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Cos'è il triclosan, dove si trova e quali sono i rischi per la salute

Il triclosan è un ingrediente molto utilizzato in passato nei prodotti per la cura personale, come dentifrici, saponi e deodoranti, ma non tutti conoscono i suoi effetti e i rischi che può determinare. La sua sicurezza e il suo impatto sull'ambiente e sulla salute umana sono stati oggetto di dibattito negli ultimi anni. Facciamo chiarezza per capire meglio.

Con il contributo esperto di:
21 ottobre 2024
Triclosan nel sapone per le mani

Il triclosan è un composto chimico con proprietà antibatteriche e antimicrobiche ammesso in alcuni prodotti di uso quotidiano, come dentifrici, saponi, detergenti e cosmetici. Il suo scopo è quello di ridurre la proliferazione di batteri e altri microrganismi, tuttavia negli ultimi anni, l'uso del triclosan è stato oggetto di dibattito, poiché diversi studi hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla sua sicurezza per la salute umana e per l'ambiente.

Infatti, il triclosan può accumularsi negli ecosistemi acquatici e contribuire allo sviluppo di batteri più resistenti. Inoltre, alcune ricerche hanno suggerito possibili effetti negativi sull'equilibrio ormonale degli esseri umani. Vediamo dove si trova e quali rischi può comportare un utilizzo massiccio del triclosan.

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Che cos'è il triclosan

Il triclosan è un antimicrobico, utilizzato da oltre 40 anni come disinfettante, antisettico, conservante in diversi prodotti, tra cui cosmetici (dentifrici, saponi, deodoranti, collutori, etc), materiali plastici, giocattoli, come riporta la commissione Europea nella scheda dedicata a questa sostanza . È molto efficace, già a basse concentrazioni è batteriostatico, cioè blocca la riproduzione dei batteri perché inibisce la sintesi degli acidi grassi, ad alte è un battericida cioè li uccide. Negli ultimi anni l’utilizzo del triclosan è diminuito perché in discussione sia dal punto di vista della sicurezza che dell’impatto ambientale ed è sempre meno diffuso nei cosmetici.

Sebbene la sua applicazione medica possa essere utile, il suo valore aggiunto nei cosmetici e detersivi è discutibile, non è necessario disinfettare ogni cosa, ad esempio, nei prodotti per il lavaggio delle mani e nei detersivi i batteri possono essere rimossi efficacemente con una normale igiene, senza disinfettanti come il triclosan. Conosci la differenza tra igienizzare e disinfettare?

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Il triclosan è vietato?

L’utilizzo del triclosan non è vietato in Italia, è ammesso dalla normativa europea come conservante in alcuni prodotti cosmetici, con un limite di concentrazione massima (0,3%); ma esistono anche altre sostanze autorizzate allo stesso scopo da usare in alternativa, il suo utilizzo non è necessario.

Dal 2016 è vietato negli USA  in cosmetici e prodotti per il lavaggio antisettici perché sono insufficienti le prove che dimostrino la sicurezza per l'uso quotidiano a lungo termine e che riduca la diffusione di malattie e infezioni; è ammesso in dentifrici e collutori perché utile per l’igiene della bocca, comunque anche in questo caso non è necessario.

Il rischio del triclosan, come di altri antibatterici e antimicrobici, è un uso massiccio ed ingiustificato, che espone le persone a molteplici fonti con effetto cumulativo e sinergico ed inoltre si accumula nell’ambiente perché scarsamente biodegradabile.

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Il triclosan è pericoloso?

Il triclosan è un battericida potente, ma desta preoccupazioni perché l’uso costante e prolungato può contribuire all’insorgere di allergie e potrebbe favorire lo sviluppo di antibiotico-resistenza e, secondo la classificazione dell’agenzia europea per le sostanze chimiche ECHA, provoca grave irritazione agli occhi e alla pelle.

È una sostanza stabile, si può accumulare nell'organismo e considerando l’esposizione prolungata negli anni e da molteplici fonti, gli studi epidemiologici americani che hanno portato al bando nel 2016, hanno trovato livelli significativi di triclosan nei fluidi corporei in tutte le fasce d'età, mentre uno studio svedese ne ha trovato tracce nel sangue nel latte materno.

Il triclosan è cancerogeno?

