Come funzionano i voucher per il lavoro occasionale

La legge di Bilancio ha portato a 10 mila euro il limite per utilizzare i voucher Inps per pagare colf, babysitter o ripetizioni. Rimangono invariati gli altri limiti, vediamo tutto quello che c’è da sapere sul libretto famiglia, quanto costa, come usarlo e quando conviene.
I voucher Inps per pagare il lavoro occasionale sono stati modificati con la legge di Bilancio, ampliandone la portata a partire dal 2023. Lo strumento nato per combattere il lavoro in nero di determinati settori, come il lavoro domestico o il baby-sitting, ha avuto un exploit nel 2020 con il Covid, dove il libretto di famiglia era necessario per erogare il bonus baby sitter riconosciuto ai genitori con figli in Dad. Infatti, se ogni anno mediamente sono 20 mila i lavoratori che vengono pagati con i voucher, nel 2020 hanno superato i 580 mila e nel 2021 sono stati quasi 70 mila.
La legge di Bilancio del 2023 ha introdotto importanti modifiche a questo strumento, vediamo insieme come possono esser utilizzati e come fare per ottenerli.
Come cambiano i nuovi voucher Inps
La nuova disciplina prevede l’aumento a 10 mila euro all’anno (rispetto ai 5 mila del 2022) l’importo massimo che può esser speso dal singolo per pagare i lavoratori che utilizza.
Rimangono invece invariati i limiti di compenso, cioè:
- 5 mila euro annui di compenso per ogni lavoratore a prescindere dal numero dei datori di lavoro;
- 2.500 euro annui di compenso per ogni lavoratore rispetto a ogni datore di lavoro.
Facciamo un esempio:
La famiglia Bianchi può utilizzare il libretto di famiglia per pagare al massimo 10.000 euro di compensi annui, ma deve per forza rivolgersi a persone diverse perché ogni lavoratore che riceve i voucher può ottenere al massimo 2.500 euro dallo stesso committente e in ogni caso non può superare i 5 mila euro di compensi annui.
Come si calcola il limite di reddito
Per verificare il limite di utilizzo dei voucher bisogna ricordare che il limite di reddito è riferito ai compensi percepiti dal lavoratore, al netto dei contributi, dei premi assicurativi e dei costi di gestione che sono ricompresi nel valore nominale del voucher di 10 euro l’ora.
Tuttavia, si considera il 75% dell’ammontare del compenso se i lavoratori sono:
- titolari di pensione di vecchiaia o di invalidità;
- giovani che hanno meno di 25 anni, se sono regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado o all’università;
- disoccupati o percepiscono prestazioni integrative del salario o altre prestazioni di sostegno del reddito.
Cosa succede se si supera il limite dei 2.500 o di 5.000 euro?
Se non vengono rispettati i limiti di compenso massimo, le conseguenze sono diverse, infatti, se il lavoratore supera il limite di 2.500 euro a committente il rapporto di lavoro si trasforma immediatamente in lavoro dipendente a tempo indeterminato. Viceversa, al superamento del limite dei 5 mila euro complessivi annui il lavoratore deve iscriversi alla gestione separata dell’Inps e versare i relativi contributi per la parte di compenso che supera questa soglia.
Chi può usare il libretto di famiglia
Il libretto famiglia per l’acquisto dei voucher è destinato alle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività professionale o d’impresa, tipicamente i voucher vengono acquistati dal singolo per pagare prestazioni occasionali legati ai lavori domestici o all’assistenza personale.
Infatti, le sole attività che possono esser remunerate tramite il libretto famiglia sono:
- piccoli lavori domestici, inclusi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione;
- assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità;
- insegnamento privato supplementare.
E’ importante ricordare che non è possibile fare ricorso ai voucher per lavoratori con i quali sia in corso, o ci sia stato negli ultimi sei mesi, un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa.
Per usufruire del libretto famiglia sia il datore di lavoro che il lavoratore devono accedere con la SPID, la CIE o la CNS al sito dell’Inps e registrarsi alla piattaforma dedicata alle prestazioni di lavoro occasionale: libretto famiglia.
Quanto costa un voucher Inps
I voucher costano 10 euro l’uno e corrispondono un’ora di lavoro. Per acquistarli occorre utilizzare il libretto di famiglia che di fatto è un portafoglio che viene ricaricato tramite versamenti con F24 o tramite il portale dei pagamenti dell’Inps.
Tuttavia, il lavoratore percepisce solo 8 euro, infatti il voucher orario è composto da:
- 1,65 euro che vengono destinati per la contribuzione IVS alla gestione separata, che finanzia le spese che potrebbero esser richieste e sostenute dall’Inps in caso di anzianità, morte o inabilità del lavoratore;
- 25 centesimi di euro per il premio assicurativo INAIL;
- 10 centesimi di euro per il finanziamento degli oneri gestionali di Inps.
Di fatto, le prime due voci si giustificano in quanto il lavoratore ha diritto all'assicurazione per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti, con iscrizione alla Gestione Separata e all'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Recuperare i contributi previdenziali nel 730
Per ogni voucher speso quindi 1,65 euro sono destinati ai contributi previdenziali del lavoratore, pertanto, è possibile recuperare una parte di quanto speso tramite la dichiarazione dei redditi. Infatti, è possibile dedurre dal reddito, tramite la dichiarazione dei redditi, fino a 1.549,37 euro annui di versamenti fatti per i contributi dei collaboratori domestici.
Come si acquistano i nuovi voucher Inps
Per poter utilizzare i voucher occorre possedere il libretto famiglia, che deve esser attivato accedendo al sito dell’Inps tramite SPID, CIE o CNS e utilizzare il servizio “prestazioni di lavoro occasionale e libretto famiglia”.
Di fatto il datore di lavoro compra il libretto, “caricando” l’importo desiderato e lo utilizza per pagare a ore il servizio desiderato al lavoratore che a sua volta deve registrarsi nella piattaforma.
Il datore di lavoro deve comunicare, entro il 3 del mese successivo allo svolgimento della prestazione lavorativa i dati del lavoratore, il compenso, il luogo di svolgimento del lavoro, la durata, l’ambito di svolgimento e altre eventuali informazioni necessarie alla gestione del rapporto di collaborazione.
L’Inps, entro il 15 del mese successivo a quello in cui la prestazione si è svolta, eroga direttamente i compensi pattuiti al lavoratore con le modalità che questi ha scelto in fase di registrazione (accredito su conto corrente, carta prepagata…).
La gestione del libretto di famiglia, alternativa all’online, può esser fatta anche tramite Contact center, dai patronati e dagli intermediari muniti di apposita delega.