News

Yuka: cos’è e come funziona l’app che analizza cibo e cosmetici

Yuka è un’applicazione sempre più popolare che promette di aiutare i consumatori a scegliere in modo più consapevole alimenti e prodotti cosmetici, analizzandone gli ingredienti e attribuendo un punteggio sulla composizione.Quali criteri utilizza per le valutazioni? Quali sono i suoi punti di forza e quali invece i punti deboli? Ecco cosa devi sapere.

Con il contributo esperto di:
13 giugno 2025
App Yuka su smartphone

Negli ultimi anni, sempre più consumatori hanno iniziato a scrutare le etichette dei prodotti con uno smartphone in mano, utilizzando app create allo scopo. Tra le più scaricate c'è Yuka: basta scansionare il codice a barre di un alimento o di un cosmetico per ottenere un giudizio immediato sulla sua composizione. Ma come si usa e su quali basi vengono valutati ingredienti e additivi? E soprattutto: possiamo davvero fidarci di questi risultati? Vediamo insieme come funziona Yuka, cosa offre, quali sono i suoi limiti. Ti proponiamo anche una panoramica sui nostri comparatori di prodotti alimentari e cosmetici, sulla banca dati sugli additivi e sugli altri contenuti informativi di Altroconsumo utili per fare una spesa consapevole, garantita dai nostri test e dal lavoro di tutti i nostri esperti.

Torna all'inizio

Cos'è Yuka

Yuka è un’applicazione che puoi scaricare sul tuo smartphone sia dallo store Apple che da quello di Google. Si presenta con questa definizione: l’app che scansiona i prodotti alimentari e cosmetici. Selezionato, quindi, un prodotto, ne analizza la composizione sulla base delle informazioni riportate in etichetta, per valutare l’impatto sulla salute (e sull’ambiente nel caso dei cosmetici. L’obbiettivo è quello di rendere i consumatori più consapevoli e aiutarli nelle proprie scelte.

Torna all'inizio

Come funziona

Per conoscere i dettagli di un prodotto, alimentare o cosmetico, la prima cosa da fare è la scansione del codice a barre.

Trovato il prodotto, Yuka mostra la sua valutazione in tre modi: un punteggio da 0 a 100, un codice colore (verde, giallo, arancione, rosso) e un aggettivo (eccellente, buono, mediocre, scarso).


Torna all'inizio
Glass.Mapper.Sc.Fields.Image
Antonella Borrometi
Nutrizionista
I nostri comparatori hanno al loro interno tanti prodotti: quello dei biscotti, ad esempio, ne ha più di 500. Per elaborarli ci basiamo sull’analisi dell’ etichetta controllando con attenzione tutte le informazioni a disposizione. Tra gli ingredienti sono importanti non solo gli additvi, ma anche gli ingredienti ultraprocessati come gli aromi, sciroppo di glucosio, l'olio idrogenato... Non trascuriamo questi ingredienti dal momento che secondo alcuni studi, il consumo di alimenti ricchi di ultraprocessati comporta rischi per la salute, tra cui obesità e disturbi cardiovascolari

Come viene attribuito il punteggio

Per i prodotti alimentari, il punteggio finale da 0 (scarso) a 100 (eccellente) viene determinato da un algoritmo che tiene conto di tre aspetti: qualità nutrizionale; presenza di additivi e certificazione biologica dei prodotti.

La qualità nutrizionale viene valutata usando il Nutri-Score, il sistema di etichettatura frontale nato in Francia e utilizzato in diversi Paesi europei, che si basa su cinque lettere (da A a E) e cinque colori (dal verde scuro al rosso) per indicare gli alimenti più o meno consigliabili. Attraverso un algoritmo valuta il valore energetico, il contenuto in grassi saturi, zuccheri e sale dei prodotti come nutrienti da limitare, penalizzando il punteggio all’aumentare di questi valori. Al contrario, valuta come elementi da favorire il contenuto di fibra, proteine, frutta, verdura, legumi; più alti sono questi valori e più il giudizio migliora.

