Integratori per le difese immunitarie: funzionano davvero?
Gli integratori per rafforzare il sistema immunitario sono molto pubblicizzati. Per capire se questi prodotti siano davvero efficaci nel prevenire o limitare i sintomi di influenze e raffreddori, abbiamo passato in rassegna gli studi scientifici. Pochi i casi in cui c’è un effetto. E quando c’è, si rivela scarso.

In questo articolo
Gli integratori per il sistema immunitario sono ampiamente promossi. Echinacea, lattoferrina, papaya, sambuco, vitamina D e zinco sono solo alcune delle sostanze che vengono consigliate come potenti alleate nella lotta contro le infezioni respiratorie, come raffreddore e influenza. Ma cosa ci indicano realmente i dati disponibili? In questo articolo, abbiamo analizzato gli studi esistenti per valutare se questi integratori siano in grado di mantenere le loro promesse o se, invece, i loro benefici siano sovrastimati rispetto alle prove a supporto. I risultati non sono affatto entusiasmanti.
Torna all'inizioPerché tutti vogliono rafforzare il sistema immunitario?
Il desiderio di rinforzare il sistema immunitario, che rappresenta la nostra barriera invisibile contro virus, batteri e altri agenti che causano malattie, nasce dal timore di ammalarsi e quindi dal bisogno di sentirsi protetti. Ma perché questo desiderio è così diffuso? Sono le incessanti campagne pubblicitarie delle aziende che ci hanno convinto dell’importanza di potenziare le nostre difese naturali.
Ma c’è anche altro: si tratta di un sistema complesso che gli scienziati di tutto il mondo studiano con grande attenzione, ma in realtà molte sue dinamiche restano ancora poco chiare. Ed è anche questa incertezza che spinge molte persone a volerlo “rafforzare”, per sentirsi più al sicuro e più in controllo della propria salute. Non è un caso che le pubblicità degli integratori proposti per questo scopo spesso utilizzino parole come “rinforzo”, “difesa ”, “scudo”: l’obiettivo è fare leva proprio sul desiderio di sicurezza e controllo. Dato che aumentare le difese è un obiettivo comune a molti, una domanda ricorrente è: come rafforzare il sistema immunitario?
Torna all'inizioIntegratori per il sistema immunitario
Non è raro imbattersi in messaggi pubblicitari che promuovono integratori dai nomi che richiamano il termine “immuno”, suggerendo presunti effetti sul sistema immunitario e presentandoli come soluzioni essenziali per affrontare ogni stagione. Di integratori in commercio che si propongono di rinforzare le nostre difese c’è l’imbarazzo della scelta: li troviamo in bustine, compresse, capsule, spray, contenenti vitamine, minerali, estratti vegetali, proteine, da soli o in combinazione tra loro.
I prodotti più pubblicizzati
In concreto, a che tipo di prodotti ci riferiamo quando parliamo di integratori per il sistema immunitario? Possiamo fare qualche esempio citando alcuni tra i più pubblicizzati: Supradyn Immuno, Immun’Age, Multicentrum Difese Immunitarie, Be-Total Immuno Protection Complex, Immunomix Advance Aboca.
Funzionano davvero? Cosa sappiamo e cosa manca
Per rispondere a questa domanda, abbiamo passato in rassegna gli studi riguardanti ciascuna delle principali sostanze ritenute in grado di aumentare la capacità del nostro organismo di prevenire o combattere in particolare le infezioni respiratorie, come influenza e raffreddore. Le sostanze che abbiamo considerato sono le seguenti:
- echinacea;
- lattoferrina;
- papaya;
- sambuco;
- vitamina D;
- zinco.
Queste sostanze si trovano negli integratori perché tradizionalmente usate come rimedi contro i malanni stagionali o sono ritenute molto utili nel rinforzare le difese immunitarie.
Anche la vitamina C è molto utilizzata in questo tipo di integratori. Il mito risale addirittura agli Anni ‘70, quando il premio Nobel per la chimica Linus Pauling mise in circolazione l’idea che dosi elevate di vitamina C fossero in grado di prevenire e curare molte malattie, tra cui anche il raffreddore e i malanni autunnali.
Cosa dicono gli studi scientifici su questi integratori? Queste sostanze davvero ci fanno ammalare di meno?
