Consigli

Cosa prendere per il mal di testa? Come scegliere tra Brufen, Oki, Tachipirina &Co.

Quando la testa scoppia, tutti vorremmo un farmaco capace di far sparire il dolore come per magia. Ma tra i tanti medicinali antidolorifici sugli scaffali delle farmacie, ne esiste davvero uno che funzioni meglio di altri? Vediamo cosa dicono gli esperti e che cosa fa più effetto tra Moment, Oki, Efferalgan, Tachipirina, Aulin, Brufen e altri analgesici.

Con il contributo esperto di:
16 maggio 2025
Ragazza con mal di testa e pastiglia in una mano

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IL CONSIGLIO DELL'ESPERTA
Irene Pignata - Farmacista
In caso di mal di testa, non esiste un antidolorifico migliore e che funzioni per tutti. Ognuno ha il suo mal di testa e finisce col trovare il farmaco che funziona meglio per sé. Anche se la pubblicità ci dice che esiste un medicinale specifico per ogni tipo di mal di testa, in realtà molti possono essere efficaci in situazioni diverse. Prima di correre in farmacia, verifica se hai già qualcosa in casa che potrebbe andare bene. E se funziona, non cambiarlo solo perché è uscita una novità: spesso si tratta dello stesso principio attivo, solo con un’etichetta diversa.

Almeno una volta nella vita abbiamo tutti sofferto di mal di testa. C’è chi ne soffre ogni tanto, c’è chi ne soffre in modo cronico. Chi lo ha spesso, giocoforza impara a gestirlo da solo: sa cosa può scatenarlo e sa come lenire il dolore nel migliore dei modi, ricorrendo ad uno o più farmaci di efficacia provata (sulla propria pelle) e ad alcune strategie (buio, silenzio ecc.). Tuttavia, in alcuni casi, soprattutto quando il dolore è intenso o persistente, si vorrebbe provare un rimedio diverso dal solito, uno più efficace. Dalla TV al Web, le promesse di sollievo rapido si sprecano e la scelta a scaffale si complica: cosa prendere in caso di mal di testa? C’è un farmaco che funzioni meglio degli altri?

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Mal di testa: meglio non fidarsi della pubblicità

“Questo è per il mal di testa lieve”, “questo è per il mal di testa forte” e questo se accompagna il ciclo o la tensione al collo. Se diamo retta alle pubblicità, i farmaci antidolorifici da banco sarebbero specifici per diversi tipi di mal di testa o altri problemi, come i dolori mestruali o il mal di schiena. In realtà, si tratta di strategie di marketing che puntano ad una differenziazione del tutto artificiosa. Farmaci con formulazioni identiche o molto simili e con principi attivi che condividono lo stesso meccanismo d’azione sono spesso promossi per dolori diversi, anche se vanno tutti bene e sono tutti più o meno efficaci e utili per vari dolori, dal mal di testa al mal di schiena. Basta leggere il foglietto illustrativo per capire che le indicazioni dei farmaci antidolorifici di uso più comune non sono ristrette ad alcuni dolori specifici, ma sono allargate a varie condizioni dolorose. Ma di fronte a tante confezioni diverse, con nomi, colori e slogan mirati, quale scegliere in caso di mal di testa?

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Perché non esiste un solo prodotto efficace

