi molto prescritti, usati per il trattamento del reflusso gastroesofageo o dell’ulcera gastro-duodenale. Come gli altri farmaci, questi non tamponano l’acidità, ma agiscono a monte inibendo la produzione di secrezione gastrica; e possono essere venduti come farmaci da banco o dietro prescrizione medica. Quelli da banco - come Maloox Reflusso, Dosanloc o Eugastrol reflusso (tutti a base di pantoprazolo) o come Nexium control ed Esomer (a base di esomeprazolo) - hanno le dosi di principio attivo più basse. Anche se la pubblicità lascia a volte intendere che possano alleviare i disturbi in maniera rapida, in realtà questi farmaci non hanno un effetto rapido e non sono d’aiuto nel momento del bisogno. Le schede tecniche di questi farmaci, infatti, precisano che "Potrebbe essere necessario assumere le compresse per 2–3 giorni consecutivi per raggiungere un miglioramento dei sintomi". Quindi, se i disturbi di bruciore e reflusso acido durano da qualche tempo, prima dei fai-da-te con questi farmaci, vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico per valutare la situazione. Gli inibitori di pompa protonica non devono essere prescritti per disturbi banali e comunque non dovrebbero essere mai prescritti con leggerezza, perché possono presentare importanti effetti indesiderati.
- Se i sintomi sono cronici, è il caso di parlarne con il medico che vi consiglierà la strategia migliore.
Bruciore al petto, difficoltà a deglutire o sensazione di nodo in gola, rigurgito acido in bocca, salivazione eccessiva, irritazione della gola. Sono vari i disturbi con cui si manifesta il reflusso gastroesofageo. Sintomi sovrapponibili a quelli di una cattiva digestione, ma che con questa non vanno confusi se il problema si presenta con frequenza.
Le cause del reflusso
Il reflusso gastroesofageo è un problema che non ha conseguenze nella maggior parte dei casi. Tuttavia, è un problema fastidioso che tende a cronicizzare e a richiedere mesi di cure prima di mostrare chiari segni di miglioramento. I sintomi sono dovuti alla risalita verso l’esofago della secrezione acida e del cibo che nello stomaco viene digerito dall’azione di acido ed enzimi gastrici. Se la valvola che delimita il passaggio tra esofago e stomaco non assicura una chiusura salda, il contenuto dello stomaco può risalire, causando irritazione e infiammazione, anche dolorose. Infatti, mentre le pareti interne dello stomaco sono protette da uno spesso strato di muco e bicarbonato, l’esofago non ha tali difese: ecco perché un ritorno verso l’alto dell’acido può danneggiarlo.
Cosa fare?
Quando i sintomi del reflusso si presentano molto di frequente, allora è necessario consultare il medico. Per prima cosa, vi consiglierà di intervenire su dieta e stili di vita: mai pasti troppo abbondanti; ridurre o eliminare caffè, alcolici, cioccolata, suco d’arancia, cibi grassi, condimenti eccessivi e in generale tutti gli alimenti che sappiamo ci danno acidità. Cenare leggero almeno tre ore prima di andare a dormine, mai coricorarsi subito dopo i pasti. Dormire con la testa in posizione più elevata rispetto ai piedi per ostacolare il ritorno acido nell’esofago, sfavorito dalla gravità. Ridurre il peso corporeo. Il medico potrà prescrivervi farmaci che inibiscono la secrezione acida dello stomaco (cioè gli inibitori di pompa protonica, come l’omeprazolo, l’esomeprazolo, il lansoprazolo, etc… ) per ridurre l’acidità e l’irritazione dell’esofago. La cura è però lunga, con assunzione quotidiana per circa 12 settimane. Occasionalmente si può ricorre anche all’aiuto di farmaci a base di magaldrato, cioè una combinazione di idrossidi e solfati di alluminio e magnesio (come Riopan) che tamponano l’acidità gastrica o a base di alginati (come Gaviscon) che formano un gel sulla superficie dello stomaco, ostacolando la risalita dei succhi gastrici e proteggendo l'esofago.
Serve sempre fare la gastroscopia?
L’esame endoscopico di esofago e stomaco, che spaventa molti pazienti, non è necessaria in tutti i casi. Infatti, solo una minoranza dei pazienti presenta gravi lesioni dell’esofago o tumori. La gastroscopia, secondo le linee guida accreditate, è consigliabile solo nei pazienti che presentano sintomi di allarme: dolore alla deglutizione, sanguinamento gastrico, anemia e calo di peso inspiegabile) o nei pazienti i cui sintomi persistono o cambiano in modo sospetto.
Se i sintomi persistono, cosa fare?