Gli esiti sono in realtà deludenti: quando il beneficio è rilevato, non solo è scarso, ma poco credibile perché la metodologia con cui tali studi sono condotti è tutt’altro che solida. In alcuni casi mancano anche studi sull’uomo che confermino che gli effetti osservati in laboratorio si verifichino anche nell’organismo umano
Di seguito una tabella riassuntiva delle evidenze scientifiche per ciascuna sostanza.
Sostanza | Che cosa dicono gli studi |
---|---|
Echinacea | Assumerla in un’ottica preventiva non è vantaggioso e non aiuta a guarire più in fretta una volta che ci si è ammalati. |
Lattoferrina | Chi la integra avrà tanti raffreddori quanti chi non la assume; la sua integrazione non riduce la durata dei malanni. |
Papaya | Non vi sono prove a sostegno dell’utilità della papaya nel prevenire o accorciare i malanni stagionali. |
Sambuco | La scienza non conferma un suo reale beneficio nella prevenzione e nella riduzione di influenza e raffreddore. |
Vitamina C | Non è utile assumerla in dosi elevate per prevenire malanni invernali. Integrandola, forse il raffreddore può durare un po’ meno. |
Vitamina D | Chi la integra avrà tanti malanni quanti chi la ottiene con l’esposizione al sole; riguardo alla riduzione dei sintomi, l'effetto è poco rilevante. |
Zinco | Non vi sono prove per raccomandare lo zinco per la prevenzione o il trattamento di influenza e raffreddore. |
Per ognuna delle sostanze considerate, ecco una scheda con informazioni più dettagliate.
Torna all'inizioEchinacea
Il termine Echinacea indica un genere di piante erbacee da fiore appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (la stessa di cui fanno parte, per esempio, radicchio e carciofo).
Esistono nove specie diverse di Echinacea, ma solo a tre di esse vengono attribuiti effetti benefici sulla salute: Echinacea purpurea, Echinacea pallida ed Echinacea angustifolia.
Perché è utilizzata negli integratori?
Il succo fresco di Echinacea è tradizionalmente usato in Europa e Nord America come rimedio contro l’influenza. Oggi viene promossa soprattutto per rinforzare le difese immunitarie e prevenire o trattare infezioni respiratorie come raffreddore, influenza e bronchite. L’effetto sarebbe dovuto a diversi composti presenti come glicoproteine, polisaccaridi e polifenoli. Per questo motivo si ritrova in numerosi integratori proposti per “aiutare” le difese, come Più Difesa Equilibra, BeTotal Immuno Protection Complex, Immuno Activ Forte Linea Act, ESI Immunilflor, LongLife Echinacea. Questi prodotti contengono, per dose giornaliera, dai 60 a 700 mg di Echinacea.
Che cosa possono promettere gli integratori di echinacea?
Per l’Echinacea, il ministero della salute consente l’indicazione “naturali difese dell’organismo” sulle confezioni dei prodotti che la contengono, specificando però che si tratta di un effetto fisiologico, cioè inteso come un’ottimizzazione di funzioni naturali dell’organismo, e non invece come un effetto farmacologico. La normativa vieta infatti di attribuire agli integratori proprietà curative o preventive delle malattie. Ciò vuol dire che se assumiamo Echinacea ci ammaliamo di meno? Non è così semplice.
È efficace?
Per quanto riguarda la sua efficacia nel prevenire i malanni stagionali, la scienza non offre grandi rassicurazioni. L’analisi degli studi rivela che, in soggetti sani, alcune preparazioni a base di Echinacea possono effettivamente ridurre il rischio di prendere il raffreddore. Questo effetto, però, è piuttosto contenuto: la riduzione del rischio registrata è del 10-20%. Se consideriamo che in Italia l’influenza colpisce in media il 9% della popolazione generale ogni anno, significa che per far sì che una persona non la prenda, si dovrebbe somministrare inutilmente Echinacea a decine e decine di adulti per settimane o mesi. Pertanto, assumere integratori di Echinacea in un’ottica preventiva non è una strategia vantaggiosa. Per di più molti studi sull’Echinacea sono stati condotti con una metodologia poco affidabile.
