Vino senza alcol: dove si compra, le calorie e cosa controllare per la salute
Se ne sente parlare sempre più spesso e comincia a essere distribuito anche in Italia: il vino analcolico è un'alternativa per chi, per ragioni di salute, lavoro, religione o altro, sceglie di rinunciare al consumo di alcol. Su questo prodotto però i dubbi sono tanti: come viene prodotto? Davvero non fa male alla salute? Sono tutti uguali? È molto calorico? A cosa stare attenti quando lo si compra? Ecco le nostre risposte ai dubbi più comuni.

Dopo la birra senza alcol e sull'onda della dura posizione del nuovo Codice della strada verso chi guida in stato di ebbrezza, arriva il vino analcolico. Anche in Italia, dove sono comparse da qualche mese le prime bottiglie nella grande distribuzione. Il vino senza alcol fa parlare tanto di sé e divide molto: c'è chi, ancor prima di averlo assaggiato, si pronuncia in modo negativo e chi si schiera a favore di un nuovo modo di bere. Di per sé gustare del vino senza avere gli effetti negativi dell’alcol sembrerebbe una possibilità allettante soprattutto per la nostra salute.
Ma i dubbi sono tanti. A partire dal fatto che il vino dealcolato non è tutto uguale perché esistono prodotti a ridotto contenuto di alcol e altri a nullo. E qui c'è la prima differenza. In più, c'è chi sostiene che l'alcol giochi un ruolo importante nel fornire il gusto del vino e che la sua rimozione possa compromettere il profilo sensoriale complessivo del vino stesso. In poche parole, togliere l'alcol va benissimo, basta che per imitarne poi il gusto, non si ricorra a zuccheri, aromi artificiali, stabilizzanti o altri additivi che potrebbero essere dannosi per la salute.
Torna all'inizioCos'è il vino analcolico e come si produce
Per vino analcolico s’intende un vino che, pur conservando le caratteristiche organolettiche del vino classico, non contiene più alcol (o etanolo). Più precisamente, il vino sottoposto a un trattamento attraverso il quale l'alcol viene eliminato oppure ridotto viene definito dalla legge:
- dealcolato (o dealcolizzato), se il grado alcolico del prodotto non è superiore a 0,5 % vol.;
- parzialmente dealcolato (o parzialmente dealcolizzato), se il grado alcolico del prodotto è superiore a 0,5% vol. e inferiore a 9 % vol.
Fanno eccezione i vini frizzanti e alcuni tipi di spumanti (di qualità del tipo aromatico), per i quali la dicitura è ammessa, rispettivamente, se il grado alcolico è compreso tra 0,5 e 7 % vol. e 0,5 e 6 % vol.
Il vino definito “dealcolato” è un vino senza alcol?
Non esattamente. Il vino dealcolato (o dealcolizzato) potrebbe contenerne ancora una minima quantità (al massimo 0,5 % vol.). Se cerchiamo un vino del tutto senza alcol, bisogna assicurarsi che in etichetta sia riportata l’indicazione "0,0 % vol". Secondo una precisazione della Commissione Europea , termini come «analcolico» o «alcohol free » possono accompagnare in etichetta l’indicazione “dealcolato/dealcolizzato”.
Da quando esiste il vino analcolico?
In Europa il vino analcolico può essere prodotto dal 2021. Il regolamento europeo n. 2117 del 2021 ha infatti introdotto la possibilità di realizzare prodotti vitivinicoli “dealcolizzati” e “parzialmente dealcolizzati”. In Italia invece è possibile ridurre il tenore alcolico dei vini dal 2024. Con il decreto del 20 dicembre 2024, infatti, il ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha recepito nella legislazione nazionale la normativa europea, che autorizza la produzione e la vendita di vino “dealcolato” e “parzialmente dealcolato”.
Il vino analcolico dura meno del vino tradizionale?
In generale sì, perché l'alcol aiuta a mantenere stabile il vino dal punto di vista microbiologico, per cui la sua assenza rende il prodotto meno conservabile.
Per questo motivo sulle etichette dei vini dealcolati, anche parzialmente, occorre riportare il termine minimo di conservazione , cioè la data fino alla quale un prodotto conserva le sue proprietà specifiche, in adeguate condizioni di conservazione (nei vini “tradizionali” non è invece richiesto). Deve essere indicato con: «da consumarsi preferibilmente entro…» seguito dalla data entro cui consumare la bevanda.
