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Come investire in azioni e obbligazioni. La guida per i principianti

Dall'apertura del conto titoli a dove comprare i fondi, da cosa fare in caso di azioni Etf a come comportarsi con le obbligazioni, fino ai passi da fare per la vendita dei titoli. Ecco una piccola guida per tutti quelli che vogliono avvicinarsi al mondo degli investimenti, evitando di farsi tentare da chi, su internet, promette guadagni mirabolanti.

  • di
  • Pietro Cazzaniga
15 luglio 2023
  • di
  • Pietro Cazzaniga

Uno dei più grandi problemi per chi si avvicina per la prima volta al mondo degli investimenti è che tutto pare sempre troppo complesso. Le righe che seguono sono proprio per sfatare questo mito: salvo rare eccezioni la maggior parte delle soluzioni di investimento che possono interessare un piccolo risparmiatore o, come si diceva un tempo, il buon padre di famiglia, è adatta a chiunque abbia un conto in banca, ossia la quasi totalità della popolazione italiana. Ricordiamo, fin da ora, a chiunque fosse interessato al mondo degli investimenti, che Altroconsumo pubblica un settimanale completamente dedicato al mondo degli investimenti, si chiama Investi,

Primo passo: il conto titoli

Per investire in strumenti finanziari (clicca qui per sapere cosa sono esattamente le azioni, le obbligazioni e gli Etf occorre, innanzitutto, che chiediate alla vostra banca di aprire, accanto al vostro conto corrente anche un conto titoli (o deposito titoli). Si tratta del luogo (immateriale) in cui verranno depositati tutti i titoli che comprerete.

Attenti: i conti titoli comportano spesso, anche se non necessariamente, un canone annuo. Verificate sempre i costi prima di aprirlo, sia per quanto riguarda questo canone annuo, sia per i quanto richiesto per ogni singola compravendita. Sono scritti tutti quanti nel foglio informativo che potete chiedere alla banca (o scaricare dal suo sito). Non è detto che la vostra banca vi offra la soluzione più conveniente sul mercato: prendetevi sempre la briga di confrontare la sua proposta con le alternative che trovate col nostro calcolatore che vi dice qual è la banca più conveniente. Ricordate che in genere i costi di compravendita sono più bassi online (siamo anche sotto lo 0,19% del controvalore che investite) rispetto allo sportello (si va anche dallo 0,5% in su).

Dove comprare i fondi

I fondi comuni possono essere comprati solo da chi è autorizzato a venderli. La vostra banca potrebbe esserlo, oppure non esserlo. Occorre verificare ogni volta. Per questo abbiamo fatto accordi con ben tre venditori online di fondi con un portafoglio di prodotti molto ampio nel loro carniere per farvi avere condizioni di favore (in genere risparmiate sul bollo). Per l’acquisto di fondi, diversamente che per l’acquisto di azioni, bond o Etf non dovete indicare il numero di quote del fondo che volete acquistare, ma basta indicare l’importo complessivo che intendete investire. Nel caso dei fondi, infatti, è possibile acquistare frazioni di quote. Per esempio, se un fondo costa 102,53 euro a quota e voi ci investite 1.000 euro, potrete portarvi a casa 9,7532 quote del fondo senza doverle arrotondare.

Come iniziare a investire

Una volta che avete aperto il conto titoli siete pronti per compravendere azioni, obbligazioni ed Etf. In tutti e tre i casi l’elemento principe che vi serve per fare la vostra operazione è il codice Isin, quel codice alfanumerico che pubblichiamo sia sulla rivista sia sul sito accanto a ogni investimento che vi proponiamo. Il motivo è semplice: è un codice univoco che vale solo per quel titolo. I nomi dei prodotti spesso sono abbreviati, in alcuni altri casi sono così simili tra loro da essere difficili da distinguere. Comprare un titolo al posto di un altro è un rischio sempre dietro l’angolo, ma se usate l’Isin no (a meno che non sbagliate a trascriverlo, ma è un’altra storia).

L’Isin va inserito nell’apposita finestrella di ricerca per gli ordini online, oppure va indicato all’addetto allo sportello della banca se usate ancora la via tradizionale con frasi tipo “Voglio comprare il titolo Ovs, codice Isin IT0005043507…”.

Cosa fare con le azioni Etf

Nel caso delle azioni (ma anche per gli Etf è quasi la stessa cosa) dovrete indicare anche il numero di titoli che volete comprare. Per esempio se volete investire 3.000 euro in azioni Ovs la prima cosa da fare è procurarvi il prezzo (per esempio 2,42 euro) e dividere 3.000 euro per il prezzo (in questo caso otteniamo 1.239,669 azioni).

