Consigli

Problemi con la carta di pagamento? Tutti i consigli da seguire

Hai smarrito il pin della carta, hai effettuato un pagamento per errore o la tua carta è scaduta. E i pagamenti online sono davvero sicuri? Ecco il nostro vademecum per risolvere piccoli e grandi problemi.

08 giugno 2021
problemi con la carta di pagamento

Il mondo dei pagamenti è vario così come le tipologie di carte e la possibilità di effettuare le nostre spese anche via smartphone, usando i borsellini elettronici con le carte dematerializzate oppure le app per pagare.

Ma, aldilà del mezzo utilizzato, ci sono delle accortezze e dei consigli validi per tutti. Il vademecum di Altroconsumo ti aiuta a risolvere dubbi e problemi dei pagamenti. E per i consigli sull’uso delle carte è possibile approfondire qui.

Cosa fare se ho smarrito il PIN della carta?

Il pin è il codice numerico che permette di fare prelievi di contante con la carta presso gli sportelli automatici e di autenticare i pagamenti in negozio (per quelli contactless se superano i 25 euro). Il pin non viene spedito o consegnato insieme alla carta, viene spedito al domicilio del cliente separatamente dalla carta per questioni di sicurezza e non esiste alcuna possibilità di recuperarlo se lo si dimentica o viene perso. Come si fa allora? Se ne deve chiedere uno nuovo. Basta chiamare il Servizio clienti dell’emittente che spiegherà come fare. In alcuni casi si può fare tutto a distanza mentre in altri si dovrà andare in una filiale della banca emittente. E ci sono anche degli operatori online che permettono di generare il pin della carta direttamente da home banking.

Come consiglio generale, è bene non portare il pin con sé, nel portafogli, insieme alla carta, si tratta di un comportamento colposo che potrebbe impedirvi di ottenere il rimborso degli utilizzi fraudolenti della carta nella malaugurata ipotesi di un furto o una perdita.

Non sarà mai necessario digitare il pin su un pos quando utilizzate per pagare un borsellino elettronico o una app da smartphone perché in questi casi si autenticherà il pagamento con un’autenticazione biometrica, usando l’impronta dell’indice o l’identificazione facciale.

Come fare per annullare o stornare un pagamento o chiedere un rimborso

Può capitare che ci si accorga che è stato effettuato un pagamento con la propria carta per errore oppure per un importo superiore a quello che, in teoria, si sarebbe dovuto pagare, o, ancora che sia un doppio addebito o un pagamento che non abbiamo mai autorizzato. A questo punto si può chiedere all’emittente di fare uno storno dell’operazione addirittura prima che sia addebitata sull’estratto conto (questo nel caso di una carta di credito che non addebita subito i pagamenti). Come si fa? Comunicando con l’emittente, quindi con la banca o l’istituto di pagamento che ha emesso la carta. Ci sono due modi:

  • Via telefono, contattando il numero di assistenza messo a disposizione dall’emittente. Sul sito di ogni emittente, nella sezione Assistenza o Contatti, ci sono i numeri da chiamare. Verranno chieste le specifiche della carta e gli estremi del pagamento che si vuole bloccare o stornare. L’operatore vi comunicherà un numero di pratica che è utile memorizzare per eventuali verifiche o contestazioni.
  • Via email o web. Molti emittenti hanno anche un form online da compilare con tutte le informazioni sulla carta e sul pagamento da annullare.

Ci sono poi dei sistemi di alert delle banche e dei circuiti di pagamento che intervengono automaticamente in caso di operazioni a rischio. Ad esempio, se con la stessa carta si fanno due pagamenti dello stesso importo in un negozio, è assai probabile che il secondo non vada a buon fine.

In generale, il consiglio è quello di verificare periodicamente i movimenti della carta per accorgersi immediatamente di problemi o di operazioni di pagamento sbagliate o mai autorizzate. Può essere utile attivare i sistemi di sms alert che avvisano ogni qualvolta c’è un pagamento con la carta.

Da ricordare, inoltre, che un pagamento sbagliato può essere contestato, per esempio, anche dopo l’arrivo dell’estratto conto. Lo si può fare inviando un reclamo per iscritto all’Ufficio reclami dell’emittente che deve dare risposta entro 15 giorni lavorativi dal suo ricevimento. Se non arriva risposta o ne arriva una non soddisfacente si può fare ricorso all’Arbitro bancario e finanziario.

Cosa fare se la mia carta è scaduta

Ogni carta riporta una data di scadenza oltre la quale non può essere utilizzata. In pratica, non potrete fare prelievi di denaro e pagamenti, sia fisici che online, dopo la data di scadenza. E attenzione se avete delle domiciliazioni sulla carta perché le bollette non saranno pagate e c’è il rischio di dover pagare per il ritardo penali ed interessi di mora oltre al rischio del taglio della fornitura e a quello di essere segnalati come cattivi pagatori. La carta scaduta può essere tranquillamente distrutta.

