Criptovalute e fallimento FTX: cosa fare per salvare i propri risparmi
Il fallimento della piattaforma di scambi di criptovalute FTX sembra poter coinvolgere circa 100.000 risparmiatori solo in Italia. Stiamo valutando gli estremi per un’azione legale, ma, purtroppo, il caso FTX non è il primo e non sarà l’ultimo nel mondo delle criptovalute. Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia le operazioni sospette riconducibili a criptovalute sono state 5.000 solo quest’anno, quasi 9 volte quelle del 2019. Non è più accettabile: segnalaci il tuo caso.
- di
- Danilo Magno

FTX era una delle principali società al mondo per lo scambio di criptovalute. Da circa metà del 2022 la società, americana ma con sede alla Bahamas, aveva ottenuto l’autorizzazione a fare le proprie offerte commerciali anche in Europa (col nome di FTX Europe, nato dopo aver rilevato una società con sede a Cipro che aveva tale autorizzazione).
Negli scorsi giorni, FTX ha deciso di accedere al cosiddetto Chapter11: a livello giuridico non è proprio tecnicamente un fallimento, ma poco ci manca (è un po’ quello che in Italia si chiama concordato preventivo; in ogni caso una situazione molto grave). Sono state sospese tutte le attività sulla piattaforma: chi aveva un rapporto presso la società non può più accedervi e, quindi, non può rientrare in possesso delle proprie criptovalute o della propria liquidità.
Una truffa ai danni dei risparmiatori?
Dall’avvio delle indagini emerge il timore che la società abbia usato i fondi dei clienti per i propri interessi, in particolar modo, per ripianare le perdite del fondo speculativo d’investimento Alameda Research, che faceva capo agli stessi proprietari di FTX.
Si tratterebbe di una grave violazione del principio di segregazione delle attività dei clienti valido per tutte le società che offrono servizi finanziari: le risorse dei clienti non possono essere usate per risanare i problemi della società che offre quei servizi finanziari.
Il curatore del Chapter11 di FTX ha dichiarato di non aver mai visto una situazione finanziaria societaria così disastrata. E se lo dice una persona che ha anche curato il caso Enron, uno dei più clamorosi fallimenti e scandali della storia industriale americana, ci si può renderti conto della gravità della situazione, caratterizzata, sempre secondo il curatore, dal mancato funzionamento di sistemi di controllo e dalla totale assenza di informazione finanziarie credibili.
L’ex amministratore delegato (è il capitano di un’azienda) di FTX è stato arrestato con otto capi d’accusa, tra cui bancarotta, frode e riciclaggio di denaro. Anche l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari americana (la SEC) lo incriminerà con l’accusa di aver orchestrato per anni uno schema per truffare gli investitori in FTX.
Cosa può fare chi aveva investito in FTX
Per i clienti della controllata europea di FTX (FTX Europe) ci sarebbe, sulla carta, la possibilità di ottenere un rimborso da parte del fondo di garanzia cipriota – fino a un massimo di 20.000 euro di controvalore degli investimenti che si aveva nella piattaforma. Stiamo, però, parlando di una possibilità al momento meramente teorica perché a livello internazionale le criptovalute non hanno ancora un chiaro inquadramento a livello giuridico (solo a livello italiano la nuova legge di bilancio in approvazione le inquadra alla stregua di altri investimenti finanziari e non alla stregua di altre valute, ma è solo un primo passo). Quindi, non è detto che il fondo cipriota possa garantire anche gli investimenti in criptovalute fatti tramite FTX Europe. Al momento è una strada che resta sospesa.
Se, invece, avevi investito con FTX prima ancora che la società ottenesse la licenza europea (quindi con altre società del gruppo al di fuori dell’Europa; lo scopri attraverso la lettura dei contratti che dovresti aver firmato in formato digitale) non hai nemmeno la prospettiva di questo fondo di garanzia.
Resta comunque il fatto che, da quanto sta emergendo in queste prime fasi processuali, la mala gestio di FTX sembra poter avere i connotati di una condotta internazionale finalizzata alla frode, il che potrebbe avere delle conseguenze penali molto rilevati. Per questa ragione stiamo studiando con i nostri avvocati se esistono gli estremi per un’azione legale a tutela dei risparmiatori coinvolti nel crack. Se sei stato coinvolto in questo caso, ti chiediamo di aiutarci nella valutazione di questa azione compilando il form che trovi qui sotto.
