Auto: rincari in autostrada e stop allo sconto sui carburanti
Tra gli aumenti per i pedaggi (in un caso anche del 4,2%) di alcune tratte autostradali e lo stop agli sconti governativi sul carburante, il 2023 inizia in salita per gli automobilisti italiani. Si tratta dell’ennesimo colpo per il portafogli dei cittadini. Per i carburanti continua la nostra richiesta sull’azzeramento dell’Iva. Per le autostrade rimane attiva la nostra class action per chiedere i risarcimenti per i disagi relativi al periodo 2009-2018.

Duro colpo al portafogli degli automobilisti in questo inizio di anno. Dal primo gennaio 2023, infatti, i carburanti sono diventati più cari dopo la decisione del governo di non prorogare lo sconto sulle accise che andava avanti da marzo 2022. Rincari anche sul fronte autostrade con aumenti ai caselli che in un caso arrivano fino al 4,2%. Ecco tutti i dettagli.
Pedaggi: aumenti dallo 0,5% al 4,2%
Durante lo scorso anno abbiamo monitorato il costo di 38 tratte autostradali, tra le più rappresentative. In questi primi giorni del 2023, mediamente, l’aumento del costo dei pedaggi è stato del 1,2% contro un 11,5% dell'inflazione, con un minimo dello 0,5% (Milano-Genova) e un massimo del 4,2% (Milano-Varese). Ecco alcuni esempi dei percorsi analizzati.
Andare dall’aeroporto di Malpensa a Milano (tratta Milano-Varese) lo scorso anno costava 1,70 euro mentre oggi ne costa 1,80: un aumento del 5,6%. Spostarsi da Milano a Novara (tratta Milano-Torino) nel 2022 costava 6,40 euro contro i 6,70 euro di oggi: l’aumento è del 4,5%. Per viaggiare da Milano a Genova fino all’anno scorso si pagavano 10,10 euro: oggi il prezzo è salito a 10,20 euro con un 1%.
Da Torino Rondissone a Novara Ovest si spendevano nel 2022 10,70 euro mentre adesso siamo a 11,10 euro: un aumento del 3,6; da Bologna Casalecchio a Firenze si passa da 8,10 a 8,30 euro (+2,4%); da Firenze a Roma nel 2022 il pedaggio era 18,40 euro mentre oggi arriva a 18,70 euro (+1,6%); da Roma a Napoli si pendevano 16,50 euro nel 2022, mente adesso la spesa sale a 16,80 euro (+1,8%). Non abbiamo registrato aumenti nelle tratte: Brennero, Messina-Catania, Messina-Palermo, Napoli-Reggio Calabria, Roma-Civitavecchia, Roma-Teramo, Torino-Brescia.
Si tratta dell’ennesimo colpo al portafogli degli automobilisti che dal 2009 vedono aumentare il prezzo delle autostrade a fronte di sempre maggiori disagi. Per questo motivo, Altroconsumo già da tempo con una class action ha chiesto un risarcimento a favore di chiunque abbia patito disagi autostradali dal 2009 al 2018.
Stop al taglio delle accise
Dal 1° gennaio 2023 benzina e gasolio sono tornati a prezzo pieno. Il governo, infatti, non ha confermato le misure per contenere il caro-carburante varate a marzo 2022 dall’esecutivo di Draghi che prevedevano una riduzione delle accise di 18,3 centesimi (in realtà, prima di essere ridotto dal governo Meloni lo scorso novembre, si trattava di un taglio di 30,5 centesimi al litro).
Gli effetti di questo taglio è già evidente nei prezzi alla pompa. Secondo le rilevazioni di Quotidiano energia, la benzina in modalità self viaggia a un prezzo medio di 1,806 euro al litro. Questo è ancora più evidente per il diesel, il cui prezzo medio è schizzato a 1,867 euro al litro.
Le accise tornano quindi a essere applicate in misura piena e il prezzo di benzina e diesel alla pompa non ha più alcuno sconto per il consumatore. Una decisione che ci lascia perplessi. Da tempo Altroconsumo chiede alle istituzioni un intervento duraturo che preveda l’azzeramento dell’Iva.