Meduse, tracine e insetti: guida pratica alle punture estive
Punture, morsi, spine e irritazioni: al mare o in spiaggia, piccoli incontri con il mondo animale possono trasformare una giornata serena in un’esperienza dolorosa. Questa guida pratica aiuta a riconoscere e gestire le punture di meduse, ricci di mare, tracine e altri organismi marini che possono compromettere il benessere durante una giornata al mare.

Con l’arrivo dell’estate aumentano le occasioni per trascorrere giornate all’aria aperta, tra bagni in mare, passeggiate sugli scogli e momenti di relax sulla sabbia. Ma proprio in questi ambienti è possibile imbattersi in animali marini o insetti che, se disturbati o calpestati accidentalmente, possono pungere o mordere e causare reazioni cutanee. Dalle meduse alle tracine, dai ricci di mare ai piccoli parassiti della sabbia, fino alle punture di zanzare o altri insetti, le insidie non mancano. La maggior parte provocano solo fastidi passeggeri, altre invece richiedono attenzione immediata o interventi specifici per evitare complicazioni. Questa guida offre informazioni pratiche per riconoscere le punture più comuni dell’estate, capire da cosa sono causate, come intervenire in modo corretto e quali precauzioni adottare per prevenirle.
Torna all'inizioCosa può pungere al mare
Le punture in mare sono un fastidio tipico dell’estate: spesso dolorose ma raramente pericolose. Tra le più comuni ci sono quelle di meduse, tracine e ricci di mare, animali che si incontrano facilmente in acqua o sui fondali. Scopriamo insieme come riconoscerle e cosa fare in caso di contatto.
Pesce ragno (tracina): come evitarlo e cosa fare se ti punge
La puntura del pesce ragno, o tracina, è tra le più dolorose che si possano subire al mare. Questo piccolo pesce velenoso vive nei fondali sabbiosi, spesso vicino alla riva, dove si mimetizza sotto la sabbia. Camminare scalzi in queste zone aumenta il rischio di essere punti: per questo motivo è consigliabile indossare scarpette da mare e prestare attenzione, soprattutto in acque basse. La puntura avviene tramite le spine dorsali, che rilasciano una tossina. I sintomi principali sono gonfiore, dolore acuto, arrossamento e bruciore. In alcuni casi si possono manifestare anche febbre, nausea e malessere generale. Il gonfiore da puntura di tracina può durare diverse ore.
Cosa fare se ti punge una tracina:
- Lavare subito la parte colpita con acqua dolce.
- Immergere l’area interessata in acqua calda (40–45°C) per almeno 30 minuti: il calore aiuta a neutralizzare il veleno e ad alleviare il dolore.
- Se non è disponibile acqua calda, può essere utile anche la sabbia calda.
- Evitare ghiaccio, acqua fredda, ammoniaca o rimedi improvvisati che potrebbero aggravare la situazione.
Se i sintomi persistono o si intensificano, consultare un medico per valutare l’uso di pomate cortisoniche o antibiotiche o di una eventuale antitetanica se la persona non è coperta.
Meduse: cosa fare in caso di contatto
Durante una nuotata, il contatto con una medusa può trasformarsi in un’esperienza spiacevole. Anche se si parla spesso di morsi di medusa, in realtà le meduse non mordono: il contatto con i tentacoli urticanti provoca una reazione cutanea causata da una sostanza tossica rilasciata da cellule speciali chiamate nematocisti. Subito dopo il contatto, la pelle può diventare rossa, prudere e presentare vesciche, lesioni simili a orticaria o segni simili a frustate. In alcuni casi restano evidenti le “impronte dei tentacoli”.
Cosa fare se ti punge una medusa
Intervenire rapidamente è fondamentale per limitare il fastidio e prevenire complicazioni. Ecco le principali indicazioni:
- Uscire dall’acqua e controllare la pelle.
- Se sono presenti filamenti, rimuoverli con pinzette, sabbia umida o un oggetto rigido (es. una tessera). Proteggere la mano con un guanto o un panno.
- Sciacquare con acqua di mare (mai con acqua dolce, alcol o ammoniaca).
- Applicare aceto bianco diluito per disattivare eventuali tossine residue.
- Fare impacchi freddi, evitando il contatto diretto del ghiaccio sulla pelle.
- Non grattare né strofinare la zona colpita.
Se i sintomi dopo una puntura di medusa risultano persistenti o particolarmente intensi, possono essere utili alcune misure per ridurre l'infiammazione, il prurito e il dolore:
- Applicare una crema a base di idrocortisone per ridurre l’infiammazione. (es. Foille insetti, Dermocortal crema, Euclorina eritemi, Lenirit crema ecc).
