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Permesso retribuito per lutto: come richiedere i tre giorni

Il permesso retribuito per lutto è un periodo di assenza dal lavoro, previsto dalla legge, che consente ai dipendenti – pubblici e privati – di prendersi del tempo per affrontare il dolore legato alla scomparsa di una persona cara. Un tempo che può essere utilizzato anche per svolgere tutta una serie di pratiche burocratiche che, purtroppo, vanno gestite nei giorni successivi alla morte di un parente. Ecco come funziona, quanto dura e chi può fare richiesta.

08 febbraio 2024
ragazza altalena

La perdita di una persona cara è sempre un momento difficile da affrontare. Alla sofferenza personale, spesso, si aggiungono tutta una serie di questioni burocratiche (pratiche di successione, chiusura di conti correnti, lettura di testamenti) che vanno affrontate nei giorni successivi alla morte di un parente. Per venire incontro alle esigenze dei famigliari che devono occuparsi di tutti questi aspetti legati alla sfera giuridica del defunto, il nostro ordinamento ha previsto il permesso per lutto, ovvero un periodo di assenza dal lavoro retribuito.

Chi ha diritto e quanto dura il permesso

In caso di decesso del coniuge o di un parente entro il secondo grado o del convivente, la lavoratrice o il lavoratore dipendente hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni lavorativi. Non è necessario che i giorni siano consecutivi, ma tutti e tre devono essere richiesti entro l’anno dalla morte del famigliare. I giorni di permesso per lutto si possono sommare a quelli previsti dalla Legge 104 per l’assistenza a un parente disabile. Trattandosi di un permesso retribuito al lavoratore sarà corrisposta la normale paga oraria, la maturazione delle ferie, dei permessi, del TFR e delle mensilità aggiuntive.

I parenti per i quali si può chiedere il permesso sono:

  • parenti di 1° grado (genitori, figli)
  • parenti di 2° grado (fratelli/sorelle, nonni, nipoti intesi come figli dei figli);
  • conviventi (il permesso può essere richiesto se la convivenza è stabile e risulta da certificazione anagrafica);
  • suoceri, zii e nipoti solo se previsto dai rispettivi contratti collettivi di categoria o da accordi aziendali.

Permesso per lutto e CCNL

I contratti collettivi di categoria possono prevedere condizioni più favorevoli al lavoratore o alla lavoratrice come, ad esempio, un numero di giorni maggiore oppure un ampliamento dei soggetti per i quali si ha diritto ai permessi.

In alcuni casi i CCNL prescrivono formalità particolari per avanzare la richiesta di permesso. Il contratto, ad esempio, potrebbe indicare un limite temporale dal decesso entro il quale è possibile inoltrare la richiesta di congedo. Consigliamo quindi di consultare il proprio contratto di categoria prima di inoltrare qualsiasi comunicazione all’ufficio delle risorse umane.

Come fare richiesta

Se il CCNL non prevede modalità particolari, la richiesta di permesso per lutto può essere inoltrata all’ufficio del personale tramite una semplice mail con la quale si comunica l’accaduto. La richiesta dovrà contenere la specifica volontà di usufruire del permesso e il grado di parentela con il defunto, allegando una scansione del certificato di morte o una dichiarazione autocertificata.

Ecco un modello di lettera che può aiutare a non dimenticare gli aspetti più formali.

RICHIESTA PERMESSO RETRIBUITO PER LUTTO

Se il decesso avviene durante le ferie

Può accadere che il lutto si verifichi durante il periodo di ferie del lavoratore o della lavoratrice dipendente. In questo caso le ferie possono essere sospese e riprese in un secondo momento oppure possono essere prolungate dal permesso per lutto. Quello che viene applicato in queste circostanze è il principio di “effettività delle ferie” più volte affermato dalla Cassazione che riconosce al lavoratore il diritto di usufruire del giusto periodo di riposo per riprendere le sue attività con nuove energie, circostanza che non può realizzarsi in presenza di una malattia o di eventi luttuosi.