Consigli

Caschi per biciclette: obblighi, tipologie e consigli per una scelta sicura

Il casco è un elemento fondamentale per la sicurezza quando si utilizza la bicicletta, il monopattino o la moto. Sul mercato esistono numerosi modelli, con caratteristiche molto varie. In questo articolo ti spieghiamo le normative da seguire, come individuare il casco più adatto alle tue esigenze e quali requisiti deve possedere un casco per garantire una protezione efficace.

Con il contributo esperto di:
28 maggio 2025
Donna indossa un casco per bici

Il casco ci protegge quando andiamo in bicicletta, in monopattino oppure in skateboard. In commercio possiamo trovare tantissimi prodotti, molto diversi tra loro. Scopri quali regole devi rispettare, come scegliere il casco più adatto e quali caratteristiche deve avere per essere davvero sicuro.

Il casco, come il giubbotto catarifrangente, è un indumento di protezione e per ogni attività esiste il casco adatto. Tuttavia non è necessario avere in casa un casco specifico per lo skate, uno per il monopattino e uno per i pattini (per queste tre attività va bene usare il casco per la bici), ma non è il caso di utilizzare il casco da sci per andare in bicicletta. È importante considerare il casco in funzione dei rischi sulla strada e sulle piste oppure sul lavoro.

Per quanto riguarda bicicletta, skateboard e monopattino sappiamo che il casco deve essere leggero, con una buona areazione, deve consentire un’ottima visibilità ed essere regolabile. Questa ultima caratteristica è fondamentale. Il casco deve essere confortevole, non dobbiamo toglierlo ma deve stare bene in testa. Se è allacciato largo, è scomodo e lo teniamo morbido rischiamo che nel momento della caduta si sfili oppure non sia ben saldo sulla testa e quindi non ci protegga al meglio.

Torna all'inizio

Casco bici obbligatorio: cosa dice la legge in Italia

Secondo l’attuale codice della strada, non è obbligatorio il casco in bici, né sulle bici a pedalata assistita né sulle bici muscolari. Non esiste nemmeno un obbligo per minorenni o bambini. Il casco è sempre consigliato, ma mai obbligatorio. Altroconsumo sostiene l’introduzione di obbligatorietà per i minori di 18 anni, come avviene ad esempio per il casco sulle piste da sci. In altri contesti si è visto che questo genera un effetto di diffusione del casco anche tra gli adulti, perché i genitori decidono di usare il casco per dare il buon esempio ai figli.

Purtroppo spesso il tema dell’obbligatorietà, o dell’utilizzo del casco in bici, viene utilizzato per spostare strumentalmente la responsabilità della sicurezza stradale su chi sceglie di spostarsi in bici. L’auto-tutela è sicuramente importante, così come è essenziale un’adeguata conoscenza dei pericoli in strada e delle proprie capacità: questo è valido per tutti gli utenti della strada, da chi si muove a piedi a chi si deve spostare in automobile.

La soluzione per la riduzione del numero e della gravità degli incidenti non può pesare sulla testa di una delle categorie più soggette a incidenti gravi: circa la metà degli incidenti che avvengono in Europa coinvolge le automobili che investono principalmente pedoni, altre automobili, bici e motocicli. Si deve quindi agire prioritariamente sulle automobili per ridurre il numero e la gravità degli incidenti stradali, e tutelare in modo particolare chi si sposta a piedi, in bici o in moto, le tre categorie più frequentemente vittime di incidenti più gravi. La maggior parte delle volte la scelta di spostarsi in automobile è una scelta obbligata, in quanto l’organizzazione urbana delle nostre città è costruita su misura dell’automobile e ci rende dipendenti da questo mezzo di trasporto.

Se si vuole aumentare la sicurezza di tutti gli utenti della strada, dunque, rimane di prioritaria la costruzione di quartieri a misura di persone, con interventi come zone 30, riduzione del numero di autovetture private in circolazione, aumento degli spazi verdi pubblici e soprattutto coinvolgimento di chi vive all’interno della città nelle decisioni sul proprio quartiere.

Torna all'inizio

Perché il casco è fondamentale per la sicurezza

Una volta fatte queste dovute precisazioni, il casco rimane uno strumento utile per l’auto-tutela di chi utilizza la bici. Il casco è infatti progettato per assorbire l’impatto di urti cranici: se in seguito ad una caduta si sbatte la testa, il casco protegge la scatola cranica assorbendo l’energia dell’urto (e deformandosi), in modo tale che l’impatto ricevuto dal cranio sia nettamente minore e quindi riducendo il rischio di traumi. La deformazione del casco, ovviamente, lo rende inefficace contro cadute successive, per questo il casco va cambiato ogni volta che è soggetto a urti e forti cadute.

I caschi per bici venduti in Europa devono essere omologati secondo la norma EN1078. Secondo queste linee guida, si considerano solo impatti perpendicolari alla superficie di impatto.

Altroconsumo sostiene la necessità di un protocollo di omologazione più stringete e realistico: numerosi studi mostrano che la maggior parte delle cadute in bici provoca un impatto obliquo, e non perpendicolare. È per questo motivo che, nella pratica, diverse aziende producono già dei caschi che oltre a rispettare la norma EN1078 sono testati anche su altre tipologie di caduta, ad esempio cadute con impatto frontale, occipitale, laterale o su piani obliqui.

