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Bonus mamme lavoratrici 2025: arrivano 40 euro al mese a chi ha almeno 2 figli

Con il decreto economia il Governo pone fine al caos creato con la manovra di bilancio che ha modificato il vecchio bonus mamme lavoratrici dello scorso anno senza però attuarlo. A dicembre arriva in un’unica soluzione il bonus mamme lavoratrici pari a 40 euro al mese per ogni mese lavorato nel 2025 in caso di rispetto di tutti i requisiti. Ecco come devono fare domanda le mamme con un reddito personale massimo di 40 mila euro annui e almeno due figli.


Con il contributo esperto di:
articolo di:
02 luglio 2025
Mamma con due figli al lavoro

Con un ritardo di sei mesi il Governo getta la spugna e cancella quanto aveva previsto con la manovra di bilancio per il 2025 per le mamme lavoratrici. Infatti, non riuscendo ad emanare il decreto attuativo della misura varata a dicembre 2024 ha preferito staccare un assegno post datato per dicembre pari a 480 euro complessivi. Infatti, per il 2025 il bonus mamme lavoratrici prevede un contributo di 40 euro al mese che va richiesto. Slitta al 2026 la decontribuzione, cioè l’esenzione dal pagamento da parte della lavoratrice dei contributi pensionistici, agevolazione che nella maggior parte dei casi comporta un incremento della busta paga di gran lunga superiore a 40 euro.

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Cos'è il bonus mamme lavoratrici 2025

Il nuovo bonus mamme lavoratrici prevede per il 2025 un contributo di 40 euro esente da tasse e contributi, quindi netto per le lavoratrici che abbiano un reddito da lavoro annuo lordo fino a 40 mila euro. Questo è quanto stabilito dal decreto che andrà discusso in Parlamento per esser convertito in legge nei prossimi 60 giorni.

Con il bonus mamma lavoratrice, viene destinata una somma una tantum pari al massimo a 480 euro annui, che, in caso di lavoro a tempo determinato spettano anche a chi ha più di due figli e il più piccolo abbia meno di 18 anni.

In pratica, il bonus viene riconosciuto su base mensile dall’Inps fino al mese in cui i figli minori raggiungono il limite di età previsto dalla normativa, non esistono infatti, limiti di età per i figli più grandi o differenze per figli in affido o adottati. Inoltre, non rileva se il figlio non convive con la madre o sia stato affidato esclusivamente al padre.

Ecco come cambiano le buste paga grazie al taglio del cuneo fiscale dal 2025.

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A chi spetta il bonus mamme

Per ottenere il bonus mamma bisogna essere lavoratrici dipendenti pubbliche o private o lavoratrici autonome (sia iscritte alle gestioni previdenziali obbligatorie che alle casse di previdenza professionale)Il bonus spetta in modo differente a seconda che ci siano 2 o più figli e che il reddito la lavoro sia a tempo indeterminato o determinato, vediamo i dettagli nella tabella seguente:


Lavoratrici con due figli

Lavoratrici con più di due figli
   
Beneficiarie   

Lavoratrici madri dipendenti (esclusi i rapporti di lavoro domestico) e autonome iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie autonome (incluse casse di previdenza professionali e gestione separata).
   
Età del figlio minore   

Fino al mese del compimento del decimo anno da parte del secondo figlio.

Fino al mese di compimento del diciottesimo anno del figlio più piccolo.
   
Reddito da lavoro   

Titolare di reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro su base annua.
   
Tipo di rapporto di lavoro   

Nessun limite

A condizione che il reddito da lavoro non derivi da attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Facciamo alcuni esempi

Se la lavoratrice dipendente a tempo indeterminato ha 3 figli ha diritto al bonus solo fino a quando il secondo compie 10 anni. Se invece lavora a tempo determinato, con tre figli ha diritto a 40 euro al mese fino a quando il minore compie 18 anni.

Se la lavoratrice ha un solo figlio a gennaio 2025 e ne partorisce un secondo a settembre 2025, avrà diritto al bonus solo per i mesi da settembre a dicembre 2025 se la sua RAL è inferiore a 40 mila euro.

