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Indipendenza economica femminile: raggiungerla con gli strumenti giusti

Una donna su 5 non possiede un proprio conto corrente, e nel 5% dei casi non ha nemmeno accesso a un altro conto. Un dato importante che ci fa capire quanto ancora ci sia da lavorare sull'educazione finanziaria al femminile. Noi di Altroconsumo vogliamo festeggiare l'8 marzo parlando di parità e degli strumenti adatti a favorire l'indipendenza economica delle donne: dal conto base alla prepagata con Iban, ecco perché è importante conoscerli.

Con il contributo esperto di:
articolo di:
06 marzo 2025
Donna al bancomat con soldi in mano

Partiamo da alcuni dati dell'Istat che fotografano bene la situazione italiana: solo il 59% delle donne ha un lavoro, quasi tre donne su quattro tra quelle occupate ha un contratto di lavoro part-time, in molti casi necessario per conciliare i tempi tra lavoro e famiglia; le pensioni delle donne sono inferiori del 36% rispetto a quelle degli uomini e la differenza media di stipendio tra un uomo e una donna (che svolgono la stessa attività e hanno lo stesso contratto) è di 8.000 euro all’anno.

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Donne e lavoro: qualche dato per riflettere

Indipendenza economica, educazione finanziaria e gender gap pay sono tutti argomenti che rientrano nel capitolo più ampio di sviluppo economico sostenibile che passa anche dalla parità di genere e dall’indipendenza economica delle donne.

Nel mondo del lavoro le donne sono spesso svantaggiate; non solo hanno molte meno possibilità di fare carriera, ma hanno anche meno possibilità di essere selezionate. Si parla di “soffitto di cristallo”; pregiudizi non visibili dall’esterno che di fatto impediscono a brave lavoratrici di fare carriera rispetto ai lavoratori uomini e alle donne di essere scelte nei colloqui di lavoro.

Dal Report Istat “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali” emergono ancora delle evidenti differenze di genere; le donne sono più istruite dei colleghi maschi ma sono meno presenti nel mercato del lavoro.

  • Il 68% delle 25-64enni ha almeno un diploma o una qualifica (62,9% tra gli uomini) e le donne in possesso di una laurea raggiungono il 24,9% (18,3% tra gli uomini). Queste differenze sono più marcate in Italia rispetto alla media dei paesi UE. Le differenze di genere risultano più marcate di quelle osservate nella media Ue27.
  • Il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce in un vantaggio lavorativo. Ad esempio, il tasso di occupazione delle laureate STEM è dell’81% contro il 90% degli uomini. 
  • Il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (59,0% contro 79,3%).

Donne più istruite ma meno occupate

Al crescere del titolo di studio, i differenziali occupazionali di genere si riducono: 

  • titoli bassi 36,8% donne occupate e 69,1% tasso di occupazione maschile;
  • diplomati (62,4% donne e 84,0% maschile;
  • laurea (81,4% donne e 88,3% uomini).

Le donne restano sottorappresentate nel mercato del lavoro e prevalentemente impiegate in aree funzionali di staff. Risulta che in Italia la presenza femminile in posizioni apicali è ancora limitata – nei Consigli di Amministrazione meno del 5% delle donne presenti ricopre ruoli esecutivi e solo il 2% la carica di Amministratrice Delegata - e, quando ricoprono posizioni di vertice, raramente dispongono di un potere decisionale con impatto diretto sul business.

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Indipendenza economica, da dove partire

Il dato Istat che però sorprende di più è quello sui conti correnti: almeno una donna su 5 non ne possiede uno intestato soltanto a lei; di queste, il 5% non ha neppure la possibilità di accedere a un conto cointestato. Un dato che fotografa un Paese (l'Italia) che, anche se è uno degli 8 Paesi del mondo più sviluppati per PIL, ha ancora seri problemi quando si parla di parità di genere, sviluppo sostenibile, indipendenza economica.

Essere indipendenti economicamente avere un proprio reddito ma anche poterlo gestire e farlo crescere autonomamente è fondamentale per acquisire la propria libertà decisionale dalle piccole cose (cosa compro e dove lo compro) a quelle più importanti (come risparmio, dove compro casa, devo fare un mutuo). Per essere indipendenti la prima cosa da fare è avere un conto corrente o un conto di pagamento che permetta di fare semplici pagamenti dai bonifici ai pagamenti con carta.

Diventa fondamentale sapere pianificare e gestire il bilancio familiare per riuscire a risparmiare e quindi fare scelte importanti anche per il futuro. In questo articolo abbiamo raccolto i consigli per gestire al meglio un bilancio familiare tra entrate, spese (superflue e non) e risparmio. Risparmiare significa pianificare spese e entrate per poter fare scelte importanti nel medio lungo periodo: avere da parte un gruzzoletto per obiettivi importanti come l’acquisto della casa, un viaggio, dei lavori di ristrutturazione o come risparmio previdenziale per quando si andrà in pensione.

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Educazione finanziaria: gli strumenti giusti

L’obiettivo numero 5 dei 30 obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile recita: raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze. Uno sviluppo sostenibile duraturo nel medio lungo termine non si può ottenere, infatti, senza una partecipazione attiva ed egualitaria del mondo femminile. In quest'ottica diventa fondamentale l’educazione finanziaria al femminile. Ad esempio, non tutti sanno che esistono strumenti finanziari più semplici del normale conto corrente, come il conto base e la carta prepagata con Iban, che possono rappresentare un ottimo punto di partenza per chi non ha un conto corrente tutto suo. 

Il conto base

Il conto di base è di fatto uno strumento di inclusione finanziaria destinato a chi non ha un normale conto corrente. Si tratta di un conto corrente semplificato che tutte le banche ed istituti di pagamento devono offrire ai loro clienti. È semplificato perché non prevede assegni, scoperto, fido, deposito titoli. La legge ha individuato un certo numero di operazioni, un pacchetto di operazioni e servizi che tutti i conti base prevedono e che è offerto con un canone onnicomprensivo. Nulla può essere chiesto in più rispetto al canone. Il conto base viene offerto senza spese a particolari categorie di persone, in particolar modo coloro che hanno un reddito ai fini Isee inferiore agli 11.600 euro. Inoltre, una versione più semplice del conto base è offerto gratis ai pensionati che hanno un assegno annuo non superiore ai 18.000 euro.

Prepagata con Iban

Una valida alternativa al conto base è la carta prepagata con Iban, il codice alfanumerico che identifica un conto corrente. Le carte con Iban danno la possibilità non solo di caricare la carta con un bonifico, ma anche di fare operazioni di pagamento tipiche di un conto corrente come bonifici a terzi, domiciliazione bollette, addebiti diretti. In questo caso la carta prepagata diventa un conto semplificato, come il conto base un primo strumento di accesso al mercato bancario. Queste operazioni di pagamento hanno un costo, ma ci sono prepagate con Iban che in molti casi danno la possibilità di fare bonifici online a costo zero. Puoi scegliere la mia migliore carta confrontandole con il nostro comparatore online di carte prepagate

Conto corrente + deposito titoli

Ed infine c’è sempre la possibilità di aprire un conto corrente a cui è anche possibile legare un deposito titoli per acquisti di tioli di stato, azioni o obbligazioni. In questo articolo ti diamo alcuni consigli su come scegliere un conto corrente, mentre con il nostro servizio di comparazione si può fare la scelta corretta in base al proprio profilo di utilizzo. 

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