Elezioni, le nostre proposte su consumi e ambiente
Bollette, benzina, inflazione, ma anche telemedicina, digitalizzazione e lotta agli sprechi. Queste le priorità che Altroconsumo aveva già mandato ai partiti politici prima delle elezioni, raccolte in sette proposte su altrettanti aspetti fondamentali per i consumatori. È opportuno che anche per il Governo che verrà queste tematiche siano prioritarie, e vigileremo affinché entrino a far parte dell'agenda del prossimo esecutivo.

Gli italiani si sono espressi alle urne. Le nostre priorità sono quelle che avevamo presentato già ai partiti politici prima delle elezioni, e che ora ci aspettiamo che vengano prese in considerazione con massima priorità dal Governo che verrà. Vigileremo perché vengano adottate per tutti i consumatori soluzioni concrete per uscire dal guado dell'inflazione e del carovita, ma anche per pensare a un Paese più digitale e sostenibile.
Le nostre priorità
Sono sette i punti, da noi individuati, che interessano da vicino i cittadini consumatori. Dall'energia ai trasporti, dalla benzina alla digitalizzazione, dalla lotta agli sprechi a una sanità più vicina alle persone, senza dimenticare il tema dell'irrefrenabile aumento dei prezzi di beni e servizi che tutti stanno vivendo sulla propria pelle ormai da mesi.
1) Energia: ridurre le bollette e vigilare
Con la crisi energetica in corso i consumatori si trovano ad affrontare prezzi di luce e gas insostenibili che senza interventi concreti potrebbero lievitare ancora.
Chiediamo di:
- mantenere tutti gli strumenti che riducono gli importi delle bollette attualmente previsti: azzeramento degli oneri di sistema della bolletta elettrica, Iva al 5% nella bolletta del gas;
- confermare la possibilità di rateizzazione delle bollette;
- ridurre ulteriormente la tassazione se, come purtroppo è probabile, la situazione dei prezzi dovesse peggiorare: in particolare accise e addizionali regionali fino ad ora non coinvolte nei provvedimenti di riduzione;
- adeguare agli aumenti i bonus sociali previsti per le famiglie che ne hanno più bisogno;
- vigilare sulle compagnie energetiche, in particolare sul versamento delle imposte sugli extraprofitti; sui call center ingannevoli che tentano di far sottoscrivere contratti non richiesti e sull'applicazione della norma che blocca gli aumenti tariffari da parte del proprio fornitore. Proponiamo anche di estendere la validità di questa norma contenuta nel decreto Aiuti bis fino a settembre 2023.
- semplificare il mercato dell'energia; le pratiche commerciali scorrette sono possibili perché il mercato è ancora troppo complesso per i cittadini. Al di là dell’emergenza serve un cambiamento strutturale: vanno eliminate definitivamente tutte le voci che non hanno a che fare con la fornitura, come gli oneri di sistema, vanno equiparate le aliquote dell’Iva, che a regime sono molto più alte nella fornitura gas (22%) rispetto all’elettrico (10%). Vanno eliminati gli scaglioni, per fare in modo che i prezzi applicati siano facilmente comprensibili da tutti.
2) Benzina: Iva azzerata per prezzi più bassi
Il taglio di 0,25 euro delle accise prorogato dal Governo fino al 5 ottobre è un taglio importante ma resta una misura insufficiente se non si trasforma in un intervento duraturo che vada ad agire direttamente sull'Iva.
Chiediamo:
- azzeramento dell’Iva sui carburanti per assorbire le continue variazioni al rialzo del loro costo industriale.
3) Trasporti: più sostenibilità con locale e elettrico
Nel settore dei trasporti serve lavorare per rendere il sistema più efficiente e sostenibile.
Chiediamo:
- sostegno al trasporto pubblico locale: il bonus trasporti va rinnovato per il biennio 2023-25 estenendo la sua corresponsione a un’Isee massimo di 40.000 euro; allo stesso modo, l’importo riconosciuto deve esser parametrato al costo medio del trasporto pubblico locale che varia notevolmente nelle diverse zone d’Italia. Occorre un intervento sulle infrastrutture e sul parco mezzi, eliminando i veicoli più obsoleti, che consumano di più e inquinano di più; necessario, inoltre, un miglioramento dell’interoperabilità tra mezzi di spostamento;
- aiuti per l’acquisto di auto elettriche almeno fino al 2025 e più strutture di ricarica efficienti;
- per coprire gli indennizzi dovuti a ritardi e cancellazioni nel trasporto aereo va creato un fondo europeo con i contributi di tutte le compagnie aeree; inoltre è necessario creare un sistema di risoluzione extragiudiziale delle controversie come chiesto da Antitrust.
