Berberina, “Ozempic naturale”: cosa c’è di vero tra dimagrimento, glicemia e colesterolo
Tutti abbiamo sognato di perdere qualche chilo senza fatica. Non a caso, dopo il successo di Ozempic, sui social sono comparsi prodotti presentati come “Ozempic naturali” tra cui la berberina. Ma funziona davvero? La scienza ridimensiona le aspettative e invita alla cautela.

In questo articolo
La berberina è una sostanza naturale estratta da alcune piante usate da secoli nella medicina tradizionale asiatica. Oggi è diventata popolare per perdere peso facilmente anche in Occidente, grazie ad alcuni integratori alimentari e, sui social, qualcuno la chiama addirittura “l’Ozempic naturale”. Ma come stanno davvero le cose?
Le ricerche scientifiche disponibili raccontano una realtà diversa: gli effetti sulla perdita di peso non sono provati, mentre per zuccheri, colesterolo e trigliceridi nel sangue ci sono risultati promettenti, anche se servono studi più rigorosi per confermarli. Inoltre, mancano dati chiari sulla sicurezza d’uso di questa sostanza. Proprio per questo l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria ha già segnalato possibili rischi e la Commissione europea ha chiesto un parere ufficiale all’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), che ha avviato una valutazione formale.Vediamo allora a cosa potrebbe servire la berberina, quali sono i rischi da non sottovalutare e cosa è bene sapere prima di usarla.
Torna all'inizioCos’è la berberina e perché se ne parla tanto
La berberina è una sostanza naturale (più precisamente un alcaloide isochinolinico) che si trova nelle radici o nella corteccia di diverse piante, in particolare negli arbusti della famiglia delle Berberidacee. In Occidente queste piante sono raramente utilizzate nell’alimentazione comune: un esempio è il crespino (Berberis vulgaris) le cui bacche vengono usate per preparare marmellate. Storicamente, invece, sono state impiegate nella medicina cinese e ayurvedica per le loro proprietà considerate terapeutiche.
Ultimamente, la berberina è diventata molto popolare grazie ai social media e ad alcune pubblicità che la presentano come una "alternativa naturale" alle iniezioni per la perdita di peso, come Ozempic. Viene anche promossa per i suoi potenziali effetti benefici sulla glicemia, sul colesterolo e sulla pressione. È però importante chiarire che la berberina non ha nulla a che fare con l'Ozempic. L'ingrediente attivo di Ozempic è semaglutide, che agisce imitando un ormone intestinale (GLP-1) che stimola la secrezione di insulina, riduce quella di glucagone, rallenta lo svuotamento dello stomaco e genera una sensazione di sazietà. La berberina sembra agire in modo diverso e ancora non del tutto chiarito. Alcuni studi indicano che possa stimolare enzimi che regolano il metabolismo energetico e influenzare la sensibilità delle cellule all'insulina e i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. In ogni caso, il suo meccanismo d’azione non è paragonabile a quello dei farmaci come semaglutide.
Per quanto riguarda gli effetti, come vedremo dopo, se è vero che la berberina potrebbe avere dei benefici sui livelli di zucchero e grassi (lipidi) nel sangue, le prove sulla perdita di peso sono scarse: al contrario di Ozempic e degli altri farmaci agonisti del GLP-1, non sembra avere un impatto significativo sul peso corporeo.
Torna all'inizioA cosa serve tradizionalmente la berberina?
Tradizionalmente, in Asia, le piante contenenti berberina (come quelle dei generi Berberis e Coptis o il Phellodendron amurense) sono state usate contro disturbi gastrointestinali come diarrea e dolori addominali. Altri impieghi tradizionali riguardavano diabete e pressione alta, ma anche alcune infezioni ad esempio del tratto urinario o gastrointestinale. Negli anni sono stati condotti diversi studi, sia sugli animali che sull’uomo, per valutare le possibili proprietà della berberina su vari disturbi: dai problemi metabolici (zuccheri e lipidi elevati nel sangue) a quelli cardiaci e pressori fino a quelli neurologici e persino tumorali.
Torna all'inizioBerberina per dimagire: effetto reale o illusione?
Sui social media la berberina viene spesso presentata come un aiuto per perdere peso paragonandola addirittura alle iniezioni dimagranti di Ozempic. Ma gli studi scientifici disponibili non confermano questa idea: al momento non ci sono prove solide che dimostrino che la berberina serva a farci tornare in forma e perdere i chili di troppo.
