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Case green: edifici almeno in classe D entro il 2033. Via libera del Parlamento UE

Edifici residenziali in classe E entro il 2030 e in classe D entro il 2033, mentre tutti i nuovi edifici costruiti dal 2028 dovranno essere a emissioni zero. Il Parlamento UE ha approvato la nuova direttiva che porterà ad avere entro il 2050 solo edifici a impatto zero. Ma il testo definitivo è ancora lontano: prima il passaggio al Trilogo cioè al negoziato tra Parlamento, Commissione e Consiglio e poi ogni Paese dovrà recepire la direttiva. Ecco cosa prevede e come potrebbe impattare sulla gran parte degli immobili italiani.

  • contributo tecnico di
  • Stefano Casiraghi
15 marzo 2023
  • contributo tecnico di
  • Stefano Casiraghi
Certificazione energetica degli edifici

Tutti i nuovi edifici costruiti dal 2028 dovranno essere a emissioni zero, e già dal 2026 lo dovranno essere i nuovi edifici utilizzati o gestiti dal pubblico e quelli di proprietà di enti pubblici. Sempre dal 2028 i nuovi edifici dovranno essere dotati di tecnologie solari ma solo se tecnicamente funzionale ed economicamente fattibile. Entro il 2032 i nuovi requisiti di emissioni dovrebbero essere rispettati anche dagli edifici residenziali già esistenti solo nel caso in cui siano sottoposti ad importanti ristrutturazioni.

Questi i principali termini stabiliti della Direttiva sul rendimento energetico (EPBD) appena approvata dal Parlamento europeo. L’obiettivo è quello di aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici inefficienti dal punto di vista energetico e migliorare le informazioni sulle prestazioni energetiche la proposta stabilisce nuovi parametri anche per la classificazione della prestazione energetica degli edifici.

Ristrutturare casa: bisogna attendere un piano nazionale

Che cosa implica l'approvazione da parte del Parlamento europeo di questa direttiva ? Occorrerà metter mano al portafogli per ristrutturare casa e adeguarla alle nuove direttive UE? Non proprio. Ogni Stato membro, infatti, potrà stabilire un piano nazionale di ristrutturazione adattandolo alle esigenze del singolo paese. Siamo dunque ancora lontani dal testo definitivo e molte sono le possibilità di deroga per i singoli paesi.

La direttiva indica anche specifiche eccezioni per gli edifici di pregio artistico, storico, di culto, le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati, inoltre, gli Stati potranno chiedere alla Commissione europea di valutare deroghe che tengano conto delle particolarità del patrimonio immobiliare di ciascun Paese (monumenti, edifici di particolare valore architettonico o storico, edilizia pubblica o sociale ecc.), di problemi tecnici, della mancanza dei materiali o dei costi eccessivi per i lavori. Infatti sarà consentito, in presenza di particolari requisiti, di adeguare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera qualificata.

Occorre una classificazione unica in Europa

Per comprendere il reale impatto di questa disposizione è necessario sapere che, ad oggi, ogni Stato Membro ha una sua particolare classificazione energetica diversa da quella degli altri Stati, di conseguenza, i requisiti per raggiungere la classe D in Italia sono diversi da quelli necessari a raggiungere la stessa classe in un altro Stato membro.

La Direttiva prevede l’unificazione delle classificazioni nei diversi Paesi europei, e questo vuol anche dire che gli interventi modificativi richiesti dalla legge potrebbero avere una portata minore rispetto a quella ipotizzata ragionando sui parametri di classificazione adottati attualmente in Italia.

Cos'è la certificazione energetica di un edificio

Ma che cos'è la certificazione energetica di un edificio? Tecnicamente si chiama APE ed è un documento indispensabile da presentare al momento del rogito quando si acquista o si vende casa. La certificazione energetica sulla casa è un attestato che riporta tutte le informazioni su come è stato costruito un edificio sotto il profilo dell'isolamento termico e del consumo energetico. In questa guida alla certificazione energetica degli edifici trovi tutte le informazioni per sapere quando serve, chi la rilascia e che cosa deve contenere per legge.