4) Prezzi alimentari e casa: più sostegno dallo Stato
I prezzi dei prodotti alimentari continuano ad aumentare in maniera preoccupante trainati anche dai costi delle materie prime e dai costi energetici della produzione.
Chiediamo:
- interventi mirati, inclusi buoni spesa per i redditi medio-bassi;
- erogazione dei buoni pasto in busta paga mantenendo le agevolazioni fiscali oggi previste per aziende e dipendenti; per i consumatori che ricevono i buoni pasto dal proprio datore di lavoro, infatti, sta diventando sempre più difficile spenderli in quanto spesso non vengono più accettati a causa delle alte commissioni di incasso che devono pagare gli esercenti. Questo limita ancora di più l’utilizzo di una fonte economica importante per i dipendenti italiani, visto che possono essere usati per pagare la ristorazione ma anche la spesa alimentare. Versare i buoni pasto direttamente in busta paga garantirebbe una entrata effettiva ai dipendenti in un momento di grave crisi economica del Paese.
- credito e aiuti dello Stato ai giovani per l’acquisto o l’affitto della casa: il 2022 si è aperto con delle misure di sostegno per i giovani under 36 che avrebbero dovuto avere accesso a una garanzia estesa del Fondo statale Consap per ottenere con facilità mutui al 100% a tassi calmierati. Come dimostrano le nostre inchieste, da marzo purtroppo le banche non offrono più mutui a tasso fisso e tassi variabili con difficoltà. Questo perché i mutui garantiti hanno anche dei tassi calmierati che secondo le banche sarebbero antieconomici. Noi riteniamo invece che sia giusto prevedere delle rate sostenibili per i giovani e che quindi le rate debbano essere “controllate” dallo Stato. Per il 2022 sono stati stanziati 490 milioni di euro che rischiano di non essere usati. Chiediamo che questi stanziamenti rimpinguati con altri che potrebbero essere veicolati dal Pnrr siano usati per fare credito ai giovani per l’acquisto o per coprire i costi dell’affitto dell’abitazione principale. Occorre che lo Stato ripaghi una percentuale delle rate dei mutui garantiti o una percentuale degli affitti in un momento storico così particolare in cui la casa potrebbe diventare ancora di più una chimera per i giovani a causa dell’inflazione e dei tassi di interesse in crescita.
5) Ambiente: lotta agli sprechi
Tra le priorità su cui è necessario intervenire ci sono acqua, rifiuti ed energia.
Chiediamo:
- interventi per ridurre gli sprechi idrici; l'Italia è tra i paesi che più usano acqua di falda per agricoltura. Servono investimenti nell’efficientamento della rete per ridurre le perdite idriche, ma anche incentivi al riuso delle acque per scopi irrigui. Ciò che coltiviamo, inoltre, viene usato per la stragrande maggioranza per l’alimentazione animale (allevamenti di suini, ovini, bovini), e non per quella umana. È evidente, perciò, il ruolo della dieta sull’utilizzo della risorsa idrica e che interventi governativi volti a favorire un’alimentazione principalmente vegetale rappresentano una scelta sostenibile per i consumatori e per le risorse del pianeta.
- sensibilizzazione dei cittadini al consumo potabile dell’acqua di acquedotto; le acque destinate al consumo umano sono ottime in gran parte delle regioni italiane: è necessario avvicinare i cittadini al consumo potabile dell’acqua del rubinetto o di quella affinata localmente in “case dell’acqua”, per ridurre l’impatto ambientale dovuto al consumo di acqua minerale imbottigliata (lo chiede esplicitamente anche la nuova direttiva sulle acque potabili, recentemente varata dall’Ue);
- investimenti sulla gestione dei rifiuti, che deve puntare in primo luogo al recupero di materia (riciclo) ma anche al recupero energetico e alla produzione di biometano dai residui organici, in modo che gli sforzi dei cittadini nelle raccolte differenziate si traducano in un vantaggio economico per il territorio;
- norme coerenti, con incentivi fiscali stabili per la riqualificazione energetica degli edifici. Dei 37 milioni di immobili privati presenti in Italia, 3 su 4 hanno più di 30 anni e prestazioni energetiche molto limitate. La riqualificazione energetica di un edificio costa molto e sebbene vi siano a disposizione degli incentivi fiscali per farlo, da ultimo il Superbonus al 110%, la loro eccessiva frammentarietà e complessità, unita alla precarietà temporale della loro durata, rende estremamente difficile pianificare e realizzare tali interventi. Per tradurre in realtà la transizione verso un sistema energetico a predominanza di energie rinnovabili, occorre semplificare e consolidare la struttura degli incentivi fiscali per gli interventi necessari, mantenendo la cessione del credito d’imposta a più livelli; in questo modo si può permettere a operatori di tutte le dimensioni di competere equamente, ampliando l’offerta a beneficio dei consumatori.
