Consigli

Stop agli eccessi e attenzione a cosa acquisti: 10 consigli antispreco

Siamo sempre più attenti alla salute del pianeta e compiamo ogni giorno scelte che lo salvaguardino, muovendoci a piedi o in bici e riducendo i consumi energetici. Ma a tavola? Mangiare sostenibile è possibile, riducendo il consumo di carne bovina e limitando gli sprechi. Ecco da dove cominciare.

07 agosto 2023
inchiesta propositi di sostenibilità

Ogni anno oltre un miliardo di tonnellate di cibo finisce nella spazzatura, un terzo del cibo prodotto nel mondo viene così sprecato. Oltre alle conseguenze etiche, il cibo gettato ha anche un impatto economico e ambientale che non può e non deve essere trascurato. Assieme ai prodotti alimentari si perdono infatti anche le risorse naturali impiegate per produrli, con l'inutile dispersione di CO2 nell'atmosfera. Ma cosa possiamo fare nel concreto per dare il nostro contributo?

10 consigli contro gli sprechi alimentari

Per scongiurare il rischio di buttare il cibo nella spazzatura senza averlo consumato, meglio seguire questi semplici accorgimenti:

  1. Prima di fare la spesa, controlla nel frigo e nella dispensa quali alimenti hai già e quali ti mancano. Eviterai così di comprare doppioni.
  2. Pianifica i pasti che preparerai a casa durante la settimana in modo da comprare la giusta quantità di cibo.
  3. Prepara la lista della spesa da portare al supermercato e seguila.
  4. Al supermercato fai attenzione a non lasciarti attrarre dalle offerte, rischiano di farti comprare più cibo o porzioni eccessivamente grandi rispetto alle tue esigenze.
  5. A casa, conserva correttamente gli alimenti. Per mantenere quelli freschi il più a lungo possibile, imposta correttamente la temperatura del frigo (+4°C) e riponi gli alimenti nei giusti ripiani.
  6. Attenzione a non lasciar scadere gli alimenti. Nella dispensa e nel frigo, porta avanti gli alimenti più vecchi e sistema dietro quelli appena acquistati.
  7. Se hai comprato del cibo in eccesso, in molti casi lo puoi congelare. Non solo carne o pesce ma puoi congelare anche la verdura sia cruda che dopo averla cotta, e la frutta lavata e tagliata a pezzi. Una volta scongelata non avrà la consistenza ideale, ma potrai usarla per frullati, marmellate o da aggiungere allo yogurt.
  8. Ricorda che in molti casi gli alimenti avanzati possono essere congelati. Quando congeli, ricordati sempre di annotare sul sacchetto o sul contenitore il suo contenuto e il giorno.
  9. Contrariamente a quanto molti pensano, gli alimenti scongelati e poi cotti possono essere ricongelati.
  10. Fantasia è la parola chiave da usare in cucina in particolare per riutilizzare gli avanzi, ed evitare così che quell’eccedenza che abbiamo sulla nostra tavola si trasformi in spreco.

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Alimentazione sostenibile, il nostro impegno

Un quarto delle emissioni mondiali di gas serra deriva dalla produzione di cibo. Tutto ciò che mettiamo nel nostro piatto ogni giorno ha un effetto concreto sul pianeta: dalla gestione dei terreni alle pratiche agricole, dal trasporto all’imballaggio, passando dal nostro impegno per limitare gli sprechi al supermercato e a tavola. Non è solo l’inquinamento, quindi, a fare danni, ma anche le scelte sbagliate a tavola. Ma come rimediare?

La sostenibilità a tavola inizia dal carrello della spesa

Decidere di mangiare più sostenibile non significa solo ridurre l’acquisto di prodotti dal packaging ingombrante o comprare esclusivamente cibo prodotto in Italia. Il concetto di sostenibilità è molto più complesso e articolato. Oltre all'aspetto ambientale, c’è anche quello sociale ed economico, che passa dal riconoscimento del lavoro di agricoltori e allevatori, alle politiche di sostegno a livello europeo fino al benessere degli animali. Insomma, fare la spesa può trasformarsi in un momento critico e risultare faticoso. Ma basta ricordarsi di alcuni semplici concetti per assicurarci scelte sostenibili a tavola.

5 consigli per un'alimentazione sostenibile

  1. Riduci il consumo di carne e di prodotti lattiero-caseari. I cibi destinati al consumo casalingo hanno un maggiore “carbon footprint” (impronta di carbonio). Ci sono però enormi differenze nelle emissioni di gas serra prodotte per coltivare un ortaggio o per allevare un animale: la produzione di 1 kg di carne bovina emette 60 chilogrammi di gas serra, mentre per 1 Kg di piselli si emette 1 solo Kg di gas serra.  Questo vuol dire che per impattare meno sull’ambiente non dovremmo mangiare carne, o quanto meno, dovremmo diminuire in modo significativo il consumo di quella bovina. Allo stesso modo, anche i prodotti lattiero-caseari sarebbero da evitare. Secondo alcuni studi scientifici, sull’intera filiera alimentare, se produrre carne prodotta per il consumo domestico produce il 25% del quantitativo di C02, i derivati del latte destinati al consumo casalingo contribuiscono per il 20%. I fattori che influenzano queste enormi emissioni sono diversi, primo su tutti è quello bovino: questo animale non è ambientalmente efficiente come altri, consumando più mangime e acqua di altri per produrre sia latticini che carne. Anche il processo di trasformazione del latte in formaggio è molto impattante.