Il triclosan è in fase di valutazione da parte dell’agenzia chimica europea (ECHA)  come interferente endocrino, cioè in grado di alterare l’equilibrio ormonale, soprattutto di bambini e donne in gravidanza; ma non è classificato come cancerogeno.

Il comitato scientifico europeo per la sicurezza nel 2020  ha espresso preoccupazioni sul triclosan, in particolare per l'uso continuato e i rischi legati all'esposizione aggregata e nel 2022 , dopo un’attenta revisione, ha ritenuto non sicuro l’uso nelle creme corpo per adulti e bambini, nei dentifrici per i bambini con meno di 3 anni in combinazione con altri prodotti e nei collutori per adulti in combinazione con altri prodotti. Per gli altri prodotti rimane confermato il limite di sicurezza alla concentrazione 0,3%, tranne per i collutori che scende a 0,2%.

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Il triclosan è inquinante?

Secondo la classificazione dell’agenzia europea per le sostanze chimiche ECHA , è una sostanza molto tossica per la vita acquatica, anche con effetti di lunga durata e il suo utilizzo è vietato nella formulazione dei cosmetici certificati Ecolabel a basso impatto ambientale.

Nell’ambiente arriva attraverso le reti fognarie e i sistemi di scarico, resiste alla degradazione e si accumula , è persistente e interferisce con l’attività dei batteri presenti normalmente in natura , uccidendo anche quelli “buoni” e contribuendo alle mutazioni e alla resistenza di quelli “cattivi”.

Si stima  che l’aggiunta di 0,1% di triclosan alla formulazione di un sapone ne peggiori l’impatto ambientale di quasi 200 volte, passando da un prodotto ecologico ad uno fortemente inquinante.

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Triclosan nei cosmetici: come evitarlo

Il nostro consiglio è quello di limitare l’esposizione a questa sostanza, ma non bisogna allarmarsi: nella maggior parte dei casi, i produttori non lo utilizzano più. E per i pochi prodotti che lo contengono, è possibile trovare facilmente alternative.

Fai attenzione ai cosmetici, come deodorante o sapone, con claim antibatterico: in generale non c’è nessuna necessità che un prodotto per la detergenza contenga sostanze antibatteriche, né per la cura della persona né per la pulizia della casa.

Quindi verifica, prima di acquistare, che nell’elenco ingredienti (INCI) presente per legge in etichetta, non sia presente il nome “triclosan”; lo trovi, se presente, verso la fine dell’elenco perché gli ingredienti sono riportati in ordine decrescente di concentrazione e i conservanti sono presenti in basse percentuali, in particolare quelle come il triclosan che hanno un limite di legge.

Se ti accorgi di avere in casa dei prodotti che lo contengono, non ti allarmare: puoi continuare ad utilizzarli (se non sono ancora scaduti) perché, come per la maggior parte delle sostanze critiche, non è un singolo prodotto a rappresentare il problema, ma l’esposizione continuata ed estesa attraverso più fonti. Evita poi di ricomprare lo stesso prodotto, anche se probabilmente la formulazione sarà cambiata e il triclosan non sarà più presente, come nella maggior parte dei prodotti in commercio. Se invece non ti senti di utilizzare un cosmetico perché hai riscontrato la presenza del triclosan tra gli ingredienti o perché non ricordi se sia scaduto, buttalo nell’indifferenziata.

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Dentifrici e collutori che contengono triclosan

Per quanto riguarda i dentifrici e collutori, la comunità scientifica ritiene che i benefici del triclosan nel combattere i batteri responsabili di gengiviti siano superiori a quelli negativi per la salute e l’ambiente, per cui è ritenuto accettabile, tant’è che rimane l’unico utilizzo ammesso negli USA per il triclosan, anche se il comitato europeo per la sicurezza dei prodotti ha espresso alcune preoccupazioni nei dentifrici per i bambini con meno di 3 anni in combinazione con altri prodotti e nei collutori per adulti in combinazione con altri prodotti.

Anche in questi casi, però, non è necessario ed è sempre meno diffuso: nessuno dei prodotti del nostro ultimo test sui dentifrici lo conteneva e anche per i collutori è possibile optare per alternative efficaci, ad esempio la clorexidina, da utilizzare solo quando serve su indicazione del dentista.

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