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Dash cam per auto e moto: come sceglierle e montarle. Qual è il loro valore legale e il nodo della privacy

Per monitorare cosa succede alla tua auto quando è parcheggiata oppure per una maggiore sicurezza quando sei sulla moto, una dash cam può essere un dispositivo valido in diverse situazioni. Vediamo quali tipologie di prodotti sono disponibili sul mercato, come montarle e in quali casi è meglio rivolgersi a un professionista. Nello speciale vediamo anche tutte le implicazioni legali: è possibile usare le riprese per accertare responsabilità in caso di incidente? E come è tutelata la privacy delle persone riprese?

Con il contributo esperto di:
articolo di:
12 novembre 2025
Dash cam

Le dash cam sono dispositivi sempre più diffusi. Parliamo di videocamere da installare sull'auto o sulla moto che possono effettuare riprese utili per ragioni di sicurezza o per monitorare cosa succede ai nostri mezzi quando sono parcheggiati.  

Come scegliere il modello più adatto tra le tante alternative presenti sul mercato? Nella maggior parti dei casi una dash cam semplice è già un buon punto di partenza: non solo riprende quella parte della vettura che più spesso viene coinvolta in incidenti (il frontale) ma è anche un ottimo deterrente per le truffe che spesso coinvolgono ignari automobilisti, come nei casi in cui il truffatore millanta di essere stato “danneggiato” dall’auto della vittima, talvolta con la complicità di presunti testimoni. In questi casi, infatti, la sola presenza della dash cam, con la minaccia di chiamare le forze dell’ordine per mostrare loro il filmato, è spesso più che sufficiente per far desistere i truffatori. Un sistema più sofisticato, con tanto di sorveglianza attiva anche quando l’auto è in parcheggio, potrebbe invece essere utile per chi ha auto di un certo valore economico ed è costretto a posteggiarle in spazi pubblici.

Le dash cam sollevano però anche dubbi dal punto di vista legale: primo tra tutti se possono essere o meno d'aiuto per contestare una multa e fare ricorso. Così come se quanto ripreso può avere valore per richiedere un risarcimento all'assicurazione in caso di incidente, per esempio per stabilire le responsabilità

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Cosa sono e a cosa servono

Le dash cam sono sempre più diffuse a causa della loro utilità sia in auto, sia in moto. Principalmente, ciò che spinge in Italia all’installazione della dash cam è il suo possibile utilizzo in caso di sinistri o danneggiamenti accidentali (es manovre di parcheggio) del proprio veicolo. A cosa può servire?

  • Le immagini registrate dalla dash cam possono essere utilizzate come prova in caso di sinistri stradali, facilitando l’accertamento delle responsabilità e la risoluzione delle controversie tra gli automobilisti coinvolti in sinistri.
  • Aiuta a smascherare le frodi assicurative: la dash cam può aiutare a smascherare eventuali tentativi di frode in danno dei conducenti documentando con esattezza sia la dinamica dell’incidente, sia l’esistenza stessa dell’evento.
  • Monitora il parcheggio e la sosta: alcune dash cam più avanzate offrono la funzione di monitoraggio del parcheggio, che registra eventuali danni o furti subiti dall’auto mentre è parcheggiata.
  • L’utilizzo di una dash cam, inconsciamente, incoraggia gli automobilisti o i motociclisti a guidare in modo più responsabile, in considerazione del fatto che le loro azioni sono registrate, migliora quindi la sicurezza alla guida.
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La dash cam è legale in Italia?

Dal punto di vista legale, il Codice della Strada non menziona espressamente le dash cam. In generale, in base a quanto previsto dall'articolo 173, questi dispositivi sono ammessi se fissati in modo da non ostacolare la visuale né richiedere interventi manuali durante la marcia, nel rispetto del divieto di usare dispositivi che possano distrarre durante la guida.

L’altro dubbio è se le immagini hanno valore probatorio, cioè se possono essere utili per dimostrare fatti o responsabilità legali. La telecamera sull’auto, infatti, può aiutare ad acquisire elementi utili nella pratica di risarcimento del danno, perché le assicurazioni spesso hanno necessità di elementi probatori concreti. Nei casi di incidenti stradali complessi, le immagini e i video possono chiarire oltre ogni dubbio sulla reale dinamica. Riguardo alla loro efficacia probatoria, secondo il Codice Civile, i filmati registrati con la dash cam sarebbero utilizzabili in giudizio solo laddove la controparte non ne disconosca la conformità ai fatti accaduti. Ma la contestazione (con conseguente inutilizzabilità delle immagini o filmati) deve essere ragionata e fondata su elementi concreti. Un po' come avviene anche con i dati raccolti dalle scatole nere proposte da alcune polizze Rc auto (come velocità, accelerazioni, frenate, posizione GPS) che possono rappresentare un elemento utile nella ricostruzione di un sinistro, ma non costituiscono prova legale piena.