Il casco è formato da tre parti:

  • una calotta esterna, solitamente in plastica rigida o in carbonio, con funzioni estetiche e di protezione da pioggia e agenti atmosferici.
  • una calotta interna, saldata a quella esterna, costituita dai materiali plastici (come poliuretano espanso) che assorbono effettivamente l’urto deformandosi.
  • cinturini e regolazione, che permettono di fissare il casco in modo solidale alla testa, regolando la pressione sul cranio in modo tale che il casco non scivoli via durante l’uso o durante l’urto.

Quando scegli un casco, è importante provarlo sia per verificare che sia della taglia giusta, sia per verificarne l’ergonomicità e la comodità, regolando i cinturini e verificando che non si sposti sulla testa.

Torna all'inizio

Tipi di caschi da bici: quale scegliere in base all’uso

Ogni casco omologato garantisce il livello di protezione richiesto dalla normativa. Le prime due cose da controllare prima di comprare un casco sono in effetti la presenza del marchio CE e della normativa EN1078. Poi controllate la taglia, che indica la misura della circonferenza cranica.

Quali sono le altre le differenze tra un modello ed un altro? I caschi si distinguono per il design: leggerezza, materiali, areazione, comodità, ergonomicità sono le prime cose che si notano di un casco.

Il design dipende dall’utilizzo per cui quel casco è stato creato. Esistono caschi specifici per diverse discipline:

  • i caschi per ciclismo su strada sono solitamente quelli più aerodinamici e leggeri; alcuni modelli hanno anche diverse aperture per l’areazione. Come si è detto, esistono pure dei caschi bici da corsa in carbonio, dove la parte in carbonio è solo la calotta esterna.

  • i caschi per mountain bike, invece, pongono più attenzione alla protezione da impatti con rami, foglie, sassolini: per questo sono spesso dotati di una visiera integrata nel casco (in alcuni casi rimovibile), hanno solitamente meno aperture ed un rivestimento pensato per il contatto con fango, sabbia e polvere. Solitamente sono anche più allungati nella parte posteriore in modo da proteggere anche la nuca in caso di caduta.

  • i caschi per downhill, enduro o altre discipline “gravity” ricordano i caschi integrali da moto: sono in effetti dei caschi bici integrali, dotati quindi anche di una parte che avvolge e protegge il viso, lasciando scoperto lo spazio per la vista. Proteggono quindi il cranio, la nuca ed il volto da impatti potenzialmente più forti che nelle altre discipline.

  • i caschi per BMX possono essere di diverso tipo: alcuni sono simili a quelli integrali altri invece assomigliano di più a quelli da mtb. Solitamente si tratta di caschi con poche prese di areazione, e devono essere in grado di proteggere anche la nuca e le tempie. La forma non è aerodinamica, e l’areazione è scarsa.

Esistono poi altre tipologie di caschi per professionisti, come quelli da triathlon. I caschi bici per bambini, invece, hanno la differenza di essere di taglie più piccole e solitamente hanno meno punti di areazione e decorazioni più vivaci. Anche questi devono essere omologati.

Torna all'inizio

Come misurare e scegliere la taglia del casco

Ogni modello di casco è venduto in taglie diverse: prima di comprarne uno provatelo e verificate che sia la taglia giusta per voi. Ma come misurare la taglia di un casco per bici? La taglia in realtà è riportata su un’etichetta, solitamente all’interno del caschetto, ed è espressa come un range di cifre espresse in cm, come nell’esempio nella foto sotto.

Per capire se un casco è della tua taglia devi provarlo: indossalo, non deve stringere né “ballare”, una volta regolato e aggiustati i cinturini deve rimanere ben fermo anche se si gira la testa rapidamente a destra e sinistra o la si muove violentemente avanti e indietro. Il casco ci protegge in caso di caduta, ma solo se resta ben saldo sulla testa, per questo va indossato chiuso e deve rimanere solidale con il cranio anche se si fanno movimenti bruschi come quelli che si potrebbero avere in caso di caduta o se si urtasse un ramo.

Torna all'inizio

Quanto dura un casco da bici: quando va cambiato

I caschi da bici non hanno una vita infinita. Come si è detto, il casco andrebbe cambiato dopo cadute che ne deformano la calotta interna, perché in questo caso perdono la loro funzione di assorbimento dell’energia cinetica dell’urto. È importante anche evitare di sbattere o far cadere da grandi altezze il casco, perché si potrebbe danneggiare la calotta esterna e quella interna, rendendolo non più sicuro.

Controllate anche che la calotta interno non sia graffiata o bucata (in tal caso il casco va cambiato) ed evitate il contatto con liquidi corrosivi che possono rovinare la calotta esterna o interna.

Anche la durata di vita di un casco, seppur sempre utilizzato con tutte le attenzioni, è limitata perché i materiali di cui è composto possono degradarsi con il tempo: fate riferimento alle istruzioni riportate dal produttore.

Torna all'inizio

Consigli finali per una bici più sicura

Oltre al casco, esistono anche altri accessori pensati per l’auto-tutela del ciclista, come catarifrangenti e luci. Ricordati che secondo il codice della strada, le luci anteriore e posteriore sono obbligatorie in ogni caso di scarsa visibilità, quindi sia al calare del sole che nel caso di nebbia o pioggia forte.

Inoltre, secondo il codice della strada, è obbligatorio indossare un giubbotto catarifrangente o portare le classiche bretelle riflettenti fuori città da mezz’ora prima del tramonto a mezz’ora prima del sorgere del sole o in galleria.

Torna all'inizio