- Utilizzare una crema antistaminica per alleviare il prurito, a base di desclorfeniramina (es. Polaramin) o difenidramina (es. Allergan).
- Assumere un antidolorifico da banco in caso di dolore significativo, prestando attenzione agli eventuali effetti indesiderati.
Nel caso compaiano sintomi sistemici come nausea, mal di testa, difficoltà respiratorie o reazioni cutanee estese, è fortemente consigliato rivolgersi al medico: potrebbe trattarsi di una reazione allergica generalizzata. Infine, se non si è coperti dal vaccino antitetanico, è opportuno valutare con il medico se effettuare il richiamo.
Pidocchi di mare, pulci o alghe non sono un problema
Dopo una nuotata può capitare di notare sulla pelle piccole macchie rosse o bollicine pruriginose, fastidi spesso attribuiti ai pidocchi di mare o alle pulci di mare. In realtà, questi organismi non attaccano direttamente l’uomo. I pidocchi di mare, come Lepeophtheirus salmonis, sono parassiti del salmone, mentre le pulci di mare sono piccoli crostacei che infestano diverse specie di pesci, ma non provocano irritazioni cutanee negli esseri umani. Potrebbe trattarsi piuttosto di dermatite cercariale nota anche come “prurito del nuotatore” , causata da alcune larve chiamate cercarie che abitano principalmente in alcuni animali tra cui gli uccelli acquatici e si trovano anche nel Mediterraneo. Le larve possono penetrare accidentalmente nella pelle delle persone, provocando prurito e irritazione. Fortunatamente, non si sviluppano all’interno del corpo umano, quindi non danno origine a infezioni più gravi.
In alcune zone oceaniche si verifica una reazione simile, chiamata “eruzione del bagnante”, causata invece da larve microscopiche di meduse che si infilano sotto il costume da bagno, e provocano irritazioni cutanee localizzate. In questo caso, le zone colpite sono generalmente quelle coperte dagli indumenti, dove gli organismi restano intrappolati dopo l’uscita dall’acqua. Al contrario, la dermatite cercariale interessa la pelle esposta all’acqua, non coperta da indumenti.
Un altro mito da sfatare riguarda le cosiddette “alghe che pungono”. Le alghe marine non sono urticanti come le spugne o le meduse, anche se alcune alghe microscopiche tossiche possono causare disturbi respiratori, oculari, gastrointestinali o, in rari casi, irritazioni cutanee. Questi effetti si verificano soprattutto durante le fioriture algali e possono avvenire per inalazione di aerosol contaminato, ingestione di pesci o molluschi infetti, o più raramente per contatto diretto con l’acqua.
Ricci di mare: come togliere una spina
La puntura di un riccio di mare è un incidente comune nei fondali rocciosi poco profondi, dove questi animali si nascondono tra gli scogli. Le loro spine sottili e fragili possono facilmente conficcarsi nella pelle o spezzarsi, provocando gonfiore, dolore acuto, arrossamento e, talvolta, sanguinamento. Il dolore può durare anche 24 ore.
Per rimuovere le spine, è consigliabile usare una pinzetta o un ago sterile, cercando di estrarle intere senza romperle ulteriormente. Se non è possibile rimuoverle manualmente, dopo aver pulito e disinfettato la zona, si possono applicare garze imbevute di acqua e aceto, che aiutano a sciogliere i residui delle spine. In alternativa, un impacco con pomata di ittiolo favorisce l’espulsione delle spine. Se alcune spine rimangono sotto la pelle, è probabile che si riassorbano spontaneamente senza problemi. È importante però evitare di spremere o grattare la zona per non peggiorare l’infiammazione.
Punture e tagli da corallo: cosa fare
I coralli non sono solo splendide strutture marine, ma appartengono alla famiglia dei Cnidari, come le meduse, e possono quindi pungere grazie a cellule urticanti presenti sulla loro superficie. Questo contatto può provocare dolore e arrossamento. Inoltre, la loro superficie irregolare e tagliente può causare tagli o ferite profonde, che rischiano di infettarsi facilmente a causa dei microrganismi presenti in mare. In caso di taglio da corallo, è importante pulire bene la ferita con acqua di mare, rimuovendo eventuali detriti visibili, e coprirla con una garza sterile. Nei giorni successivi, bisogna monitorare la zona per segni di infezione come gonfiore, rossore, calore, secrezione, dolore persistente o febbre. Se compaiono questi sintomi, è consigliabile consultare un medico, che potrà prescrivere una crema antibiotica o una terapia più adeguata.
