Bonus mamme lavoratrici 2025 in arrivo entro febbraio, domande entro il 9 dicembre
Con una circolare l'Inps finalmente indica modalità e tempistiche per richiedere il bonus mamme lavoratrici 2025: arriverà in un'unica soluzione entro febbraio 2026 ma dovrà essere richiesto dalle mamme che hanno i requisiti entro il 9 dicembre. Intanto la Finanziaria in discussione proroga anche per il 2026 il contributo una tantum, aumentandolo a 60 euro mensili. Ecco chi può fare domanda e come si fa.
Arriverà entro febbraio 2026 in un'unica soluzione e le madri, in possesso dei requisiti per ottenerlo, dovranno fare richiesta entro il 9 dicembre attraverso il sito Inps, i numeri dedicati o i patronati. La circolare dell'Inps numero 139 del 28/10/2025 ha fatto finalmente chiarezza su come e quando presentare la domanda per il bonus mamme 2025, a un anno esatto dalla sua introduzione. Il Governo, non riuscendo ad emanare il decreto attuativo della misura varata un anno fa, ha preferito staccare un assegno unico a dicembre di 480 euro complessivi, pari a 40 euro al mese. Intanto la novità dalla legge di bilancio in discussione è che lo stesso assegno arriverà anche a dicembre 2026 ma sarà più alto, ovvero di 720 euro annui (60 euro al mese invece di 40).
La decontribuzione slitta al 2027
Il bonus mamme che verrà erogato a dicembre è però solo un ripiego rispetto a quello inizialmente previsto. La modalità di erogazione originaria prevede la decontribuzione, cioè l’esenzione dal pagamento da parte della lavoratrice dei contributi pensionistici; si tratterebbe quindi di un'agevolazione che, nella maggior parte dei casi, comporterebbe un incremento della busta paga di gran lunga superiore ai 40 euro che verranno erogati a dicembre. Tuttavia, l'entrata in vigore di questo tipo di agevolazione, slitterà di un altro anno, visto che la manovra di bilancio attualmente in discussione lo posticipa al 2027: nel 2026, infatti, è prevista una forma di erogazione analoga a quella del 2025 (anche se leggermente più alta).
Torna all'inizioCos'è il bonus mamme lavoratrici 2025
Il nuovo bonus mamme lavoratrici prevede per il 2025 un contributo di 40 euro esente da tasse e contributi, quindi netto per le lavoratrici che abbiano un reddito da lavoro annuo lordo fino a 40 mila euro. Questo è quanto stabilito dal decreto che doveva essere convertito in legge entro febbraio, ma così non è stato quindi il contributo arriverà interamente a dicembre e sarà riconosciuto per i mesi del 2025 per i quali la lavoratrice ne ha diritto.
Con il bonus mamma lavoratrice, viene destinata una somma una tantum pari al massimo a 480 euro annui, che, in caso di lavoro a tempo determinato spettano anche a chi ha più di due figli e il più piccolo abbia meno di 18 anni.
In pratica, il bonus viene riconosciuto su base mensile dall’Inps fino al mese in cui i figli minori raggiungono il limite di età previsto dalla normativa, non esistono infatti, limiti di età per i figli più grandi o differenze per figli in affido o adottati. Inoltre, non rileva se il figlio non convive con la madre o sia stato affidato esclusivamente al padre.
Torna all'inizioLa decontribuzione per le dipendenti con 3 figli
Come abbiamo visto il bonus mamme non spetta a chi ha tre figli e un lavoro a tempo indeterminato. Questo perché se una donna ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e almeno tre figli, ricade nella decontribuzione totale dello stipendio.
In pratica si perde il diritto a ricevere i 40 euro al mese, ma si ottiene l’eliminazione dei contributi Inps dalla RAL. Questo comporta un aumento notevolmente maggiore dello stipendio, perché elimina la trattenuta del 9,19% (9,49% nelle aziende che possono usufruire della Cassa integrazione) dalla retribuzione. A partire dal 2027 questa decontribuzione dovrebbe esser allargata a tutte le madri lavoratrici con almeno 2 figli.
Ecco come cambiano le buste paga grazie al taglio del cuneo fiscale dal 2025.
