Hawaiian Tropic Mineral Brush: bocciato per scarsa protezione solare
Questo solare in polvere da applicare sul viso vanta in etichetta un Spf 30, cioè una protezione alta contro gli Uva e gli Uvb. Ma il nostro laboratorio smentisce quanto dichiarato: il suo fattore di protezione reale è decisamente più basso. E, trattandosi di una polvere libera, è probabile che venga usata in una quantità di gran lunga inferiore rispetto a quanto sarebbe necessario per garantire la sua funzione.

I solari in polvere (sia ciprie compatte che in polvere libera) con fattore di protezione Spf (Sun protection factor) sono una novità che ha tutto per piacere: sono pratici, facili da utilizzare e promettono di coniugare la funzione protettiva di un solare con quella estetica opacizzante della classica cipria. Ma è davvero così? Abbiamo voluto verificarlo portando in laboratorio un prodotto di un noto marchio di creme solari: la cipria solare Hawaiian Tropic Mineral Brush.
Il risultato è molto deludente: questa polvere non rispetta il fattore di protezione dichiarato (Spf 30), rivelando una capacità protettiva inferiore. Non solo: la quantità di prodotto che abbiamo utilizzato per verificare l’Spf (conforme ai metodi standard), ha creato sulla pelle dei volontari un’antiestetica patina bianca che è ovviamente ben lontana dalla quantità che si usa normalmente quando si applica una polvere sul viso. Quindi la protezione nelle reali modalità di utilizzo probabilmente è ancora più bassa.
Hawaiian Tropic Mineral Brush: cos’è
Questo prodotto è una cipria in polvere dotata di un pennello da utilizzare sul viso. In etichetta è indicato un fattore di protezione 30 contro i raggi Uva e Uvb (Spf 30) e viene descritto sul sito di un noto market place come “un metodo pratico per applicare e riapplicare la protezione solare durante la giornata”. Gli ingredienti con cui è formulata questa polvere sono: l’ossido di zinco (un filtro solare minerale, l’unico ingrediente che può vantare un effetto protettivo), polveri assorbenti e opacizzanti, emollienti, conservanti, profumi ed estratti botanici.
Efficacia della protezione? Secondo le prove è scarsa
Abbiamo testato il Mineral Brush secondo i rigorosi standard Iso, per valutare sia la protezione contro i raggi Uvb (2444:2019) che Uva (24442:2022). I risultati sono stati deludenti, indicando una protezione molto inferiore a quella dichiarata (SPF 30). Inoltre, la quantità di prodotto utilizzata nei test è molto superiore a quella normalmente applicata e non è compatibile con l’uso normale di questo prodotto perché in queste quantità si crea un’antiestetica patina bianca sul viso, il che solleva ulteriori preoccupazioni sulla sua efficacia di questa cipria in condizioni d'uso quotidiane.
La lezione da imparare
L'esperienza con il Mineral Brush suggerisce che non ci si può affidare a una cipria per garantirsi una protezione solare adeguata alle esigenze della pelle: non solo perché, come in questo caso, l’Spf dichiarato in etichetta non corrisponde ai risultati di laboratorio, ma anche perché applicare una quantità adeguata di prodotto è cruciale per proteggersi e verosimilmente non lo si può fare con questo tipo di cosmetico che è pensato per un uso molto leggero sul volto. Lo scorso anno avevamo testato un’altra polvere per il viso (in quel caso si trattava di una polvere compatta) e anche in quella occasione i risultati erano stati sconfortanti: la protezione solare reale fornita era molto bassa.
Se vuoi proteggere davvero il viso meglio affidarsi a una vera e propria crema solare. Ma attenzione: anche nel nostro ultimo test in laboratorio sui solari per il viso ne abbiamo trovati 5 che non proteggono come dovrebbero. Se invece vuoi sapere quali sono i prodotti più efficaci guarda i risultati dei nostri test comparativi, sia sui solari viso, sia sui solari per bambini e con fattore di protezione 30.