Torna all'inizioPunture da insetti: come riconoscerle e proteggersi
Quando si pensa alle punture di insetti vengono subito in mente zanzare, api o vespe, tafani e pappataci. Ma anche nella sabbia stessa possono nascondersi delle insidie (meno visibili), specialmente in ambienti caldi, umidi e frequentati da animali domestici. Oltre a ragnetti e formiche, tra gli insetti della sabbia che causano punture fastidiose, vi sono le pulci della sabbia e alcune larve di vermi. Questi piccoli organismi sono difficili da vedere, ma le loro punture si fanno sentire sulla pelle.
Una delle punture più caratteristiche causate da microrganismi della sabbia è la larva migrans cutanea, più comune nei Paesi tropicali, ma possibile anche in Italia seppure raramente. È causata dalle larve di alcuni parassiti intestinali presenti nelle feci di cani e gatti che contaminano la sabbia. Le larve possono penetrare nella pelle, in genere su piedi, gambe, natiche o schiena, causando un’eruzione cutanea arrossata e tortuosa (chiamata serpiginosa), con prurito intenso, vescicole e a volte piccole escrescenze.
Un’altra possibile minaccia è la pulce della sabbia (Tunga penetrans), rara in Italia ma presente tra i viaggiatori di ritorno da zone tropicali e subtropicali. Questo minuscolo insetto si infila nella pelle, soprattutto su piedi e dita, e si nutre del sangue. Può rimanere sotto la pelle per giorni, provocando gonfiore, prurito, lesioni cutanee e infezioni secondarie se non trattata correttamente. Nei casi più gravi può causare una dermatite cronica chiamata tungiasi. Per chi viaggia in aree a rischio, è consigliato indossare scarpe chiuse anche in spiaggia, per prevenire il contatto diretto con la sabbia contaminata.
I sintomi principali di una puntura o morso di insetto o artropode sono dolore localizzato, arrossamento, gonfiore e spesso prurito. Nella maggior parte dei casi, il fastidio si risolve spontaneamente in pochi giorni senza necessità di cure specifiche. È sufficiente lavare la zona interessata con acqua e sapone per ridurre il rischio di infezioni e applicare un panno imbevuto di acqua fredda per alleviare gonfiore e prurito. È tuttavia fondamentale saper riconoscere le punture più comuni, distinguere quelle potenzialmente gravi e intervenire correttamente. Alcune punture possono infettarsi o, più raramente, scatenare reazioni allergiche importanti che richiedono assistenza medica immediata, come gonfiore diffuso, difficoltà respiratorie, nausea o vertigini.
Tipo di organismo | Come riconoscere la puntura o la lesione | A cosa prestare attenzione |
---|---|---|
Zanzare | Gonfiore rosso, molto pruriginoso, con puntino al centro; compare in pochi minuti | Comuni vicino all’acqua e nei campeggi. Alcune pungono anche di giorno |
Api, vespe, calabroni | Puntura dolorosa con zona rossa e gonfia (anche 5 cm); prurito possibile nei giorni successivi | Le api lasciano il pungiglione, da rimuovere subito. Attenzione alle allergie gravi |
Formiche rosse tropicali | Bruciore immediato, poi pustola bianca entro 1–3 giorni, che può infettarsi | Presenti in sabbia e giardini tropicali; in soggetti sensibili rischio infezioni o reazioni sistemiche |
Mosche, tafani, mosconi | Bolla rossa e gonfia, spesso singola, dolorosa, a volte con crosticina | Diffusi in aree umide e con vegetazione; pungono anche sopra i vestiti |
Moscerini pungitori (no-see-ums) | Piccoli puntini rossi ravvicinati, con prurito intenso che può durare giorni | Attivi in spiagge umide e al tramonto. Difficili da vedere a occhio nudo |
Pappataci (flebotomi) | Segni rossi simili a punture di zanzara, meno gonfi ma pruriginosi | Attivi in estate nelle zone calde, anche in Italia; trasmettono la leishmaniosi |
Ragni (es. ragno violino) | Puntino rosso che può ingrandirsi e scurirsi; nei casi gravi compare crosta o ulcera | Possono trovarsi in rifugi o case al mare; alcuni morsi vanno monitorati |
Cimici dei letti | Punture multiple in fila o a grappolo, con prurito intenso; visibili al mattino | Diffuse in hotel e case vacanza. Si nascondono in letti, bagagli, crepe |
Cosa mettere sulla puntura di insetto
Dopo aver lavato bene la pelle con acqua e sapone, se i sintomi della puntura o morso persistono o sono particolarmente fastidiosi, si può applicare una pomata o crema specifica per alleviarli. Si tratta di prodotti antistaminici per ridurre prurito e gonfiore, anestetici locali per il sollievo dal dolore, cortisonici per contrastare l’infiammazione più intensa una combinazione di questi principi attivi. Chi si domanda quale cortisone per punture di insetti, può orientarsi tra creme o pomate a base di:
- Idrocortisone (contenuto in Foille insetti, Dermocortal crema ecc, Euclorina eritemi, Lenirit crema) per ridurre l’infiammazione.