L’Echinacea, inoltre, non aiuta a guarire più in fretta una volta che ci si è ammalati. Dagli studi disponibili si evince, infatti, che la durata media del raffreddore osservata nei pazienti che assumono Echinacea è la stessa di quella riscontrata in chi non la integra. Quindi in sostanza, per chi fa uso di Echinacea, il raffreddore avrà molto probabilmente la stessa durata del solito.
Lattoferrina
La lattoferrina è una proteina in grado di catturare e trasportare il ferro, presente nel latte materno e prodotta in abbondanza nelle fasi iniziali dell’allattamento. La lattoferrina è anche presente, in minima parte, in altri fluidi corporei come saliva, lacrime, secrezioni nasali, bronchiali e gastriche.
Perché è utilizzata negli integratori?
Divenuta famosa nel 2020 per la sua supposta quanto infondata efficacia contro il Covid 19, si trova in particolare nel colostro, il primo latte materno, noto per il suo ruolo nel supportare il sistema immunitario dei neonati. Per analogia si crede che possa svolgere la stessa funzione per tutti, quando assunta come integratore. Alcuni studi in effetti, hanno messo in luce le sue proprietà antibatteriche e antivirali, suggerendo che questa sostanza possa proteggerci dalle comuni infezioni virali. Troviamo quindi la lattoferrina in diversi integratori proposti per rinforzare le difese: per esempio, in ESI Immunilflor Forte Lattoferrina, Lattoferrina Defense Erbavita, Scudo Bioimmuno Lattoferrina, Farmaderbe Difes-x Lattoferrina 200. Questi prodotti contengono, per dose giornaliera, 200 mg di lattoferrina, che è la quantità massima di questa sostanza fissata dal ministero della salute negli integratori.
Che cosa possono promettere gli integratori di lattoferrina?
In realtà non possono promettere nulla. Sulle confezioni degli integratori contenenti lattoferrina non è possibile attribuire a questa sostanza l’indicazione “contribuisce alle difese naturali”. La commissione europea, infatti, sulla base dell’opinione dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), non ha autorizzato questa dicitura, perché l’effetto indicato è stato ritenuto troppo vago per poter essere valutato: non è chiaro cioè come o dove agirebbe la lattoferrina (aumenta gli anticorpi? Agisce contro virus, batteri o entrambi?), rendendo di fatto impossibile misurarne l’effetto. Per poter continuare a vantare in modo legale questo effetto in etichetta, alcuni produttori hanno trovato un escamotage: inserire la lattoferrina in prodotti in cui sono presenti anche altre sostanze, per le quali sono autorizzate indicazioni che fanno riferimento al sistema immunitario, come ad esempio la vitamina D o lo zinco.
È efficace?
Negli adulti, purtroppo, non ci fa ammalare meno, come dimostra una revisione degli studi sulla supplementazione di questa proteina pubblicata nel 2022, che ha coinvolto circa 1200 partecipanti: la percentuale di persone che assumendo lattoferrina (in quantità comprese tra 400 e 1000 mg al giorno) contrae l’influenza o il raffreddore non è diversa da quella degli individui che si ammalano senza assumere l’integratore. Anche negli studi condotti sui neonati e sui bambini molto piccoli, l’integrazione di lattoferrina (da circa 40 a 400 mg al giorno) non si è rivelata utile: chi integra quindi lattoferrina avrà tanti raffreddori quanti chi non la assume. Allo stesso modo, anche riguardo alla durata dei sintomi non si hanno vantaggi: se assumiamo integratori di lattoferrina influenze e raffreddori non dureranno meno del solito.
Torna all'inizioPapaya
La papaya (Carica papaya) è un frutto appartenente alla famiglia delle Caricaceae, originario del Messico e dell’America centrale, che viene coltivato in tutte le regioni a clima tropicale e subtropicale.
Perché è utilizzata negli integratori?
La papaya è usata negli integratori perché si ritiene che aiuti a rafforzare il sistema immunitario, per vari motivi:
- è impiegata da secoli nella medicina tradizionale per curare diversi disturbi (per esempio come rimedio per febbre e tosse);
- è ricca di vitamina C, utile per il sistema immunitario: 150 g (mezza papaya piccola) ne forniscono quanto un’arancia;
- come tutta la frutta e la verdura contiene antiossidanti, come i flavonoidi, che sono in grado di contrastare gli effetti dannosi dei radicali liberi. Si pensa quindi che gli antiossidanti possano aiutare a prevenire malattie in cui i radicali liberi hanno un ruolo, come ad esempio le malattie cardiovascolari o i tumori.