Torna all'inizioCome si richiede il bonus 2025
È bene ricordare che per ottenere il bonus mamme 2025 occorre che le mamme che hanno i requisiti presentino domanda all'Inps entro il 9 dicembre. In particolare, le madri che maturano i requisiti tra il 9 dicembre e il 31 dicembre 2025 possono presentare la domanda entro il 31 gennaio 2026 e ottenere il contributo entro febbraio 2026.
La presentazione delle domande si deve far riferimento alla pagina dedicata al bonus mamme sul sito istituzionale di Inps, da questa pagina si deve cliccare su "utilizza il servizio" in corrispondenza del nuovo bonus mamme. A questo punto bisogna loggarsi utilizzando la propria identità digitale (SPID di almeno livello 2, CIE 3.0, CNS o eIDAS) per procedere con la domanda.
In alternativa al canale online, l'Inps ha messo a disposizione dei cittadini il Contact Center Multicanale, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori). Inoltre è possibile rivolgersi agli Istituti di patronato.
Il pagamento entro febbraio 2026
Poiché le domande possono esser presentate entro il 9 dicembre e Inps presume che le richieste siano tante e possano arrivare anche a ridosso della scadenza ha comunicato il seguente calendario.
| Maturazione requisiti | Presentazione della domanda | Erogazione del bonus |
|---|---|---|
|
Tra il 1° gennaio e il 9 dicembre |
Tra il 29 ottobre e il 9 dicembre |
Dicembre 2026 con possibilità di arrivare a febbraio 2026 |
|
Tra il 10 dicembre e il 31 dicembre |
Tra il 10 dicembre e il 31 gennaio 2026 |
Febbraio 2026 |
A chi spetta il bonus mamme
Per ottenere il bonus mamma bisogna essere lavoratrici dipendenti pubbliche o private o lavoratrici autonome (sia iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie che alle casse di previdenza professionale). Il bonus spetta in modo differente a seconda che ci siano 2 o più figli e che il reddito da lavoro sia a tempo indeterminato o determinato; vediamo i dettagli dei requisiti nella tabella seguente:
| Lavoratrici con due figl | Lavoratrici con più di due figli | |
|---|---|---|
| Fino a che età del figlio minore si ottiene? | Fino al compimento del 10° anno del secondo figlio. | Fino al compimento del 18° anno del figlio più piccolo. |
|
Quale reddito occorre avere? |
Non superiore a 40.000 euro all'anno. | |
| Limiti dovuti al tipo di rapporto di lavoro | Nessun limite | Se dipendente a tempo indeterminato scatta la decontribuzione al posto del bonus. |
È bene ricordare che i contratti di apprendistato vengono equiparati ai contratti a tempo indeterminato, quindi le donne che sono assunte con questo contratto rientrano esclusivamente nella casistica delle madri con 2 figli.
Facciamo alcuni esempi
- Se la lavoratrice dipendente ha tre o più figli (di cui il più piccolo ha meno di 18 anni) e possiede un contratto a tempo indeterminato, non ha diritto al bonus mamme. In questo caso, accede invece all'esonero totale dei contributi IVS che era stato previsto dalla legge di bilancio del 2024 e che rimane in vigore fino a fine 2026. Se invece lavora a tempo determinato (o è autonoma), con tre o più figli, ha diritto a 40 euro al mese fino a quando il figlio più piccolo compie 18 anni
- Se la lavoratrice ha un solo figlio a gennaio 2025 e ne partorisce un secondo a settembre 2025, avrà diritto al bonus solo per i mesi da settembre a dicembre 2025 se la sua RAL è inferiore a 40 mila euro.
- Se una lavoratrice ha due figli e il secondo compie 10 anni a maggio, ha diritto a bonus da gennaio a maggio, se è autonoma o a tempo determinato e partorisce il terzo figlio a luglio avrà diritto ad ottenere ancora il bonus per i mesi da luglio a dicembre. Quindi questa lavoratrice ottiene il bonus per un totale di 11 mesi.
- Se una lavoratrice ha un contratto a tempo indeterminato ed è già madre di due figli all'inizio del 2025 ha diritto al bonus mamme lavoratrici, Tuttavia, se a settembre 2025 nasce il terzo figlio, perde il diritto al bonus per i mesi successivi perché con tre figli entra nella categoria delle lavoratrici che hanno diritto alla decontribuzione totale dello stipendio.