Viene, comunque, lasciato un ampio potere al giudice che può accertare la conformità all’originale anche attraverso altri mezzi di prova, comprese le presunzioni. Questo è vero anche per i funzionari della pubblica sicurezza che, accorsi sul luogo di un sinistro, possono richiedere (o accettare, se sollecitati da una delle parti coinvolte) di visionare le immagini di una dash cam per accertare la dinamica, ma non sono tenuti a farlo. Anche in questo caso, quindi, vige la piena discrezionalità.

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Dash cam e privacy

L’installazione di una dash cam comporta anche inevitabili conseguenze legate alla privacy dei soggetti ripresi, dal momento che le registrazioni effettuate con la videocamera installata in auto o sul casco della moto possono riprendere dati identificativi di soggetti estranei.

In Italia, le riprese delle dash cam rientrano nel “trattamento di dati personali” quando immagini e audio possono rendere identificabili persone, targhe o luoghi: in questi casi si applicano i principi e gli obblighi del Codice Privacy. Ciò che conta è sempre la finalità per la quale le immagini sono registrate e, conseguentemente, utilizzate. Secondo quanto previsto dalla normativa, è vietato divulgare a terzi le immagini registrate senza un previo oscuramento dei volti, delle targhe e degli elementi distintivi di cose e persone.

Inoltre è consentito solamente un utilizzo “privato” e in favore di persone fisiche. Chi detiene immagini acquisite con la dash cam deve, peraltro, conservarle in modo tale da evitare che terzi possano accedervi anche in maniera illecita. Il campo visivo delle immagini non può estendersi oltre il limite legato alla finalità per la quale le immagini vengono effettivamente acquisite. Se le registrazioni restano in ambito strettamente personale, l’impatto privacy è più limitato; quando invece si comunicano a terzi o si pubblicano online, occorre una base giuridica, rispettare i principi di liceità, minimizzazione e limitazione della conservazione, nonché informare gli interessati ove pertinente.

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Tipologie di dash cam

Sul mercato esistono diverse tipologie di dash cam: vediamo le caratteristiche principali.

Dash cam semplici: i modelli più economici

Nella su forma più semplice la dash cam per auto ha forma e dimensioni di un pacchetto di sigarette. Si attacca con una ventosa al vetro oppure si può fissare morsetti di varia natura allo specchietto o al manubrio, in caso di una moto. Necessita di una sorgente di energia elettrica esterna, anche se molte includono pure una batteria interna che permette loro di funzionare per un certo periodo autonomamente. Di solito prendono la corrente da una presa accendisigari per auto o una porta USB e la connessione si realizza con un cavetto.

Esiste un'ampia offerta di modelli di dash cam a partire dai 30 euro per quelli più economici che hanno solo le funzioni base. Al crescere del prezzo cresce la risoluzione (utile magari per risolvere dettagli più piccoli, come la targa di un'auto che si allontana a forte velocità), il GPS integrato per una lettura più precisa della velocità reale del proprio mezzo, oltre che la posizione, e infine la possibilità di far partire in autonomia la telecamera in caso di urti quando la macchina è in parcheggio. Non mancano anche le dash cam che includono uno specchietto retrovisore con schermo integrato che si può sostituire a quello dell'auto in modo da poter controllare la videocamera più agevolmente.

Dash cam doppia

Per dash cam doppia si intende un paio di videocamere: una che guarda attraverso il parabrezza e una rivolta all’indietro che guarda attraverso il lunotto posteriore. Per camper e furgoni, poi, esiste la possibilità di collegare altre telecamere laterali o di manovra che sono in funzione solo in determinati momenti. Nei modelli più sofisticati 3-4 videocamere grandangolari sono in grado di combinare le immagini in modo da fornire una copertura a 360°.

Dash cam senza fili

Poiché le videocamere vanno alimentate, è necessario un cavo apposito per ogni telecamera. Talvolta attraverso lo stesso cavetto vengono trasmesse anche le immagini alla dash cam principale, altre volte la connessione è via onde radio, il che semplifica il loro posizionamento anche all’esterno del veicolo (nel caso di camper o furgoni).