Ad oggi le ricerche disponibili (considerate tra l'altro qualitativamente discutibili) rilevano un'efficacia minima o nulla sulla perdita di peso. Una revisione di dodici piccoli studi clinici su persone con vari problemi di salute, alcune delle quali anche in sovrappeso o obese, ha mostrato che chi assumeva berberina (da 300 a 1500 mg al giorno per periodi da 1 a 4 mesi) perdeva in media circa 2 kg rispetto a chi non la prendeva. Altre analisi riportano risultati ancora più modesti, spesso non diversi da quelli ottenuti con il placebo (finto farmaco). Non è chiaro, inoltre, se l’effetto dipenda dalle caratteristiche delle persone, né quali dosi o quanto a lungo vada presa la berberina.
Insomma al momento la berberina non sembra avere un effetto reale sul dimagrimento. Solo studi più solidi potranno chiarire se si tratta di un aiuto concreto o di una semplice illusione.
Torna all'inizioEffetti promettenti su glicemia, colesterolo e pressione
Alcune analisi che hanno raccolto e confrontato più studi suggeriscono possibili effetti positivi della berberina su zuccheri e lipidi (colesterolo e trigliceridi) nel sangue e sulla pressione arteriosa. Nonostante questi dati sembrino promettenti, vanno letti con cautela perché le prove disponibili sono ancora troppo deboli per trarre conclusioni certe. Infatti gli studi variano per protocolli impiegati (dosaggi, durata dell'assunzione, ecc), caratteristiche e numero dei partecipanti (di solito molto pochi) e rigore metodologico (non sempre elevato). Inoltre, gran parte delle ricerche riguarda popolazioni specifiche, spesso solo asiatiche o con determinate malattie, e quindi non rappresentative della popolazione generale. Per questo, al momento non possiamo dire con sicurezza quanto la berberina sia realmente efficace, in quali situazioni possa essere utile e con quali modalità andrebbe usata. Infine non è chiaro se i benefici reali superino i rischi, dato che gli effetti indesiderati della berberina non sono ancora stati sufficientemente studiati.
Anche le società scientifiche (come l’Associazione dei Medici Diabetologi, la Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare o la Società Italiana per lo Studio dell'Aterosclerosi) riconoscono che la berberina potrebbe avere delle potenzialità nel controllo di zuccheri o lipidi nel sangue. Tuttavia, sottolineano che la mancanza di studi rigorosi e che valutino la berberina per lunghi periodi non consente di raccomandarne l’uso nelle linee guida ufficiali.
Torna all'inizioAttenzione: effetti collaterali, rischi e controindicazioni
Anche se la berberina è una sostanza di origine naturale non significa che sia sempre sicura e priva di rischi. In genere è ben tollerata, tuttavia può dare degli effetti collaterali più o meno frequenti e non è adatta a tutti. Inoltre può dare problemi con alcuni farmaci. L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sta attualmente valutando i rischi associati al consumo di berberina come integratore alimentare. In attesa dei risultati di questa valutazione, la cui pubblicazione è prevista nel corso del 2026, vediamo cosa si sa sui pericoli della berberina.
Berberina: effetti collaterali
Usare prodotti che contengono berberina può provocare comunemente:
- diarrea;
- dolore addominale;
- stitichezza;
- flatulenza;
- nausea.
Meno frequentemente può anche causare: mal di testa, riduzione della pressione sanguigna, alterazioni del battito cardiaco, abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue, contrazioni uterine.
In passato si era ipotizzato un legame tra berberina e trombosi (cioè la formazione di coaguli nelle vene o nelle arterie che possono ostacolare il passaggio del sangue) in seguito ad alcuni studi in laboratorio, ma questo effetto non è poi stato confermato da ricerche successive sull’uomo. Gli effetti collaterali sembrano essere dose-dipendenti: più alta è la quantità di berberina che si prende maggiore è la probabilità che compaiano.
Berberina: controindicazioni
Alcune persone non dovrebbero usare prodotti che contengono berberina. Secondo una valutazione dell'Agenzia francese per la sicurezza sanitaria (ANSES) si tratta in particolare di:
- Donne in gravidanza. La berberina può attraversare la placenta e si sospetta possa influire sullo sviluppo del feto, aumentando anche il rischio di ittero nel neonato. Inoltre può favorire il rischio di contrazioni uterine pericolose in gravidanza.
- Donne durante l'allattamento. La berberina può passare nel latte materno e potrebbe aumentare il rischio di ittero e dare altri effetti non conosciuti sui neonati.
- Bambini e adolescenti. Poiché mancano dati sufficienti sulla sicurezza in queste fasce d’età, si consiglia di evitarne l’uso.
Inoltre, prima di assumere berberina è bene parlarne con il medico se si rientra in uno di questi casi:
- Persone con diabete: potrebbe causare una eccessiva diminuzione della glicemia.