Purtroppo, non esiste un farmaco più efficace o valido per tutti e in tutti i casi. L’efficacia di un farmaco dipende non solo dal tipo e dalla causa del mal di testa, ma anche da come il nostro organismo reagisce. Ognuno può rispondere in modo diverso a un certo principio attivo o a un certo dosaggio, tollerarlo meglio o peggio, oppure trovare beneficio solo con alcune formulazioni. Se il dolore è ricorrente e grave, come nel caso delle debilitanti emicranie croniche, potrà essere necessario ricorrere a farmaci da prescrizione (come i triptani) da assumere alle prime avvisaglie. Nel caso invece di mal di testa occasionali, potrà andare bene uno dei tanti farmaci antidolorifici da automedicazione che già abbiamo in casa - come Brufen, Aspirina, Moment, Nurofen, Efferalgan o Tachipirina, e altri farmaci simili – per cui non è necessaria la ricetta. Sul dosaggio – quanto prenderne e se assumere una o due comprese - si può sempre chiedere consiglio al farmacista o al medico, oppure (lo consigliamo caldamente) leggere per bene il foglietto illustrativo, avendo sempre l’accortezza di partire dalle dosi più basse consigliate e vedere come va; e nel caso non funzionino, confrontarsi con il proprio medico.

Non c’è quindi un farmaco “migliore” in assoluto per il mal di testa, ma solo quello più adatto alla singola persona e al suo specifico caso.

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Brufen o Tachipirina per il mal di testa: quale più efficace?

Due principi attivi sono presenti in quasi tutte le case. Parliamo di:

  • ibuprofene, principio attivo di Moment, MomentAct, Brufen, Nurofen e di molti altri farmaci di marca e generici. È un antidolorifico antinfiammatorio e antipiretico, che agisce sul dolore riducendo l’infiammazione (che causa gonfiore, rossore ecc.) e i segnali chimici che scatenano la sensazione dolorifica e l’aumento della temperatura corporea.
  • Brufen 450

  • paracetamolo, principio attivo di Tachipirina, Efferalgan, Acetamol e di altre formulazioni equivalenti. Antidolorifico e antipiretico, abbassa febbre e dolore senza effetti antinfiammatori.
  • Tachipirina 500

Molti di noi li trovano entrambi efficaci, a seconda della dose; altri, solo uno dei due, a riprova del fatto che ognuno deve trovare il proprio rimedio, oltre che il proprio dosaggio utile. Ma cosa dice la letteratura scientifica? In caso di mal di testa, è meglio paracetamolo o ibuprofene?

Ibuprofene o paracetamolo per il mal di testa: cosa dicono gli esperti

Le linee guida mediche sul trattamento del mal di testa considerano entrambi i principi attivi tra quelli di prima scelta per alleviare il dolore con un farmaco di automedicazione: questo vale sia in caso di trattamento farmacologico delle emicranie, sia per il trattamento delle cefalee di tipo tensivo , le due tipologie principali di mal di testa.

L’efficacia dipende però dalla sensibilità individuale e dal tipo di mal di testa che si vuole trattare. In alcuni casi, un principio attivo può risultare leggermente più efficace di un altro per determinati aspetti, anche se non esiste una superiorità assoluta. Ad esempio, secondo una revisione di studi pubblicata sulla rivista Scientific Report del gruppo editoriale di Nature, paracetamolo e ibuprofene hanno un'efficacia simile nel trattamento delle cefalee di tipo tensivo, anche se l’ibuprofene sembra un po’ più efficace nell’eliminare completamente il dolore entro le due ore.

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Oki, Aspirina, Aulin: vanno bene per il mal di testa?

Aspirina Oki e Aulin

Come Brufen anche Oki, Aspirina, Voltadvance e Aulin sono farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) che si possono usare, come altri, per il mal di testa. Un’azione antidolorifica simile, oltre che antipiretica, viene svolta anche dalla Novalgina. Non tutti questi principi attivi vanno però utilizzati come prima opzione in caso di mal di testa; inoltre, alcuni di essi non sono adatti all’automedicazione e necessitano di ricetta medica. È importante sapere che:

