Arriva gratis la VPN di Google per gli utenti Google One. Cos'è, come si attiva e a cosa serve
Chi ha sottoscritto (o decide di sottoscrivere) anche solo la versione Basic (da 2 euro al mese) del servizio di archiviazione cloud a pagamento Google One, potrà attivare gratuitamente anche la VPN di Google. Ma che cos'è una VPN? A cosa serve? Perché può essere utile attivarla sul proprio smartphone? E come si usa una volta attivata? Ecco quello che c'è da sapere.
- contributo tecnico di
- Marco Sabbadini

Google ha deciso di integrare la sua VPN all’interno dei servizi a pagamento Google One. Cosa significa questo? Per chi non lo sapesse Google One è il servizio di archiviazione a pagamento nel cloud (in rete) proposto da Google in tagli da 100 GB, 200 GB oppure 2 TB.
Quando si apre un account Google gratuito, infatti, oltre all'accesso ai vari servizi (da Gmail a Maps a YouTube) si hanno anche a disposizione ben 15 GB di spazio libero sul cloud di Google per archiviare le proprie foto, i video, i documenti, le email... attraverso servizi come Google Drive, Google Foto o la stessa Gmail.
Chi necessita più spazio per archiviare i propri file rispetto ai 15 GB gratuiti, può sottoscrivere un abbonamento mensile per aumentare appunto fino a 2 TB lo spazio di archiviazione: si va da 1,99 euro al mese per 100 GB (Basic), 2,99 euro al mese per 200 GB (Standard) fino a 9,99 euro al mese per 2TB (Premium).
Google, una VPN a 2 euro al mese
Tornando all'annuncio di Google, la notizia è che il colosso di Mountain View ha deciso di fornire gratuitamente la sua VPN (in 22 Paesi tra cui c’è anche l’Italia) a tutti gli iscritti a Google One, compresi quelli che hanno il piano Basic da 1,99 euro al mese.
La VPN di Google è disponibile su dispositivi Android, iOS, Windows e Mac e può proteggere fino a 5 persone se si è disposti a condividere con loro il proprio piano Google One. Va da sé che il dispositivo su cui una VPN è certamente più utile è lo smartphone: in questo caso l'attivazione e la disattivazione della VPN di Google si può gestire direttamente dall'app Google One ma, una volta attivata la prima volta, è anche possibile anche inserirla direttamente nel menu delle notifiche e nelle impostazioni rapide.
A cosa serve la VPN di Google
Ma a che cosa serve avere una VPN attiva sul proprio cellulare? Al pari delle altre VPN, quella di Google permette di cifrare i dati scambiati e mascherare il proprio indirizzo IP, in modo da non essere rintracciabili. In soldoni, quindi, una VPN (Virtual Private Network, ovvero Rete Privata Virtuale) è un software che impedisce il tracciamento delle attività online e che cripta dati trasmessi. Si stratta quindi di strumenti che fungono da (parziale) scudo verso chiunque voglia monitorare le nostre attività in rete, solitamente a scopi pubblicitari, ma anche per sorveglianza, furto di dati e phishing.
Come funziona una VPN
Ogni dispositivo connesso alla rete scambia costantemente dati, non solo quelli richiesti dall’utente (un file, un contenuto di una mail o una pagina internet), ma anche molti altri dati che servono ad agevolare queste operazioni o, più semplicemente, a fare in modo che arrivino al destinatario corretto: tutti questi dati possono essere monitorati dal nostro Internet service provider e da eventuali terze parti in grado di intercettarci durante la navigazione. Il primo benefico della VPN è nel rendere questi dati incomprensibili a chiunque se non al destinatario finale (cioè l’utente) utilizzando degli algoritmi di cifratura.
Il secondo beneficio di una VPN è la possibilità di oscurare l’origine dei nostri dati e, quindi, la nostra posizione. il punto di origine visibile della nostra connessione non sarà più dettato dal nostro punto di accesso fisico, ma uno dei server impiegati dalla società che fornisce la VPN che stiamo utilizzando. Alcuni servizi di VPN offrono anche la possibilità di “barare” sulla propria posizione geografica, fornendo una posizione fasulla liberamente impostabile dall’utente in modo da poter figurare ovunque nel mondo.