- Betametasone a bassa concentrazione (ad es Betamesol, Flogoderm, Diprosone ecc).
Entrambi vanno applicati solo per brevi periodi, preferibilmente sotto consiglio del medico o del farmacista, soprattutto nei bambini o su aree delicate del corpo come viso e mucose.
Se la zona punta diventa rossa, calda, dolente, con pus o un alone in espansione, potrebbe esserci un’infezione batterica locale. In questi casi può essere necessario un antibiotico topico, sotto forma di crema o unguento. Chi si domanda quale antibiotico usare per punture di insetti, deve sapere che la scelta spetta sempre al medico, che valuterà caso per caso.
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I prodotti “anti-puntura” funzionano davvero?
Sul mercato sono disponibili numerosi prodotti per proteggersi dalle punture di insetti, in particolare dalle zanzare. I più comuni sono gli spray repellenti da applicare sulla pelle, contenenti sostanze che allontanano gli insetti. Negli ultimi anni si sono diffusi anche braccialetti, dispositivi a ultrasuoni e prodotti naturali a base di oli essenziali. Tuttavia, non tutti i prodotti “anti-zanzare” hanno la stessa efficacia. Scegliere un repellente efficace non significa solo prevenire prurito e gonfiore, ma anche ridurre il rischio di malattie trasmesse da insetti, come febbre del Nilo, dengue o virus Zika.
Recentemente sono comparsi anche i cosiddetti prodotti “anti-medusa” (es. Respingo Jellyfish, Alontan protector meduse, Safe Sea), applicati sulla pelle per limitare l’irritazione causata dal contatto con le meduse. Questi prodotti non contengono sostanze repellenti, ma formano un film protettivo sulla pelle che dovrebbe ridurre la penetrazione del veleno urticante. Tuttavia, al momento i dati scientifici a sostegno della loro efficacia sono ancora limitati.
Prodotti anti-medusa: cosa sono e come funzionano
Sul mercato esistono alcuni prodotti che promettono di proteggere la pelle dall’effetto urticante delle meduse. Non si tratta di veri e propri repellenti, poiché non allontanano le meduse; agiscono invece, come detto, formando un film sulla pelle che ridurrebbe il rischio di rilascio del veleno da parte della medusa. Il contatto con una medusa può attivare le sue cellule urticanti, innescando una scarica di veleno a causa di stimoli meccanici (come sfregamento della pelle o trazione dei tentacoli), cambiamenti chimico-fisici (come la variazione della pressione osmotica) o il rilascio di tensione nella loro struttura interna. Questi segnali fanno scattare un minuscolo filo che penetra nella pelle e rilascia il veleno. I prodotti anti-medusa agiscono su questo processo in quattro modi complementari:- Creano una barriera impermeabile sulla pelle, che ostacola il contatto diretto dei tentacoli con il corpo, rendendo più difficile il rilascio del veleno.
- Imitano la pelle della medusa, grazie a sostanze simili a quelle presenti nel suo corpo (glicosaminoglicani), ingannando così il suo sistema di riconoscimento e riducendo il rischio che attivi le cellule urticanti.
- Bloccano i recettori che la medusa usa per individuare le sue prede, impedendo l’attivazione del veleno in risposta a stimoli esterni come il contatto o il movimento.
- Interferiscono con i segnali interni delle cellule urticanti, grazie alla presenza di calcio e magnesio, rendendo più difficile il rilascio del veleno.
Tra i prodotti anti-medusa più noti ci sono:
- Respingo Jellyfish è un dispositivo medico in spray formulato per ridurre la possibilità di urticazioni durante il bagno in mare. Nella scheda informativa è indicato che contiene estratto di plancton, glicosaminoglicani e siliconi, che aiutano a mantenere la pelle idratata oltre che lantanio cloruro e sali, che formano un film protettivo in grado di limitare l’effetto delle tossine rilasciate dai tentacoli.
