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Emergenza climatica: giusto piantare gli alberi, ma con criterio

Prima al G20 e poi alla Cop26 di Glasgow, i leader mondiali per fronteggiare i cambiamenti climatici hanno lanciato nuovi progetti di riforestazione e promesso che fermeranno la deforestazione entro il 2030. Altroconsumo è da sempre particolarmente sensibile al tema, tanto che nel 2019 ha lanciato un progetto con Treedom per piantare 10.000 nuovi alberi da frutto. Abbiamo parlato di questo progetto di riforestazione mondiale con Federico Garcea, il suo fondatore.

  • di
  • Beba Minna
10 novembre 2021
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  • Beba Minna
Treedom

Una delle proposte dell’ultimo G20 è piantare mille miliardi di nuovi alberi per affrontare l’emergenza climatica. Piantare un albero è sempre una buona idea?

Come associazione che si occupa di alberi preferiamo avere obiettivi magari meno ambiziosi, ma realizzabili concretamente. A volte vengono proposti numeri molto importanti, che però non vengono rispettati. Alla fine si fanno tanti annunci e pochi fatti. Noi di Treedom sappiamo quanto è complicato piantare anche solo mille alberi. È positivo che l’obiettivo di piantare mille miliardi di alberi sia entrato nell'agenda del G20, sappiamo quindi che gli alberi sono uno strumento per rallentare i cambiamenti climatici, però questo obiettivo deve essere contestualizzato in un territorio, con dei numeri realizzabili, bisogna individuare i terreni giusti e soprattutto coinvolgere le comunità locali perché poi se ne prendano cura.

Piantare miliardi di alberi è sufficiente ad abbattere la CO2?

Sarebbe meglio piantarne uno bene piuttosto che dieci male solo per fare numero. Se gli alberi non vengono mantenuti e curati in modo corretto, soprattutto nelle prime fasi di crescita, molto probabilmente non sopravvivono. Treedom si differenzia da questo genere di iniziative perché sostiene piccoli progetti agroforestali dai 20 ai 50-60 mila alberi l'anno, che rispetto a progetti da milioni di alberi sembrano pochi ma sono progetti che rispecchiano le necessità della forza lavoro locale, l'organizzazione di una piccola Ong o di un gruppo di contadini. A volte nei progetti molto grandi sono stati fatti errori, magari interventi di monocolture da un milione di alberi che possono anche fare danni, perché per esempio una specie che per crescere ha bisogno di tanta acqua può degradare un terreno. Fare sistemi agroforestali integrati, invece, significa piantare le giuste specie in un buon equilibrio di biodiversità. Purtroppo il meccanismo dei crediti di carbonio fa sì che servono progetti con numeri molto grossi perché siano davvero redditizi, ma dal punto di vista ambientale e sociale non sono sempre vincenti. Noi coinvolgiamo i contadini locali nei nostri progetti, piantiamo alberi da frutto e facciamo sì che i contadini percepiscano i vantaggi del progetto in termini di sicurezza alimentare e di reddito derivante dalla raccolta e dalla vendita dei prodotti sul mercato locale. Questa per noi è una delle più grandi garanzie che gli alberi verranno curati.

Alla Cop26 i Paesi si sono impegnati anche a combattere la deforestazione. Siamo ancora in tempo?

Penso di sì, negli ultimi 200 anni si è perso in tutto il mondo un patrimonio boschivo di circa 3.000 miliardi di alberi, gli obiettivi proposti riparerebbero circa un terzo dei danni fatti e questo insieme al freno della deforestazione potrebbe avere sicuramente un impatto nel mitigare i cambiamenti climatici. Siamo in una fase di transizione energetica in cui per arrestare i problemi del clima abbiamo bisogno di risorse: gli alberi sono un supporto importante.

Un altro modo è preservare il patrimonio verde esistente?