Per questi motivi, quindi, si trova in diversi integratori, sia da sola che con altre sostanze, in prodotti quali Immun’Age, Papaya Defense Zuccari, Energya Difesa Immunitaria Angelini, Papaya Act, in dosi giornaliere comprese tra 750 mg e 3 g. In genere negli integratori la papaya presente è fermentata, cioè sottoposta a fermentazione che, a detta dei produttori, servirebbe per potenziare la presenza di antiossidanti e quindi gli effetti benefici a supporto delle naturali difese dell’organismo.
Che cosa possono promettere gli integratori di papaya?
Per quanto riguarda la papaya, il Ministero della Salute consente di indicare sulle confezioni dei prodotti che la contengono la dicitura “naturali difese dell’organismo”. Questo significa che può offrire un supporto alle normali funzioni fisiologiche, ma non deve essere interpretato come un effetto farmacologico. La normativa, infatti, vieta di attribuire agli integratori proprietà curative o preventive nei confronti delle malattie. Quindi assumere papaya in compresse o bustine aiuta davvero a rafforzare il sistema immunitario e a ridurre il rischio di ammalarsi? Cerchiamo di capirlo meglio.
È efficace?
In realtà non vi sono prove a sostegno dell’utilità della papaya nel prevenire o accorciare i malanni stagionali. Alcuni studi in vitro e condotti su animali suggeriscono che gli estratti di papaya, fermentata e non, possano modificare o regolare l’attività del sistema immunitario e combattere così alcuni virus (per esempio quelli che causano la Dengue). Tuttavia, a oggi mancano studi clinici che confermino che gli effetti osservati in laboratorio si manifestino anche nell’organismo umano.
Torna all'inizioSambuco
Il sambuco è una pianta che cresce nelle zone calde di Europa, Nord America, Asia e Africa settentrionale. Del genere Sambucus esistono diverse specie, ma quella più diffusa è il Sambucus nigra. In primavera produce fiori bianchi profumati a forma di stella, che lasciano poi il posto a frutti nero-violacei in grappoli. Il colore dei frutti è dovuto alle antocianine, pigmenti responsabili dei presunti effetti benefici.
Perché è utilizzato negli integratori?
I fiori e i frutti del sambuco, essiccati o cotti, sono tradizionalmente usati per prevenire e trattare malanni respiratori come raffreddore e influenza. Gli estratti di sambuco hanno in effetti dimostrato in vitro di avere effetti inibitori sui virus dell'influenza A e dell'influenza B, così come sul virus dell'influenza "suina" H1N1.
Per questi motivi il sambuco è spesso presente come ingrediente in integratori alimentari promossi per questi scopi, come Immunomix Advance Aboca, Immunilflor forte ESI, Lattoferrina solgar immuno ester-C plus, Sambuco forte LongLife, Multicentrum Immunità e Difesa. In questi prodotti il sambuco è presente in quantitativi variabili tra 17 e 323 mg per dose giornaliera.
Che cosa possono promettere gli integratori di sambuco?
Per quanto riguarda il sambuco, il ministero della salute permette che sulle confezioni dei prodotti che lo contengono si possa riportare l’indicazione “naturali difese dell’organismo”. Questo però va inteso come un supporto alle normali funzioni del corpo, non come un effetto farmacologico. La legge, infatti, vieta di attribuire agli integratori la capacità di curare o prevenire malattie. Ma, quindi, prendere il sambuco ci aiuta davvero a rinforzare il sistema immunitario e ad ammalarci meno? Vediamo di fare chiarezza.
È efficace?