Come si produce il vino analcolico
Il trattamento di rimozione dell’alcol deve essere effettuato, per legge, dopo che il prodotto abbia raggiunto le caratteristiche previste dalla sua tipologia. Si parte cioè sempre da un vino ottenuto in modo tradizionale, dal quale poi viene rimosso l’alcol. La dealcolizzazione, per legge, può avvenire esclusivamente attraverso alcuni processi ben definiti , che possono essere utilizzati sia da soli che in combinazione:
- parziale evaporazione sottovuoto: l’alcol viene fatto evaporare sottovuoto e in questo modo viene eliminato. Il vuoto riduce la temperatura di evaporazione dell’etanolo da circa 78 °C (quindi più bassa di quella dell’acqua che bolle a 100° C) fino a pressappoco 20°C. Il vantaggio è che si riesce a eliminare l'alcol mantenendo in gran parte inalterate le proprietà del vino e senza rimuovere l'acqua;
- tecniche a membrana: sfruttano l’uso di membrane selettive. Tra le più utilizzate vi è l’osmosi inversa: il vino viene spinto attraverso una membrana dotata di fori molto piccoli che lasciano passare solo alcune sostanze. L’etanolo, insieme ad acqua e piccole molecole (come acidi organici e composti volatili), passa attraverso il filtro e viene separato. Un’altra tecnica utilizzata è la dialisi: attraverso una membrana l’alcol si sposta spontaneamente dal vino, dove la sua concentrazione è più alta, verso una soluzione a basso grado alcolico;
- distillazione: sfrutta il fatto che ciascun componente del vino evapora a temperature diverse in condizioni specifiche, permettendone la separazione e il successivo recupero. Si effettua in genere sottovuoto e si svolge in due fasi: nella prima vengono rimossi a bassa temperatura (25-30°C) i composti volatili, che conferiscono aromi al vino. Nella seconda fase, intorno ai 40°C, viene eliminato l’etanolo.
Quando l’alcol viene separato dal vino, questo è sempre presente in miscela con acqua, dando origine a una soluzione idroalcolica. Da questa, per legge, devono essere recuperati l’acqua e gli aromi che erano presenti in origine nel vino, i quali devono essere riutilizzati nella produzione del vino dealcolato. È vietato aggiungere acqua e aromi che non erano naturalmente presenti nel vino di partenza.
Torna all'inizioDove acqustarlo e disponibilità nei supermercati
Il vino analcolico non ha ancora una grande diffusione e l’offerta è ancora limitata. Alcuni vini di produzione estera sono acquistabili anche in Italia e da pochissimo è possibile reperire anche bottiglie di produzione nazionale. Al momento è più facile trovare questi prodotti online, soprattutto sulle piattaforme specializzate nella vendita di vino e spiriti. Sono diversi, infatti, i siti web dove è possibile comprarlo. Basta inserire nel motore di ricerca “vino analcolico: dove trovarlo” per avere a disposizione una scelta abbastanza varia di prodotti da provare. E’ possibile, per esempio, acquistare questi prodotti sul sito di vino.com, dove si può approfittare di uno sconto esclusivo riservato ai soci Altroconsumo. Qui troviamo prodotti come il Rosso Alternativa Senza Alcol Doppio Passo ottenuto da uve Primitivo, e il Bianco Alternativa Senza Alcol Doppio Passo proveniente da uve Moscato . Il costo a bottiglia per entrambi è circa 11 €.
Anche su Tannico (tannico.it) è possibile acquistarne qualche bottiglia: troviamo la bevanda analcolica Steinbock Alcohol free Selection Dr.Fischer – Hofstätter , che nasce da uve Riesling; con lo stesso nome si ha anche una versione con bollicine Steinbock Alcohol free Sparkling . Il costo a bottiglia è di circa 12 € per entrambe. Altre alternative analcoliche che è possibile acquistare sullo stesso sito sono la bevanda tedesca Non Alcoholic Sparkling Drink "White" Wild Idol, realizzata a partire da uve Muller Thurgau , e la sua versione Rosè , dal costo di circa 30 € entrambe. Su tannico.it è possibile usufruire di uno sconto del 10%.
Il vino analcolico al supermercato, invece, non è, perlomeno ancora, così presente. Da quello che si osserva navigando sui siti di diverse catene di distribuzione, rispetto all’offerta online, i vini dealcolati che è possibile acquistare sono molto pochi. Al momento, da quello che abbiamo potuto osservare, in alcuni supermercati il vino analcolico sembra per ora assente, come nel caso di Lidl, Conad, Carrefour ed Eurospin; presso Coop ed Esselunga, invece, si trovano alcune opzioni.
Vino analcolico alla Coop
In alcuni punti vendita è possibile acquistare due vini bianchi, entrambi della linea Z&ro, prodotti in Germania da Dr. Fischer. Si tratta di un vino Riesling , dal costo di circa 12 €, e di una bevanda analcolica gassificata molto simile a uno spumante (la bottiglia costa circa 11 €) . Presso Coop è possibile acquistare anche altre due bevande senza alcol con bollicine: la tedesca Steinbock, distribuita da Hofstatter (il costo della bottiglia è di circa 11 €), e una prodotta in Italia (bevanda analcolica gassata La Gioiosa, dal costo di circa 6 €) .