- Alontan Protector Meduse è una crema solare che, oltre a difendere dai raggi UV, è formulata per ridurre il rischio di urticazione da medusa. Va applicata sulla pelle asciutta almeno 10 minuti prima di entrare in acqua e offrirebbe protezione per circa 15–20 minuti. Non è chiara la composizione esatta del prodotto ma, secondo quanto riportato nella scheda informativa del produttore, ingredienti come zinco e lantanio agirebbero come inibitori del veleno di Pelagia noctiluca.
- Safe Sea, disponibile in spray o crema, che combina protezione solare e barriera protettiva contro le meduse. Secondo il sito ufficiale, contiene glucosaminoglicani, estratto di plankton, siliconi, lantanio e zinco.
Efficacia dei prodotti anti-medusa
L’efficacia dei prodotti anti-medusa, definiti anche “inibitori” per la loro capacità di limitare il rilascio del veleno, è stata studiata con analisi in vitro e tre piccoli studi sull’uomo: due in laboratorio e uno sul campo. In due studi di laboratorio su 24 e 38 volontari, si è valutata la risposta della pelle all’esposizione a tentacoli recisi di meduse, con applicazione del prodotto su un avambraccio e placebo sull’altro. In entrambi i casi il prodotto ha ridotto dolore ed eritema rispetto al placebo. Un terzo studio sul campo, con 10 volontari che hanno effettuato 82 bagni, ha confermato i risultati: usando il prodotto inibitore su un lato del corpo e crema solare sull’altro, si sono registrate 13 punture, 2 solo sul lato trattato, suggerendo efficacia nel ridurre il rischio di punture.
Sebbene i risultati preliminari suggeriscano che i prodotti anti-medusa possano contribuire a ridurre il rischio e la gravità delle punture, le evidenze disponibili sono ancora limitate. I test condotti hanno coinvolto un numero ridotto di partecipanti, rendendo le stime sull’efficacia statisticamente incerte. Inoltre, le condizioni controllate tipiche degli studi di laboratorio — con l’esposizione a tentacoli recisi anziché a meduse vive — non riproducono fedelmente la complessità dell’ambiente marino reale, dove variabili come la temperatura dell’acqua, le correnti, la presenza di diverse specie di medusa e l’attività dei bagnanti possono influenzare il comportamento dell’animale e la quantità di veleno rilasciata. Va anche considerato che i test sono stati condotti su un numero limitato di specie e non è possibile stabilire con certezza se l’efficacia osservata sia replicabile con altre meduse. Mancano inoltre informazioni sull’intensità del dolore post-puntura e sulla durata dell’efficacia del prodotto. Per valutare meglio l’efficacia, servono studi più ampi, in condizioni reali e su diverse specie di meduse.
Torna all'inizioCome preparare il kit per le vacanze
Per gestire in modo rapido ed efficace morsi e punture di insetti, meduse e altri animali marini durante la vacanza, è consigliabile inserire nel kit di pronto soccorso una crema a base di cortisone oppure un antistaminico topico e qualche garza in cotone.Per un elenco completo dei medicinali e dei prodotti utili da portare in viaggio, è possibile consultare i nostri consigli per una vacanza in sicurezza.
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Domande frequenti
Rispondiamo ai dubbi più frequenti sulle punture estive.
Quanto dura la puntura di medusa?
La durata dei sintomi dipende da diversi fattori: tipo di medusa, quantità di veleno penetrato nella pelle, sensibilità della pelle e tempestività del trattamento. Nei casi lievi, i sintomi si risolvono in poche ore. Se la reazione è più intensa, la puntura di medusa può durare da 2 a 7 giorni.
Morso con due puntini: è un ragno?
Può capitare di trovarsi in vacanza e notare punture misteriose sulla pelle, a volte con due segni ravvicinati. Questo porta molti a cercare online “morso con due puntini”, temendo che si tratti di insetti pericolosi o ragni. In realtà, i ragni mordono raramente e i segni che lasciano non sono sempre visibili. Altri insetti come zanzare o pulci possono pungere più volte nella stessa zona, dando l’illusione di due fori vicini. Tuttavia, quando le punture compaiono soprattutto al risveglio e sono disposte in fila, è più probabile che si tratti di cimici dei letti, insetti notturni che pungono in sequenza lasciando piccoli segni rossi su braccia, gambe o schiena.
Esiste la scabbia da spiaggia?
Un altro timore comune riguarda la scabbia, che alcune persone temono di contrarre dalla sabbia o dai lettini. In realtà, si tratta di un mito infondato: la scabbia si trasmette solo tramite contatto pelle a pelle prolungato con una persona infetta, non attraverso oggetti o superfici.