- Se una lavoratrice è madre di tre figli (il più piccolo ha cinque anni) e da gennaio è titolare di un contratto a tempo determinato ha diritto a ricevere i 40 euro mensili da gennaio. Tuttavia, se nel mese di luglio 2025, il suo contratto viene trasformato a tempo indeterminato perde il diritto al bonus e ottiene la decontribuzione cenario:.
- Se una lavoratrice madre ha tre figli (il più piccolo ha meno di 18 anni) ed è titolare di un contratto di apprendistato per tutto il 2025
Le mamme escluse dal bonus
Purtroppo, non tutte le donne lavoratrici hanno accesso a questa importante misura, infatti, l’elenco delle escluse è lungo e lascia qualche perplessità. Non percepiscono il bonus mamma:
- le madri di un solo figlio, anche se disabile;
- le lavoratici domestiche;
- le pensionate;
- le libere professioniste che hanno aderito al regime forfettario;
- le disoccupate;
- titolari di cariche sociali;
- imprenditrici non iscritte alla previdenza obbligatoria.
A quanto ammonta il benefit
Il bonus 2025 è pari a 40 euro mensili netti riconosciuti per ognuno dei mesi in cui ricorrono le condizioni previste dalla norma. Per questo motivo al massimo una lavoratrice può ottenere 480 euro annui, che verranno erogati a dicembre in un’unica soluzione, sulla base della situazione che si è verificata per ognuno dei mesi del 2025. In ogni caso quanto percepito come bonus non viene considerato ai fini dell’Isee.
Con la manovra finanziaria attualmente in discussione, il Governo Meloni ha deciso di riconoscere anche per il 2026 il contributo netto che arriverà a dicembre 2025, aumentandolo di 20 euro al mese per un totale di 720 euro annui. Anche per il 2026 il bonus mamme arriva a dicembre in un’unica soluzione. Il bonus mamme 2026 avrà le stesse caratteristiche e limiti previsti per quello 2025 e sarà anche questo a richiesta, con domanda da presentare all’Inps.
Torna all'inizioIl Bonus mamme lavoratrici nel 2027
Come abbiamo detto, la manovra di bilancio in discussione fa slittare il bonus mamme lavoratrici, così come era stato concepito, al 2027, quando:
- spetterà come parziale esonero contributivo alle dipendenti con due figli, dove il più grande abbia meno di 10 anni, che percepiscono un reddito imponibile previdenziale (per le dipendenti è la RAL) fino a 40.000 euro;
- sarà riconosciuto, come esonero contributivo parziale alle lavoratrici autonome che non hanno optato per il regime forfettario, con un livello minimo di reddito fino a 40.000 euro e che abbiano almeno due figli, dove il più piccolo ha meno di 10 anni;
- prevederà l’esonero contributivo totale per la madre lavoratrice dipendente con almeno 3 figli, dove il più piccolo ha meno di 18 anni
A partire dall'anno successivo, l’esonero contributivo parziale per redditi fino a 40 mila euro spetta per entrambe le categorie che siano madri di almeno 3 figli dove il più piccolo abbia meno di 18 anni.
Il bonus non sarà di importo fisso e verrà riconosciuto dal datore di lavoro, infatti varia in base al reddito della lavoratrice, che in ogni caso non deve superare i 40 mila euro. Infatti, le lavoratrici cui spetta il bonus, vedono in busta paga una trattenuta inferiore dei contributi previdenziali, che normalmente ammonta al 9,19% della RAL, cioè l’imponibile previdenziale. Per le aziende che possono beneficiare della Cassa Integrazione Straordinaria perché hanno più di 15 dipendenti la contribuzione a carico del lavoratore è del 9,49%. La norma prevede che la riduzione dei contributi sia parziale, ma al momento ancora non si sa di quanto vengano ridotti.
Per le mamme dipendenti con almeno 3 figli invece, la decontribuzione è totale.
Ricordiamo che i contributi previdenziali vengono trattenuti dallo stipendio lordo e sulla parte restante si calcolano le imposte. Per fare un esempio: se una lavoratrice cui si applicano i contributi del 9,49% ha una RAL di 30 mila euro paga le imposte su 27.153 euro (30.000 – 2.847), mentre percependo il bonus mamma pagherà le imposte su 30.000 meno la quota ridotta di contributi fissata dal Governo. La conseguenza è che la quota delle imposte sarà un po’ più alta ma lo stipendio netto sarà più alto.
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