Noi come associazione Treedom non lo facciamo, ci occupiamo di conservare gli alberi che abbiamo piantato negli anni. Personalmente penso che si possa fare bene una cosa alla volta. Noi vogliamo portare il messaggio positivo di piantare nuovi alberi nel mondo, però si stanno affermando tanti progetti interessanti volti a preservare e ridurre la percentuale di deforestazione. In questa fase non abbiamo un'unica soluzione al problema del clima, piantare alberi, preservare le foreste e la transizione energetica sono tutti aspetti su cui lavorare.

Ci sono alberi più utili ed efficaci di altri? Quali è meglio piantare?

È un equilibrio che parte sicuramente dal contesto locale, quindi bisogna privilegiare le specie autoctone, che possono portare un beneficio alle comunità locali. La CO2 non è l’obiettivo primario nei nostri progetti, anche se contribuiamo a compensarla, ma se non c'è uno studio di tutto il contesto non basta.

Quali danni può provocare una riforestazione sbagliata?

Piantare alberi fa bene al pianeta, ma farlo in modo non corretto può creare danni enormi agli ecosistemi, alle riserve di acqua, all’agricoltura e anche alle persone. Foreste artificiali impoveriscono la biodiversità locale e mettono a rischio le riserve idriche di intere regioni. Infine, piantumazioni massive di alberi in grandi terreni alterano l’equilibrio tra gli alberi e l’agricoltura, che è necessaria per il sostentamento alimentare. Piantare alberi quindi non è sempre una buona idea, soprattutto se questo serve a distogliere l’attenzione da altre priorità: proteggere le foreste esistenti, ridurre l'uso dei combustibili fossili, conservare il patrimonio naturale.

A che punto è la foresta di Altroconsumo? Grazie al nostro contribuito sono stati piantati 10mila alberi due anni fa.

Anche Altroconsumo, in collaborazione con Treedom, ha dato vita a una foresta di alberi. L'iniziativa ha permesso di piantare 10mila nuovi alberi da frutto, donati da Altroconsumo, scegliendo tra le zone del pianeta che ne hanno più bisogno. L’obiettivo è di ridurre la CO2 presente nell'aria grazie a ogni albero: gli alberi che sono stati piantati, infatti, assorbiranno 1.500.000 kg di CO2, pari a quanta ne emetterebbe un'auto che dovesse percorrere 250 volte la circonferenza della terra. Ma non solo: si tratta anche un aiuto concreto ai contadini che abitano i territori scelti per la piantumazione. Sulla pagina di Treedom si può seguire il diario del proprio albero: quanta anidride carbonica sta assorbendo, le foto, la localizzazione della pianta sono pubblicate sul registro degli alberi. Ogni socio è aggiornato periodicamente sull’andamento della propria adozione.

Iniziativa Treedom Altrconsumo

Come trasformare l'annuncio fatto dalle nazioni del G20 e della Cop26 in azione incisiva sul cambiamento climatico?

Perché una dichiarazione possa trasformarsi in un impegno concreto non può basarsi soltanto sull'enunciazione di quanti miliardi verranno investiti. Pianificazione e progettazione di lunga durata sono essenziali, ma allo stesso tempo bisogna essere consapevoli che piantare alberi è uno strumento che può dare i risultati di cui abbiamo bisogno se accompagnato da altre azioni per una strategia di reale lotta ai cambiamenti climatici. Noi non ci occupiamo di azioni politiche, abbiamo sempre coinvolto utenti o aziende nel piantare alberi. Però le dichiarazioni dei leader mondiali sugli alberi ci coinvolgono direttamente. Cercheremo di dare il nostro contributo con delle richieste alle autorità perché queste dichiarazioni non rimangano sulla carta, ma si traducano in azioni concrete. Stiamo raccogliendo firme di esperti e scienziati e con il loro sostegno chiederemo di identificare i tempi, di creare un fondo e di trovare  risorse per incentivare il settore pubblico e privato a supportare questa iniziativa.