  2. Attenzione ai cibi che arrivano per via aerea. Il trasporto non è la causa principale delle emissioni, con un’eccezione: quello aereo. Per mangiare sostenibile vanno evitati cibi che arrivano nei nostri negozi in volo. In ltalia il trasporto di cibo per via aerea è piuttosto raro (di solito si tratta di frutta esotica). Le etichette inoltre non sempre ci aiutano a identificarlo. Sebbene il paese di origine spesso sia segnalato, non è detto che la modalità di trasporto sia esplicitata - a volte è segnalata come un vanto ma solo per indicarne la freschezza. Quindi se si compra meno carne per essere "green", ma poi si fa incetta di mango arrivato in volo dal Brasile o ananas dal Costa Rica non si sta facendo una spesa sostenibile.

  3. Non trascurare l'impatto delle confezioni. Se frutta e verdura conviene acquistarle al mercato di zona o in un supermercato (controllandone sempre l’origine), dobbiamo stare attenti anche all’imballo che si porta dietro. Le insalate in busta, frutta e verdura preconfezionata in vaschetta e quella di quarta gamma - ovvero già lavata tagliata e pronta all’uso - rappresentano unicamente un vantaggio pratico ma non sono il meglio per l'ambiente. Evitando di acquistare frutta e verdura in vaschetta si risparmiano circa 8 Kg di plastica all’anno, senza contare poi anche che la maggior parte delle verdure già imbustate durano meno di quelle fresche e non sono più sicure. Preferisci quindi frutta e verdura sfusa al posto di quella confezionata. Inoltre è importante scegliere prodotti alimentari senza il doppio imballaggio (o packaging secondario). Ad esempio, nel caso del riso o dei cereali per la colazione, se si acquisteranno prodotti con solo la confezione a contatto con l’alimento e senza il cartone si contribuirà indirettamente a dimezzare le emissioni.

  4. Ricorda che anche l'acqua ha il suo peso. Sapevi che dietro a ogni cibo esiste un consumo di acqua indispensabile per produrlo o coltivarlo? Questo consumo ha un impatto ambientale notevole, pur non essendo visibile agli occhi dei consumatori. Per mangiare sostenibile, dunque, è essenziale tenere conto anche di questo fattore. In generale ai prodotti animali serve molta più acqua che a quelli vegetali, ma non tutta la carne è uguale: dal punto di vista del consumo di acqua, la carne di pollo è da preferire a quella rossa (suini e bovini). Da cosa dipendono queste differenze? A incidere è l’acqua impiegata per la produzione del mangime. Basti pensare che un terzo dell’impronta idrica globale della produzione animale è legato proprio ai bovini, sia da carne sia da latte. Ancora una volta, dunque, se si sceglie di mettere a tavola meno carne di questo tipo, non si sbaglia. Al contrario frutta e verdura hanno bisogno di poca acqua (solo quella a guscio fa eccezione), mentre i prodotti trasformati hanno un “water print” più alto rispetto alla materia prima: il formaggio, per esempio, è meno "green" rispetto al latte

  5. Controlla la presenza dei marchi di sostenibilità ambientale. La confezione costituisce parte del prodotto finale e, in molti casi, ha una funzione attiva sulle caratteristiche finali dell’alimento al consumo. Tutti i materiali e imballaggi che possono venire a contatto con gli alimenti sono dotati del simbolo forchetta e coltello, mentre per quelli che contengono o sono già a contatto con l’alimento non hanno bisogno di essere dotati di questo simbolo. Sono diversi, invece, i marchi legati alla sostenibilità ambientale. Il simbolo costituito dalle tre frecce (ciclo di Mobius) attesta la riciclabilità dell’imballaggio o la presenza, indicata nella percentuale dentro al marchio, di materiali riciclati tra i suoi componenti. Il simbolo dell’uomo stilizzato che butta un foglio nel cestino ci indica di non disperdere l’imballaggio nell’ambiente, e ci invita a osservare le condizioni di smaltimento per garantirne il riciclo. C'è poi il simbolo circolare con doppia freccia (the green dot), che testimonia l’adesione del produttore ai sistemi ufficiali di raccolta e avvio al riciclo dell’imballaggio. Per evidenziare l’adesione alla raccolta differenziata possiamo trovare i loghi dei principali consorzi dei materiali: conai, comieco, CiAl (per gli imballi in alluminio), ma non è un’informazione obbligatoria. Per garantire la compostabilità del materiale troviamo loghi come Compostabile (CIC) compostable e ok compost. Per il legno e derivati il logo FSC e PEFC garantiscono che i materiali citati provengano da foreste gestite secondo standard ambientali, sociali ed economici.

Una spesa per il pianeta