Vino analcolico all'Esselunga
In alcuni punti vendita della catena Esselunga è possibile acquistare due vini spagnoli che rientrano nella denominazione Catalunya DOP; sono prodotti dalla stessa azienda (Familia Torres) in versione bianco e rosso. Il Natureo bianco deriva da uve Moscato ; il Natureo rosso è ottenuto invece da uve Garnacha (vitigno noto in Italia come Cannonau) e Syrah. Entrambi hanno un costo a bottiglia di circa 9 €. Anche in Esselunga è possibile acquistare una bevanda analcolica frizzante prodotta in Germania da Dr. Fischer: Virgola Zero (la bottiglia costa circa 11 €).
Il costo del vino senza alcol
Per quanto riguarda in generale i costi di questi vini, l'offerta è ancora limitata ma da quello che abbiamo visto al momento i prezzi non sono molto diversi da analoghi prodotti con alcol.
Torna all'inizioTipologie di vino analcolico
È possibile ridurre parzialmente o totalmente il tenore alcolico di molte tipologie di vini:vini fermi, spumanti, frizzanti, di qualsiasi colore (è possibile acquistare un vino rosso analcolico, un vino bianco analcolico, ma anche rosato), sia in versione secca che dolce. Si possono produrre anche vini biologici dealcolati , ma solo se realizzati attraverso parziale evaporazione e/o distillazione sotto vuoto e a determinate condizioni (ad esempio, i vini dealcolizzati prodotti devono avere un grado alcolico inferiore a 0,5 % vol. e la temperatura utilizzata non deve superare i 75 °C).
Quali vini non possono essere dealcolizzati?
Non si possono dealcolare i vini liquorosi, per ovvi motivi (nella produzione di questi vini viene aggiunto alcol) e i vini ottenuti da uve stramature e appassite. Questo perché questi ultimi hanno in genere un grado alcolico naturalmente alto (spesso sopra i 14-15 % vol.) e, se venissero dealcolizzati, perderebbero gran parte della loro struttura e complessità.
I vini DOP e IGP possono essere dealcolizzati?
Dipende. Per i vini DOP e IGP esistono delle restrizioni. A questo proposito, occorre distinguere la normativa europea da quella italiana:a livello europeo i vini a denominazione di origine protetta (DOP) e a indicazione geografica protetta (IGP) non possono essere sottoposti a una dealcolizzazione totale e possono quindi essere dealcolizzati solo parzialmente. Questo perchè l’eliminazione totale dell’alcol potrebbe non essere in grado di preservare le caratteristiche di tali vini di qualità.In Italia invece, per i vini DOP (cioè DOCG e DOC) e IGP (o IGT), il processo di dealcolazione, sia totale che parziale, è stato vietato. Se si desidera quindi bere un vino DOP o IGP parzialmente dealcolato, ci si deve orientare su un prodotto non italiano.
Torna all'inizioVino senza alcol: salute e controindicazioni
Il vino analcolico, che ha visto un crescente successo negli ultimi anni, è l'ideale per chi vuole evitare l’assunzione di alcol senza rinunciare al piacere di un buon calice. Molti, tuttavia, si chiedono se il vino analcolico possa essere dannoso per la salute.
Il vino analcolico fa male?
Dato che il principale componente responsabile degli effetti negativi sulla salute associati al consumo di vino è l'alcol, il consumo di vini analcolici non è considerato dannoso alla salute o comunque non lo è più di qualsiasi altra bevanda analcolica. Un po’ diverso è il discorso dei vini a bassa gradazione, cioè di quelli che la legge definisce “parzialmente dealcolati”, che di alcol non sono privi. Questo perché, come sottolinea l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), non esiste un livello di consumo di alcolici privo di rischi: per saperne di più sui rischi degli alcolici consulta il nostro speciale sull'impatto dell'alcol sulla salute. Esiste un consumo a basso rischio, che comporta cioè una bassa probabilità di sviluppare malattie legate all’alcol, leggermente superiore a quella di chi non beve. Il consumo giornaliero da non superare per tenere bassi i rischi per le donne e over 65 è pari a un bicchiere di vino di 12 % vol. da 125 ml (come mezzo bicchiere della Nutella), durante i pasti. Per un uomo invece si può salire a due.