  • Aspirina e altri farmaci a base di acido acetilsalicilico, nei dosaggi superiori ai 400 mg sono indicati per febbre e dolori di diverso tipo, tra cui anche il mal di testa. Vanno usati al dosaggio minimo efficace e per il periodo più breve possibile, generalmente non più di 3-5 giorni. Non serve la ricetta per acquistarli.
  • Oki e altri farmaci a base di ketoprofene, sono tutti indicati per dolori di varia natura, tra cui il mal di testa. I dosaggi più bassi (40 mg, come in Okitask o Brufen Dolore) sono di libera vendita; per dosaggi più elevati (come l’Oki classico, da 80 mg) serve la prescrizione, ma può comunque essere usato in caso di mal di testa.
  • Voltadvance, Flectorgo e altri farmaci a base di diclofenac, sono pubblicizzati per i dolori di tipo muscolare o articolare, ma in realtà tra le indicazioni del foglietto illustrativo sono citati dolori di varia natura, tra cui rientra il mal di testa. I dosaggi più bassi (sotto i 25 mg) sono di libera vendita, senza ricetta.
  • Aulin e altri farmaci contenenti nimesulide, sono antinfiammatori antidolorifici che richiedono ricetta. Sono indicati solo per dolori episodici (per un mal di testa acuto o per i dolori da ciclo), da usarsi per periodi non superiori alle due settimane e solo se i farmaci “di prima linea” sono controindicati o non sono stati efficaci. Questo, perché la nimesulide può dare gravi effetti collaterali sul fegato.
  • Novalgina e altri farmaci antidolorifici e antipiretici contenenti metamizolo, sono indicati anche per il dolore e quindi anche per il mal di testa. Vanno usati (solo se prescritti dal medico) esclusivamente in caso di dolore forte, cioè che non migliora con altri farmaci, e alla minima dose efficace, solo per brevi tempi (non più di una settimana), perché possono dare una serie di effetti collaterali anche gravi da non sottovalutare.
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Se Moment, Oki o Efferalgan non bastano a farlo passare

Se i classici antidolorifici come Moment, Oki o Efferalgan non bastano a controllare il mal di testa o se il mal di testa torna di frequente o peggiora di intensità, è utile farsi visitare dal proprio medico, che potrà valutare se sia il caso di fare una visita neurologica. In ogni caso, il medico o lo specialista potranno decidere di prescrivere farmaci per gli attacchi di mal di testa come, ad esempio, i triptani (come Auradol, Maxalt, Relpax) o per prevenirli, come ad esempio alcuni betabloccanti (come Inderal o Lopresor) o antiepilettici (come Topamax).

In presenza di sintomi di allarme bisogna consultare immediatamente un medico, oppure il 112 o recarsi in pronto soccorso. Bisogna fare attenzione se il mal di testa è:

  • improvviso o molto intenso;
  • diverso dal solito, nuovo (soprattutto dopo i 50 anni d’età);
  • peggiora progressivamente nel tempo;
  • è successivo a un trauma cranico;
  • si associa a : febbre, brividi, sudorazione notturna, dolori muscolari, confusione, visione doppia, tinnito (ronzio/fruscio nell'orecchio), torcicollo o rigidità del collo, difficoltà a parlare, perdita di equilibrio;
  • se migliora sdraiandosi o peggiora stando in piedi;
  • mal di testa in persone che si trovano in particolari condizioni (come chi ha un cancro o storia di cancro, chi ha il sistema immunitario indebolito, le donne in gravidanza).

Attenzione a non esagerare

Un uso frequente e prolungato di antidolorifici può paradossalmente causare un mal di testa cronico, noto come medication overuse headache o cefalea di rimbalzo. Capita a chi usa spesso gli antidolorifici per il mal di testa ricorrenti, ma anche a chi li assume quotidianamente per altri tipi di dolore: una volta terminato l’effetto, scatta un nuovo mal di testa che richiede di prendere di nuovo una pastiglia e così via. L’organismo sviluppa quindi una sorta di dipendenza dal farmaco, che potrà cessare solo con la sospensione del farmaco responsabile, sotto controllo medico.

