I dolcificanti artificiali non aiutano a dimagrire

Sostituire lo zucchero con i dolcificanti? Non è la soluzione migliore per perdere peso. Questo perché alcuni dolcificanti artificiali, presenti nei prodotti cosiddetti "light", potrebbero favorire diabete e obesità invece di prevenirli. Ecco le cinque cose da sapere.
I dolcificanti artificiali sono sempre più presenti nella nostra dieta. Bibite, cereali, biscotti, yogurt e marmellate “light” guadagnano spazio nelle dispense, avendo come complici anche martellanti campagne pubblicitarie. E che sia solo per una maggiore attenzione alla linea o per una questione di salute, tra quelli che devono ridurre lo zucchero (come i diabetici), sta di fatto che si tratta di una tendenza sempre più in crescita. Ecco le cinque cose da sapere.
Per lo zucchero la parola d’ordine è ridurre
È ormai assodato che lo zucchero (glucosio, fruttosio e in generale lo zucchero da tavola), nelle quantità in cui siamo abituati a consumarlo, è causa di molti problemi di salute. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha ulteriormente abbassato la soglia di zuccheri raccomandabile: se finora era considerato accettabile un consumo di zuccheri aggiunti pari al 10% della quantità di energia assunta durante una giornata, adesso viene proposta un’ulteriore riduzione fino al 5% (circa 25 grammi, cioè cinque cucchiaini da tè). Vista così, quindi, sapere che il mercato offre alternative senza zucchero può sembrare una buona notizia.
Edulcoranti? Non è la soluzione
È vero che sono con “zero calorie”, ma sulla sicurezza degli edulcoranti artificiali, però, il consenso non è unanime. Per decenni sono stati al centro di molte diffidenze: negli anni ‘80 si sospettava che la saccarina fosse cancerogena, più tardi è stata la volta dell’aspartame. Tutti dubbi poi smentiti dagli studi. Attualmente tutti i dolcificanti utilizzati nei prodotti alimentari sono stati studiati e approvati da una commissione scientifica europea, che ne stabilisce anche una dose giornaliera ammissibile (Dga) a ulteriore garanzia di sicurezza. Alcune ricerche, poi, hanno dimostrato in passato che queste sostanze possono aiutare a controllare il peso con benefici per la salute. Eppure su alcuni di questi sostituti si stanno addensando nuove ombre, come il sospetto che possano favorire diabete e obesità invece di prevenirli. La parola definitiva non c’è ancora, ma nel frattempo la cautela è d’obbligo. Inoltre, a ben pensarci, è paradossale che le stesse aziende alimentari che continuano a formulare alimenti estremamente ricchi di zuccheri, nello scaffale a fianco ci allettino con la loro copia edulcorata.
Occhio alle etichette
Se da una parte viene chiesto di ridurre gli zuccheri , l’industria risponde riformulando i suoi prodotti, sostituendo lo zucchero con gli edulcoranti. Peccato che per il consumatore non sia sempre facile individuare queste nuove formulazioni. È il caso, per esempio, di diverse bibite in cui lo zucchero non è scomparso ma è stato ridotto e ha lascito spazio agli edulcoranti: lo si scopre solo leggendo la lista degli ingredienti riportata spesso sul retro, perché la parte frontale delle bottiglie non lascia intuire questa formulazione.
Non tutti gli edulcoranti hanno zero calorie
Una categoria di dolcificanti molto utilizzata nell’industria alimentare è quella dei “polioli”, o “edulcoranti di massa”. Si tratta di sostanze che derivano direttamente dallo zucchero, hanno potere dolcificante simile ma poco più della metà delle calorie: 2,4 kcal/g contro 4 kcal/g del saccarosio. L'eritrolo è un poliolio con zero calorie. I polioli - quelli autorizzati nell’industria alimentare sono sorbitolo, mannitolo, isomalto, maltitolo, lactitolo, xilitolo, eritritolo - sostituiscono lo zucchero principalmente in gomme da masticare, caramelle e prodotti da forno, come i biscotti. Hanno infatti il vantaggio di dare consistenza all’impasto e hanno un effetto rinfrescante che ben si addice a cicche e caramelle.. Attenzione: un consumo eccessivo di polioli può causare gonfiore addominale e avere effetti lassativi. Consigliamo di essere particolarmente prudenti con i bambini, evitando di somministrare troppe caramelle e gomme con questi dolcificanti. I più piccoli, infatti, possono facilmente eccedere la quantità massima giornaliera consigliata di 10 grammi (quella per gli adulti è di 20 grammi), che in pratica significa non più di 4-5 caramelle o circa otto biscotti.
Gli edulcoranti non sono tutti uguali
Gli edulcoranti intensivi, quelli cioè che forniscono un intenso gusto dolce con pochissime o addirittura senza calorie, sono una categoria molto ampia. Il loro profilo di sicurezza, sebbene tutti siano tecnicamente accettabili secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), non è però sempre cristallino. Nella nostra banca dati sugli additivi gli edulcoranti sono divisi in due categorie, sulla base degli studi più recenti: tollerabile (da tenere sotto controllo per alcune fasce della popolazione) o poco raccomandabili. Per conoscere i dettagli visita la nostra banca dati.
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