- Chi ha problemi cardiaci o ipertesione: potrebbe dare tossicità al cuore agendo sul ritmo cardiaco.
- Chi soffre di problemi al fegato: in studi sugli animali sono emersi possibili danni a questo organo.
- Persone che prendono farmaci tutti i giorni (come per diabete, cuore, colesterolo, cancro). Infatti sono state identificate delle interazioni tra la berberina e alcuni farmaci, alcune delle quali potenzialmente pericolose: ad esempio con il farmaco per il cuore digossina (nel Lanoxin), con farmaci per prevenire il rigetto di trapianti come ciclosporina (in Ciqorin o Sandimmun) e tacrolimus (in Prograf), con farmaci per il cancro come paclitaxel, con farmaci per il colesterolo come le statine (in Torvast o Sivastin), con farmaci per il diabete come la metformina (in Glucophage o Metfonorm), con farmaci per la pressione come il losartan (in Losaprex). Le interazioni possono ridurre l’efficacia dei farmaci o, al contrario, aumentare il rischio di effetti avversi.
Berberina: le forme in commercio
Gli integratori a base di berberina stanno diventando sempre più diffusi e spesso vengono promossi con grande enfasi, soprattutto sui social. Vale quindi la pena capire in quali prodotti si trova questa sostanza, cosa possono e non possono promettere e perché alcune autorità sanitarie chiedono più chiarezza.
La berberina negli integratori alimentari
La berberina è presente in molti integratori alimentari. Può trovarsi da sola (es. KOS, Dr. Giorgini) o associata ad altre sostanze come silimarina (per il fegato, es. Berberol), riso rosso fermentato o fieno greco (per il colesterolo, es. Armolipid Plus, Cardioritmon, Berberol K, Normolip Forte). Le capsule contengono in genere tra i 100 e i 500 mg di berberina “pura” (berberina HCl o solfato) ottenuta attraverso diversi metodi e le dosi consigliate vanno da 1 a 3 al giorno. Poiché viene assorbita poco a livello intestinale, alcune aziende la formulano in liposomi o la associano alla silimarina, stratagemmi che dovrebbero aumentarne la quantità nel sangue.
Gli integratori con berberina riportano diversi slogan che fanno riferimento alla funzione digestiva, funzione epatica, regolarità del transito intestinale, funzionalità del sistema digerente e dell'apparato cardiovascolare. Questo è possibile perché il Ministero della Salute ha approvato questi claim per alcune piante che contengono berberina (come Berberis Aristata). L’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, invece, non ha approvato nessuna indicazione di salute legata alla berberina o alle piante che la contengono.
Attenzione a promesse e recensioni ingannevoli
Attenzione invece agli integratori con berberina che promettono effetti curativi su diabete, obesità o iperlipidemia: si tratta di affermazioni ingannevoli e pericolose. Un esempio è il prodotto Insulinorm, spesso pubblicizzato come “rimedio contro il diabete”. È bene ricordare che gli integratori alimentari non possono mai vantare proprietà di cura o prevenzione di malattie. Possono solo riportare indicazioni su un possibile effetto nutrizionale o fisiologico, cioè contribuire al normale funzionamento dell’organismo o al mantenimento del benessere.
Attenzione anche alle testimonianze o recensioni di questi prodotti: diffidate di quelle troppo belle per essere vere. In caso di dubbi è sempre utile fermarsi, valutare con senso critico eventuali campanelli d’allarme e chiedere consiglio a dei professionisti sanitari.
Una situazione normativa da chiarire
Come detto la berberina è venduta sotto forma di integratore alimentare. Tuttavia, l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria (ANSES) ha lanciato un allarme segnalando che la berberina potrebbe avere effetti farmacologici su apparato cardiovascolare, sistema nervoso, immunitario e metabolismo, comportandosi quindi più come un farmaco che come un alimento.
Il problema è che il livello di conoscenza sulla berberina, come abbiamo visto, è ancora limitato: mancano studi rigorosi che permettano di stabilire con precisione se esistano dosi oltre le quali compaiono effetti farmacologici e se la berberina sia sicura anche in caso di uso prolungato. Ad oggi, però, trattandosi di integratori alimentari, la legge non richiede di dimostrare efficacia e sicurezza con studi clinici, a differenza dei farmaci. Questo crea una zona grigia: un prodotto venduto liberamente, percepito dai consumatori come sicuro e “naturale”, ma che in realtà potrebbe avere effetti e rischi che vanno al di là di un integratore alimentare. Per questo servono ricerche più solide e regole più chiare, a tutela della salute delle persone.
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