Per evitare questo problema, non si dovrebbero usare farmaci per il mal di testa più di 2-3 volte alla settimana. In particolare, per FANS (come Brufen o Moment con ibuprofene o Okitask con ketoprofene) e paracetamolo (contenuto in Tachipirina o Efferalgan), è meglio non superare i 10-14 giorni al mese; per altri farmaci come i triptani o che combinano più principi attivi (es. Neo Nisidina con paracetamolo + aspirina + caffeina), non andrebbe superata la soglia dei 8-9 giorni al mese.

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Come orientarsi tra i farmaci per il mal di testa

La scelta del farmaco più adatto contro il mal di testa è personale: dipende dalla sensibilità individuale, dalla tolleranza ai principi attivi e dal tipo di mal di testa. Per questo, può essere necessario provare più opzioni prima di trovare quella che funziona meglio per sé e per il proprio mal di testa. Ecco qualche consiglio utile che può valere per tutti:

  • Se funziona, non serve cambiarlo. Se si è rivelato efficace e non ha mai dato effetti collaterali, non serve passare a un altro prodotto "di moda", specie se più costoso.
  • La pubblicità va presa con le pinze. Anche se si parla di usi specifici per il mal di testa, è molto probabile non sia così, come già spiegato. Per capirlo, basta leggere il foglietto illustrativo: se un antidolorifico non è indicato per un uso specifico, ma può essere usato per diversi tipi di dolore, allora si può usare anche per il mal di testa.
  • Le novità non sono sempre migliori. Spesso la novità riguarda la forma, non la sostanza. Capsule molli, granuli, bustine liquide, ecc., possono offrire più praticità o effetti un poco più rapidi, ma in termini di efficacia poco cambia rispetto alle vecchie versioni.
  • Giusto risparmiare se si può. Ci sono versioni equivalenti, parimenti efficaci ma più convenienti, di tutti i farmaci più noti, anche se le farmacie non li espongono: chiedi al farmacista oppure consulta la banca dati di Altroconsumo, che confronta prezzi e alternative disponibili.
  • Occhio alle combinazioni inutili: alcuni farmaci contengono più principi attivi (es. paracetamolo + caffeina + aspirina), ma non sempre queste combinazioni sono necessarie o vantaggiose. A volte possono solo aumentare il rischio di effetti collaterali. Basti pensare al Momenxsin che contiene anche pseudoefedrina che non ha alcuna utilità per un mal di testa senza il naso chiuso ed espone solo ad inutili rischi a livello di cuore o cervello.

Cosa scegliere in casi particolari

Anche se molti antidolorifici si possono usare in caso di mal di testa, ci sono situazioni particolari in cui è meglio preferirne uno rispetto ad un altro. Ecco alcune indicazioni utili:

  • Gravidanza e allattamento: in questi casi, il farmaco da preferire è il paracetamolo (come Tachipirina), considerato generalmente sicuro sia durante la gravidanza che l’allattamento. Al contrario, i FANS come aspirina, ibuprofene, ketoprofene, naprossene o nimesulide, sono sconsigliati o addirittura controindicati, soprattutto nel terzo trimestre. Se il paracetamolo non è sufficiente a lenire il dolore, è importante chiedere consiglio al medico prima di assumere altri farmaci.
  • Bambini e adolescenti: i medicinali più indicati sono paracetamolo (Tachipirina) e ibuprofene (Nurofen, Momentkid), da usare nei dosaggi adeguati all’età e al peso. L’ibuprofene non è adatto sotto i 3 mesi di età o sotto i 5,6 kg di peso, dove l’unica opzione resta il paracetamolo. Altri FANS non sono indicati per l’uso pediatrico: ad esempio l’Aspirina (da evitare sotto i 16 anni) o l’Aulin (raccomandato dai 12 anni).
  • Anziani: sopra i 65 anni è preferibile il paracetamolo, perché i FANS in questa fascia d’età aumentano il rischio di effetti indesiderati gravi, come sanguinamenti o perforazioni dello stomaco e dell’intestino.
  • Problemi cardiovascolari o pressione alta: chi soffre di ipertensione, ha avuto infarti, ictus o soffre di insufficienza cardiaca dovrebbe evitare i FANS (come ibuprofene o ketoprofene) o prenderli solo sotto controllo del medico, perché possono aumentare la pressione, causare ritenzione di liquidi o aumentare il rischio di eventi cardiovascolari gravi. Anche in questo caso, il paracetamolo è l’opzione più sicura.
  • Ulcere, gastrite e disturbi gastrointestinali: i FANS come Brufen o Oki possono irritare o danneggiare ulteriormente lo stomaco, quindi in questi casi è preferibile ricorrere al paracetamolo. Se il paracetamolo non fosse efficace, tra i FANS di libera vendita l'ibuprofene è considerato il meno irritante per lo stomaco.

