Meta AI su WhatsApp sotto la lente dell’Antitrust: cosa contesta il Garante
Secondo l’Agcm, le regole imposte da Meta su WhatsApp possono ridurre la concorrenza nel mercato dei chatbot AI e limitare le possibilità di scelta per gli utenti. Ecco perché l’Autorità è intervenuta e ha sospeso alcune condizioni contrattuali dell’app di messaggistica.
Quando, nella primavera del 2025, Meta AI è comparsa su WhatsApp, molti utenti si sono trovati davanti a una novità difficile da ignorare: un assistente basato sull’intelligenza artificiale integrato direttamente nell’app di messaggistica più usata in Italia, visibile fin dalla schermata principale e non disattivabile. Una scelta che ha sollevato domande su privacy, utilizzo dei dati e libertà di scelta, ma che ora finisce anche al centro di un intervento dell’Antitrust (a proposito, se vuoi scoprire le 7 cose che non si possono fare con l’AI, leggi qui).
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha infatti adottato una misura cautelare nei confronti di Meta, imponendo la sospensione immediata di alcune condizioni contrattuali legate a WhatsApp che rischiavano di escludere dal mercato i chatbot di intelligenza artificiale concorrenti di Meta AI. La decisione arriva al termine di una prima fase di istruttoria e mira a evitare effetti irreversibili sulla concorrenza mentre l’indagine è ancora in corso.
Torna all'inizioPerché l’Antitrust ha aperto un’istruttoria su Meta
L’istruttoria è stata avviata a luglio 2025 per presunto abuso di posizione dominante, in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Secondo l’Autorità, l’integrazione di Meta AI all’interno di WhatsApp, in una posizione di assoluta preminenza rispetto ai servizi concorrenti, potrebbe conferire a Meta un vantaggio competitivo indebito nel mercato dei servizi di chatbot e assistenti AI.
WhatsApp è infatti una piattaforma con un bacino di utenti enorme e consolidato. Inserire al suo interno un assistente AI “di default”, immediatamente accessibile, significa trasformare milioni di utenti in potenziali utilizzatori di Meta AI, rendendo molto più difficile per i concorrenti raggiungere lo stesso pubblico.
Torna all'inizioLe nuove regole che rischiavano di escludere i concorrenti
A novembre 2025 l’Antitrust ha ampliato l’istruttoria, concentrandosi sulle nuove condizioni contrattuali introdotte da Meta nei WhatsApp Business Solution Terms. Queste regole, entrate in vigore il 15 ottobre e destinate a produrre pienamente i loro effetti entro il 15 gennaio 2026, vietano alle imprese che offrono chatbot basati sull’intelligenza artificiale di utilizzare WhatsApp come canale principale per raggiungere gli utenti.
In pratica, se applicate, le nuove condizioni avrebbero escluso del tutto dalla piattaforma i chatbot concorrenti di Meta AI, impedendo loro di operare su WhatsApp anche quando erano già presenti e utilizzati dagli utenti. Secondo l’Autorità, questa scelta è suscettibile di limitare lo sviluppo tecnico e le possibilità di scelta nel mercato dei servizi di AI conversazionale, con un impatto diretto anche sui consumatori.
Torna all'inizioCosa ha deciso l’Antitrust e cosa succede adesso
Valutando il rischio di un danno grave e irreparabile alla concorrenza, l’Agcm ha ritenuto necessario intervenire subito. Con la misura cautelare adottata il 22 dicembre 2025, Meta è stata obbligata a sospendere immediatamente l’applicazione delle condizioni contrattuali contestate, così da preservare l’accesso a WhatsApp per i chatbot AI concorrenti di Meta AI.
La decisione riguarda gli effetti della condotta sul territorio italiano. Parallelamente, la Commissione europea sta esaminando la stessa vicenda per il resto dello Spazio economico europeo, in coordinamento con l’Autorità italiana.
La misura cautelare non rappresenta una decisione definitiva, ma serve a “congelare” la situazione attuale mentre l’istruttoria prosegue. L’esito finale chiarirà se l’integrazione di Meta AI in WhatsApp e le regole imposte da Meta configurino un abuso di posizione dominante e quali conseguenze potranno derivarne per il mercato e per gli utenti.
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