Edifici almeno in classe E entro il 2030 

A corredo della direttiva, la Commissione ha messo su carta una road-map da seguire per rendere più efficienti gli immobili nelle classi energetiche inferiori. Gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Gli edifici non residenziali o pubblici dovranno raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030.

Ogni Stato Membro potrà individuare e comunicare eventuali fattispecie e problemi tecnici che possano impedire il salto di classe energetica di un immobile con la possibilità, per quelle casistiche, di raggiungere un livello “tecnicamente possibile”  anche se inferiore a quello stabilito dalla direttiva..

Sarà l'Italia a decidere "casa per casa"

Va ricordato che l'iter che sta per iniziare è solo un primo passo: in seguito la direttiva dovrà essere recepita anche dai singoli Stati. Ci sono quindi aspetti che dovranno guidare la regolamentazione nazionale verso edifici sempre più sostenibili. Ad esempio è probabile che ogni Stato debba ulteriormente lavorare ad affinare gli standard minimi in edilizia (affinché gli stessi requisiti minimi previsti alle Dolomiti siano diversi da quelli previsti alle Eolie).

Visti gli obbiettivi molto sfidanti che si vogliono raggiungere, dovranno essere rivisti tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali. Una cosa che però richiede pianificazione e tempi certi fin da subito. Le nuove prescrizioni, poi, impatteranno tanto sugli edifici di nuova costruzione quanto su quelli esistenti. 

L’edificio infine diventa un sistema integrato con la sostenibilità ambientale. Il che implica ad esempio la presenza di punti di ricarica delle auto elettriche anche nei condomini e sistemi smart per la gestione dell’energia, sia elettrica sia termica.

Servono tempi certi e incentivi

Per la Commissione europea, iniziare a ridurre le emissioni di gas serra è un passaggio fondamentale per conseguire l'obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050; e gli immobili sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, visto che tre quarti degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. 

Tuttavia se si pensa che in Italia circa il 60% degli edifici è oggi in classe F e G, si capisce quanto sarà impattante per molte famiglie anche solo il passaggio in classe E. Per il salto di classe, infatti, occorre ridurre i consumi energetici di circa il 25%: riduzione che si ottiene solo con interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi o la sostituzione della caldaia con una nuova a condensazione. Quello che è certo è che la spesa per avere edifici più sostenibili non deve gravare sulle tasche dei cittadini, per molti dei quali la casa rappresenta l’unico patrimonio o fonte di reddito.

Ben venga dunque l’adeguamento solo se accompagnato da incentivi facilmente accessibili. Inoltre i proprietari devono poter vendere e affittare gli immobili semplicemente presentando la certificazione dello stato di fatto in cui si trova l’immobile al momento della vendita o della locazione; spetterà poi all’acquirente fare i lavori approfittando degli incentivi. Rimane evidente che sarà il mercato stesso a valorizzare gli edifici che hanno adeguato la loro classe energetica, penalizzando quelli non ancora efficientati. 

Occorre pertanto definire chiaramente tempi e modalità in sede Ue poi in Italia andando di pari passo con la promozione di incentivi certi e duraturi. Serve pertanto procedere con una strategia chiara e non con proroghe all’ultimo minuto o continui cambiamenti regolatori tecnici e fiscali ad ogni legge di bilancio. Solo così sarà possibile affrontare questa sfida coinvolgendo i cittadini e migliorando il nostro Paese.

Le risposte alle domande degli utenti

Quali edifici dovrebbero essere coinvolti?

Edifici e unità immobiliari di nuova costruzione, edifici esistenti e unità immobiliari sottoposti a ristrutturazioni importanti o a riqualificazione energetica degli edifici e con gradualità tutti gli edifici più energivori.

È importante sottolineare che il riferimento della direttiva non sono i singoli cittadini ma gli Stati.