6) Digitalizzazione: più investimenti ed equità
Sempre più consumatori scelgono beni e servizi online ma il rapido cambiamento non è sempre facile per tutti. Auspichiamo perciò una transizione digitale che sia inclusiva per tutti i cittadini, con attenzione verso lo sviluppo di competenze digitali e possibilità di assistenza (per esempio per i servizi digitali della Pa). Allo stesso tempo, è importante garantire la cybersicurezza e che le regole della concorrenza siano rispettate nel mercato digitale da tutte le aziende e realtà che operano online.
Chiediamo di:
- superare il digital divide investendo su rete e formazione, in modo da eliminare le differenze tra cittadini sia a livello territoriale sia a livello economico;
- estendere a tutte le Pa l’anagrafe digitale e la possibilità di delega all’uso di Spid per familiari e persone di fiducia;
- commissioni ridotte o nulle per chi paga con pagoPA; è ingiusto che questa importante tappa della digitalizzazione del Paese abbia colpito i cittadini che devono pagare molto più che in passato in termini di commissioni bancarie per pagare i loro rapporti con la Pubblica Amministrazione. Abbiamo moltissime segnalazioni in tal senso. Chiediamo contributi statali che permettano a Ministeri, Regioni, Amministrazioni pubbliche di sostenere almeno in parte le commissioni bancarie applicate ora di default ai cittadini;
- controlli sui pagamenti con Pos ma anche deduzioni per le imprese più piccole per coprirne i costi. La digitalizzazione del Paese passa per forza dai pagamenti. Vogliamo che siano mantenute le sanzioni ora presenti per tutti gli esercizi commerciali e i professionisti che non accettano i pagamenti digitali; ma è necessaria anche una massiccia verifica di quello che accade nei negozi da parte delle Autorità. Inoltre, sarebbe necessario creare un sistema unico per le segnalazioni. A questo occorre però abbinare un sistema di incentivazione per i piccoli esercizi attraverso la deducibilità al 100% delle spese sostenute nel corso dei prossimi tre anni per Pos e commissioni di incasso.
7) Salute: meno attese, più digitale
Tutelare la salute è prioritario, ne abbiamo compreso l’importanza. Le lunghe liste d’attesa del nostro Servizio sanitario nazionale sono un problema annoso, che con il Covid si è ulteriormente aggravato. Si stima che solo tra il 2019 e il 2020 siano state circa 30 milioni le prestazioni, tra visite ed esami, rinviate a causa della pandemia. Recuperare le prestazioni sanitarie rimaste in sospeso (con particolare attenzione a quelle legate agli screening) deve essere una delle priorità nella riorganizzazione del Servizio sanitario post-pandemia.
Chiediamo di:
- incrementare le risorse per l’abbattimento delle liste d’attesa e all’aumento dell’offerta di prestazioni sul territorio;
- riformare l’assistenza territoriale intervenendo sulla carenza dei medici di famiglia; il periodo della pandemia ha evidenziato l’urgenza della revisione della medicina territoriale che va implementata, modernizzata e meglio integrata con l’intera rete dell’assistenza sanitaria (ambulatori, ospedali) al fine di soddisfare con efficienza ed efficacia le necessità di salute sempre più crescenti.In questi anni inoltre molti medici e pediatri sono andati in pensione (e lo faranno nei prossimi anni) e non sempre sono stati sostituiti, generando così importanti disagi per le famiglie.
- accelerare il passo per una telemedicina equa e omogenea su tutto il territorio a tutela dei pazienti più fragili, come ad esempio i cronici. Il periodo della pandemia ha evidenziato l’importanza dell’innovazione digitale come strumento essenziale per offrire un’adeguata assistenza sanitaria. Alcuni passi sono stati già fatti come la dematerializzazione della ricetta elettronica. Molti cittadini hanno iniziato a utilizzare il fascicolo sanitario elettronico per scaricare le certificazioni dei vaccini o gli esiti dei tamponi, progressi importanti ma ancora non sufficienti. Per quanto concerne la telemedicina (ovvero la possibilità di effettuare visite, controlli, sedute di riabilitazione a distanza), al momento attuale c’è un’offerta a macchia di leopardo concentrata solo in alcune regioni, quando invece dovrebbe essere uno strumento a beneficio di tutti.