Se una lavoratrice ha due figli e il secondo compie 10 anni a maggio, ha diritto a bonus da gennaio a maggio, se è autonoma o a tempo determinato e partorisce il terzo figlio a luglio avrà diritto ad ottenere ancora il bonus per i mesi da luglio a dicembre. Quindi questa lavoratrice ottiene il bonus per un totale di 11 mesi.

Le mamme escluse dal bonus

Purtroppo, non tutte le donne lavoratrici hanno accesso a questa importante misura, infatti, l’elenco delle escluse è lungo e lascia qualche perplessità. Non percepiscono il bonus mamma:

  • le madri di un solo figlio, anche se disabile;
  • le lavoratici domestiche;
  • le pensionate;
  • le libere professioniste che hanno aderito al regime forfettario;
  • le disoccupate.
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A quanto ammonta il benefit

Il bonus è pari a 40 euro mensili netti riconosciuti per ognuno dei mesi in cui ricorrono le condizioni previste dalla norma.

Per questo motivo al massimo una lavoratrice può ottenere 480 euro annui, che verranno erogati a dicembre in un’unica soluzione, sulla base della situazione che si è verificata per ognuno dei mesi del 2025.

In ogni caso quanto percepito come bonus non viene considerato ai fini dell’Isee.

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Come si richiede il bonus

Il bonus mamma va richiesto, ma al momento il decreto deve esser ancora discusso e diverse cose potrebbero venir modificate, quindi ancora non si sa come. Sicuramente si dovrà far richiesta all’Inps visto che è questo ente che deve provvedere ad erogare il bonus mamme lavoratrici.

Poiché si tratta di dover presentare una domanda c’è sempre il rischio che si arrivi al click day, soprattutto se Inps deve riconoscere un quantum in base alla situazione di ogni singolo mese del 2025, è quanto mai probabile che si tenda a far domanda certificando la propria situazione a ridosso della fine dell’anno.

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Il Bonus mamme lavoratrici nel 2026

Il decreto attualmente in discussione fa slittare il bonus mamme lavoratrici, così come era stato concepito al 2026, quando:

  • spetterà come parziale esonero contributivo alle dipendenti con due figli, dove il più grande abbia meno di 10 anni, che percepiscono un reddito imponibile previdenziale (per le dipendenti è la RAL) fino a 40.000 euro;
  • sarà riconosciuto, come esonero contributivo parziale alle lavoratrici autonome che non hanno optato per il regime forfettario, con un livello minimo di reddito fino a 40.000 euro e che abbiano almeno due figli, dove il più piccolo ha meno di 10 anni;
  • prevederà l’esonero contributivo totale per la madre lavoratrice dipendente con almeno 3 figli, dove il più piccolo ha meno di 18 anni

A partire dal 2027, l’esonero contributivo parziale per redditi fino a 40 mila euro spetta per entrambe le categorie che siano madri di almeno 3 figli dove il più piccolo abbia meno di 18 anni.

Il bonus non sarà di importo fisso e verrà riconosciuto dal datore di lavoro, infatti varia in base al reddito della lavoratrice, che in ogni caso non deve superare i 40 mila euro. Infatti, le lavoratrici cui spetta il bonus, vedono in busta paga una trattenuta inferiore dei contributi previdenziali, che normalmente ammonta al 9,19% della RALcioè l’imponibile previdenziale. Per le aziende che possono beneficiare della Cassa Integrazione Straordinaria perché hanno più di 15 dipendenti la contribuzione a carico del lavoratore è del 9,49%. La norma prevede che la riduzione dei contributi sia parziale, ma al momento ancora non si sa di quanto vengano ridotti.

Per le mamme dipendenti con almeno 3 figli invece, la decontribuzione è totale.

Ricordiamo che i contributi previdenziali vengono trattenuti dallo stipendio lordo e sulla parte restante si calcolano le imposte. Per fare un esempio: se una lavoratrice cui si applicano i contributi del 9,49% ha una RAL di 30 mila euro paga le imposte su 27.153 euro (30.000 – 2.847), mentre percependo il bonus mamma pagherà le imposte su 30.000 meno la quota ridotta di contributi fissata dal Governo. La conseguenza è che la quota delle imposte sarà un po’ più alta ma lo stipendio netto sarà più alto.

Leggi anche la nostra inchiesta sugli asili nido in 8 città.

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