I contratti delle carte di debito o di credito sono contratti a tempo indeterminato che quindi proseguono se il cliente non esercita il recesso. Quindi, se non l’avete revocata, la vostra carta in scadenza sarà sostituita automaticamente dalla banca che ve ne invierà una nuova a domicilio poco prima della scadenza della carta. In genere, la si deve attivare o dall’home banking oppure facendo un prelievo di contante ed usando il nuovo pin che pure sarà cambiato e spedito al domicilio separatamente dalla nuova carta.

La nuova tessera avrà nuovi numeri identificativi; dunque attenzione se sulla carta avete delle domiciliazioni di bollette o altri pagamenti periodici: occorre comunicare alle società di telefonia, di energia etc il nuovo numero identificativo della carta. Nel caso di una prepagata invece, normalmente, ad attivarsi per chiederne una nuova è il titolare.

Cosa fare per tutelare i pagamenti online

Le carte sono lo strumento preferito per pagare gli acquisti online. Ci sono delle cautele da seguire per evitare problemi. La prima è quella di capire se il sito dove stiamo acquistando è un sito di cui fidarsi prestando attenzione a una serie di cose:

  • Sul sito di e-commerce ci devono essere le caratteristiche del prodotto, il prezzo finale (con Iva), le spese di spedizione ed eventuali altri costi aggiuntivi
  • Deve essere indicata l'identità del venditore e i suoi recapiti (indirizzo, numero di telefono...), per poterlo contattare in caso di problemi.
  • Deve essere indicato il Servizio Clienti.
  • Bisogna controllare le modalità di pagamento e di consegna e verificare che il termine di consegna del prodotto non superi i 30 giorni.
  • Non può essere applicata nessuna commissione aggiuntiva per i pagamenti con carta, è un illecito.
  • Perché il pagamento sia fatto in modalità sicura, l'indirizzo del sito deve iniziare con “https” e deve esserci il logo del lucchetto.
  • Devono essere indicate le condizioni e la procedura per il diritto di recesso, che si può esercitare entro 14 giorni.
  • È importante che sia indicato se il prodotto in questione non può essere restituito (può succedere per esempio per software sigillati, beni su misura e personalizzati...).
  • Ci deve essere un avviso che ricorda la garanzia legale di due anni dalla consegna del prodotto per difetti di conformità.
  • Buoni indicatori di serietà sono la presenza di un servizio post-vendita di assistenza, la possibilità di estendere la durata della garanzia standard e l’indicazione delle possibilità di ricorrere a strumenti extragiudiziali (arbitrato, mediazione) per risolvere le liti.

Detto questo occorre anche verificare che strumenti di pagamento accetta il sito. Sono indicati in homepage. Quindi si potranno utilizzare per pagare carte o altri strumenti che appartengano a circuiti accettati dal venditore. Nel caso in cui vi accorgiate che ci sono dei problemi nel pagamento o che il bene non è consegnato si può bloccare il pagamento chiedendo lo storno all’emittente o protestando come indicato nel paragrafo come annullare un pagamento.

Dal 1 gennaio 2021 è obbligatoria la doppia autenticazione per i pagamenti online. Ciò significa che quando inserite il numero della vostra carta per pagare, oltre al codice CVC di verifica vi sarà chiesto anche di inserire un codice OTP, temporaneo e usa e getta, che sarà generato dall’home banking o app dell’emittente o vi sarà spedito via sms.  Potrebbe anche essere previsto al posto del codice OTP un messaggio autorizzativo sulla app della banca o dell’emittente che bisogna cliccare per poter procedere con il pagamento.

Cosa fare se mi chiedono una commissione aggiuntiva?

Dal 13 giugno 2014 una norma del Codice del Consumo (dlgs 206/2005) afferma esplicitamente che non si possono applicare commissioni aggiuntive al prezzo di un bene o servizio solo perché si paga con un determinato strumento (carta di credito, prepagata, conto Paypal, etc). Queste norme sono state confermate ed estese col recepimento della direttiva sui servizi di pagamento di seconda generazione PSD. Dunque, quando si paga in negozio oppure si acquista online o ancora si paga un artigiano che viene a casa per una riparazione attraverso carta sul pos a domicilio, non può essere chiesto un pagamento aggiuntivo. Questo divieto riguarda tutte le tipologie di attività (inclusi i liberi professionisti, i dentisti, gli studi medici, etc) e qualsiasi importo pagato anche i più piccoli.

Con l’arrivo del cashback, sono in tanti quelli che stanno riscontrando problemi a pagare nei bar e nelle edicole piccoli importi con le carte; in alcuni casi non sono accettati i pagamenti digitali, in altri si chiede di pagare una commissione aggiuntiva. Si tratta di un comportamento scorretto a cui da soli non ci si può opporre se non cambiando punto vendita ma che invece può essere risolto a livello di sistema. Per questo ti chiediamo di raccontarci questi problemi che veicoleremo poi ad Antitrust, compilando il form che trovi qui.