Gli additivi usati nei prodotti alimentari non sono tutti uguali. In alcuni casi la letteratura scientifica solleva dei dubbi sulla loro sicurezza, oppure la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sottolinea il rischio che venga superata la dose giornaliera che può essere assunta senza che ci siano rischi per la salute. Per questo Yuka valuta gli additivi sulla base di diversi studi scientifici e a ciascun additivo attribuisce un livello di rischio: nessun rischio, rischio limitato; rischio moderato; a rischio. Gli additivi, quindi, incidono sul punteggio finale in funzione del tipo a cui appartengono.

Infine, Yuka considera positivamente la certificazione biologica in particolare perché vieta l’uso di pesticidi.

Per i cosmetici (come saponi, trucchi, creme, shampoo, dentifrici e così via) il giudizio complessivo che appare di fianco al singolo prodotto si ottiene attraverso una sorta di media della valutazione di ciascun ingrediente incluso nella formulazione: in pratica, ogni ingrediente presente nel prodotto riceve un giudizio in una scala a quattro punti che va dal migliore “nessun rischio”, al peggiore “a rischio”, in funzione dei suoi potenziali effetti negativi sia sulla salute (allergenicità, irritabilità della pelle,  attività da interferente endocrino) che sull’ambiente (come per esempio, tossicità verso la vita acquatica o il livello di inquinamento del processo di produzione). 

A colpo d'occhio

Per aiutare l’utente la app Yuka utilizza non solo numeri, ma anche colori che affiancano le informazioni quali punteggio finale, valori nutrizionali e additivi per i prodotti alimentari.

Il punteggio finale da 0 a 100, è accompagnato da un colore verde, giallo, arancione e rosso a seconda della fascia in cui ricade (rispettivamente eccellente, buono, mediocre e scarso). Ma i colori accompagnano anche i valori nutrizionali e gli additivi dal verde al rosso, con la logica del buon senso: il verde è da interpretare positivamente, il rosso invece come un campanello d’allarme.

Lo stesso sistema “a colori” viene impiegato anche nella valutazione dei prodotti cosmetici.

Torna all'inizio

Le altre funzioni

Oltre a dare una scheda informativa per ciascun prodotto, la app Yuka ha diverse funzionalità, sia per i prodotti alimentari che cosmetici.

  • Tra le funzionalità interessanti c’è quella che riguarda le alternative. Se il prodotto cercato ha una valutazione mediocre o scarsa, Yuka propone alternative simili ma con una valutazione migliore (buona o eccellente).
  • Cronologia: l’app tiene traccia dei prodotti scansionati e nella pagina della cronologia ne mostra la foto, la valutazione attraverso il colore e l’aggettivo (eccellente, buono, mediocre e scarso) e quanto tempo fa è stato cercato il prodotto.
  • Sintesi: mostra una sintesi delle ricerche fatte in un determinato periodo. Dice, per esempio, nell’ultimo mese, quanti prodotti “buoni” abbiamo scansionato o quanti mediocri o eccellenti.
  • Possibilità di aggiungere un prodotto: se, fatta la scansione di un prodotto, questo non viene trovato, Yuka invita a inserirlo.

C’è poi la possibilità di attivare la versione premium. Quanto costa? “Paga quanto vuoi, senza impegno”. Questa è la frase riportata nell’apposita sezione della app, accompagnata da un suggerimento di 15 euro all’anno.

Con il profilo premium si può cercare il prodotto anche per nome, senza dover per forza fare la scansione, selezionare eventuali preferenze alimentari (ad esempio senza glutine, vegano, senza lattosio...), e usare la app anche in modalità off line.

Torna all'inizio

Yuka è attendibile?

Il rpincipale problema di questa app e più in generale delle app che raccolgono grandi quantità di informazioni, è l’affidabilità e l’aggiornamento dei dati: se un prodotto ha cambiato formulazione e l’app non aggiorna gli ingredienti, per esempio, il giudizio che riceviamo di quel prodotto non è corretto perché non corrisponde a quello realmente presente sul mercato. L’algoritmo che Yuka utilizza per determinare i punteggi, infatti, si basa sulle informazioni riportate in etichetta.