Criptovalute e fallimento FTX: raccontaci la tua esperienza
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I casi sono tanti: diamo voce a tutti
Purtroppo, gli effetti del crack di FTX si sono già riflessi su altre società del mondo delle criptovalute. Il caso più clamoroso è quello di BlockFi, piattaforma che oltre allo scambio di criptovalute consentiva anche l’ottenimento di piccoli interessi sul deposito di criptovalute. Il gruppo era talmente esposto (crediti) a FTX che ha dovuto accedere come FTX al Chapter11: anche la sua attività, al momento, risulta sospesa.
SALT Lending (prestiti garantiti da criptovalute), invece, è ancora operativa, ma proprio per l’esposizione a FTX ha deciso di sospendere (si spera temporaneamente) non solo i nuovi depositi, ma anche i prelievi di fondi da parte dei già clienti della piattaforma.
Sono solo gli ultimi casi clamorosi di un anno nero per gli investimenti in criptovalute. In agosto, per esempio, c’è stato quello di Holdnaut, piattaforma di servizi finanziari per le criptovalute con sede a Singapore, che ha sospeso le attività per i clienti e su cui ora le autorità del Paese hanno aperto un’indagine per truffa, mentre in luglio c’era stato il caso di Vauld, società sempre di Singapore che ha sospeso la possibilità di prelievi dei capitali da parte dei clienti nel tentativo di risanare una situazione finanziaria delicata.
Per restare in Italia, sempre in estate ha fatto scalpore il caso di New Financial Technology (NFT), società italiana (ma con sede a Londra) che prometteva rendimenti elevatissimi grazie agli investimenti in criptovalute e che poi da un giorno all’altro ha chiuso i battenti. Nonostante le promesse ai malcapitati investitori, di rimborsi, al momento, non vi è traccia.
Vogliamo che non solo le voci di chi è stato coinvolto nel crack di FTX siano ascoltate. Proprio per questo segnaliamo che la Procura di Pordenone ha aperto un procedimento penale nei confronti di New Financial Technology (NFT) contestando il reato di truffa aggravata e l'esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria. Anche in questo caso stiamo valutando con i nostri avvocati se aderire, anche per nostro conto, tramite atto di querela presso la Procura della Repubblica. Se purtroppo sei incappato nel caso NFT o in altre truffe legate al mondo delle criptovalute, magari perché allettato da ritorni strabilianti che poi non si sono mai realizzati, ti invitiamo a compilare il form per raccontarci la tua esperienza.
Come cercare di scampare ad altri casi simili
Anche se fortunatamente non sei incappato in casi di truffe o fallimenti legati al momento delle criptovalute è bene che tu abbia presente alcune regole d’oro per cercare di difenderti al meglio.
- Le criptovalute sono strumenti rischiosi, che non sono adatti agli investitori prudenti e che, in generale, non consigliamo.
- Se hai già investito in criptovalute e temi la chiusura della piattaforma su cui hai le tue criptovalute, puoi pensare di trasferire le tue criptovalute su “wallet” (borsellini” esterni alla piattaforma di scambio. Ce ne sono di digitali, ma puoi valutare la strada di un wallet fisico, offline: sono come delle chiavette per i dati del computer, su cui, però, potrai caricare i codici delle tue criptovalute – pensalo un po’ come a un backup dei dati del computer. Sono chiavette che puoi custodire a casa tua, ma, ovviamente devi fare attenzione a smarrimento o furto. Inoltre, devi aver presente che la chiavetta fisica, comunque, non ti protegge da eventuali perdite di natura finanziaria legate al calo del valore della criptovaluta che hai acquistato.
- Se proprio vuoi investire in criptovalute cerca, innanzitutto, di non concentrare tutti i tuoi investimenti su una singola criptovaluta, ma di diversificare su diverse criptovalute. Soprattutto, fallo con strumenti finanziari (si chiamano ETN) quotati sui mercati europei. Questo non ti mette al sicuro di fronte alla possibilità di perdere in tutto o in parte i tuoi soldi per il calo di valore di quelle criptovalute, ma ti permette di investire in un contesto regolamentato, con maggiori certezze giuridiche e meno problemi fiscali.