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Come installare una dash cam

Installare una dash cam non è difficile: si applica con una ventosa al parabrezza o con un morsetto al si fissa allo specchietto retrovisore e si tende un cavo dal dispositivo stesso alla presa accendisigari (o USB) più vicina. Nel caso della ventosa, c’è sempre il rischio che la dash cam si stacchi improvvisamente per via dei sobbalzi dell’auto causando una momentanea perdita di attenzione del conducente. Il cavo che spenzola, poi, rischia di impigliarsi nella leva del cambio o in qualche altro dettaglio della plancia dell’auto. Un cablaggio nascosto, con i fili che passano dentro il rivestimento dell’imperiale e giù per i montanti dell’auto fino alla plancia è da preferirsi, così come il fissare più saldamente la dash cam con morsetti o simili. Il cablaggio nascosto diventa quasi una necessità nel caso di telecamere multiple sistemate in vari punti dell’abitacolo.

L’alimentazione

Nella quasi totalità dei kit per dash cam è presente un adattatore per la presa accendisigari dell’auto. Spesso, all’altro capo, c’è un connettore USB in quanto questi dispositivi ormai utilizzano la porta USB come standard sia per trasferire i filmati salvati all’esterno, sia per alimentarsi. Solitamente le prese accendisigari e USB dell’auto erogano energia elettrica solo quando l’automobile è in funzione e questo è un vantaggio perché la dash cam è solitamente impostata per iniziare automaticamente a registrare appena riceve energia dall’esterno. Le dash cam più sofisticate che sono in grado di accendersi quando rilevano movimenti anomali dell’auto (come in caso di urto in un parcheggio), utilizzano una batteria interna che viene ricaricata durante l’uso normale. Esiste però un’altra possibilità, sia per “nascondere” il cavetto dell’alimentazione, lasciando libere così anche prese accendisigari e USB dell’auto. Realizzare una connessione direttamente con la batteria dell’auto o verso la scatola porta fusibili che solitamente si trova sotto la plancia dell’auto. In questo caso però, il lavoro da fare è più complesso e potrebbe essere necessario rivolgersi a un elettrauto.

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Meglio il fai-da-te o un professionista? I prezzi

Poiché online l’offerta di dash cam dal costo di poche decine di euro è enorme, la tentazione di fare da soli è grande, soprattutto se ci si accontenta di attaccarla al vetro con una ventosa. Questa soluzione, come visto, non è priva di rischi: chiunque abbia usato un porta cellulare o porta navigatore per auto sa che l’apparecchio può staccarsi da un momento all’altro e costituire un elemento di distrazione per il conducente. Pertanto, sarebbe meglio trovare un modo per fissarla saldamente alla plancia o allo specchietto. Discorso un po’ più complicato per i cablaggi, specie se si vuole collegare l’alimentazione della dash cam direttamente all’impianto elettrico dell’auto.

Nascondere il cablaggio comporta staccare i rivestimenti dei montanti o dell’imperiale, con il rischio poi di danneggiarli o di non riuscire più a montarli correttamente. Il consiglio, in questo caso, è di rivolgersi ad un esperto. L’unico problema è che alcuni professionisti non installano dash cam acquistate da terzi, ma preferiscono proporre pacchetti completi, con fornitura di dispositivo di loro scelta e l’installazione. L’installatore ovviamente deve rispondere di ogni eventuale danno o malfunzionamento del veicolo dovuto ad una non corretta installazione o modifica dell’impianto elettrico della vettura. Tuttavia, il costo di tale operazione è spesso uguale o superiore a quello di una dash cam (tipicamente si va dai 50 ai 100 euro); nel caso poi si opti per un “pacchetto completo” (dash cam + installazione) si può arrivare a spendere anche oltre 300 euro.

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Quanto costa una dash cam?

Online, si parte dai 30-40 euro per un modello base, per arrivare intorno ai 100-150 euro per una dash cam doppia (che riprende quindi sia davanti che dietro). Le dash cam di marca possono però superare anche i 200 euro.

Si può installare da soli una dash cam in auto?

Sì, solitamente, insieme alla dash cam vengono fornite delle ventose o delle strisce adesive per fissarla al vetro e un adattatore per la presa accendisigari dell’auto.

Posso usare i filmati di una dash cam per contestare una contravvenzione?

In Italia i video di una dash cam possono essere allegati al ricorso al Prefetto o al Giudice di Pace contro una multa come “prova atipica”, ma il loro valore è deciso caso per caso dall’autorità. Occorrono però alcune cautele: la registrazione deve essere lecita e non diffusa al pubblico, il suo utilizzo è funzionale solo al fine di tutelare i propri diritti, va allegato il file originale non alterato (meglio con data/ora).

Posso utilizzare i filmati di una dash cam per far valere le mie ragioni in caso di sinistro?

Anche in questo caso i filmati registrati possono essere utilizzati come prova, ma la controparte potrebbe anche contestarli. Alla fine, saranno sempre le autorità a decidere se ammettere i filmati come prova ed il loro valore probatorio in caso di contestazione.

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