Poi c'è la questione della certificazione biologica. Tra gli aspetti presi in considerazione in termini positivi da questo sistema, e quindi che hanno un peso rilevante nel giudizio, c’è la certificazione biologica. Secondo Yuka, i cibi bio “hanno benefici per la salute. In particolare, vieta l’uso di pesticidi chimici che possono rappresentare un rischio”. Gli altri benefici a cui fa riferimento riguardano un maggior apporto in antiossidanti, riduzione del rischio di cancro, di diabete, di sovrappeso e obesità. La certificazione bio è quindi considerata un plus a prescindere dalla reale qualità del prodotto. Tuttavia non è sempre detto che bio equivalga per forza a caratteristiche nutrizionali migliori dell'alimento. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la quantità di nutrienti (vitamine e minerali) in prodotti come frutta e verdura non dipendono dal tipo di coltivazione (bio o convenzionale). Anche le nostre numerose inchieste condotte negli ultimi anni su questo tema giungono alla medesima conclusione: la quantità di nutrienti presenti non è così diversa tra biologico e convenzionale, così come gli alimenti biologici non hanno necessariamente una formulazione migliore rispetto a quelli convenzionali.

Un altro limite di Yuka  riguarda l’interpretazione dei risultati da parte dell’utente: non ci sono alimenti buoni o cattivi, ma ci sono alimenti che possono essere mangiati con una certa frequenza e altri meno ed è sempre importante considerare la dieta nel suo insieme. Altro aspetto da considerare è la quantità: le valutazioni di Yuka sono su 100 grammi di prodotto; un prodotto può essere “mediocre”, ma se ne mangio una porzione piccola potrebbe non rappresentare un problema.

Infine ricordiamo che Yuka valuta soltanto alcuni aspetti di un prodotto, cioè quelli che in qualche modo sono legati alla salute delle persone, come l’app stessa dichiara; non tiene conto di tutti gli aspetti che riguardano la sua qualità complessiva.

Cosmetici: i limiti della valutazione di Yuka

Per quanto riguarda i prodotti cosmetici, l’aspetto positivo è la trasparenza delle fonti scientifiche alla base della valutazione dei singoli ingredienti. Ma questo non significa necessariamente che le conclusioni a cui arriva Yuka siano sempre condivisibili.

Ad esempio, il giudizio sull’ingrediente è generale e attribuito allo stesso modo a tutti i prodotti, non tenendo conto di molti aspetti che, in realtà, sono fondamentali per valutare correttamente il reale grado di “pericolosità” di una data sostanza: aspetti come la frequenza d'uso, l'età degli utilizzatori, la durata del contatto del prodotto con la pelle, il tipo di formulazione, sono solo alcune delle condizioni che andrebbero considerate per esprimere un giudizio corretto. Questo si può tradurre in valutazioni troppo severe, talvolta allarmiste.

Al contrario, per alcune categorie di prodotto, la valutazione solo in base agli ingredienti presenti nella formulazione può rivelarsi fallace: ad esempio, prodotti solari con SPF alto o molto alto (ovvero SPF 30, 50 o 50+) contenenti solo filtri minerali (ossido di zinco e biossido titanio) possono ottenere dei giudizi positivi, nonostante la vera efficacia nella protezione solare non sarà probabilmente garantita, come i nostri test di laboratorio spesso confermano. Il problema è che il punteggio “positivo” che si vede di fianco al prodotto può venire erroneamente accostato da chi utilizza l’app alla bontà del prodotto in generale, e non solo ai potenziali effetti dei singoli ingredienti su salute e ambiente: c’è da dire che è la stessa Yuka a precisare che il punteggio non si riferisce al prodotto ma ad un sistema di valutazione dei singoli ingredienti in delle note a margine in cui viene spiegato il metodo di valutazione, ma non crediamo che questo dettaglio fondamentale sia reso sufficientemente evidente. In pratica, un prodotto con un buon punteggio potrebbe non proteggere dai raggi UV, non lavare i denti correttamente, non idratare la pelle in maniera sufficiente, per esempio.