I sintomi da reflusso tendono ad essere cronici e quando si interrompe la terapia è facile avere ricadute. In questo caso il medico potrà prescrive gli stessi farmaci per ridurre la secrezione acida, da assumersi per periodi di tempo molto lunghi o al bisogno, sospendendo l’assunzione una volta che il sintomo si è ridotto. È però importante limitare l’uso di questi farmaci a dei brevi periodi: un trattamento prolungato provoca un'alterazione del grado di acidità dello stomaco e profondi cambiamenti nella fisiologia gastrica, aprendo la strada ad altri problemi. Il loro uso continuo è probabilmente correlato a un aumento del rischio di infezioni intestinali e polmonari già nel breve termine, e di frattura ossea dopo un anno di uso. Qualora i farmaci non sortiscano alcun effetto, sarà cura del medico valutare un’indagine più approfondita con la gastroscopia e nei casi più gravi, l’intervento chirurgico (plastica antireflusso).
È facile pensare al peggio quando i sintomi durano da un po'. Chi ha questo pensiero può però tranquillizzarsi, per almeno due motivi: solo una minoranza di pazienti con problemi frequenti di stomaco o di reflusso ha gravi infiammazioni dell’esofago o ulcere gastriche (circa il 20-30%). E ancora meno frequenti sono i tumori di esofago o stomaco, presenti in circa il 3% dei pazienti con sintomi ricorrenti. Tutti gli altri con sintomi dispeptici (così i medici chiamano i problemi di stomaco) non hanno nessuna alterazione patologica, solo un disturbo funzionale. Ma la cosa più importante, è che l’ulcera, quando non guarisce da sé (e può succedere) è comunque curabile con i farmaci.
Sappiate però che dai sintomi non è possibile capirlo: i sintomi sono più o meno gli stessi, che si abbia un’ulcera o meno cioè senso di pesantezza, di pienezza o sazietà precoce, bruciore, gonfiore, nausea, vomito e un dolore alla parte alta dello stomaco, che può dare i crampi o essere lieve, simile alla sensazione di fame.
Il bruciore allo stomaco può essere un sintomo di calcoli biliari che, se poco pronunciati, possono essere confusi con disturbi molto comuni.
Le cause: un batterio e farmaci antinfiammatori
Sono due le cause di ulcere gastro-duodenali: l’infezione da Helicobacter pylori, un batterio che infetta lo stomaco stimolandone la secrezione acida e alterandone le normali barriere difensive, molto diffuso nella popolazione, ma causa d’ulcera solo in una minoranza; l’uso prolungato di farmaci antinfiammatori non steroidei (come l’aspirina, l’ibuprofene o il diclofenac, etc…), i quali hanno l’effetto indesiderato di ridurre le difese della parete gastrica (oltre che di irritarle direttamente) e di predisporle allo sviluppo di ulcerazioni causate dalle nostre stesse secrezioni acide. Queste due cause vanno quindi affrontate con il medico: cibi speziati, caffè, fumo e stress non la causano, ma possono peggiorarne i sintomi e il trattamento dell’ulcera.
Serve sempre fare la gastroscopia?
Anche se si soffre di stomaco da qualche tempo ormai, fare una gastroscopia non è strettamente necessario se si è giovani (meno di 45-50 anni) e se non si hanno sintomi definiti quali campanelli d’allarme: vomito persistente, sangue nelle feci, forte dolore addominale, perdita di peso inspiegabile e storia familiare di cancro. Al di fuori di questi casi, la gastroscopia molto difficilmente riscontra anomalie quali ulcere, esofagite o problemi gravi, come un tumore. Il rischio è infatti molto basso. Se invece si hanno questi sintomi o caratteristiche, la probabilità è più alta: meglio quindi fare l’esame per valutare la situazione ed escludere.
Il trattamento
Fatte le dovute modifiche dello stile di vita, come smettere di fumare (perché peggiora l’esito delle cure), evitare l’alcol (perché irrita lo stomaco e interferisce con la guarigione) e quando possibile, sospesi gli antinfiammatori FANS, il medico vi proporrà di cercare il batterio con l’urea breath test. Se l’esame sarà positivo, vi prescriverà una terapia antibiotica (con due differenti antibiotici per almeno 7 giorni) associata a una terapia anti-secretoria, con farmaci inibitori di pompa protonica, per quattro-otto settimane. Serve per debellare il batterio e ridurre l’acidità gastrica al minimo per permettere all’ulcera di guarire. Eliminare l’infezione è utile per ridurre il rischio che l’ulcera torni. Se il batterio non risulta dall’esame, la terapia prevedere l’uso esclusivo di farmaci antisecretori per almeno quattro-otto settimane. Qualora i sintomi dovessero persistere, sarà il medico a valutare se è opportuno continuare con farmaci che riducono la secrezione gastrica (in continuo a dosi basse o al bisogno per brevi periodi) o effettuare degli approfondimenti.