Problemi al fegato: il paracetamolo è generalmente ben tollerato, ma è un po’ più tossico per il fegato rispetto ai FANS e per questo non è sempre la scelta migliore per chi soffre di insufficienza epatica o problemi gravi al fegato.

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Tanti farmaci, poche differenze: attenzione a cosa si compra

Prima di comprare un altro antidolorifico, controllate di non averlo già in casa. Sono tanti i farmaci da banco che contengono lo stesso principio attivo, anche con lo stesso dosaggio. Ad esempio:

  • a base di ibuprofene (da 200 o 400 mg) abbiamo Brufen analgesico, Buscofen o Buscofen Act, Cibalgina Due Fast, Moment o Moment Act, Nurofen, Algofen, Spididol analgesico;
  • a base di paracetamolo troviamo Tachipirina, Acetamol, Efferalgan;
  • a base di diclofenac c’è Voltadvance e Flectorgo;
  • a base di dexketoprofene abbiano Enantyum o Fastumdol;
  • il naprossene è invece presente in Momendol e Lasonil antinfiammatorio.

Imparare a riconoscere i farmaci dal principio attivo è un passo importante per diventare consumatori più consapevoli. Questo permette di evitare di comprare lo stesso farmaco con nomi diversi, scegliere invece alternative equivalenti e, in molti casi, anche risparmiare.

Moment classico, rosa o act: cosa cambia?

Occhio anche a non prendere il farmaco sbagliato: in alcuni casi, nomi commerciali simili possono nascondere principi attivi differenti e viceversa: scatole e nomi un po’ diversi, ma con la stessa sostanza. È il caso del “marchio ombrello” Moment sotto il quale si nascondono sia farmaci con principi attivi uguali, sia farmaci con principi attivi diversi.

  • Moment, quello “classico”, contiene 200 mg di ibuprofene. È disponibile in differenti forme (di solito in scatole di colore azzurro) che promettono velocità di azione diverse: compresse, capsule molli, liquido in bustine, polvere da sciogliere in bocca. Poco cambia però in termini di efficacia;
  • Moment classico

     

  • Moment in scatola “rosa” contiene esattamente ciò che contiene il Moment “classico” (in bustine da sciogliere in acqua) ma è vestito di rosa per puntare al pubblico femminile e al mal di testa da ciclo, una inutile differenziazione; è tinto di rosa anche Momenactcompì che però non contiene ibuprofene ma ketoprofene, da usarsi sempre per il dolore;
  • Moment rosa

     

  • MomentAct ha invece un dosaggio doppio rispetto al Moment “classico”, anch’esso disponibile in diverse forme (compresse, capsule molli, liquido in bustine, polvere in bustine) di solito in scatola blu. Si usa per le stesse indicazioni del Moment, che si può assumere – da foglietto -anche in dose doppia;
  • Moment Act

     

  • Momendol contiene 220 mg di naprossene (in compresse o capsule molli);
  • Momentdol

     

  • Momenxsin, infine, contiene 200 mg di ibuprofene tanto quanto il Moment “classico” ma con l’aggiunta del decongestionante nasale pseudoefedrina per “liberare” il naso chiuso.
  • Moment xsin

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