A dispetto delle convinzioni diffuse, la scienza non conferma un suo reale beneficio nella prevenzione dei malanni stagionali. Da una revisione degli studi disponibili sul tema del 2021 è emerso che il sambuco, assunto in dosi pari a 600-900 mg di estratto al giorno (molto superiori a quelle che troviamo negli integratori, che in genere non superano i 350 mg per dose giornaliera), non è in grado di prevenire le infezioni respiratorie di origine virale. Chi prende integratori di sambuco, quindi, avrà tanti raffreddori quanti li avrà chi non utilizza questi prodotti. Tuttavia, gli studi hanno rilevato che le influenze e i raffreddori sviluppati durante la sua assunzione potrebbero essere di quasi 3 giorni più brevi e meno gravi. Purtroppo però il numero esiguo di pazienti coinvolti (che variava tra i 30 e 90 partecipanti) e la bassa qualità metodologica delle ricerche non garantiscono certezze su queste conclusioni.
Torna all'inizioVitamina D
La vitamina D, come il calcio, svolge un ruolo importante per la salute delle ossa, ma esercita anche molteplici altre funzioni: regola, per esempio, la produzione di alcuni ormoni e contribuisce al corretto funzionamento del sistema immunitario. La vitamina D che possiamo assumere con gli alimenti (si trova soprattutto nel salmone e nel pesce azzurro) è limitata. Ci viene in soccorso l’esposizione al sole: i raggi UV infatti ci permettono di sintetizzare a livello della cute la vitamina D, che poi viene immagazzinata nel tessuto adiposo e nel fegato e rilasciata all’occorrenza. D’estate è sufficiente esporre quotidianamente braccia, décolleté e gambe per 10-15 minuti, mentre d’inverno è necessario esporsi più a lungo (30 minuti). Non esiste però una regola valida per tutti: dipende dal tipo di pelle e da quanta ne esponiamo al sole.
Perché è utilizzata negli integratori?
Diversi studi hanno dimostrato che la vitamina D aiuta il corpo a difendersi meglio dalle infezioni, contribuendo all’efficienza del sistema immunitario. Per questo motivo è presente in numerosi integratori proposti per rinforzare le difese. Per citare qualche esempio: Supradyn difese, Enervit difese immunitarie, Swisse vitamina D, Multicentrum Immunità e Difesa, L’Angelica Vitamina D. La vitamina D è presente in questi prodotti in quantitativi compresi, per dose giornaliera, tra 10 e 50 µg. Quest’ultimo rappresenta anche il limite giornaliero massimo consentito negli integratori . Il fabbisogno giornaliero di vitamina D è invece di 15 µg al giorno.
Che cosa possono promettere gli integratori di vitamina D?
Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA ha stabilito che esiste una relazione di causa ed effetto tra l'assunzione di vitamina D con la dieta e il contributo alla normale funzione del sistema immunitario. Questa vitamina, infatti, agisce come un "regolatore" di questo sistema, aiutandolo a funzionare bene senza attivarsi in modo eccessivo o dannoso. Sulla base della suddetta opinione, la commissione europea consente che sulle confezioni di integratori contenenti almeno 0,75 µg di vitamina D per 100 g di prodotto possa essere riportata l’indicazione “la vitamina D contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario”. Ciò significa che la vitamina D aiuta a prevenire o trattare influenze e raffreddori? Vediamo che cosa dice la scienza.
È efficace?
Per quanto riguarda la prevenzione dei malanni stagionali, le evidenze scientifiche non sono incoraggianti. Una revisione degli studi pubblicata nel 2025 su The Lancet Diabetes & Endocrinology, che ha coinvolto più di 60.000 partecipanti, mostra che non ci sono prove a supporto dell’utilità della vitamina D nel prevenire raffreddori o altri disturbi invernali. Chi integra quindi vitamina D avrà tanti raffreddori quanti chi la ottiene esclusivamente attraverso l’esposizione al sole, indipendentemente da età, livelli iniziali di vitamina D, frequenza di assunzione o dosaggio. La vitamina D ha tuttavia un effetto modesto nella riduzione dei sintomi: solo del 6%, come risulta da una revisione degli studi del 2021. Ciò significa che se una malattia stagionale dura sette giorni, la vitamina D, assunta per mesi tutti i giorni, potrebbe accorciarne la durata di meno di mezza giornata. Un effetto quindi poco rilevante. Va considerato anche che molti degli studi inclusi erano di bassa qualità metodologica, anche perché spesso non consideravano i livelli iniziali di vitamina D nei partecipanti, un fattore che potrebbe influenzare i risultati. Inoltre, i dosaggi variavano molto, con effetti possibili molto diversi. Torna all'inizioZinco
Lo zinco è un minerale essenziale per molte funzioni cellulari: è parte di numerosi enzimi, preserva la struttura di molte proteine e regola l’espressione genica, risultando fondamentale per crescita e sviluppo. Le principali fonti alimentari sono carne, legumi, frutta secca, cereali, latte e i relativi derivati. La quantità giornaliera raccomandata di zinco è di 12 mg per gli uomini e 9 mg per le donne.
