Speciali

Bonus matrimonio 2024: a chi spetta, a quanto ammonta e come si richiede

Il bonus matrimonio (o in gergo tecnico "assegno per il congedo matrimoniale") è destinato solo agli operai disoccupati che hanno perso da poco il lavoro: permette agli sposi di ottenere un contributo pari a 7 giorni di retribuzione là dove mancano le garanzie del contratto di lavoro. Spetta a entrambi i coniugi e occorre richiederlo. Ecco come si fa, chi lo può ottenere e a quanto ammonta.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
05 agosto 2024
Bonus matrimonio

Viene chiamato più genericamente "bonus matrimonio", ma non deve essere confuso con il bonus matrimonio religioso 2024 che era stato proposto ma mai attuato dal Governo. Stiamo parlando invece di un vero e proprio assegno destinato questa volta agli sposi. Vediamo a chi spetta e come farne domanda.

Che cos'è il bonus matrimonio 2024

È un contributo riconosciuto dall’Inps per alcune tipologie di lavoratori disoccupati in occasione del matrimonio civile o per l’unione civile. Per ottenerlo bisogna presentare la domanda all’Inps entro un anno dalla data della celebrazione del matrimonio o dell’unione civile.

I requisiti per ottenerlo

Il bonus matrimonio è destinato a entrambi i coniugi o parti dell’unione civile se anche uno solo dei due possiede le caratteristiche richieste. In particolare, il bonus spetta a operai, apprendisti di qualifica non impiegatizia, lavoratori a domicilio, lavoratori marittimi di bassa forza, dipendenti di aziende industriali, artigiane, cooperative che:

• si sposano o sottoscrivono un contratto di unione civile;

• nei 90 giorni precedenti la data del matrimonio hanno lavorato per almeno 15 giorni come dipendenti di un’azienda industriale, artigiana o cooperativa; • se sono lavoratori, non sono in servizio per giustificato motivo ( malattia, sospensione del lavoro o richiamo alle armi..).

Chi non può chiedere il bonus matrimonio 2024

L’assegno non spetta ai dipendenti di:

  • aziende industriali, artigiane, cooperative e della lavorazione del tabacco con qualifica di impiegati, apprendisti impiegati e dirigenti;
  • aziende agricole;
  • commercio, credito e assicurazioni;
  • enti locali e statali;
  • aziende che non versano il relativo contributo alla Cassa Unica Assegni Familiari ( CUAF ).

L’assegno non viene erogato a chi contrae il solo matrimonio religioso. Si può avere diritto a successivi assegni solo se vedovi, divorziati o sciolti da unioni civili.

A quanto ammonta l'assegno

Il bonus matrimonio non ha un importo fisso, ma varia a seconda di chi lo percepisce. Infatti, è pari a 7 giorni di retribuzione, calcolati in base alla retribuzione percepita nell’ultimo periodo di paga. In pratica l’assegno varia in base allo stipendio percepito prima di perdere il lavoro. L’assegno non è cumulabile con le prestazioni di malattia, maternità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, trattamenti di disoccupazione (NASpI), mentre è cumulabile con l’indennità giornaliera di inabilità per infortunio sul lavoro dell’Inail.

Come presentare la domanda

La domanda per il bonus matrimonio 2024 deve esse presentata entro un anno dalla data del matrimonio civile/unione civile. I lavoratori disoccupati o richiamati alle armi possono presentare domanda online all’Inps, loggandosi sul sito tramite SPID, CIE o CNS. In alternativa si può chiamare il Contact center al numero 803 164 (rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile o rivolgersi a un patronato. L’Inps effettua il pagamento tramite bonifico presso l’Ufficio postale o mediante accredito su conto corrente bancario o postale, sul codice Iban indicato nella domanda dal lavoratore.

Bonus matrimonio religioso quando arriva

Questo bonus al momento non è attivo, si tratterebbe di una detrazione da inserire nella dichiarazione dei redditi da parte delle coppie che si sposano in Chiesa e abbiano meno di 35 anni per un reddito complessivo dei coniugi di 23 mila euro. Questa agevolazione risulta in una proposta di legge presentata a ottobre 2022 che tuttavia non è mai stata discussa, nonostante venga data come data di inizio validità il primo gennaio 2023. La detrazione sarebbe del 20% su una spesa massima di 20 mila euro da ripartire tra i coniugi in 5 rate annuali di pari importo.