Saranno i singoli stati a stabilire un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, sia pubblici che privati, per raggiungere “classi energetiche minime” con obiettivi stabiliti a livello nazionale e indicatori di progresso misurabili a scadenze specifiche entro le quali tutti gli edifici esistenti dovranno ottenere classi di prestazione energetica superiori entro il 2030, il 2040 e il 2050.

Edifici residenziali e pubblici avranno una tempistica differente. Al momento le date previste sono quelle del 2030 per gli edifici residenziali in classe E mentre si parla del 2033 per quelli in classe D. Le classi energetiche sono definite in una scala che parte dalla G, gli edifici costruiti senza alcun requisito di risparmio energetico tipico degli anni 60-70-80.

Sono previste delle deroghe che si basano principalmente su criticità come, per esempio, gli edifici storici o per metrature molto piccole o fattori come la convenienza economica. Se per esempio stiamo parlando di una seconda casa in riviera l’obbligo cadrebbe.

Come faccio a sapere in che classe è casa mia?

Solo un tecnico certificatore tramite un sopraluogo e acquisendo i dati di costruzione e manutenzione degli impianti termici può calcolare la classe energetica esatta.

Se però la vostra casa è antecedente il 2005 è facile che ricada nelle classi più basse. Se poi ha superato i 30 anni senza ristrutturazioni che abbiamo toccato pareti e tetto della casa è presumibile ricadere oltre la classe E. Serve infatti un adeguato livello di isolamento delle pareti e della copertura per ricadere nelle prime classi fino alla C. Avere una pompa di calore o un impianto solare possono aiutare per risalire nella classificazione ma il grado di isolamento è fondamentale per essere nelle classi virtuose.

grafico Istat classi energetiche 

Gli attestati di prestazione energetica dovranno essere aggiornati e armonizzati, entro il 2024, è prevista la modifica dei requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici.

Potrò rivendere la casa anche se si trova nelle classi più basse?

Al momento non vi è nessun obbligo di classe energetica minima per la compravendita; verrà forse chiaramente definito nei prossimi step a livello EU e sicuramente nel recepimento a livello nazionale. L’approccio sanzionatorio al momento non sarebbe quello preferito ma si cercherebbe di responsabilizzare gli Stati a raggiungere gli obiettivi consapevoli della propria legislazione e degli strumenti di incentivazione messi in atto.

Quanto potrebbe costarmi adeguare casa mia?

È difficile dare stime precise visto che molte sono le variabili: metratura della casa, unifamiliare o indipendente, interventi strutturali importanti come per esempio la copertura o semplicemente sugli impianti. Se si usano come riferimento i dati raccolti da Enea per il Superbonus sono da considerare circa 90 mila euro. Ma non spaventiamoci: questa cifra racchiude alti costi per la progettazione e la burocrazia richiesta dallo sgravio del 110%, interventi straordinari come colonnine per le auto o costosi accumuli energetici ora non richiesti. Inoltre la speculazione del SuperBonus che difatti rendeva superflua la contrattazione dei prezzi fra le parti ha portato a gonfiare i costi. È presumile che quindi i costi siano notevolmente inferiori seppure qualche decina di migliaia di euro è da prendere in seria considerazione.

Avrò sgravi o agevolazioni per fare i lavori?
La Direttiva prevede che bisognerà predisporre un quadro normativo e finanziario adeguato per sostenere le ristrutturazioni edilizie. con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili e a medio reddito, che spesso vivono negli edifici che presentano le prestazioni peggiori, sia nelle zone urbane che in quelle rurali. Quello che è certo che non si potranno finanziare sistemi a vettore fossile mentre è lasciato ai singoli Stati trovare la quadra su come supportare le famiglie.
Cosa succede se non adeguerò la mia casa nei tempi stabiliti?

Al momento non sono previste sanzioni per i cittadini, come detto il cittadino dovrà essere accompagnato lungo questo percorso non vessato. Al momento è questo il messaggio che arriva dalla Commissione Europea.