Perché è utilizzato negli integratori?
Lo zinco è essenziale per la crescita e il differenziamento cellulare e influisce sul sistema immunitario, tant’è che uno dei sintomi della sua carenza è proprio la ridotta risposta immunitaria. Per questo motivo lo si trova in diversi integratori proposti per rafforzare le difese, come Sustenium Immuno, Immudefense Forte Metagenics, Equilibra Più difesa, Swisse Difesa Immunitaria, Erba Vita Zinco. Per dose giornaliera, questi integratori forniscono dai 10 ai 15 mg di zinco, rispettando così l’apporto massimo di 15 mg previsto in tali prodotti dal ministero della salute.
Che cosa possono promettere gli integratori di zinco?
L’EFSA riconosce il legame tra apporto di zinco assunto con gli alimenti e la normale funzionalità del sistema immunitario. Questo perché, come riporta l’EFSA, quando manca lo zinco il nostro sistema di difesa può funzionare meno bene sotto diversi aspetti. La carenza di questo minerale, infatti, rende le persone più suscettibili alle infezioni. Sulla base quindi dell’opinione dell’EFSA, la commissione europea permette di indicare sulle confezioni di integratori con almeno 1,5 mg di zinco per 100 g la dicitura “lo zinco contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario”. Assumere zinco significa quindi ammalarsi di meno? Non proprio.
È efficace?
In realtà lo zinco non previene influenza e raffreddore, e non è chiaro se possa diminuirne la durata. Una revisione Cochrane del 2024 che ha coinvolto oltre 8500 partecipanti ha rilevato che lo zinco non riduce il rischio di contrarre il raffreddore: la frequenza dei malanni era cioè la stessa tra chi lo integrava e chi no. Per quanto riguarda il trattamento di questi malanni, per disturbi della durata media di 7 giorni, dalla stessa revisione è emerso che lo zinco potrebbe accorciare i sintomi di circa due giorni, ma la qualità delle prove è bassa. Questo dato, cioè, è da prendere “con le pinze”, per diversi motivi: i risultati si basano spesso su autodichiarazioni; le modalità di somministrazione dello zinco variano ampiamente per formato, forma chimica, dose e durata del trattamento, rendendo difficile il confronto tra gli studi. Inoltre, lo zinco non sembra ridurre la gravità dei sintomi. Non vi sono quindi prove per raccomandare lo zinco per la prevenzione o il trattamento di influenza e raffreddore.
Torna all'inizioIntegratori per bambini: servono davvero?
No, gli integratori per bambini non sono necessari. Neanche per i prodotti destinati ai più piccoli, infatti, esistono prove a supporto della loro efficacia. Di integratori per il sistema immunitario per bambini in commercio se ne trovano moltissimi, specificamente formulati per supportare le difese immunitarie dei più piccoli. Alcuni esempi includono: Supradyn Difese Junior, Esi Immunilflor Sciroppo Junior, ImmunoMix Advanced Sciroppo, Lactoflorene Difesa Bimbi, Resvis Junior XR Alfasigma, Salugea Immuno Bimbi, Quercimmun Bambini.Questi prodotti, rivolti a bambini a partire generalmente dai 2-4 anni, contengono le stesse sostanze presenti negli integratori per adulti a cui vengono attribuiti effetti benefici sul sistema immunitario, quindi vitamina C, vitamina D, zinco, lattoferrina, echinacea, sambuco. In genere il loro dosaggio è inferiore rispetto ai prodotti per adulti, soprattutto per vitamina C, zinco e lattoferrina. In alcuni casi, però, la quantità può essere simile o addirittura superiore, come nel caso di vitamina D, echinacea e sambuco. Va comunque precisato che per la vitamina D nei prodotti citati le dosi restano sempre inferiori al fabbisogno giornaliero raccomandato, mentre per echinacea e sambuco, non essendoci limiti regolamentati negli integratori, le quantità sono decise liberamente dal produttore. A oggi, in ogni caso, non ci sono prove che dimostrino che siano davvero utili. Torna all'inizio
Gli integratori non sempre sono innocui
Quando si parla di integratori, è importante considerare che il loro uso non è sempre privo di effetti collaterali. Possono causare infatti effetti indesiderati e interagire tra loro o con i farmaci, modificandone l’assorbimento, l’efficacia o aumentando il rischio di tossicità, soprattutto se assunti per lungo tempo.