Vini analcolici e additivi
Sono stati sollevati timori in relazione alla presenza, nei vini analcolici, di conservanti, come solfiti e dimetildicarbonato. In realtà si tratta di additivi ritenuti sicuri per il consumo. Per quanto riguarda i solfiti, utilizzati anche nel vino tradizionale, la norma europea li fa rientrare tra le sostanze che possono provocare allergie o intolleranze (possono causare orticaria e attacchi asmatici). Per questo è obbligatorio dichiararne la presenza in etichetta se si supera la dose di 10 mg per litro o per chilogrammo. Il dimetildicarbonato è un additivo autorizzato come conservante in diverse bevande; non sembra ci siano rischi legati al suo impiego ai livelli di uso attuale .
Il vino analcolico fa male al fegato?
No, il vino analcolico non danneggia il fegato. Ad avere effetti negativi su di esso in realtà è proprio l’alcol. L’etanolo viene metabolizzato principalmente nel fegato che, infatti, se si beve troppo e in maniera regolare, è l'organo che risulta più danneggiato. Più si beve e più a lungo si protrae il consumo di alcol, più è elevato il rischio di insorgenza di steatosi (fegato grasso) e infiammazioni (epatiti); si rischia anche la degenerazione dei tessuti (cirrosi), che può evolvere anche in tumore.
Vino analcolico in gravidanza
In gravidanza si può consumare vino analcolico, scegliendo esclusivamente vini che dichiarino un grado alcolico pari a 0 %. Questo perché, come sottolinea l’Istituto superiore di Sanità (ISS), non esiste una quantità sicura di alcol in gravidanza: il consumo di qualunque bevanda alcolica in questa condizione è dannoso per il feto, indipendentemente dal tipo o dalla gradazione alcolica. L’alcol assunto dalla madre attraversa la placenta e arriva al feto in concentrazioni simili a quelle del sangue materno. Il feto non può metabolizzare l’alcol e finisce per accumulare livelli dannosi di etanolo e dei suoi metaboliti, correndo un serio rischio di malformazione e ritardo mentale.
Vino analcolico: quante calorie ha?
Un vino senza alcol da pasto bianco, rosso o rosato, apporta in media circa 20 kcal per bicchiere da 125 ml, che è la porzione standard definita dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) per il vino generico. Se consideriamo i vini tradizionali, uno stesso bicchiere di vino per accompagnare i pasti e con un grado alcolico medio di 13 % vol., apporta mediamente circa 90 kcal. Le calorie fornite da un bicchiere di vino analcolico sono quindi mediamente circa un quinto di quelle apportate da un vino classico.
Come mai questa differenza? Le sostanze che nel vino forniscono calorie sono due: l’alcol e gli zuccheri. L’alcol apporta una notevole quantità di calorie: l’equivalente calorico di un grammo di alcol è pari a 7 kcal, che corrispondono a quasi il doppio delle calorie fornite dagli zuccheri (4 kcal per grammo) e sono di poco inferiori a quelle apportate da un grammo di grasso (9 kcal). Più quindi il vino è alcolico e più è dolce, maggiori sono le calorie fornite e, ovviamente, vale anche il contrario.
Non contenendo alcol, i vini analcolici sono quindi molto meno calorici. Ciò pur contenendo spesso più zuccheri rispetto a un vino tradizionale.Per compensare, infatti, la maggiore percezione di acidità che si avverte una volta tolto l’alcol e per ridare ai vini la sensazione di morbidezza che l’alcol conferisce, i vini dealcolati sono spesso caratterizzati da un contenuto di zuccheri pari a 30-40 grammi per litro (vini con un tale contenuto di zuccheri sono definiti dalla legge “amabili ”), al contrario dei vini tradizionali da pasto che in genere hanno un contenuto di zuccheri pari a circa un terzo di quelli presenti negli analcolici. Per dare un’idea di cosa voglia dire contenere 40 grammi per litro di zuccheri, bibite come la coca cola o l’aranciata ne contengono circa 100 g per litro.
Torna all'inizioPiace? Le opinioni sono discordanti
La crescente diffusione di questi vini ha portato molti utenti a cercare opinioni e recensioni a riguardo. Sono diversi i siti che ospitano pareri di chi ha assaggiato questi prodotti. Le opinioni sono spesso discordanti: c’è chi li apprezza molto e chi invece ritiene che l’assenza di alcol renda il vino meno piacevole. Dato che è impossibile sapere a priori se possano essere o meno di nostro gradimento, non ci rimane che assaggiare e provare a scoprire con un po’ di curiosità se possono incontrare i nostri gusti.
Se invece sei alla ricerca di un vino tradizionale ti possiamo aiutare noi a sceglierlo. Per il nostro test comparativo abbiamo selezionato, analizzato e assaggiato per te quattro diverse tipologie di vini, presenti sia al supermercato che in enoteca: vini bianchi, vini rossi, vini rosati e spumanti. Inoltre, nella nostra guida all'acquisto dei vini trovi tutte le informazioni per fare una scelta consapevole e trovare la bottiglia migliore per ogni occasione.
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