Una precisazione è d'obbligo: non è scorretto scegliere i prodotti cosmetici in base alla loro formulazione, ma dovrebbe essere chiaramente esplicitato all'interno della app che la valutazione non ha nulla a che fare con la reale efficacia del prodotto.

Torna all'inizio

Cosa ne pensa chi la utilizza

La app Yuka è stata scaricata da milioni di utenti e in generale piace. Chi ne è soddisfatto la valuta positivamente per la possibilità che dà di conoscere meglio i prodotti.

Ma tra gli utenti c’è anche chi non l’apprezza. Alcune critiche sono legate alla funzionalità dell’app stessa: difficoltà con la scansione del codice a barre, difficoltà ad aggiungere un prodotto non presente...

Per i prodotti alimentari viene citato spesso il fatto che la valutazione di uno stesso prodotto cambia nel tempo. Ma questo può dipendere dal fatto che il prodotto stesso cambia lista degli ingredienti e di conseguenza i valori nutrizionali. Qualcuno lamenta il fatto che non considera le proprietà organolettiche; altri, invece, ne mettono in dubbio l’attendibilità.

Alcune critiche relative ai prodotti cosmetici lamentano l’elevata numerosità di prodotti giudicati “male” a causa della presenza di ingredienti che, se contestualizzati in funzione del tipo di prodotto e del tipo di formulazione, non dovrebbero ricevere dei giudizi così bassi o severi. Tutto ciò, secondo alcuni dei commenti critici degli utilizzatori, può alimentare paure e generare allarmismo.

Torna all'inizio

Informati con Altroconsumo

Quella dei test comparativi è una delle principali attività che da anni caratterizzano Altroconsumo nell’ambito delle sue attività di tutela dei consumatori: analisi approfondite su una vasta gamma di prodotti, tra cui alimenti e cosmetici. Il metodo adottato si basa su criteri scientifici, prove in laboratorio e analisi comparative pensate per restituire un quadro oggettivo e utile a fare scelte informate.

Per alcuni alimenti, come la pasta, il caffè e altri prodotti di largo consumo, le valutazioni si fondano su test sensoriali e analisi di laboratorio che verificano aspetti fondamentali come la conformità ai parametri di legge, la qualità complessiva e la sicurezza.

Per altre categorie puoi trovare in questo sito comparatori basati sulle informazioni riportate in etichetta – ad esempio per dolci al cucchiaio, cereali da colazione, barrette o pasta ripiena – che tengono conto dei valori nutrizionali, degli ingredienti e della presenza di additivi. Le valutazioni si basano sia sul Nutri-Score sia su criteri propri sviluppati dagli esperti di Altroconsumo.Gli additivi, ad esempio, vengono classificati in base al numero presente e alla loro sicurezza, secondo una categorizzazione che comprende quattro livelli: accettabile, tollerabile, poco raccomandabile, a rischio consultabile anche nella nostrabanca dati degli additivi.

La valutazione dei prodotti tiene conto anche della presenza di eventuali ingredienti ultraprocessati, come sciroppo di glucosio o aromi artificiali. La loro presenza viene considerata nel giudizio complessivo, alla luce delle evidenze che li collegano a potenziali rischi per la salute, come obesità e patologie cardiovascolari. Quando possibile, viene considerata anche la porzione consigliata, per una valutazione più aderente al consumo reale.

Anche nel campo dei cosmetici, l’approccio adottato unisce test di efficacia in laboratorio (per esempio su creme idratanti, shampoo, prodotti solari) con un’analisi dell'Inci, ovvero della lista degli ingredienti.

I prodotti che contengono sostanze su cui esistono preoccupazioni o incertezze scientifiche vengono penalizzati nel giudizio globale. Si tratta, però, di un numero limitato di ingredienti, che l’industria tende oggi a utilizzare sempre meno.

Torna all'inizio