Per citare qualche esempio, l’Echinacea può interagire con diversi farmaci (steroidi, antimicotici e chemioterapici). È considerata sicura se assunta per brevi periodi (fino a quattro mesi), mentre non è noto se lo sia anche nel lungo periodo. Può causare in ogni caso effetti transitori come vertigini, stanchezza o disturbi gastrointestinali. Nel caso della lattoferrina, non essendoci studi sugli effetti indesiderati o sulle interazioni farmacologiche, non si può stabilire con certezza se sia sicura. Lo zinco, per esempio, può interferire con alcuni antibiotici e andrebbe assunto ad almeno tre ore di distanza da questi.
Torna all'inizioCosa funziona per aumentare le difese immunitarie?
Ci piacerebbe potervi dire quali siano i migliori integratori per rafforzare il sistema immunitario, ma non esistono prove che assumere integratori alimentari aiuti a prevenire l’insorgenza di malattie. Scegliere uno stile di vita sano è certamente il miglior passo che si possa compiere per mantenere naturalmente in funzione questo sistema. Prendersi cura di sé aiuterà il nostro sistema di difesa a “prendersi cura” di noi. A chi si chiede, quindi, cosa prendere per rafforzare il sistema immunitario, la risposta è che non serve assumere alcun prodotto, ma occorre seguire le seguenti raccomandazioni:
- non fumare. Il fumo può renderci meno forti nel combattere le malattie ed esporci maggiormente allo sviluppo di certe patologie (come malattie cardiovascolari e tumori);
- giusta alimentazione. Una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali e povera di grassi animali, sale e zuccheri, favorisce l’ottimale funzione immunitaria;
- mantenersi sempre attivi. Un'attività fisica regolare aiuta a sentirsi meglio, a dormire meglio e a ridurre l'ansia. Se associata a un'alimentazione corretta, l'attività fisica può aiutare anche a controllare il peso. Tutti fattori che giocano un ruolo a favore dell’immunità;
- mantenere il giusto peso. L’eccesso di peso può alterare le funzioni immunitarie e aumentare il rischio di sviluppare molteplici malattie. Inoltre può ridurre l’efficacia dei vaccini, come quelli contro l’influenza, l’epatite B e il tetano. Oltre alla corretta alimentazione, contribuiscono al controllo del peso la riduzione dello stress, la giusta quantità di sonno e l’attività fisica regolare;
- alcol: il meno possibile. Con il passare del tempo, l’assunzione eccessiva di alcol può indebolire il sistema immunitario. Occorre ricordare che non esiste un livello di consumo di bevande alcoliche che sia privo di rischi, ma esiste solo un consumo considerato “a basso rischio”, cioè correlato a una bassa probabilità di sviluppare problemi di salute. Per il vino, equivale a un bicchiere piccolo (da 125 ml) al giorno per donne e anziani e due per gli uomini, da bersi durante i pasti;
- dormire a sufficienza. La carenza di sonno può influire negativamente sul sistema immunitario e favorire lo sviluppo di molti disturbi;
- lavarsi spesso le mani, per evitare infezioni;
- limitare le fonti di stress. Lo stress indebolisce le difese del sistema immunitario, rendendo il corpo più esposto agli attacchi di virus, batteri e altri agenti che causano malattie;
- vaccinarsi seguendo il calendario vaccinale del ministero della salute. I vaccini stimolano la risposta immunitaria, prevenendo le infezioni ed evitando che si manifestino in forma grave.