Nel caso in cui il risultato non sia esatto dovete arrotondarlo. Quindi 1.239,669 diventano 1240 azioni da acquistare per una somma pari a 3.000,8 euro. A questo punto avete quasi tutto ciò che vi serve… Quasi, diciamo, perché vi servono pure altre informazioni. Una è se ponete un limite di prezzo (es. 2,42 euro), oppure se fate l’operazione “al meglio” (cioè pagare il prezzo che capita). Nel primo caso fissate un limite massimo di spesa, ma vi portate a casa il rischio che l’ordine non venga eseguito perché nessuno dei venditori presenti quella giornata sul mercato è disposto a scendere sotto i 2,43 euro. Nel secondo caso vi prendete il rischio che l’esborso possa essere superiore a quanto avevate inizialmente pensato (nel nostro esempio 3.000,8 euro), ma a meno che quel giorno non sia del tutto illiquido (cioè sono completamente assenti i venditori) siete certi di portarvi a casa le vostre azioni Ovs. Attenzione, però, che anche se fissate il limite di prezzo, in ogni caso quanto pagate sarà superiore alla semplice moltiplicazione del numero delle azioni per il prezzo prefissato (nel nostro esempio 3.000,8 euro) perché vanno aggiunte le spese. Nell’ipotesi di uno 0,19% col nostro esempio sono altri 5,7 euro. Attenzione, però, che i costi di compravendita possono avere anche dei minimi e dei massimi. Es. 0,19%, minimo 5 euro, massimo 20 euro. Questo fa la differenza quando investite piccoli importi (5 euro su 1.000 sono lo 0,5% non lo 0,19%) o grossi importi (20 euro su 25.000 euro sono lo 0,08% non lo 0,19%).

Un’altra cosa che dovete indicare è se volete che il vostro ordine sia portato avanti in un solo colpo (tutto o niente) o se può essere spezzettato in più tranche. Nel primo caso anche senza limite di prezzo potrebbe non venire eseguito (per esempio se comprate più azioni di quanti quel giorno ne vende un unico venditore in un solo ordine), nel secondo caso l’ordine potrà essere eseguito anche a prezzi differenti e a più riprese, oppure potrà essere eseguito solo in parte (sempre nell’ipotesi che non basti quanto offerto dai venditori). Perché abbiamo detto che per gli Etf è “quasi” la stessa cosa? Perché a differenza che per le azioni gli Etf non sono mai illiquidi: c’è sempre chi è obbligato a farvi da venditore. Certo ciò non significa che lo debba fare a qualunque prezzo: i prezzi devono essere vicini ai valori del mercato di cui quell’Etf è una foto.

Infine un’accortezza: alcune azioni sono quotate contemporaneamente su più di un mercato. Pertanto quando comprate azioni dovete anche comprarle sul mercato giusto: per noi è sempre quello del Paese d’origine di quotazione, anche se non dovesse essere quello con le commissioni più basse per la vostra banca. Il motivo è che su altri mercati possono esserci “delisting” (cioè il titolo esce dal listino e vi complica la vita) o difficoltà a partecipare a talune operazioni.

Per approfondire, potete consultare il nostro dossiere sui rischi legati agli investimenti online.

Cosa fare con le obbligazioni

Per le obbligazioni le cose cambiano un poco rispetto a quanto visto fin qui. In primo luogo hanno un importo minimo acquistabile. Per i titoli di Stato italiani e per la maggior parte dei bond che consigliamo il minimo è 1.000 euro (o di dollari, o altra valuta) di valore nominale, ma sul mercato si possono trovare importi minimi superiori e nei casi estremi si può arrivare anche ai 100.000 euro.

Per questo l’ordine va calcolato in base ai multipli di 1.000 euro di valore nominale. Quindi potete comprare 5.000 euro di valore nominale, ma non 4.500. Attenzione, poi, il valore nominale non indica i soldi che andate a impegnare, ma il numero di “pezzi” che comprate. I soldi investiti sono dati dal valore nominale, moltiplicato per il prezzo (che è una percentuale) più il rateo di cedola, cioè il pezzo di cedola già maturato, ma non ancora staccato, dal bond il giorno dell’acquisto. A questo va aggiunto anche l’aspetto fiscale, ma in questa seda preferiamo rimandare chi è interessato ad approfondire al sito di Investi.

Torniamo al rateo di cedola: sembra complicato, ma con un esempio diviene tutto più semplice. Poniamo che volete comprare 5.000 euro di nominale del titolo Repubblica francese 6% 25/10/2025 (Isin FR0000571150) e che il suo prezzo sia di 106. Andate a pagare 5.000x106%=5.300 euro più il rateo di cedola. Poniamo che l’acquisto sia avvenuto il 25 giugno, cioè 8 mesi dopo lo stacco dell’ultima cedola avvenuto il 25 ottobre 2022. Il rateo è pari al valore della cedola 6% moltiplicato per 8 mesi e diviso per i 12 mesi dell’anno. Quindi i 2/3 del 6% ossia il 4%. Se moltiplichiamo 4% per 5.000 sono 200 euro che si aggiungono ai 5.300 che abbiamo visto prima. Morale: per comprare 5.000 euro di questo bond ne dovrete sborsare 5.500 più, ovviamente, le spese.

La vendita è lo stesso, ma al contrario

Quanto vi abbiamo detto qui sopra per l’acquisto dei titoli vale anche (mutatis mutandis) per la loro vendita. In questo caso il codice Isin è certamente meno necessario, perché partirete direttamente dai titoli presenti sul vostro conto e non vi sarà, dunque, facile confondervi. Un’altra particolarità è che, in questo caso, le spese anziché aggiunte al totale (che pagate) vanno tolte dal totale (che incassate).