Perché usare una VPN
Grazie alle reti private virtuali, quindi, si può nascondere ogni attività online. Ma perché farlo? Proteggere la privacy, oltre a essere un diritto, può avere parecchi vantaggi concreti. Ad esempio, si può impedire la cosiddetta “discriminazione dei prezzi”, quella pratica per cui vediamo prezzi diversi, (ad esempio di un biglietto aereo), a seconda di quale sia il nostro presunto potere d’acquisto, desunto principalmente (ma non solo) sulla base della nostra posizione, oppure dalle ricerche su diverse destinazioni fatte in passato.
Un’altra ragione pratica è quella di poter accedere anche a siti bloccati: usare i social network anche all’interno di una rete aziendale che li blocca, connettersi a piattaforme o siti non disponibili in Italia, oppure accedere a specifiche piattaforme di streaming anche se ci si trova in Paesi in cui non sono disponibili. Infine, una VPN garantisce un margine di sicurezza maggiore quando ci si collega da una rete wifi pubblica (es. quella di un Hotel).
L’utilizzo delle VPN per aggirare blocchi o restrizioni per aree geografiche ha reso le VPN molto popolari anche al di fuori della solita cerchia di esperti; tuttavia alcuni gestori di servizi si sono fatti furbi... e tendono a bloccare l’accesso ai propri servizi se sospettano che la connessione arrivi tramite una VPN.
Come si usa una VPN?
Prima di tutto, dipende da quale sistema operativo si utilizza, su quale dispositivo la si sta installando e a quale servizio VPN ci si è rivolti. In linea di massima, i passi da compiere sono sempre gli stessi: dopo essersi iscritti al servizio, si deve scaricare un software (su PC) o una App (su mobile). Terminato questo processo, basta aprire il programma e inserire le nostre credenziali ed, eventualmente attivare manualmente, cliccando su un’icona, il servizio VPN. Nel caso di Google, come abbiamo visto, viene tutto gestito dall'app Google One.
Alcuni browser, come Firefox e Chrome, permettono di scaricare delle estensioni che aggiungono le funzionalità VPN senza dover ricorrere ad un software esterno; il rovescio della medaglia è che la VPN sarà attiva sono all’interno del browser esterno e ne saranno escluse tutti gli scambi di dati che avvengono al di fuori di esso. Il browser Opera è uno dei pochi che integra un servizio VPN senza dover scaricare un’estensione.
Il browser Brave, dal canto suo, invece offre la possibilità di usare il browser in modalità anonima usando la tecnologia di TOR, basata sul cosiddetto “onion routing”; un sistema per rendere irrintracciabile l’utente e incapsulare i dati in strati successivi di cifratura (da qui l’analogia con la cipolla). Un approccio ancora più sofisticato, solitamente usato da chi ha un buon motivo per non farsi rintracciare (sia nel bene sia nel male).
VPN: gratis o a pagamento?
Ovviamente non c'è solo Google a offrire un servizio VPN; ce ne sono tanti infatti sia a pagamento, sia gratuiti. I primi (come appunto Google) offrono un servizio dietro un pagamento di un canone (mensile, annuale) e offrono tutte le tipiche possibilità offerte da un VPN: cifratura aggiuntiva dei dati, possibilità di oscurare la propria zona geografica (o impostarne un’altra di comodo), metodi per scoraggiare la tracciatura degli utenti. I secondi a volte sono delle versioni “di prova” delle prime, e sono limitate o nel traffico mensile, oppure nel tempo o, ancora, nella velocità di connessione.
In ogni caso, è bene ricordare che le VPN non sono una panacea contro tutti i problemi di sicurezza informatici. I cosiddetti “cavalli di Troia” (file all’apparenza innocua ma che nascondono malware) oppure le truffe informatiche tramite phishing (finte mail da conoscenti o da aziende) restano il metodo preferito e più efficace per ingannare gli ignari utenti e contro le quali le VPN sono totalmente inutili.